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 Il nazional socialismo in Germania
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ombra
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Posted - 15/02/2017 :  10:14:20  Show Profile  Visit ombra's Homepage
A proposito di San Valentino, mi è sovvenuta una riflessione, che vi riporto:
C'è bisogno di più amore nel mondo...
Amore per chi è vicino, ma anche per chi è lontano e diverso da noi; per colui che non capiamo, la cui cultura non conosciamo, ma che giudichiamo.
Amore è comprensione e rispetto, anche delle differenze.
Spero che, oltre ai cioccolatini, ai fiori e ai cuori, un po' di questo sentimento dissipi l'odio, che sempre più spesso vedo intorno a me.

Buona giornata ragazzi

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Rosario
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Posted - 17/02/2017 :  11:15:13  Show Profile
Qualche settimana fa, mi è capitato, per caso, di vedere un film in televisione; ecco come il caso aiuta la nostra ricerca. Ho preso in rete la presentazione del libro da cui è stata tratta la sceneggiature del film La ladra di libri"; eccola:

"È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché "ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri", poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto. Raccontato dalla Morte - curiosa, amabile, partecipe, chiacchierona - "Storia di una ladra di libri" è un romanzo sul potere delle parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo spirito.
Questo libro è stato pubblicato con il titolo "La bambina che salvava i libri".

Storia di una ladra di libri. Markus Zusak.

RF
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Margherita
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Posted - 17/02/2017 :  14:42:54  Show Profile
In occasione della memoria, qui a Cusano Milanino il 7 u.s. hanno proiettato questo film.

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Rosario
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Posted - 17/02/2017 :  17:28:44  Show Profile
quote:

Il primo, semplicissimo, pensiero (che non c'entra niente con quanto detto da Tiziano), e' nato ascoltando Bregovic. Stamani dopo anni mi sono rimessa su qualche mio vecchio cd musicale - quando si hanno bimbi piccoli per un po' la realta' e' che per anni gli unici film che vedi e musiche che ascolti sono di fascia infantile, con buona pace delle proprie raccolte giovanili. Dunque stamani facendo una piccola rivoluzione casalinga mi sono rigustata Ederlezi, un mélange popolare di altra cultura, così diverso dalla nostra tradizione musicale. E ascoltando quella musica lontana ma d'una bellezza commovente, ho risentito dentro un valore a volte dimenticato: che l'integrazione nasce veramente solo dalla comprensione, dalla condivisione della cultura. Se ascolto Bregovic e mi commuove, forse sarò più in grado di voler conoscere e di accettare la cultura dzigana, ad esempio. Un valore, questo, universale. Un valore, purtroppo, spesso ignorato, e che anche oggi sembra essere molto piu' marginalizzato che in altri periodi. ... mai come adesso dovremmo riprendere per mano il vecchio sogno, nato da ferite profonde come la seconda guerra mondiale.

Eloise


Visto che si parla di Resistenza non farà male ascoltare "Bella ciao" cantata a Parigi da Goran Bregovic
https://www.youtube.com/watch?v=OyMA84-mowI

Eloise, concordo con te: "mai come adesso dovremmo riprendere per mano il vecchio sogno, nato da ferite profonde come la seconda guerra mondiale."

Ho trovato on line una citazione di Schopenhauer che definisce la musica una "lingua universale" più efficace dell'intuito.

"La musica è un'arte così sublime e meravigliosa, di efficacia così grande sui sentimenti più intimi dell'uomo, così facile a comprendersi interamente e profondamente; quasi lingua universale che oltrepassa in chiarezza la stessa evidenza del mondo intuitivo."

(Arthur Schopenhauer, da “Il mondo come volontà e rappresentazione”)

Chissà se Hitler la pensava allo stesso modo... :

"Sono certo che pochi anni di governo politico e sociale nazionalsocialista porteranno ricche innovazioni nel campo della produzione artistica e grandi miglioramenti nel settore rispetto ai risultati degli ultimi anni del regime giudaico. […]
Per raggiungere tale fine, l'arte deve proclamare imponenza e bellezza e quindi rappresentare purezza e benessere. Se questa è tale, allora nessun' offerta è per essa troppo grande. E se essa tale non è, allora è peccato sprecarvi un solo marco. Perchè allora essa non è elemento di benessere, e quindi del progetto del futuro, ma un segno di degenerazione e decadenza."
(Dal discorso di Adolf Hitler durante il congresso sulla cultura, 1935)

