Il Calamaio Bianco

Tra le righe dell'Albania

Audre Lorde, il potere della scrittura tra arte e politica

apr 122019

Audre Lorde- Audrey Geraldine Lord- nasce a New York nel 1934, precisamente nel quartiere nero di Harlem, ultima di tre sorelle, figlie di una coppia di origini caraibiche. Audre nasce nel periodo della Grande Depressione, pertanto la sua vita viene in qualche modo influenzata da eventi storici importanti, quali la Seconda Guerra Mondiale e la nascita del Maccartismo -periodo caratterizzato dalle paure da parte delle istituzioni statunitensi per eventuali influenze comuniste nelle istituzioni, dalla scoperta di clamorosi casi di spionaggio da parte dell'Unione Sovietica, dal consolidamento del potere sovietico sull'Europa orientale-. Audre non ha una adolescenza semplice: affronta un aborto in situazioni rischiose e in più è una ragazzina ipovedente, fortemente miope. Lorde non si lascia intimorire e comunque va avanti nella sua vita. Dopo aver completato gli studi, la futura scrittrice e poetessa statunitense, trova lavoro come bibliotecaria, nel sistema pubblico delle biblioteche newyorchesi. La scrittrice si definisce una donna con un grandissimo senso di giustizia, audace, rivoluzionaria e con una buona capacità empatica. Dichiaratamente lesbica durante il periodo adolescenziale, nel 1962 sposa comunque Edwin Rollins: dal loro amore nascono due figli Elizabeth e Jonathan. La vera natura della donna, però, riaffiora dopo la maternità e la coppia divorzia: dopo aver lasciato suo marito, Audre intreccia nuovamente relazioni omosessuali. Una delle sue compagne è Frances Clayton, che rimane al suo fianco per ben vent'anni.undefined

La prima pubblicazione letteraria della scrittrice risale al 1968:è una raccolta di poesie, The First Cities, la prima di ben undici raccolte pubblicate negli anni a venire. In quegli stessi anni, lascia l'incarico di responsabile bibliotecaria e partecipa a un workshop di poesia nel Mississippi: sarà la prima volta che la donna si scontrerà con le discriminazioni razziali ancora molto presenti negli Stati del Sud. Una delle sue opere più significative è The Black Unicorn pubblicata nel 1978, in cui la Lorde fa, in maniera magistrale, un viaggio metaforico nel patrimonio culturale africano. In questo periodo non cresce solo la sua notorietà come scrittrice, ma anche la fama come paladina nella lotta a difesa delle donne e dei loro diritti e a favore del riconoscimento dei diritti omosessuali. Audre è ricordata anche come saggista, soprattutto per la pubblicazione di The Cancer Journal, in cui parla apertamente della mastectomia alla quale è costretta a sottoporsi a causa di un cancro al seno. Grande è il suo impegno come attivista: tra i suoi obiettivi, far crescere la visibilità delle donne nere sia a livello nazionale che internazionale. Fonda l'Organizzazione Sisterhood in Support of Sisters in South Africa a sostegno delle donne del Sud Africa, contro l'apartheid. Partecipa a diversi meeting e conferenze come la National Coalition of Black Lesbians and Gays: grande voce quella della Lorde, carica di protesta contro le ingiustizie, volta a far valere i diritti contro ogni tipo di discriminazione.undefined

Audre è già una famosa scrittrice quando pubblica Zami: A New Spelling of My Name nel 1982: in realtà più che conosciuta come scrittrice, per cui già può vantare una buona fama, è nota  per aver preso parte, non solo a parole, alle battaglia in difesa delle donne Afroamericane e per i suoi ideali legati al Femminismo e al Lesbismo. Il libro riscuote un grande successo, tanto da guadagnarsi una recensione sul New York Times, scritta da Rosemary Daniel. La giornalista spiega di come il nome Zami sia originario di un'isola delle Piccole Antille, Carriacou, luogo che ha dato i natali alla madre dell'autrice e rappresenta la solidarietà tra le donne di Grenada, molte delle quali sono rimaste sole per svariati motivi. Le donne si aiutano, si sostengono, lavorano insieme e a volte diventano amanti.undefined

Nel 1991 le viene dato il riconoscimento di Poeta Laureato - poeta premiato direttamente da un re o da un'autorità governativa- della città di New York. Il cancro piano piano le toglie tutte le forze: Audre Lorde muore nel 1992 a Saint-Croix. 

