Il Calamaio Bianco

Tra le righe dell'Albania

L'Ora del male

mar 042021

"Un colpo secco squarciò il silenzio, che si frantumò ai suoi piedi come schegge di vetro, quasi avesse nevicato. Çelo Mezani sbarrò gli occhi, simili a bottoni neri, che gli stavano uscendo davvero dalle orbite. L’uomo che gli stava davanti gli entrò dritto in testa attraverso quelle due fessure. La fustanella era bianca come la brina di quel limpido mattino, le opinga avevano in cima due pompon rossi come il sangue che gli aveva scaldato il petto, le calze bianche sparivano all’interno del gonnellino che gli ricopriva le ginocchia. Sulla camicia dalle ampie maniche indossava uno xhamadan nero carbone, come i capelli della figlia che lasciava a casa senza un marito. Tra le maniche larghe dello xhamadan, alcuni fili d’oro strisciavano come serpenti. Il cinturone scuro, arricchito da fili argentati, si raccoglieva intorno alla vita di quello spilungone. Dall’interno del cinturone faceva capolino soltanto l’impugnatura di una rivoltella, sulla quale vi era incisa la testa di un toro. L’altra arma la teneva nella mano destra che, indebolita dallo sparo, penzolava in basso, mentre il sudore grondava a terra, aprendo piccoli solchi nella polvere. Era un bell’uomo, con un paio di grossi baffi che riposavano sulle guance non rasate da giorni, ricoperte da spine grigie. I lunghi capelli, simili a sterpi, gli ricadevano sulle spalle. Da tempo si erano ingrigiti. Sulle labbra carnose vi era un naso dal dorso sporgente."undefined

L'epoca che fa da sfondo a questo L'Ora del male di Tom Kuka, (Besa Muci 2021) non ha tempo. Sembra essere quasi sospesa, in un periodo senza inizio e senza fine. Armi e vendetta sono le caratteristiche dominanti del periodo storico e Sali Kamati, nobile e ricco ereditiero, si vede costretto a redimere il sangue del fratello ucciso per difendere la propria onorabilità e quella della sua famiglia. Dirja, sua moglie, sente che molto presto, terribili fatti funesti si abbatteranno sulla sua famiglia. "Gli uccelli del malaugurio, appollaiati sul platano del giardino, proiettano un’ombra oscura sul protagonista che si prepara a morire non prima di aver messo in ordine i suoi affari".

Le cose, in verità, non andranno proprio così. Il fato si evolverà in maniera completamente differente: l’arrivo di Tusha, la “merla di
montagna”, porterà scompiglio, ossessione, vergogna e maldicenza che si diffonderanno come la più terribile delle pandemie. 

L'atmosfera che avvolge il romanzo di Kuka è pura magia. I personaggi, tutti ben disegnati, devono fare i conti non solo con l'oggettività degli avvenimenti, ma anche con quella che è la loro parte più intima e i propri demoni interiori. 

Bella la penna dell'autore, che nella sua elegante linearità, consegna al lettore un libro pregno di significato, di grandi spunti di riflessione e di ottima leggibilità.

"Un’epopea eroica che unisce toni cupi e delicate sfumature liriche restituendo al lettore un affresco dell’animo umano nelle sue pieghe più insondabili e nascoste".

                                                                                                                                                                   U Calamaru

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