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Via col vento: un romanzo tra storia e psicologia

lug 012019

Via col vento il celebre romanzo di Margaret Mitchell, è ormai noto a tutte le generazioni e la speranza è che lo sia anche per quelle a venire. A renderlo ancora più famoso, la grande trasposizione cinematografica, che ha potuto contare su un cast eccellente. Il best-seller della Mitchell è stato più volte catalogato come romanzo rosa, ma è giusto "incastrarlo" nel genere del romanzo d'amore? Non sarebbe più giusto definirlo un libro che offre la descrizione di un grande panorama storico, con una importante impronta psicologica e una particolare attenzione all'evoluzione dei personaggi? La narrazione delle storie d'amore che si susseguono e si intrecciano nel romanzo, non costituiscono il filo conduttore del libro, bensì sono eventi intrinseci alla vita delle figure che animano il racconto. Via col vento, quindi può essere definito un romanzo storico-psicologico: vediamone il perché.

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La Mitchell offre una descrizione dettagliata e fedele della comunità dell'America del Sud, negli anni compresi tra lo scoppio della Guerra Civile (o di Secessione) e la sua conclusione, che sfocia nella costituzione di un unico stato federale. I dati storici riportati dalla scrittrice statunitense sono assolutamente corretti e precisi, esattamente come la ricostruzione che la Mitchell fa dell'epoca e della società. L'autrice ha la grande capacità di catapultare il lettore nel mondo dei grandi latifondi sudisti e di consegnare al lettore un disegno accurato di quello che è il rapporto tra padroni e schiavi neri. Si avverte sin dalle prime righe del romanzo, come quel mondo in cui la Mitchell immerge sin da subito chi legge, sia destinato a scomparire. Nel corso della storia, infatti, tutte quelle persone che circondano Rossella O'Hara, l'indiscussa protagonista femminile, sono destinati a estinguersi. Qualcuno muore in guerra, qualcuno ucciso da una terribile malattia, altri abbandonano le terre e qualcuno preferisce la vita monastica a quella laica. Una società morente, sin dalle prime battute del testo, che lascerà il posto a una nuova collettività e i veri superstiti, come Rossella o Rhett, sono gli “atipici” della vecchia società, gli impudenti rifiutati.

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Margaret Mitchell è davvero abile nel ricostruire una società realistica, in cui i personaggi, se pur della fantasia, rispecchiano palesemente chi ha vissuto all'epoca. Impossibile per il lettore, non sentire il profumo della terra di Tara, non sentire il frastuono di Atlanta, città magistralmente descritta. La scrittrice riesce a dare a ogni evento storico la sua giusta collocazione, riesce a narrare in maniera ineccepibile di malattie, carestie e soprattutto riesce a far arrivare tutto il dolore provocato dalla guerra. Si può considerare uno dei pochi libri che mostra storicamente e realisticamente la Guerra di Secessione Americana, dal punto di vista dei sudisti, cioè i perdenti. La connotazione di romanzo storico è pertanto più che appropriata.

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Parliamo adesso del lato psicologico del romanzo, che è decisamente più complesso e allo stesso tempo anche più semplice, visto che la Mitchell ha catalizzato questo aspetto del libro, quasi interamente sulla figura della protagonista, pur non trascurando gli altri personaggi. Attraverso la figura di Rossella, la Mitchell offre un'analisi psicologica a dir poco eccellente.

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 Rossella vive e cresce durante gli anni della guerra, negli Stati del Sud, passando dall'adolescenza all'età adulta. È una ragazza ricca di vitalità: la si ritrova ragazzina, per assistere alla sua evoluzione e alla sua crescita, pagina dopo pagina. Ad oggi, la figura di Rossella è considerata una tra le più straordinarie dell'intero panorama letterario mondiale. Rossella è una donna dalle connotazioni fortemente realistiche, è testarda e piena di orgoglio come il padre, un irlandese forte e deciso. È una donna grintosa Rossella, per niente ingenua, dalla forte personalità, tenuta a bada dalla ferrea educazione materna. Quella Rossella che è seduta, ferma, composta, ma che non sta ferma con gli occhi, quegli occhi verdi, vispi, vivi, che nulla hanno a che vedere con la figura di una ragazza di buona famiglia. Rossella non assomiglia alle ragazze del suo ceto, non assomiglia alle sue sorelle, non assomiglia a Melania, quella donna che, di fatto sposa Ashley Wilkes, l’amore di Rossella. Melania è dolce, virtuosa, dedita alla casa e votata al matrimonio, alla famiglia, si adegua ad ogni richiesta, è paziente e silenziosa. Rossella è di indole travolgente e a tratti aggressiva e nulla a che vedere con la dolce Melania.

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La Mitchell disegna accuratamente l'evoluzione di Rossella, da ragazzina viziata, a donna matura e responsabile. I punti di svolta della vita della protagonista si possono identificare in svariati momenti:

  • Il matrimonio con Carlo Hamilton, voluto per fare dispetto ad Ashley e Melania e sono a dir poco commoventi le pagine che narrano della sua prima notte di nozze con un marito non voluto.
  • La guerra, che la obbliga in qualche modo a prendere decisioni e a fare cose di cui non si pensava capace.
  • L’incontro con Rhett Butler, che la trascina in un tormentato rapporto tra discussioni, amicizia e amore.
  • La perdita della madre prima e la morte del padre dopo.
  • La sua resistenza a un mondo che sta scomparendo e a una società, la sua, destinata a morire.
  • Il matrimonio di interesse col fidanzato della sorella maggiore.
  • La direzione dell'impresa di legname, in una collettività che la critica per questo.
  • L’accogliere in casa sua Melania e Ashley, ridotti in povertà dopo la guerra.
  • Il matrimonio con Rhett.

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Il filo conduttore di tutte le fasi evolutive della vita di Rossella è comunque da ricercare nel suo amore per Ashley, una sorta di dannazione per la protagonista, un sentimento che si trascina per anni interi, sino a quando, dopo la morte di Melania, finalmente Ashley dichiara tutto il suo affetto a Rossella. Solo in quel momento, la donna comprende di aver idealizzato la figura del suo amato e che forse, quanto provato per lui, non è mai stato amore. Il vero Ashley, quello privo della sua idealizzazione, non le interessa. In realtà Rossella comprende di amare   Rhett, un uomo concreto e reale, che però adesso è stanco dei suoi atteggiamenti. È qui che emerge tutto il potere di Rossella, tutta la sua forza: non si abbatte ma progetta di riconquistarlo, perché “domani sarebbe stata più forte. Perché, dopo tutto, domani è un altro giorno”. Un giorno in cui rialzarsi in piedi e combattere.

Una donna vera Rossella, una donna di una potente semplicità e dal carattere complesso, una figura capace di guerreggiare, di vivere e sopravvivere. Un personaggio che va oltre i pregiudizi sociali ed educativi, capace di evolversi senza badare ai contorni della collettività. 

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