Hitler parla di finanziamenti, di soldi... Ho il dubbio che la ragione recondita dell'accanimento di Hitler contro gli ebrei, sia proprio la "vil pecunia" ovvero la scarsità di soldi nelle casse dello Reich; e, magari, un qualche rifiuto ebreo di finanziare la guerra.
La lettura di "La notte" di Wiesel, ci sono descrizioni di denti d'oro tolti ai deportati, o la montagna di soldi in terra, (come nel forziere di Paperon de' Paperoni), su cui ci si poteva camminare; descrizioni che mi hanno fatto pensare alla fame di soldi che doveva avere il Reich. Perchè una guerra contro il mondo intero, i numerosi fronti aperti, la ricerca di nuove armi risolutive, ecc... sicuramente, costava molto più di quanto si poteva permettere le casse del Reich. Oggi facciamo i "magheggi di bilancio" che ai quei tempi, probabilmente, non si potevano fare; e allora la decisione di sterminare la razza inutile: gli ebrei; e accaparrarsi il loro patrimonio accumulato e i soldi che, sicuramente Hitler considerava "soldi di razza ariana"; depredati dagli ebrei al popolo tedesco, "redentore" del mondo.

https://www.evernote.com/l/AOyof83YUD9AB7ddbB9lT0YJ5fjlMBVdsPk

Andare su Beatrice Morlotti sul sito Academia.edu

RF
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Rosario
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Posted - 17/02/2017 :  19:29:45  Show Profile
Ecco ancora un articolo interessante sul modo di fare ricerca storiografica sulla resistenza tedesca. L'articolo si riferisce a un libro sulla resistenza tedesca scritto da Montanelli con il suo stile di "racconto orale". Riporto la conclusione dell'articolo di Patrick Bernhard:

"Nelle loro memorie, almeno, i protagonisti sopravvissuti avevano proposto un'immagine idealizzata delle loro azioni resistenziali, influenzando in tal modo senz'altro le prime narrazioni storiografiche.
Questa autorappresentazione condizionò in parte anche l'esposizione di Montanelli, appoggiata fortemente sulle dichiarazioni ex post degli attori di allora e delle loro famiglie. Ma proprio ciò fa del libro di Montanelli una fonte storica altamente istruttiva, interessante non solo per le cose che vi vengono riportate (e omesse), ma anche per il modo in cui viene raccontata la storia della resistenza tedesca. Per la scelta delle tematiche, le omissioni e l'immagine idealizzata che offre dei congiurati, il libro di Montanelli costituisce oggi effettivamente una grande testimonianza relativa alla storia italiana e tedesca del secondo dopoguerra."

L'articolo completo
https://www.evernote.com/l/AOxhlkoFrK9DLJkArfACD9MMYkSmd5dHndk




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Margherita
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Posted - 19/02/2017 :  15:18:03  Show Profile
Rosario, io non starei tanto a guardare gli scritti di Montanelli, a parte la Storia di Roma e quella Greca, mi pare che all'epoca Montanelli aderisse al partito fascista.
In quanto alla musica, non voglio dire che i massimi compositori, siano ebrei, ma moltissimo sono i direttori di orchestra, cioè gli esecutori.
C'è la musica Klezmer, del gruppo Galizia, che ho avuto la fortuna di ascoltare dal vico a Cracovia, che esegue brani dentro ai quali c'è tutto lo spirito ebraico. In train de vie, un film bellissimo c'è una gara fra un gruppo di ebrei polacchi in fuga e un grippo di zigani, le due musiche si assomigliano molto.
I soldi e i gioielli su quali si camminava c'erano anche a TreblinKa, lo racconta lo Stangl alla Sereny, durante un'intervista e mi pare di averne già scritto.
Non c'è dubbio che Hitler volesse gli averi degli ebrei, per finanziarsi la guerra, non c'è dubbio che la storia della razza è stata una copertura, non c'è dubbio che Hitler fosse un paranoico e che nella sua famiglia ci fossero stati diversi schizofrenici, anche una sua cugina è finita gasata insieme ad altri nel progetto eutanasia.


