Il blog di Rosella Rapa

Tourismi letterari

Serie Sballate (o Sbagliate)

mag 232023

Ogni tanto bisogna scrivere anche di quello che non piace. E di serie spiacevoli Netflix ha fatto una bella infornata, con pessime scelte di trama e di cast.

 

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Il peggio del peggio è stato senz'altro la docu-serie "Cleopatra was Black" con pseudo esperti che tentavano di dimostrare come Cleopatra avesse fattezze tipiche dell'Africa sub-sahariana e immagini di lei con un cespuglio di capelli e un trucco da discoteca. Gli Storici di YouTube, quotidiani on line, blog e podcast hanno avuto una levata di scudi per distruggere questa fantasiosa ipotesi, ricordando che Cleopatra era una discendente di Tolomeo, generale di Alessandro Magno, Alessandro il Macedone. Tolomeo non era certo da solo per prendere il posto di Faraone: avrà avuto compagnie armate, servitori al seguito, mogli e donne d'ogni genere.  Si saranno mescolati con gli Egizi veri, ma erano appunto Egizi, non Nubiani o centro-africani. Ora, a me non importa molto se una regina di più di 2000 anni fa fosse mora, gialla, bianca o verde, ma questo "documentario" andrà in giro per il mondo, dando informazione sballate a chiunque non conosca la Storia Antica Europea. E questo non è giusto.

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Una serie che mi ha toccata da vicino, introducendo una grave mancanza di rispetto per la mia regione, la mia città e una delle sue figlie più importanti è stata "La Legge di Lidia Poet".

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Gli abiti erano sbagliati, le acconciature erano sbagliate, la parlata poi era TERRIBILE. I protagonisti, per rigore storico, avrebbero dovuto parlare il dialetto Torinese, ma questo avrebbe reso necessari i sottotitoli; tuttavia, se le serie a Napoli usano accento Napoletano, a Roma accento Romano, a Torino sarebbe stato opportuno un accento Piemontese, bello largo, e non parole a denti stretti in cui spesso non si capiva niente. E qualche espressione dialettale al posto dei continui "c***o" che nessuno avrebbe usato a quell'epoca. Due immagini di Torino: un angolo di Palazzo Carignano e una vista dall'alto di Torino con la Mole Antonelliana in costruzione. Come se la Prima Capitale d'Italia non avesse altro da mostrare. E per quanto riguarda la protagonista... completamente fuori fuori luogo. Se avessero ambientato la serie nel Paese del Chissachè, forse andava meglio.

 

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Tornando a protagonisti neri in epoche in cui non avrebbero dovuto esserlo, "La Regina Carlotta" mi ha lasciato particolarmente perplessa, tanto che sono andata a documentarmi a fondo. Carlotta di Meclemburgo-Strelitz era una donna dall'istruzione superiore che fu scelta come sposa del re Giorgio III del Regno Unito, anche lui mentre brillante e sempre alla ricerca di nuovi interessi. Ora, Carlotta non era nera, re Giorgio non era pazzo quando la sposò e tutto quanto il contesto che gira attorno è mezzo vero e mezzo no. Una puntata in cui il re si affida a un ”medico” che deve curare la sua pazzia ci mostra le tecniche usate allora... o meglio “le” mostra agli altri, perchè io l'ho saltata a piè pari. Mi faceva semplicemente schifo. Non posso più credere a nulla di ciò che faranno vedere.

 

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Anni fa era uscita una serie mezza Fantasy che voleva parlare di Leonardo da Vinci giovane, “Da Vinci's Demon”. Ora, io ho capito che era tutta una buffonata, con il suo culmine nella ricerca di Atlantide, e dopo una stagione di sesso, sangu e tradimenti l'ho mandata al “Daemon”, quello vero. Poi però mi sono risentita: questa serie ha mandato in giro per il mondo una figura del giovane Leonardo da Vinci completamente sballata e volgare dando a chissà quante persone l'idea che il grande Leonardo fosse stato un mezzo delinquente. E questo non mi va.

 


L'analisi potrebbe continuare, ma diverrebbe tediosa. Cosa ne traiamo alla fine? Un consiglio: quando si tratta di storia andiamo a informarci. Il meglio resta sempre Wikipedia, ma per chi non ama leggere ci sono ottimi canali su YouTube. Come districarsi?
La mia figliola, alla fine della seconda elementare, fece con noi un viaggio a Vienna, ansiosa di vedere la città di "Sissi", dopo aver visto i tre film e i cartoni animati. Alla fine della visita guidata a Shonbrunn espresse il suo parere:

“Questa Sissi era una testa di legno”.

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Inondazione

mag 222023

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Quando a una scrittrice mancano le parole per descrivere tanto dolore e desolazione, forse la cosa migliore da fare è restare in silenzio.

Un pensiero per le zone colpite dall'alluvione, per sostenere e non dimenticare. MAI.

