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 Il nazional socialismo in Germania
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Rosario
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Italy
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Posted - 24/12/2016 :  17:46:19  Show Profile
@ Margherita. "Erano in sei" è scritto con uno stile avvincente; ho infatti divorato il primo capitolo ma non credo che riuscirò a leggerlo tutto per fine gennaio; i tuoi riassunti "capitolari" potranno senz'altro essermi utili; puoi inviarmene una copia tramite Eloise.

Auguri a tutte/i; ci aggiorniamo a gennaio 2017 per riprendere questa interessante, vibrante e "sentita" discussione; la bacheca che rimarrà ufficiosamente aperta consente d'inserire note e aggiornamenti individuali sulle nostre autonome ricerche.

Buone feste


RF
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 24/12/2016 :  19:54:52  Show Profile  Visit eloise's Homepage
AUGURI ANCHE DA PARTE MIA!!!
A presto rileggervi

Eloise
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Rosella
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Italy
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Posted - 28/12/2016 :  23:33:58  Show Profile
Arrivando in ritardo spero che abbiate passato un Buon Natale e che si avvicini un divertente Capodanno.

Approfitto della bacheca aperta per dare qualche informazione "a contorno" sul Mein Kampf.
Nessuna unità di tempo luogo ambiente. Questo non è un romanzo, non è un saggio, non è un ricordo.
A.H.inizia descrivendo una infanzia e una giovinezza totalmente mistificare, passa al racconto di come incontrò la politica (e qui si rivela una intelligenza notevole, sebbene confusa) e infine passa ai suoi piani x la conquista del potere, sempre più megalomani.
Il tutto è esposto in modo confuso, ridondante, bugiardo, con sprazzi di lucidità che fanno venire i brividi.
All'interno di questa follia che trascino' + stati si muove la resistenza, io però terrei presente costantemente questo losco figuro: folle da rinchiudere o genio del male?

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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eloise
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603 Posts

Posted - 30/12/2016 :  09:39:15  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Leggendo il testo di Badia emerge chiaramente come l'instaurarsi del nazismo sia stato reso possibile da un insieme di circostanze che hanno concorso a configurare lo scenario nella peggiore delle possibilità. Per assurdo, e chiedendo scusa a tutti per il paragone chiaramente riduttivo, sembra un gioco di ruolo e strategia dove ogni giocatore fa le scelte peggiori, e alla fine attua la strategia peggiore, portando tutti a perdere contro un unico vincitore, Hitler. Tra queste scelte, metto sullo stesso piano: il non allearsi con altre forze politiche per far fronte comune contro l'avanzata nazista, il silenzio di chi non era nazista ma di fatto ne è stato complice, l'avere deliberatamente appoggiato Hitler e il suo ripetuto susseguirsi di attentati alla costituzione di Weimar.
Quando si dice che è impossibile che si verifichino tutta una serie di eventi per cui accada un fatto politico... bisognerebbe riflettere, storia alla mano, a cose già successe.

Eloise
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eloise
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603 Posts

Posted - 30/12/2016 :  09:45:17  Show Profile  Visit eloise's Homepage
quote:

All'interno di questa follia che trascino' + stati si muove la resistenza



Alla luce di quanto sto leggendo adesso, direi purtroppo NON si muove la resistenza (intendo tedesca). Per quali ragioni, lo vedremo meglio più avanti.

Eloise
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Rosario
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Italy
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Posted - 30/12/2016 :  16:24:38  Show Profile
Ho un nuovo testo che m'intriga:

Il romanzo dei Tui di Bertolt Brecht

Riporto da una recenzione alcune notizie

"...Brecht in "Il Romanzo dei Tui" dà vita ad una serie di situazioni, di ambientazioni, e talora anche di dinamiche narrative che sono prettamente irreali, frutto della fantasia dell’autore, ma d’altro canto restano strettamente ancorate alla realtà che intorno all’autore si trova, poiché, in buona sostanza, a quella realtà hanno la funzione, tipicamente brechtiana, di “fare il verso”.
Ecco l’intento vero e principale di questo Romanzo dei Tui: Brecht ha voluto consegnare ai suoi posteri un ritratto – satirico ed espressionista fino al grottesco, in coerenza perfetta con un tratto tipico della cultura tedesca e mitteleuropea – dei Tellet-Ual-In (Tui) del suo tempo; una sorta di breviario, di vademecum, un manuale di sopravvivenza contro la boria, l’ottusità, la superbia degli intellettuali.

