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Leggere i contemporanei

di Francesca Pacini

Nella categoria: HOME | Editoria

 

Chi è appassionato di libri dovrebbe dare una sbirciatina alla narrativa contemporanea. Potrebbe imbattersi in ottime letture. Spesso, infatti, c'è una sorta di pregiudizio verso gli autori contemporanei, specie se giovani. Molti lettori, infatti, si fermano ai "classici". Arrivano fino a Kundera, magari, e certo a Eco (che hanno gią tutti i sintomi del classico, del libro che rimane nella storia della letteratura), rimanendo imprigionati nella nostalgia dei capolavori di "una volta". È vero. Difficile, oggi, trovare libri sempiterni, ma.chissą. Di certo, però, si trovano ottime letture. Anche fra gli autori giovani. E se è vero che siamo perseguitati dai vari Giobbe Covatta e dai manuali per single della Littizzetto, che sgomitano tra i best seller di Grisham e Follett (ahimé l'anglofilia imperante a volte rischia di diventare.anglofollìa), è anche vero che ci sono anche narratori interessanti, e per di più nostrani. A parte, naturalmente, i gią affermati Alessando Baricco (acrobata dell'artificio letterario), Stefano Benni, Nicolò Ammaniti (pare sia bellissimo il suo ultimo libro) e altri ancora. Qualche esempio? Christian Raimo, pubblicato da minimum fax: "Latte" è una raccolta di racconti graffianti, che alternano ironia e inquietudine e che tracciano il profilo di una generazione un po' dispersa. Che bello, in Italia, quando una casa editrice sfida un mercato che considera -arbitrariamente - il racconto come una forma letteraria di serie B, subordinata al romanzo. Forse siamo rimasti incagliati in quei "Promessi Sposi" che, a scuola, ci hanno impedito di apprezzare Calvino, ad esempio, e - per la letteratura straniera - Hemingway e Borges. Grandi narratori, esempi superbi del racconto. Un racconto che in Italia è apprezzato da una nicchia, la maggioranza, infatti, predilige la narrativa. Figuriamoci dunque la sfida quando la raccolta è firmata da un italiano, e sconosciuto per di più. Il respiro breve della narrativa di Raimo è azzeccato, funziona. La stessa casa editrice ha pubblicato anche un bel romanzo, "Mosche a Hollywood", in cui il giovane Alessandro Fabbri racconta le avventure di due ragazzi italiani in una California bizzarra, alle prese con loschi figuri. Un romanzo ritmato, riuscitissimo. Negli ultimi anni, un altro autore italiano pubblicato da Fazi, Rocco Fortunato, si è imposto all'attenzione del pubblico con due romanzi "Volevo i reni di Mick Jagger" e "Fabbricato in Italia". Il primo è la storia - fra ironia e disincanto - di una dialisi che affligge, e condiziona, la vita del protagonista. La stessa casa editrice ha pubblicato, l'anno scorso, "Sarah", il felicissimo romanzo di un giovane autore americano (ha solo vent'anni) diventato un vero e proprio caso letterario in America e in Inghilterra. È la storia, sospesa tra atmosfera fiabesca e realtą, di una giovane lucciola: figlio di una prostituta, Sarah adotta il nome e le vesti femminili di sua madre, e gira - prima santificato poi demonizzato - fra papponi-sciamani e clienti in cerca di un po' d'affetto. Per i più "antiglobal" impegnati in rovesciamenti e denunce sociali, i Luther Blissett sono stati sostituiti dalla sigla Wu Ming 5 (Fanucci editore) e hanno pubblicato "Havana Glam", storia ambientata in un futuro fantascientifico che passa però attraverso Cuba e le lotte imperialiste. Insomma, ci sono libri che meritano, anche nella narrativa contemporanea. Ecco perché diventa importante la sosta in libreria, l'attenzione a quello che si pubblica oggi, e che non fa parte dei soliti best seller che aggrediscono le librerie. Ci serve anche a capire gli stili, le direzioni diverse che prende la narrativa. La lingua si evolve, i temi si snodano in modi diversi. Apprezzare non solo i "classici", dunque, fa bene al buon lettore. Nabokov diceva che era importante provare quel "brivido alla spina dorsale" per sentire che un testo era davvero letteratura. Buona letteratura. Ecco, oggi è più raro, lo ammettiamo, sentire quel brivido, provato mille e mille volte davanti ai capolavori della letteratura. Non è impossibile, però. Magari sarą solo un fremito, magari soltanto un'ora piacevolissima trascorsa insieme a qualche racconto. Ma è bello. È bello comunque. La letteratura fa parte della nostra vita, non è staccata da questa. È interessante e in qualche modo "giusto", quindi, captare e gustare le pieghe della narrativa contemporanea. I "classici" non si offenderanno.

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