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Transatlantic

apr 202023

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Una serie seria con argomento serio realizzata seriamente.
Con eleganza, tatto, ottima ricostruzione. Ispirato a storie vere, con personaggi veri.

Una pagina di storia che non conoscevo.

undefinedA Marsiglia e dintorni, un gruppo eterogeneo di Americani, Francesi ed esuli dalla Germania si mette in gioco rischiando la propria incolumità per salvare il maggior numero possibile di persone, ebrei, dissidenti politici, prigionieri Inglesi, imbarcandoli di nascosto su una nave diretta in Giamaica, o facendoli attraversare il confine con la Spagna. Intanto la Francia viene invasa dai Nazisti, stringendo Marsiglia in una morsa, e negli USA eleggono Roosvelt.

Non servono molte parole: è un prodotto gradevole ed intenso, con bei personaggi, coinvolti emotivamente e spinti dal senso del dovere. La guerra vera resta dietro le quinte. Alcune critiche lamentano questo fatto, trovando la serie troppo leggera e patinata.

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Dipende dai punti di vista: per chi vuole realtà dure e crude, ci sono altri tipi di serial tra cui scegliere; Transatlantic sceglie di raccontare le persone, con i loro sentimenti e le loro contraddizioni, in un residuo angolo di Europa in cui la guerra è ancora sospesa, ma per poco. Nel finale, i Nazisti completano l'invasione della Francia. Inizia la Resistenza: tutta un'altra storia.

 

 

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FY&SF Avatar 1 e 2

apr 022023

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Partito dai Grandi Poemi Epici, con alti e bassi attraverso i secoli, il Fantasy si è evoluto fino ad arrivare sui piccoli e grandi schermi sfruttando tutte le potenzialità dei colori, dei paesaggi dei costumi, degli effetti speciali. Tutto a scapito del contenuto. Lo stesso è accaduto alla sorella Fantascienza, che dal positivismo iniziale, con tanta fiducia nel futuro, è arrivata a mostrarci strani universi distopici, che ci regalano immagini sempre più tremende. Per trovare nuovi spunti e nuovi spazi, i due filoni del fantastico si uniscono e si contorcono, in un percorso senza fine che ormai ha come scopo principale il ricorso a effetti puramente visuali, per stupire lo spettatore.

Il passaggio dal libro al video è un percorso logico: meglio gustarsi un film da 3 o 4 ore, comodamente seduti mangiando popo-corn, piuttosto che impegnare giorni e giorni in letture intricate. Adesso abbiamo persino gli audiolibri, da ascoltare durante il relax o mentre si sbrigano faccende noiose. Stiamo sbagliando? In fondo le prime saghe si ascoltavano dalla voce dei cantori, che impegnavano la loro inventiva per attirare più spettatori possibile.

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Il punto forse è proprio questo: l'inventiva. La vicenda può risultare piacevole o noiosa, tutto dipende dall'abilità del narratore. A volte si ripercorre anche una storia vera, senza essere didascalici. Tutto questo l'ho trovato in due film molto pubblicizzati come prodotti per il grande pubblico:

AVATAR

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Qualcuno ha commentato il secondo film (La Via dell'Acqua) dicendo che poteva essere visto senza conoscere la storia precedente. Io l'ho guardata lo stesso, e consiglio vivamente di farlo. Avatar ci racconta una storia che è la "nostra" storia, una evoluzione di concetti che ci hanno guidato in questi anni del nuovo secolo, e che vorremmo veder continuare.

Il primo film, l'originale, si apre con una poderosa invasione militare di un pianeta pacifico immerso nella Natura. Il linguaggio alla John Wayne porta subito l'attenzione agli USA, in particolare all'invasione dei territori appartenenti ai Nativi Americani, rappresentati dalla popolazione del pianeta sconosciuto. Con mezzi di ogni genere i terresti, nostri discendenti, cercano di impadronirsi di luoghi incontaminati per cercare un minerale prezioso, senza alcun riguardo per gli abitanti e per l'essenza stessa del Pianeta, che non si limita a ciò che è immediatamente percepibile, ma va oltre, coinvolgendo sentimenti profondi e legami spirituali magnificamente rappresentati. Il cinema d'animazione va oltre la letteratura, mostra ai nostri occhi uno spirito superiore. Nessun discorso teologico, per carità; solo un sogno ad occhi aperti, immaginato con uno slancio positivo che da tempo non si vedeva né si leggeva. Nel Film, fortunatamente non tutti i terrestri sono dei criminali senza coscienza, e questo permette un finale di ampio respiro.