...l’opera diventa immediatamente “classica” ed “eterna” agli occhi del lettore, nel momento in cui, ci si rende conto che gli intellettuali descritti da Brecht non sono soltanto gli esponenti dell’élite culturale tedesca durante l’ascesa del Nazismo e la Seconda Guerra Mondiale, bensì i Tui di ogni tempo.

In questo modo, con Il Romanzo dei Tui Brecht riesce a dare vita ad un’opera indefinibile e congenitamente originale, ma ad un tempo a rifarsi ed inserirsi in un solco ben tracciato della cultura e della letteratura occidentale: da I Viaggi di Gulliver di Swift, c’è un filo, fatto di ironia, sottile satira sociale e tragicommedia allegorica, che lega Candide di Voltaire a Gargantua e Pantagruel di Rabelais e al Don Chisciotte di Cervantes, fino a certi poveri, disperati protagonisti di novelle all’interno del Decameron boccacciano – ma, se si vuole, si è liberissimi di discendere fino alla grande commedia greca di Aristofane; questo filo, a sua volta, giunge fino al Romanzo dei Tui di Brecht, senza allentarsi ma sempre rinforzandosi, perché c’è sempre qualche tragedia, nella storia umana, da raccontare come parodia, per metterne in luce le contraddizioni, le ipocrisie, le storture: c’è solo – e soprattutto, nei confronti del Nazismo – da avere il coraggio di farlo."

Ed ecco alcune mie considerazioni

Scrivere contro il nazismo, per chi ha deciso di restare in patria - come Hans Fallada - forser non dovrebbe essere stato così semplice; per riuscire a non incorrere nella boria del regime, gli scrittori temerari son dovuti scendere a compromessi romanzeschi; pur se, nello stesso tempo, ne denunciano gli abomini descrivendo semplicemente la quotidianità dei personaggi.

Non dobbiamo dimenticare che la "storia ufficiale" è scritta sempre dai vincitori; i romanzi, i testi teatrali e le opere d'arte, descrivendo e narrando situazioni e personaggi riferiti alla realtà del loro vissuto quotidiano, rappresentano documenti "autentici"; testimonianze di quella irriducibile resistenza, latente e storicamente sconosciuta, che solo la morte può sublimare in atto eroico. Il romanzo è la "memoria" del "sacrificio" umano offerto contro l'abominio nazista. In queste opere si può leggere la verità più di quanta se ne possa leggere nei documenti ufficiali della storia.

Ecco cosa scrive Renè Girard sulla memoria:

La memoria affettiva è il giudizio universale dell'esistenza. Essa separa il bene dal male, ma il male deve [sempre] figurare nella storia, perché la storia è il passato [che ci ha generato e ci identifica].

(Tra le parentesi quadre [] i miei inserimenti sulla frase di Girard)

RF
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Tiziano
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Posted - 02/01/2017 :  10:27:13  Show Profile
Accidenti a me! Siccome in questo periodo sono distratto dai miei guai ( compresa una guerra con Vodafone che non mi sta dando la linea) e dalle miei gioie (è nato - in modo un po' complicato il mio secondo nipote Niccolò), mi sono perso questa conversazione interessante, in cui a questo punto rinuncio ad entrare (anche perché, appunto, non ho la connessione in casa).
Comunque vorrei darvi un suggerimento: ci sono testi che fanno comprendere il nazismo meglio dei libri di storia, ad esempio "Doctor Faustus" di Mann, o - può parere strano ma è così - "La missione del dotto" di Fichte.
Va bè, è un'intromissione surrettizia.
Buon anno a tutti

Tiziano
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Margherita
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Posted - 02/01/2017 :  19:16:29  Show Profile
Non dimentichiamo però una cosa. Dalla prima guerra mondiale i tedeschi sono usciti molto male, anche durante la repubblica di Weimar c'era la disoccupazione e la povertà. Hitler ha promesso prosperità e un impero, una nuova religione (il paganesimo) il ritorno a riti antichi, sempre apprezzati dal popolo. ricordiamo l'acqua del Po pescata da Bossi, il Carroccio, Alberto da Giussano. Tanti italiani ci hanno creduto che sono andati dietro. Per fortuna che anche qui da noi c'è stata la resistenza. Tornando al nazismo tedesco, non dimentichiamo che i vari Krupp della situazione hanno fatto un sacco di saldi e di ricchezza con la guerra. E giù dalla cima della piramide fino a vari piani del potere nazista, per scendere fino ai capi dei campi di concentramento, anche loro hanno fatto molti soldi. Uccidere gli ebrei era comodo, altro che razza, gli ebrei erano ricchi, case, fabbriche, fino ai capelli e ai denti d'oro estratti ai cadaveri nei campi. Guerre e occupazioni dei vicini, serviva l'oro, e quello è stato rastrellato ovunque. Hitler è stato fermato dagli inglesi, dagli americani e dai russi. Tantissimi tedeschi si sono arricchiti ed è anche per questo motivo che tacevano, fingendo di non vedere. Il potere, la guerra, la supremazia dell'uomo sull'uomo, la schiavitù dei più deboli, questo era il programma del nazionalsocialismo. Anche noi italiani abbiamo fatto un bel massacro in Libia. Anche in Russia e nelle province russe Stalin si dava da fare. Ma sappiamo che per la Russia erano normale i campi, la Siberia, gli Zar hanno sempre comandato così, ma nella civile Germania di Goethe?
Una pazzia collettiva?