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Rosario
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Posted - 19/02/2017 :  18:13:42  Show Profile
Le armi segrete di Hitler

«Ricordatevi di spedirmi tanto Pervitin, la prossima volta. Fa miracoli». Lettera dal fronte di uno dei più grandi scrittori tedeschi del Novecento: Heinrich Böll.

https://www.evernote.com/l/AOy2S9oQT0FB4KTGQHeWv6P3I8cvMnH7cxw




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Rosario
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Posted - 19/02/2017 :  19:41:09  Show Profile
quote:

Rosario, io non starei tanto a guardare gli scritti di Montanelli, a parte la Storia di Roma e quella Greca, mi pare che all'epoca Montanelli aderisse al partito fascista.
In quanto alla musica, non voglio dire che i massimi compositori, siano ebrei, ma moltissimo sono i direttori di orchestra, cioè gli esecutori.

Non c'è dubbio che Hitler volesse gli averi degli ebrei, per finanziarsi la guerra,
non c'è dubbio che la storia della razza è stata una copertura,
non c'è dubbio che Hitler fosse un paranoico e che nella sua famiglia ci fossero stati diversi schizofrenici, anche una sua cugina è finita gasata insieme ad altri nel progetto eutanasia.




Margherita, sono contento che non hai dubbi; io invece ne ho tanti; uno di questi è: quali sono le risposte che cerchiamo ovvero a quali domande dobbiamo rispondere sull'argomento in discussione?

"IL NAZIONAL SOCIALISMO IN GERMANIA"

Io proverei a ripercorrere quello che ci siamo scritti finora per elencare le domande che abbiamo formulato esplicitamente tenendo costantemente presente l'argomento della discussione.

Mi ci vorrà un pò di tempo; ma sembra che nessuno di noi sia ancora riuscito a "metabolizzare" le letture fatte.

Forse il semplice elenco delle domande potrà costituire una traccia per finalizzare i nostri commenti alle possibili risposte che ciascun testo potrà dare.

Per quanto riguarda Montanelli non credo che ci siano problemi a leggerlo o non leggerlo anche se è stato un fascista; visto che qualcuno sta leggendo Mein Kampf di Hitler. Per fugare dubbi sul taglio dell'articolo riporto un brano che ne connota la sua natura critica, non solo nei confronti di quanto scritto da Montanelli, ma anche nei confronti di tutta la pubblicistica del dopoguerra.

"Il libro di Montanelli, avversario dichiarato di Togliatti, va dunque letto anche sullo sfondo delle lotte tra il PCI e la DC per il potere, e soprattutto per l’egemonia interpretativa, nella nuova repubblica.

Almeno la pubblicistica e la ricerca nella Germania occidentale si concentrarono, (…) nei primi anni della Repubblica di Bonn, quasi esclusivamente sulla resistenza cristiano-conservatrice. Contro le tendenze nazionalistiche, inizialmente molto forti, si presentarono, a partire degli anni Cinquanta, gli attentatori del 20 luglio addirittura come martiri che avevano sacrificato la loro vita, sulla base di presunti alti motivi morali, per far nascere la nuova democrazia. In fondo, pure per la Repubblica di Bonn si può in questo contesto parlare di un “mito di fondazione”.

Anche in questa concezione sono riscontrabili motivi politici. Ribadire che pure la Germania aveva avuto la sua resistenza, significava, in un primo momento, attenuare alquanto il peso del passato. I congiurati del 20 luglio, potevano essere contrapposti positivamente ai mostruosi crimini nazionalsocialisti. Si voleva dimostrare che, tra il 1933 e il 1945, vi erano stati anche dei “tedeschi buoni” accanto ai diversi Hitler, Himmler e Heydrich; e che il loro “sacrificio” aveva addirittura “cancellato le colpe di tutti gli altri tedeschi”, come ebbe a dire il presidente federale nel 1955, dieci anni dopo la fine della guerra.

La resistenza fu dunque l’unico tema a permettere un “riferimento affermativo” all’epoca nazionalsocialista. In tal modo poté essere dimostrato, discolpandosi, che anche tra i tedeschi vi erano state delle vittime del nazionalsocialismo. Alcuni testi sulla resistenza, pubblicati nel dopoguerra, portarono questa tendenza a un punto tale da non menzionare più le vittime non tedesche del regime – come del resto neppure gli esecutori tedeschi.

