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Scritto nel 1954, “Il Disprezzo” di Alberto Moravia appartiene a una serie di romanzi “tardi”, rispetto alla produzione piuttosto precoce dello scrittore. Esso parla di una coppia sposata e apparentemente felice, che però è minata dall'interno da una profonda mancanza di comunicazione. Il rapporto si rompe definitivamente quando fattori esterni sempre più pressanti, come il lavoro e la necessità di accettare i compromessi che quest'ultimo richiede per poter guadagnare, si intromette definitivamente tra i due. Il marito infatti è uno scrittore di sceneggiature teatrali, ma per motivi economici accetta di scrivere la sceneggiatura di un film sull'Odissea, girato con una luce interpretativa dettata da ragioni di mercato volute dal produttore. La moglie nutre allora un profondo disprezzo per il marito per la docilità che dimostra nel piegarsi a ragioni che non sono le sue, interpretandolo come mancanza di forza. Il romanzo appare come una ricostruzione a posteriori, da parte del marito, delle cause che lo hanno portato a perdere la moglie (che alla fine lo lascia scappando con il produttore e morendo in un incidente d'auto), cercando di oggettivare i fatti e i suoi propri sentimenti. Con lo stesso spirito, Moravia tenta di dare una rappresentazione il più possibile oggettiva di questo “disprezzo” scaturito da un rapporto sereno di coppia, sotto i dettami di una poetica del “realismo critico” (“Il realismo (…) consiste nella rappresentazione oggettiva e in certo modo scientifica dei fenomeni dell'alienazione in tutti i suoi vari aspetti psicologici e sociali”). Alcuni link: Il viaggio come figura della crisi dell'intellettuale Cenni biografici e breve analisi de Gli Indifferenti L'opera di Moravia |