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Rosario
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Posted - 03/01/2017 :  11:39:05  Show Profile
Buon Anno.
Benvenuto Tiziano; il tuo intervento per me è una bella sorpresa. Grazie dei suggerimenti che ho subito seguito, andando a sfruguliare su wikipedia, qualche notizia su Fichte.

Ho trovato un passaggio significativo sul "Discorso alla nazione tedesca"; riporto integralmente da wikipedia:

"Nei Discorsi alla nazione tedesca, scritti quando ancora i francesi occupavano la Prussia dopo la vittoria napoleonica di Jena, Fichte sembra avanzare un progetto pedagogico teso al rinnovamento sia spirituale che materiale del popolo tedesco.

Lo scopo apparentemente educativo servì alla libera circolazione dell'opera di cui i francesi non identificarono la pericolosità politica.

Il nuovo modello di educazione che vi era esposto consisteva in un compito affidato al popolo tedesco, ritenuto l'unico tra tutti gli europei ad aver conservato intatte le sue caratteristiche nazionali originarie e naturali, ed inoltre la cui lingua era l'unica priva di barbarismi, e il cui stato il solo dove la religione non avesse influito sulla politica.

Questo per Fichte è comprovato dal fatto che la lingua tedesca è l'unica ad essersi conservata pura nel corso dei secoli mantenendo così intatta la cultura germanica. Questo non è avvenuto invece per l'Italia e la Francia dove la lingua, a causa delle dominazioni straniere, si è imbarbarita dando luogo a dialetti bastardi.

Il popolo tedesco ha così conservato non solo la purezza della lingua ma anche quella del sangue e quindi della stirpe che li caratterizza come il popolo per eccellenza: lo stesso termine deutsch vuol dire infatti popolare o volgare, nel senso riferito al vulgus, il popolo appunto.

I tedeschi quindi sono gli unici ad avere un fattore unificatore spirituale e materiale che li caratterizza come stirpe, nazione.

La stessa storia culturale della Germania con le grandi figure di Lutero, Leibniz, Kant dimostra la sua superiorità spirituale che ne fa una nazione eletta a cui è stato affidato il compito di espandere la sua civiltà agli altri popoli. E guai se essa fallisse! Si legge infatti nella XIV e ultima lezione, dal titolo "Conclusioni generali": «Perciò non c'è nessuna via di uscita: se sprofondate voi, sprofonda l'intera umanità, senza speranza di ripristinarsi in futuro».

Il pensiero di Fichte verrà poi in gran parte frainteso dalla corrente del "pangermanesimo", a cui tra gli altri si rifece Hitler; in realtà Fichte parlò di primato culturale del popolo tedesco, e non di primato militare e bellico."

C'è molto da dire sulla natura "culturale" di quel "primato" che sembra voler giustificare eticamente la presunta superiorità di un popolo sugli altri popoli con cui si rapporta.

Non c'è da meravigliarsi sulla deriva della "volontà di potenza" del "superuomo" di Nietzsche.

Lascio a Margherita e a tutti la meditazione su quanto scritto da Fichte nel "discorso alla nazione tedesca" e sulle conseguenze nefaste dell'idealismo romantico che l'anilisi girardiana connota come menzogna (Menzogna romantica e verità romanzesca).

A proposito di verità mi è capitato di leggere "La storia vera" di Luciano; riporto la frase che mi ha colpito:
"Scrivo dunque intorno a cose che né vidi, né provai, né appresi da altri; e inoltre di cose che non esistono affatto e che non possono assolutamente esistere. Perciò occorre che i miei lettori non ci credano per nulla.

Buon Anno.