Riferendosi alla resistenza tedesca, alcuni autori di questi testi volevano inoltre respingere la presunta accusa della “colpa collettiva” da parte degli alleati. In questo ambiente il tema della resistenza è stato sviluppato, nei primi anni della Repubblica di Bonn, anche e sempre in chiave antiamericana. L’insistenza sulla resistenza conservatrice diede inoltre una dignità particolare alla coalizione liberale e democristiana di Konrad Adenauer, allora al governo. Non a caso Eugen Gerstenmaier, all’epoca presidente del parlamento e membro di alto rango della Chiesa evangelica, sottolineò in una lunga intervista televisiva nel 1964 la sua attività resistenziale."


Per quanto riguardo la musica qualsiasi approccio è una libera scelta; anzi, può comunque ritenersi auspicabile una diversità di approccio al tema delle arti, per rendere una "visione" complessiva e un'analisi più completa riferita all'epoca nazista in Germania.


RF
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Rosario
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Posted - 19/02/2017 :  23:45:10  Show Profile
Cinque report di Saul Friedländer su inchieste condotte da altrettanti giornalisti, sulla vita quotidiana nella Germania nazista durante la guerra. (The Wall Street Journal)

Sotto ogni report scritto in inglese ho inserito una traduzione automatica; con un po' di pazienza si riesce comunque a capire quel che gli autori vogliono far conoscere ai lettori.

https://www.evernote.com/l/AOxuabvKXolLY5YUro_50FV4JPVSVgGVGYM


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Rosella
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Posted - 20/02/2017 :  12:04:24  Show Profile
quote:

Rosario, io non starei tanto a guardare gli scritti di Montanelli, a parte la Storia di Roma e quella Greca, mi pare che all'epoca Montanelli aderisse al partito fascista.

Non c'è dubbio che Hitler volesse gli averi degli ebrei, per finanziarsi la guerra, non c'è dubbio che la storia della razza è stata una copertura, non c'è dubbio che Hitler fosse un paranoico e che nella sua famiglia ci fossero stati diversi schizofrenici, anche una sua cugina è finita gasata insieme ad altri nel progetto eutanasia.



Solo alcuni flash, ripescati tra i ricordi.

Montanelli, dopo la nascita della Repubblica, aderì al Partito Liberale, quello della destra storica, gia presente durante la monarchia.
Una volta raccontò che come cronista di guerra, era al seguito di un gruppo di soldati in uniforme, che ebbero una brutta avventura con dei serbi: ma quelli erano partigiani fascisti, che li aiutarono a tornare a casa.
Celeberrima la sua frase "Tappandomi il naso voterò Democrazia Cristiana".
Altrimenti le elezioni le avrebbero vinte i comunisti.
Quando Berlusconi cominciò con il suo "movimento", inizialmente si trovarono d'acordo (una ricostruzione della destra), ma quando gli venne chiesto di scrivere solo ciò che voleva il boss e non altro, lo accusò di censura (fascista) e fondò un suo giornale "Libero". Berlusconi lo rovinò.Era lui il vero fascista.

L'idea di prendere i patrimoni degli Ebrei NON è mai accennata nel Mein Kampf, impregnato di antisemitismo dalla prima all'ultima pagina. il "Grande Nemico" è il marxismo, e la sua realizzazione in terra, la Russia.
Tutto il resto venne dopo, poco per volta, e divampò in un soffio.

Su quest'ultimo argomento potrei continuare, ma sono sulla linea di Rosario: dovremmo riprendere da dove si è iniziato e parlare della resistenza tedesca, vista attraverso i libri.
Vi chiederei un favore: ripresentiamo i libri (basta un copia e incolla) e ripatiamo da lì.

@Margherita + @Eloise:
Vedo che qualcuno ha letto più di un libro. Se siete d'accordo, può presentarli tutti.
I film li consideriamo o no?

Buona Giornata a tutti

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosario
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Posted - 20/02/2017 :  14:34:39  Show Profile
Ecco il copia-incolla della presentazione delle mie due letture (programmate). Ho fatto altre letture per le quali mi riservo di fare il resoconto "strada facendo".

