Il blog di Rosella Rapa

Tourismi letterari

P.F.S. - J.V. 03 - Le Indie Nere

mag 192021

J.V. - Le Indie Nere (1877)

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In Scozia la prima colazione consiste di 3 o 4 portate; prima il Porridge bollente, poi il piatto principale, con uova, bacon, salsiccia, fagioli, funghetti, pomodori e Haggis. Poi frutta, e per finire tè bollente con toast o scones , burro e marmellata. Sì, ma... cos'è l'Haggis? Sono dei dischi tagliati da un rotolo, di colore e consistenza diversa, ma con una cosa in comune: parlando con estrema delicatezza, fanno vomitare. Sono rimasta per anni nel dubbio atroce di cosa diavolo fosse questo Haggis, finchè Jules me lo ha spiegato: interiora tritate e sangue di pecora, infilate in un budello e bollite. Commenta anche che "il piatto è molto apprezzato dagli scozzesi, non altrettanto dagli stranieri". Provare per credere.

undefinedIl pranzo, importantissimo, a base di Haggis e altre prelibatezze scozzesi (preparato dalla eccellente signora Ford) è l'epicentro di questo romanzo: perchè il marito, Simon Ford minatore che si rifiuta categoricamente di tornare a vivere in superficie, invita l'Ing. James Starr, proprietario ed ex direttore della miniera, a visionare un nuovo tunnel con un nuovo filone carbonifero. Procedendo nell'esplorazione, i due, guidati dal figlio di Simon, Henry, troveranno non solo un giacimento capace di far rinascere la Miniera, ma anche un Grande Lago all'interno di una caverna immensa, in cui porteranno non solo le attività estrattive, ma la città intera, con graziose abitazioni e sale divertimenti. Anche la Chiesa.

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Per darvi un'idea delle dimensioni, in Scozia i laghi (Loch) sono tutti a forma di ellisse allungata. Quelli piccoli hanno le dimensioni del nostro Lago Maggiore, più il lago di Como, più il Lago di Garda messi assieme. Quelli Grandi sono da tre a dieci volte questa dimensione. La città, Coal City, che sorge sulle rive del Lago Sotterraneo, con i minatori che non devono calarsi nei pozzi, diventa talmente ampia, bella e funzionale da attirare turisti in visita (vedi copertina!). La luce è portata dall'elettricità; tutto è perfetto, anche il clima.

La vita procede quindi seguendo nuovissime tecniche di estrazione intervallate da divertimenti sociali, finchè il giovane Henry non si imbatte in una strana creatura: Nell. Si tratta di una ragazzina di circa 16 anni che pare cieca e muta: in realtà ha trascorso la sua breve vita sempre all'interno della grotta, senza luce, e con la sola compagnia di una civetta e di un personaggio ancora più strano, che odia tutti i nuovi abitanti della miniera.

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Nell viene accolta con affetto dalla famiglia Ford e dall'ing. Star, che si prende a cuore il benessere della fanciulla e la sua evoluzione da piccola selvaggia (ma di buon cuore) a ragazzina educata ed inserita nel “viver civile” . Ci troviamo di fronte ad una delle rarissime figure femminili dei romanzi di Verne, che la descrive con molta dolcezza e profondità di sentimento, portando il romanzo dalla fantascienza verso una storia d'amore e d'odio, che coinvolgerà tutti i protagonisti. Magnifica la scena in cui Nell vedrà per la prima volta il sole.

In questa seconda parte del romanzo Verne si dimostra scrittore completo, non un semplice inventore di bizzarrie.
Innanzitutto va ricordato che questo titolo, “Le Indie Nere” è il nome che i Britannici davano alle loro miniere di carbone, nel periodo in cui questo combustibile era prezioso più dell’oro, vale a dire durante il corso di tutta la prima rivoluzione industriale. Il romanzo inizia con un interrogativo quanto mai attuale: quando si esaurirà?

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Nel romanzo si vuol dare una risposta a questo interrogativo con una ipotesi idealizzata del futuro, una miniera inesauribile in una situazione senza pericoli e senza tragedie, anzi foriera di felicità. Jules abbraccia in pieno l’entusiasmo positivistico convinto che la scienza e il progresso siano, se ben usate, i mezzi per rendere migliore la vita dell’uomo. Tuttavia, le mirabili descrizioni dei paesaggi scozzesi (che io adoro) , gli accenni alla storia, i riferimenti a sir Walter Scott e ai suoi romanzi, le passeggiate in Edimburgo, ci portano a pensare che Jules preferisca di gran lunga vivere nel “suo” tempo e nel “suo” mondo, all’aria aperta.

A dispetto della trama variegata, dei protagonisti mirabilmente descritti, delle immagini del sottosuolo così vive che paiono parlare al lettore, pensieri profondamente filosofici pervadono l'opera, nei suoi quadri di di presente e futuro. Eppure, un romanzo così pieno e completo, oggi è quasi dimenticato.

 

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