RF
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Margherita
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Posted - 03/01/2017 :  21:25:02  Show Profile
@Rosario, sempre illuminanti i tuoi interventi! io ora mi permetto di aggiungere a riprova di quello che ho scritto un po' di pancia, ieri.
Bruno Bettelheim, pedagogista e psicologo, nato a Vienna il 28.8.1903, morto nel Maryland il 13.3.1990 all'età di 86 anni suicida.
Nella sua raccolta di saggi "SOPRAVVIVERE" Ed. SE, Milano 2005,di cui consiglio la lettura, ci espone cose molto interessanti: riporto alcune parti.
Nella primavera del 1938, subito dopo l'annessione dell'Austria, Bettelheim, venne prima arrestato e poi deportato nel campo di Dacahau (aveva 25 anni, con tesi di laurea pronta: fu liberato, a caso dice lui, come usava la Gestapo, nel 1939 per un'amnistia in onore del compleanno di Hitler.
Appena arrestato e tradotto in campo di concentramento non fu, per sua fortuna messo nelle baracche insieme agli altri, ma "godette" a causa di una grave ferita alla testa, provocata dai colpi delle SS durante il tragitto al campo, di una settimana di infermeria, che il medico gli concesse. In questo primo periodo di sei giorni, l'autore ebbe la possibilità di riflettere su ciò che stava vivendo e di recuperare a livello psicologico la propria immagine e contemporaneamente osservare il comportamento degli altri prigionieri "più esperti" cioè erano li da lungo tempo e praticavano l'arte della sopravvivenza. Così infatti inizia per Bettelheim la sua lotta per la sopravvivenza, giorno per giorno, per vincere la depressione e per rendere il più possibile vani gli sforzi implacabili delle SS per stroncare il morale dei prigionieri. Nel 1940 Bettelheim libero e negli Stati Uniti iniziò a scrivere "Comportamento individuale e di massa in situazioni estreme" (Molto interessante per capire noi stessi).
L'articolo scritto e terminato nel 1942, ma per più di un anno l'articolo venne respinto da tutte le riviste di psichiatria e di psicanalisi, a cui lui pensava di doversi rivolgere.
Uscì poi finalmente nell'ottobre del 1943 sul Jurnal of Abnormal and Scocial Psichology e nell'agosto del 1944 su "Polites".
L'entità della disinformazione sui campi di concentramento ancora alla fine della guerra si può dedurre dal fatto che in quell'anno il generale Eisenhower rese obbligatoria la lettura di questo articolo per tutti i funzionari del governo militare degli Stati Uniti in Germania.
Sui campi di concentramento nazisti, Bettelheim si esprime così: "Lo scopo dei campi di concentramento era essenzialmente terroristico, doveva servire, attraverso l'angoscia, in tal modo suscitata, a consentire allo stato di controllare tutto quello che i cittadini facevano e pensavano"
L'esistenza dei campi di concentramento veniva costantemente pubblicizzata, mentre al contrario i campi di sterminio venivano senza riuscirci, tenuti segreti.
L'orrore dei campi di concentramento fu un messo efficace e capace di modificare il comportamento dell'individuo e con esso gli atteggiamenti e tuttala personalità.

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Rosario
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Italy
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Posted - 04/01/2017 :  16:28:48  Show Profile
@Margherita - Riporto un passo preso da La Notte per rafforzare le tue considerazioni - di pancia e di testa - sulle pratiche terroristiche dei nazisti, testimoniate da Bettelheim; per comodità di lettura, riporto in testa la frase di Bettelheim da te menzionata:

Sui campi di concentramento nazisti, Bettelheim si esprime così:

"Lo scopo dei campi di concentramento era essenzialmente terroristico, doveva servire, attraverso l'angoscia, in tal modo suscitata, a consentire allo stato di controllare tutto quello che i cittadini facevano e pensavano"

Da "La Notte" di Wiesel, il racconto della "corsa alla zuppa" di un internato ebreo:

"Centinaia di occhi seguivano i suoi movimenti. Centinaia di uomini strisciavano con lui, si scorticavano con lui sui sassi. Tutti i cuori trepidavano, ma soprattutto d’invidia: lui aveva osato. Toccò il primo recipiente. I cuori battevano più forte: c’era riuscito. La gelosia ci divorava, ci consumava come paglia. Non pensavamo neanche un po’ ad ammirarlo. Povero eroe che andava al suicidio per una razione di zuppa: noi lo uccidevamo col pensiero."

Quando apriremo la discussione, torneremo ai sentimenti d'invidia e di gelosia, raccontati da Wiesel, perchè entrambi prefigurano, supportano e giustificano l'analisi girardiana del "desiderio mimetico".