Libro:
Lettere di condannati a morte della Resistenza europea (capitolo: Germania).
editore: Einaudi Tascabili. Saggi
curatori: Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli
Prefazione di Thomas Mann

Autore:
Condannati a morte della Resistenza tedesca

Motivazioni:
Leggere, rileggere, meditare e discutere per cogliere il complesso dei sentimenti, degli umori, dei desideri, dei progetti di quanti si sono opposti attivamente al nazismo a prezzo della propria vita. Dalla lettura e dalla discussione mi aspetto di trovare le risposte alle domande d'introduzione della proposta di discussione. Questa raccolta degli ultimi pensieri, delle ultime parole, testamenti dell'anima dei condannati a morte; ho pensato che poteva una lettura senza racconto, senza storia, senza situazioni senza contesto; ma uno sguardo profondo nell'aniema di questi eroi ed eroine della resistenza tedesca. Una lettura che permette a noi, lettori del terzo millenio, di scavare a fondo, nel segreto dell'animo umano per riscoprire quei valori dimenticati con cui la generazione che ci ha preceduto, ha combattuto la sua ultima battaglia contro la catastrofe umanitaria scaturita dalla spietata tirannia di "mein kampf".

Libro: La notte

Autore: Elie Wiesel

Wiesel ⟨u̯ìiʃël⟩, Elie. - Scrittore statunitense di origine romena e di lingua francese (Sighet, Maramureş, 1928 - New York 2016). Dopo avere iniziato l'attività di giornalista, W. si è dedicato a quella di scrittore, frutto della duplice esigenza da un lato di testimoniare la sua personale esperienza dell'olocausto, dall'altro di tramandare il patrimonio di tradizioni e di cultura delle comunità ebraiche dell'Europa orientale, annientate nel corso della seconda guerra mondiale. Nel 1986 è stato insignito del premio Nobel per la pace.(Treccani)

Prefazione: Françis Mauriac

Motivazioni
Lo sguardo a posteriori ovvero la memoria affettiva di un sopravvissuto ebreo, bambino ai tempi dell'olocausto.

"Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede."

La lettura della prefazione di Francis Mauriac mi ha letteralmente "steso" per la commozione; questo mi ha convinto a esplorare la memoria dell'autore per risalire alle atrocità perpetrate dal nazismo.

Una lettura che ho considerato come un proseguimento e allargamento delle lettere dei condannati a morte della resistenza; tanto che personalmente ho coniato un nuovo titolo epistemologico a queste cinquantasette pagine di memoria: "Lettera di un condannato a vivere".

RF
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Margherita
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Posted - 22/02/2017 :  12:36:17  Show Profile
di libri ne ho letti e riletti parecchi, ma mi soffermerò a sintetizzare il loro significato, per rispondere alla famosa domanda sulla resistenza tedesca:
1. Ognuno muore solo: la resistenza è a opera (anche nella realtà) di due coniugi di mezza età:
2. Erano in sei, ed Maria Sholl, la resistenza è opera di intellettuali, studenti e professori di università.
3. In quelle tenebre (intervista e commento della Sereny a Stangl) la resistenza fra le SS e i comandanti di campi fu impossibile, perché le moglie e i figli erano presi in ostaggio, e sarebbero finiti in campi anche loro).
Conclusione il regime nazionalsocialista fu capace già dal 1932, di creare condizioni di puro terrore onde evitare qualsiasi resistenza interna al regime.

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Rosella
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Posted - 25/02/2017 :  17:50:12  Show Profile
quote:

Conclusione il regime nazionalsocialista fu capace già dal 1932, di creare condizioni di puro terrore onde evitare qualsiasi resistenza interna al regime.



TERRIBILE !!!!

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosella
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Posted - 25/02/2017 :  18:06:11  Show Profile
Libro:

"Mein Kampf" - La mia battaglia
Editore: KAOS - Saggi
Curatore: Giorgio Galli
Prefazione: Autori Vari
Postfazione: Gianfranco Maris
Sottotitolo: Alle radici della barbarie Nazista.

MOTIVAZIONI

L’Ombra Nera che si addensò sulla Germania dal 1933 al 1946 era un incubo con un volto e una voce. Mein Kampf continua ad essere quella voce: non quella preparata per adunate e comizi, vere pagliacciate; ma quella subdola che come una serpe si annidava casa per casa.
Una voce che portò il popolo tedesco a credersi davvero il prediletto degli dei.