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Non ci si aspettava un sequel, eppure, dopo 15 anni, è arrivato. Cos'altro c'era da dire? Molte cose, proprio perchè gli anni sono passati, e la nostra società affronta temi morali sempre più difficili e controversi, che ci coinvolgono anche nella vita di tutti i giorni. Diversità apparente, tolleranza, accoglienza, cambiamento. Tutto è scatenato dai terrestri che ritornano, peggiori di prima e con desideri di vendetta. Gli eroi del primo film devono lasciare la loro casa tra le magnifiche foreste e affrontare un lungo viaggio verso l'ignoto, che li porterà a conoscere altri popoli, altri mondi, tra isole e profondità marine sempre più fantastiche.
Non mancano le difficoltà: la sensazione di sentirsi diversi, i conflitti famigliari, i ragazzi troppo turbolenti. Problemi molto vicini ai nostri, eppure di non facile soluzione. Il finale è a sorpresa, di nuovo molto positivo, e con una buona visione del futuro: rarissima, ormai, nel Fantasy come nella Fantascienza.

 

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Lettere da Torino – di Friedrich Wilhelm Nietzsche

nov 112022

Lettere da Torino 

di Friedrich Wilhelm Nietzsche

Anni fa comprai questo libretto più per Torino che per Nietzsche. Ebbene, mi sono ricreduta: è stata davvero una grande rivelazione.

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Tanti poveri studenti liceali, si ritrovano spesso alle prese con filosofie delle quali non capiscono nulla, perché raccontate da saggi e libri di testo che si sforzano di spiegare, secondo la loro personale interpretazione, pensieri e concetti di personaggi con idee del tutto personali, fuori dagli schemi; menti superiori, ai quali i mediocri tentano di avvicinarsi con frasi astruse, circonvoluzioni senza senso, periodi lunghi una pagina, al termine dei quali un/una ragazzo/a di 17 – 18 anni si trova più confuso di prima. Ed è esattamente ciò che voleva l’autore della “spiegazione”, per potersi gloriare del fatto che “lui” ha capito il grand’uomo, mentre quegli stupidi ragazzini non sono degni di avvicinarsi a tanto eccelso pensiero.

 In questo libriccino senza pretese, Nietzsche si racconta, attraverso una serie di lettere ad amici, editori, parenti e… nemici, in modo molto semplice e tremendamente efficace. Tremendamente, sì. Purtroppo appare evidente a qualunque lettore che il “grande filosofo” giunse nella mia città già sull’orlo della pazzia, affetto da una sorta di “disturbo bipolare”. La diagnosi spiega tutto e niente; le lettere invece mostrano chiaramente come Nietzsche fosse affetto da manie di grandezza, perdesse spesso il contatto con la realtà, e andasse soggetto a periodi di profonda depressione ed abbattimento, come gli era accaduto a Nizza.undefined

Torino, almeno temporaneamente, lenì il suo spirito tormentato. Nietzsche si trovò bene nella mia città, che giudicava “elegante, francese, riposante” e dove “ogni persona si comporta con educazione signorile”. E dire che vi abitò in un periodo niente affatto prospero, verso la fine del XIX secolo, quando Torino, capitale storica di un Regno sofferto, fu tradita proprio da quel re cui aveva sacrificato tutto.

I suoi abitanti, educati, dignitosi, gentili. ma non invadenti, poco rumorosi, ma intellettualmente attivi, erano ciò che ci voleva per un animo già abbastanza provato dai suoi fantasmi interiori. Qui a Torino Nietzsche scrisse molte delle sue opere, in una frenesia lavorativa che comunque non lo portò a trascurare la sua salute, come le lettere documentano. Pasti regolari, un clima (per lui!) mite, concerti d’autore e rappresentazioni teatrali. Pare che a Torino tutto gli fosse gradito, tutto era perfetto.

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Non bastò a guarirlo. La sua malattia, allora, era incurabile, qualunque ne fosse la vera causa. Le lettere testimoniano la sua caduta verso il baratro, la perdita della ragione che, benché malata, lo aveva spinto a scrivere libri dai quali trasse vantaggio economico una sorella quasi ripudiata e reduce da un catastrofico fallimento economico.
La sua filosofia fu distorta a un punto tale da renderla esplicitazione del superuomo “germanico”, e in questo modo fu usato per giustificare altri generi di follia collettiva, mentre nelle sue lettere si professa anti tedesco (rivendicando ascendenze polacche per il suo cognome), a favore degli ebrei, nemico di Wagner e delle sue opere.

Povero Friedrich.
Leggendo le sue lettere mi è venuta voglia di conoscere meglio le sue opere, tutte, ma soprattutto quelle scritte a Torino. A parte il legame “cittadino” che ora condivido con lui, credo che molti, dopo aver conosciuto l’uomo, sarebbero più propensi a conoscere anche il filosofo.
Fu Genio, o Pazzia?
Non saprei dirlo. Forse quella che consideriamo pazzia è solo la manifestazione di una mente che non riesce ad adeguarsi al mondo comune, che sfugge alle regole, che non trova modo di esprimersi. Il Film “Beautiful Mind” è molto in sintonia con questo pensiero.

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Piazza Carlo Alberto a Torino. Nell'angolo a destra, la casa in cui abitò Nietzsche

 

 

Ed ora alcune foto storiche di Torino ai tempi di Nietzsche, prese principalmente da https://www.mepiemont.net/foto_stor/luoghi/luoghi_2t.html

 

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