RF
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Rosella
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Posted - 12/01/2017 :  11:23:52  Show Profile
quote:

Leggendo il testo di Badia emerge chiaramente come l'instaurarsi del nazismo sia stato reso possibile da un insieme di circostanze che hanno concorso a configurare lo scenario nella peggiore delle possibilità. Per assurdo, e chiedendo scusa a tutti per il paragone chiaramente riduttivo, sembra un gioco di ruolo e strategia dove ogni giocatore fa le scelte peggiori, e alla fine attua la strategia peggiore, portando tutti a perdere contro un unico vincitore, Hitler. Tra queste scelte, metto sullo stesso piano: il non allearsi con altre forze politiche per far fronte comune contro l'avanzata nazista, il silenzio di chi non era nazista ma di fatto ne è stato complice, l'avere deliberatamente appoggiato Hitler e il suo ripetuto susseguirsi di attentati alla costituzione di Weimar.
Quando si dice che è impossibile che si verifichino tutta una serie di eventi per cui accada un fatto politico... bisognerebbe riflettere, storia alla mano, a cose già successe.

Eloise
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Ho letto con molta attenzione i vostri interventi: caspita, la discussione galoppa e non è ancora iniziata J J

Io vado con i miei post “trasversali”, cercando di definire l’ambiente in cui si mossero A.H. e i suoi contemporanei.

Innanzitutto, lui non è tedesco. Nasce, cresce e diventa uomo in Austria. In quel periodo c’è una abissale differenza tra i due stati: il Reich di Guglielmo si propone di annettersi tutte le province germaniche, e procede di vittoria in vittoria, conquistando anche l’Alsazia e la Lorena. L’impero Austro-Ungarico è una istituzione legata a cerimoniali arcaici, vecchia e decrepita, tremolante per la batosta subita con le nostre guerre d’indipendenza, e le riforme che introduce sono tardive e mal concepite. A.H. si reca anche a delle sedute del parlamento, in cui un centinaio di persone parlano una dozzina di lingue, di cui molte incompatibili (giusto per esempio l’Italiano e l’Ungherese) e il risultato finale sono risse verbale o anche fisiche. Nessuno vuole parlare tedesco.
In questo clima caotico, in una Vienna multietnica e multilingue, A.H. si avvicina a movimenti che cercano di preservare l’elemento tedesco sopra tutti : il Pangermanesimo e il Socialismo Cattolico. Moriranno entrambi prima della Grande Guerra, ma resterà ben saldo uno dei più forti principi ispiratori: l’antisemitismo.
A.H. cresce in un ambiente in cui L’ANTISEMITISMO HA GIA’ RADICI PROFONDE e con questo spirito cerca correnti di pensiero cui potersi adeguare. Non crea la guerra contro gli ebrei, la porta all’esasperazione.

Se qualcuno dubita della sua lucidità mentale basta leggere il resoconto della sedute in parlamento. C’è da ridere per non piangere, ma sembra tanto un dejà vu delle riunioni dei nostri parlamentari…

Spero di aver "illuminato" la situazione in cui si svolge il gioco di ruolo descritto da Eloise, e anche il suo post successivo.
Questa ERA l'Austria, pallida immagine di un FU glorioso impero governato da forze di polizia: esplicita, militare e segreta.

Al mio prossimo post spero di dare qualche notizia a Margherita, in particolare sulla Baviera.

Rosella - Gwendydd

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Margherita
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Posted - 12/01/2017 :  11:48:13  Show Profile
@Rossella, sono sempre più soddisfatta della nostra ricerca, mi è piaciuto tanto il tuo interessante argomento storico, e anche tutti quelli degli altri, senza dei quali navigheremmo senza bussola. Ciao a tutti, vi leggo sempre.

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eloise
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603 Posts

Posted - 12/01/2017 :  12:48:35  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Posto qua ad uso di tutti un allegato che mi ha passato Rosella sul fatto, emerso poco tempo fa sui giornali, che il Mein Kampf, da poco e per la prima volta pubblicato in Germania, dove era censurato, è diventato rapidamente un best-seller: cliccate qua per leggere la notizia.

L'avevo letto anch'io. In effetti penso (spero) si spieghi bene dalla curiosità che immancabilmente un testo censurato suscita. Soprattutto per chi, come noi, vuole capire.

@Rosella: scusa il ritardo col quale rispondo alla tua richiesta!

Eloise
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Rosella
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Italy
316 Posts

Posted - 14/01/2017 :  09:30:23  Show Profile
Ciao Eloise.
Nessun ritardo: torneremo su questo argomento, quando saremo nel vivo della resistenza (come te, credo NON ci sia stata)

Grazie per aver pubblicato il file; ci tenevo che la notizia fosse "fresca" di stampa.

Bye Bye

Rosella - Gwendydd

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