Breve Descrizione

Lascio la parola a Giorgio Galli, storico.
“Questa riedizione (2002) del Mein Kampf ha un triplice significato.
·Il rifiuto etico ed intellettuale di ogni tabù e di ogni forma di censura.
·La storicizzazione di un resto la cui lettura deve rappresentare un imperituro monito.
·La denuncia di rimozioni e mistificazioni all’ombra delle quali si vorrebbero legittimare disinvolti quanto pericolosi revisionismi storiografici
E’ opinione diffusa che il Mein Kampf Hitleriano sia un libro dell’orrore, un compendio di farneticazioni. Si può anche continuare a ritenerlo tale, ma SOLO DOPO AVERLO LETTO"

Settant'anni dopo restano aperte troppe questioni. Il libro entrò in tutte le case, ma fu letto? Il consenso che riscosse Hitler era di grande portata, ma fu davvero consapevole? I tedeschi sapevano e capivano quel che accadeva attorno a loro?
Il Mein Kampf è un testo di scarso (nullo) valore letterario, ma descrive senza ombra di dubbio il lucido piano criminale di Hitler per impossessarsi della Germania, dei paesi vicini e di tutta l'Europa.

Non ci si può sbagliare. Se lo leggi, non puoi dire "non avevo capito".

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosario
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Posted - 26/02/2017 :  19:37:22  Show Profile
Ecco una prima sintesi, elaborata su due gruppi di interventi: uno operativo sulle modalità per affrontare la discussione; l'altro sulle domande emerse nel corso della discussione (alcune integrate e inserite ex-novo da me in fase di rilettura)

Proposte e Indicazioni

- - Vorrei discutere su un argomento che mi sta a cuore: la dittatura nazista in Germania e la resistenza tedesca. (Margherita)
- - per vivacizzare le nostre discussioni, leggiamo un libro (o documento) a testa, e poi confrontiamo le versioni che danno su una certa situazione. (Rosella)
- - Affrontare un argomento con più letture individuali riunite in una conversazione di gruppo (Eloise)
- - Mein Kampf. Non è un libro sulla resistenza, ma è IL libro che può spiegare perchè la resistenza c'era, o non c'era, o non c'è stata. (Rosella)
- - "il piacere della lettura" potrebbe essere anche ricerca e approfondimento; ma deve restare essenzialmente il piacere di leggere per arrivare a conoscere meglio l'argomento e tirarne, se possibile, alcune conclusioni; (Rosario)
- - Il cuore dell'analisi sarà la discussione la cui dinamica possiamo calibrarla "work in progress" ovvero secondo necessità e opportunità che si presenteranno nei nostri interventi. (Rosario)

