Il Calamaio Bianco

Tra le righe dell'Albania

Il ricordo di Virginia Woolf

mar 282019

Il 28 marzo 1941 si toglieva la vita una delle scrittrici, saggiste, critiche, nonché attiviste britanniche più innovatrici di tutti i tempi: Virginia Woolf. Se ne andava a 59 anni, Virginia Woolf, dopo aver regalato alla sua epoca e ai posteri, capolavori unici e inimitabili, come Una stanza tutta per sé. Nove romanzi, undici racconti brevi, tantissimi saggi, lettere e diari, costituiscono la sua eredità letteraria, che ha permesso di conoscere la Virginia scrittrice e la sua anima tormentata. Una vita importante, in un contorno di sofferenza e di patologia mentale che non l'hanno mai abbandonata.undefined

 “In fondo al tuo cuore, dunque, il ritmo mantiene il suo eterno battito – non è forse questo che fa di te un poeta? A volte sembra scemare fino a sparire del tutto. Ti lascia mangiare, dormire, parlare come le altre persone. Poi di nuovo si gonfia, cresce e cerca di raccogliere il contenuto della tua mente in una sola danza dominante. Stasera è una di quelle volte. Anche se sei solo, ti sei tolto uno stivale e stai per slacciarti anche l’altro, non puoi proseguire nella svestizione, ma devi subito metterti a scrivere sotto l’impulso della danza. Afferri carta e penna. Non ti curi neanche di tenere bene in mano questa e di stendere bene quella. E mentre scrivi, mentre leghi assieme le prime strofe della ballata, io arretro un po’ e guardo fuori dalla finestra. Passa una donna, poi un uomo. Una macchina rallenta e si ferma e poi – ma non c’è bisogno di dire quello che vedo dalla finestra, né ce n’è il tempo, perché sono improvvisamente destata dalle mie osservazioni da un urlo di rabbia o di disperazione. La pagina è accartocciata in una palla. La penna è piantata dritta con il pennino sul tappeto. Se ci fosse stato un gatto da maltrattare o una moglie da uccidere, questo sarebbe stato il momento. Così almeno deduco dalla tua espressione feroce. Sei amareggiato, scosso, completamente fuori di te. E se devo indovinarne la ragione, direi che il ritmo, che si apriva e chiudeva con una forza tale da provocare scosse di eccitazione dalla testa ai piedi, ha incontrato qualche oggetto solido e ostile su cui si è frantumato in mille pezzi. Si è intrufolato qualcosa che non può essere reso in poesia.”  Dal libro Consigli a un aspirante scrittore

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