Grammaticografia
Storia ed evoluzione di una disciplina
antica
Il '700
di Valeria Pagano
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• Introduzione
• La tendenza linguistica
• La grammatica tradizionalista e il Corticelli
• La Grammatica ragionata
Nel diciottesimo secolo lo sviluppo del sistema istruzione
e i progressi del volgare arrivarono ad un momento di svolta. Nei primi
del secolo vi è il dominio dell' insegnamento gesuitico ma nascono
delle critiche sull'esclusività del latino.
In alcuni collegi gesuitici viene introdotto l'italiano come materia complementare.
Con la soppressione dell'ordine ordine gesuiti (1772), incominciano a
farsi avanti i primi principi dell'illuminismo: c'è la necessità
di diffondere il volgare nelle scuole, l'esigenza di scuola primaria estesa
a tutti i cittadini. Il primo stato dove viene insegnato il volgare è
il regno di Piemonte, dal 1729, con la cattedra di eloquenza, mentre nelle
scuole superiori il sabato diventa il giorno di studio dell' italiano.
A Napoli, nel 1754, Antonio Genovesi fu il primo professore a tenere la
prima lezione in italiano di economia politica.
Nell'alfabetizzazione, grande ruolo ha la differenza tra stati, e sopratutto
tra città e campagna. Ovvio saprebbe dire che i cittadini erano
più stimolati alla comunicazione, soprattutto nei posti dove vi
erano crocevie commerciali.
Nelle scuole, un posto di rilievo lo avevano i lassaliani e redentoristi,
ordini religiosi che curavano l'istruzione tecnica. Gli strumenti didattici
erano gli abbcedari, gli esempi pratici linguistici erano tratti da proverbi
e novelle morali. Un testo di grande diffusione era "Ortografia moderna
per uso del seminario di Padova" , pubblicato nel 1721 di Facciolati.
Il testo era importante soprattutto perché indicava la corretta
dizione ortografica.
Durante questo periodo si pongono le basi della linguistica
moderna, c'è una seria riflessione intorno alla lingua che durerà
anche durante il diciannovesimo secolo, soprattutto sul legame tra il
linguaggio e il pensiero, la grammatica, in quanto sistema di regole derivanti
dai principi logici del pensiero, viene definita deduttiva. Nasce la prima
idea di codice linguistico, e di lingue come sistemi autonomi.
Una delle concezioni linguistico - grammaticali più articolate
del periodo è quella tratta dalla "Enciclopedie" di diderot
e d'alembert, una grammatica e allo stesso tempo un insieme di regole
ricavate per via astrazione induttiva per adeguare gli usi della lingua
ai bisogni della comunità. La concezione grammaticale degli enciclopedisti
è basata soprattutto sull'analisi sintattica, la distinzione tra
sintassi e costruzione. Nasce il concetto di genio della lingua: ovvero
le diverse caratteristiche specifiche delle singole lingue.
La grammatica tradizionalista e il corticelli
Nonostante queste nuove riflessioni sulla grammatica, permane
un modello grammaticale tradizionale. Ad esempio Manni, con il suo "Lezioni
di lingua toscana" (del 1737). Manni scrive una grammatica del toscano
letterario, anche se non strutturata sistematicamente. Nella grammatica
l'autore si esprime contro il classicismo degli autori antichi, contro
il conservatorismo e l'interesse prettamente retorico - letterario. Ma
il libro più importante è il "Della toscana eloquenza"
e "delle regole ed osservazioni di lingua toscana ridotte a metodo
e in 3 libri distribuito" (1745-54), tutti e due di Corticelli.
Il primo è un sistema sulla grammatica italiana destinato alla
scuola, quindi ha finalità prettamente didattica. L'impianto è
chiaro e completo, la divisione è in capitoli brevi, c'è
un equilibrio sulla trattazione della morfologia e della sintassi. Nonostante
questa esauriente trattazione, rimane la necessità di allargare
la trattazione della sintassi. Il "Della toscana eloquenza"
ha una impostazione empirica e forte è la volontà di spiegare
i principi grammaticali, richiamadosi alla tradizione bembiana e al Vocabolario
della crusca. Gli esempi d'autore presenti sono soprattutto tratti dalle
opere delle Tre corone, ma anche da autori minori. Corticelli bandisce
le forme ed usi più moderni e registro colloquiale in nome autorità
letteraria del '300.
La grammatica ragionata nasce sotto l'influenza del sensismo e dell'enciclopedismo. Nel primo settecento la grammatica ragionata è stata applicata più al latino che all'italiano.Sull'argomento sono state pubblicate opere di notevole portata:il "Corso teoretico di logica e lingua italiana" di Valdastri e la "Grammatica ragionata della lingua italiana" di Francesco Soave.
Il "Corso" di Valdastri (1783) formula dal principio la stretta connessione tra lingua e pensiero, le considerazioni sulle categorie grammaticali vengono fatte esaminando i meccanismi di formazione e funzionamento del pensiero individuale della società. C'è la sezione di "spiegazioni di tutte le parti del discorso o teorie di logica", divisa in 4 capitoli: logica (dove muove delle critiche a locke e Cartesio), la lingua italiana (che era stata scarsamente considerata da altri) il metodo, lo stile. Valdastri parla di necessità di approccio filosofico alla lingua, non solo puramente grammaticale. Rilevante è la trattazione della sintassi della proposizione e del periodo.
Soave scrive due grammatiche, una italiana, l' altra italiano
- latina, e poi numerosi libri di testo: il "Compendio", dove
parla di necessità di insegnare il toscano partendo dal dialetto
lombardo. Soave nel "Compendio" incomincia una trattazione sull'origine
del linguaggio nella quale manifesta un forte influsso vichiano.
Fortunate furono le sue due grammatiche: "Grammatiche delle due lingue
italiana e latina ad uso scuole Lombardia austriaca" per studenti
scuole ginnasiali, dove si propone di insegnare latino partendo dall'italiano,
confrontando le due lingue e "Grammatica ragionata della lingua italiana"
(1771) impostata secondo la tradizione insieme alla grammatica portorealista
e dell'encyclopedie. L' opera è divisa in quattro libri: morfologia
(ed etimologia), sintassi, ortoepia e ortografia. Interessante è
il paragone che l'autore fa tra grammatica chiusa e conservativa contro
i fenomeni di lingua colloquiale. Gli esempi sono da lui stesso coniati,
dove troviamo frasi in perfetto "stile tradizionale" ma anche
con aperture al parlato (ad esempio la forma sieno diverso da siano più
comune).
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