Commenti e domande

- Leggere e discutere per approfondire il tema del nazismo e della resistenza: Erano tutti d'accordo? E quelli che non lo erano in quanti erano? Pochi? Tanti? (Margherita)
- - [Badia] Mi sembra interessante perché tenta di dare risposte alle domande sollevate da Margherita: c'è stata resistenza? se no, per quale motivo? se sì, in che modo e con quali risultati? (Eloise)
- - L'apatia, si può considerare atteggiamento di "resistenza passiva"? (Rosario)
- - Il libro (Mein Kampf) entrò in tutte le case, ma fu letto? Il consenso che riscosse Hitler era di grande portata, ma fu davvero consapevole? I tedeschi sapevano e capivano quel che accadeva attorno a loro? (Rosella)
- - Di fronte al grande interrogativo, che la storia ci lascia tuttora: com'è possibile che un intero popolo abbia appoggiato la "visione estremista" di Hitler? (Eloise) - perché questa resistenza è stata di scarsa efficacia? (Eloise)
- - Una volta appurata la "storia" (i fatti realmente accaduti, documentati), è nata, da questa storia, una letteratura che effettivamente riesce a sensibilizzare sull'argomento? esiste un qualche testo, puramente letterario, che ha saputo trasmettere valori e suscitare sentimenti profondi partendo da questi fatti storici? (Eloise)
- - La resistenza altrove ha creato dei capolavori. E in Germania? Magari uno dei libri scelti da uno di voi potrebbe esserne uno. Oppure no. (Eloise)
- - vista la scarsa letteratura (nel senso di pubblicazioni) che esiste in giro sulla resistenza tedesca, forse [che] il grido di quelli che si sono sacrificati in Germania è rimasto parzialmente inascoltato? [Se si, Perché? Quali possono essere le cause e i motivi del parziale ascolto?] (Eloise - [...] Rosario)
- - "Ho sentito più di un convinto nazista lagnarsi perchè il libro [mein kampf] era di difficile lettura... V'è però da pensare che se molti tedeschi non nazisti l'avessero letto prima del 1933, e se altrettanto avessero fatto gli uomini di stato all'estero, ... sia la Germania sia il resto del mondo avrebbero potuto essere salvati dalla catastrofe. ? (Rosella - ?Rosario)
- - Ci credo che il libro è frammentato e frammentario. Non è certo un romanzo. E' il frutto di una mente che comunque non era "normale". [Hitler era veramente un anormale o pazzo? O qualsiasi tedesco frustrato dalla miseria, umiliato nell'orgoglio di appartenenza nazionale, e che si fosse trovato nei panni di Hitler, avrebbe colto l'opportunità della debolezza politica della democrazia, per prendere il potere e avviare per la "redenzione" della nazione "esclusa" dalle altre pre-potenti ed "esclusive" nazioni europee?] (Eloise - […] Rosario)
- - Anche noi italiani abbiamo fatto un bel massacro in Libia. Anche in Russia e nelle province russe Stalin si dava da fare. Ma sappiamo che per la Russia erano normale/i campi, la Siberia, gli Zar hanno sempre comandato così, ma nella civile Germania di Goethe? Una pazzia collettiva? (Margherita)
- È la caccia alle streghe che si apre col dilemma: pubblicare col rischio che si ripeta la storia oppure censurare col rischio che non si conosca la storia? Nel libro / film Fahrenheit 451 (che so tra l'altro essere caro a Rosella) si parla di censura di libri, e questo fatto ci fa orrore anche solo a pensarlo. Ma se uno dei personaggi finali, nel tentativo di far vivere un libro attraverso la propria memoria individuale e capacità di recitarlo agli altri, avesse scelto proprio il Mein Kampf, come reagiremmo di fronte alla sua scelta? (Eloise)
- Se ci fosse stata la rivoluzione [comunista] molti di quelli che oggi sono in basso sarebbero stati in alto, e viceversa; senza dubbio avremmo fatto di meglio dei nazisti, ma non so più se a un prezzo di sofferenze e di disumanità maggiore o minore. Le buone intenzioni non bastano. Quando entrano in gioco certe forze, si perde ogni controllo sulla storia. (…). In tutta franchezza, non so più cosa pensare. Che fare?" Da questo dubbio dell'allievo Euler ("Fisica e oltre" di Heisenberg), la domanda del lettore sorge spontanea: Il comunismo al potere al posto di Hitler, sarebbe stato meglio del nazismo? Sarebbe riuscito ad evitare sofferenze e disumanità per il popolo tedesco e tutti gli altri popoli "non ariani" (compresi gli ebrei)? (Heisenberg - Rosario). Margherita ha già risposto a questa domanda: "Io però resto una materialista e sono convinta che sicuramente un regime comunista non sarebbe stato meglio"; ma sulla scorta delle letture fatte, (compresi articoli e documenti di aggiornamento inseriti nella "pre-discussione"), siamo in grado di dare risposte diverse?
- Ricordiamo inoltre i molti tedeschi che hanno nascosto gli ebrei per anni, o Schindler ad esempio, non è forse anche questa una piccola forma di resistenza? Il non assoggettarsi alla brutalità e, nel proprio piccolo, fare qualcosa, può essere considerata ribellione?
- Ma mentre leggo e apprendo, in parallelo mi sorgono altre domande: e oggi? chi accoglie i rifugiati di guerra? chi sostiene la cultura? chi denuncia i soprusi? chi vuol sapere? chi vuol conoscere? e chi ha lo sguardo sufficientemente lungimirante da capire? (Eloise)
- come distinguere il tedesco dall'ebreo per chi magari le due cose erano diventate indissolubili? L'altro che e' in noi, in questo caso, non significa solo individuare se stessi nel confrontarsi con l'alterita' (seme della comprensione, ma seme anche dell'alterita' intesa come diversita' da allontanare). Significa anche, più intimamente, confrontarsi con due anime in seno al proprio essere. Condizione singolarmente partecipe d'una doppia identità territoriale e metaterritoriale, che rispetto a territori e nazioni comporta una coincidenza unica di prossimità e distanza, familiarità e ed emarginazione. (Eloise )
- "Scrivo dunque intorno a cose che né vidi, né provai, né appresi da altri; e inoltre di cose che non esistono affatto e che non possono assolutamente esistere. Perciò occorre che i miei lettori non ci credano per nulla." (Luciano - La storia vera). È in discussione "la storia vera" del nazismo e della resistenza tedesca. La frase di Luciano (sulla sua storia "vera") potrebbe aiutarci nella ricerca della "verità"(sul nazismo e sulla resistenza in Germania)? (Rosario)

RF
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