 

Il secondo sesso di Simone de Beauvoir, storia di donne e di libere scelte

mar 042019

Il secondo sesso è un saggio scritto nel 1949 da Simone de Beauvoir, una delle più grandi figure intellettuali del Novecento. Scrittrice, filosofa, attivista femminista, ma non solo. La scrittrice oggi viene purtroppo ricordata solo come femminista: quello che molti non sanno è che Simone de Beauvoir ha lasciato in eredità ai posteri una produzione letteraria notevole, fatta di romanzi, saggi filosofici, testi teatrali e una quantità innumerevole di saggi brevi. La sua è stata un'esistenza piena: ha frequentato prestigiose personalità, è stata acclamata, amata e odiata e si è distinta anche nella vita privata, con svariate relazioni sentimentali, anche omosessuali, che hanno fatto di lei una donna libera e scandalosamente famosa. Quello che oggi, più di ogni cosa, viene ricordato e stimato come bene prezioso, è il suo pensiero. La Beauvoir ha sempre abbracciato la corrente esistenzialista: il punto cardine di tale pensiero fa perno sull'esistenza, quella fatta di vicende improrogabili, alle quali nessun veto può essere posto, che si pone davanti all'essenza, a tutto quello che può essere modificato attraverso il libero arbitrio.undefined

Quello che concerne l'esistenza, secondo la filosofa, può essere affrontato con due modalità: o attraverso l'accettazione, oppure attraverso la trascendenza, che si rifà alla volontà di poter progettare e di poter modificare. Solo così si può affermare, che la nostra esistenza sia conseguenza del nostro modo di porci di fronte a quello che ci viene dato una sola volta ed è valido per tutte. È questo il principio che si ritrova alla base de Il secondo sesso, saggio decisamente rivoluzionario, tanto da essere inserito nell'Indice dei libri proibiti dal Tribunale del Sant'Uffizio. undefined

Ne Il secondo sesso Simone de Beauvoir analizza la condizione della donna, partendo dal presupposto che quello femminile sia il secondo sesso, rispetto al primo, quello maschile. Il primo sesso corrisponde al Soggetto, il secondo non è che l'Altro rispetto al primo.

“Il dramma della donna consiste nel conflitto tra la rivendicazione fondamentale di ogni soggetto che si pone sempre come essenziale e le esigenze di una situazione che fa di lei un inessenziale.”

Per interi secoli si è pensato che la condizione di inferiorità della donna fosse dovuta a situazioni predestinate di natura biologica, psicanalitica o addirittura economica. Elementi legati all'esistenza, quindi, fatti imposti dalla vita, contro i quali nulla può essere fatto. Simone de Beauvoir risponde a questa radicata convinzione con delle parole, ormai famose, che si ritrovano spesso sotto forma di citazione                                                                       

                          "Donne non si nasce, lo si diventa"

Con il suo verbo, la scrittrice sottolinea come non esista, contrariamente a quanto fatto credere dalla psicanalisi, un destino comune a tutte le donne. Non esiste il "comune femminino", marchiato dal fatto di essere femmine. In qualche modo, la donna ha scelto la seconda posizione, ha scelto la sua subordinazione. Come è potuto accadere? Questo la filosofa non lo sa spiegare.

Oggi il pensiero della Beauvoir, può risultare banale: sappiamo che le donne non sono sottomesse per scelta. Quella che però è l'importanza delle idee della scrittrice, tremendamente attuali, sta nell'aver saputo fermamente spostare l'attenzione dagli elementi delle uguaglianze a quelli delle differenze. Si supera il concetto di sesso biologico e di quello di genere e per la prima volta nella storia, si guarda l'essenza della donna.

Simone de Beauvoir decanta l'essenzialità della trascendenza nella vita delle donne, affermando così che nulla è scontato, che nulla vive in eterno, che nessun principio è immutabile, anche per il femminino. Negli anni a venire, grazie alla sua politica filosofica, il pensiero che richiama al principio di natura, quel principio per cui le cose così sono e non possono essere modificate, andrà lentamente scemando. Trascendere i fatti dell'esistenza, significa non piegarsi, reclamare la propria libertà e partecipare ai cambiamenti del mondo.undefined

"La donna non è una realtà fissa, ma un divenire". Così spiega la Beauvoir, la necessità che il femminino abbracci la trascendenza, proprio come hanno sempre potuto fare gli uomini. Se la donna vuole emanciparsi deve abbandonare l'immobilità: solo questo importante passo può permettere la riconciliazione con l'uomo, altrimenti impossibile.

“L’oppresso non può realizzare la sua libertà di uomo se non nella rivolta, giacché la peculiarità della situazione contro la quale si ribella consiste proprio nell’impossibilità di ogni sviluppo positivo; la sua trascendenza si supera all’infinito solo nella lotta sociale e politica.”

Simone de Beauvoir ci insegna che tutto è modificabile, che tutto si può cambiare o quanto meno tentare di cambiare: stare a guardare non aiuta, anzi blocca il flusso della normale esistenza.

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