Il Blog di Davide Morelli

Pensieri di un pontederese (Sozzifanti mon amour)

Due parole soltanto sulla Storia (quella con la S maiuscola)...

nov 132022

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(Nella foto Karl Popper)

 

"Se Atene piange, Sparta non ride"

 

 

Un professore di mio padre diceva che è necessario almeno un secolo perché certi fatti storici vengano valutati con serenità di giudizio e imparzialità. Trovo che avesse ragione. Per valutare con obiettività e con equanimità i fatti spesso bisogna esserne distanti. La vera Storia la devono scrivere i posteri, naturalmente studiando fatti e documenti già raccolti. Naturalmente non voglio in questa sede fare una distinzione tra cronaca e Storia, tra Storia e storiografia, oppure rifarmi al distinguo degli antichi tra cronache e annali. Dico semplicemente che ad esempio oggi gli storici non sarebbero sufficientemente equipaggiati di obiettività nel valutare il conflitto tra Israele e Palestina. Inoltre il susseguirsi degli eventi è incalzante, inarrestabile. Il mondo moderno è caratterizzato da un dinamismo impressionante. Di punto in bianco ecco presentarsi -quando nessuno se lo aspetta- una svolta epocale, per cui al momento è difficile fare disamine o trovare modelli esplicativi adeguati. Si pensi all'11 settembre. Fino ad allora quanti occidentali sapevano le distinzioni tra sunniti e sciiti? Ci eravamo a mala pena "abituati" alle istigazioni al suicidio per uccidere gli infedeli da parte di Khomeini e degli Ayatollah, ma non pensavamo certo che Bin Laden colpisse al cuore l'America. Tutto a un tratto ecco presentarsi una contrapposizione inaspettata tra la solita America gendarme del mondo e gli uomini-kamikaze della Jihad. Ancora oggi questa è attualità, è cronaca. Quanto tempo ci vorrà per metabolizzare questi fatti e farli divenire Storia? Non è un caso quindi che ultimamente la ricerca storica sia in crisi. C'è addirittura chi propone la "microstoria", ovvero di restringere il campo d'indagine a dei fatti e delle situazioni particolari e più facilmente documentabili.
E' chiaro che la Storia non può essere mai totalmente obiettiva, ma lo storico può avvicinarsi asintoticamente all'obiettività. In questa sede non voglio nemmeno parlare dei libri sulla resistenza di Pansa. La Storia non la scrivono sempre i vincitori, come ad esempio Churcill. Erodoto e Tucidide sono stati dei grandi storici, eppure erano esuli. E' altrettanto vero che alcuni storici vincitori rimuovono le testimonianze dei vinti e nascondono gli orrori generati dalla loro parte. Ma la verità viene sempre fuori. Nonostante i negazionisti, che sono i peggiori storici. Niente di nuovo sotto il sole: sono sempre esistiti. Attualmente esistono i negazionisti dell'Olocausto, così come i negazionisti delle foibe; non voglio certo strumentalizzare; è vero che gli italiani fascisti non si erano comportati da "brava gente" in Jugoslavia, avevano commesso eccidi. Bisogna sempre saper contestualizzare ed è una regola che vale per tutti e per tutto. Però anni fa c'erano estremisti che non lasciavano parlare i familiari delle vittime delle foibe alle conferenze e per molti allora le foibe erano solo delle cavità carsiche e niente più. Tempo addietro in Turchia esistevano anche i negazionisti del genocidio armeno da parte dell'impero ottomano, che oggi è stato riconosciuto sia dall'Onu che dal Parlamento europeo. Ancora oggi ben poco sappiamo di tutti i morti che ci sono stati nella repressione del brigantaggio meridionale. Il potere ha sempre tenuto all'oscuro i cittadini per paura che l'effettiva conoscenza dei morti facesse aumentare la voglia di separatismo nel Sud. In tutto questo bailamme mi sembra assurda la domanda che si pone Spengler ne "Il tramonto dell'Occidente", ovvero se la Storia ha una sua logica. Non credo affatto che la Storia abbia una sua logica, semmai infinite contraddizioni, orrori e atrocità. Popper criticò la miseria dello storicismo, ovvero il determinismo secondo cui la Storia debba per forza avere un senso ed una direzione. Con buona pace di molti la Storia non può essere maestra di vita e grazie a essa non si possono fare previsioni. La Storia è piena di orrori, ma spesso non insegna niente. Si pensi che addirittura i nazisti hanno confezionato i paralumi con la pelle degli ebrei e i rivoluzionari francesi hanno conciato l'epidermide dei reazionari. Abbiamo forse imparato qualcosa da allora? È difficile imparare dagli errori e dagli orrori del passato. Nonostante tutto talvolta la Storia mostra i vichiani corsi e ricorsi. Spesso ci ritroviamo al solito punto di partenza. Secondo Fukuyama il mondo intero sarebbe dovuto arrivare alla "fine della Storia", cioè tutte le nazioni con la scomparsa del comunismo sovietico sarebbero giunte al livello dei Paesi occidentali.  Ebbene questa profezia per il momento non si è avverata. Alcuni sostengono che non siamo alla fine della Storia, ma solo alla fine dell'Antropocene e forse non avremo futuro. Forse esiste solo il progresso scientifico ma non lo sviluppo storico. Se qualcosa può insegnare la Storia, perché conoscere il passato significa conoscere chi eravamo (anche se poco può dirci su chi saremo), di certo molti giovani non sono pronti a raccoglierne l'insegnamento, a causa della loro scarsa memoria storica.

 

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