Il Calamaio Bianco

Tra le righe dell'Albania

Femminismo e anarchia di Emma Goldman

apr 182019

Femminismo e anarchia è la raccolta di alcuni dei maggiori saggi scritti da Emma Goldman, un libro che spesso è stato definito dalla critica moderna "profondamente rivelatore". Emma Goldman (1869-1940) nasce negli Stati Uniti, dove nel 1919 viundefinedene raggiunta da un provvedimento di espulsione a causa della sua attività antimilitarista. La Goldman è conosciuta per essere stata una delle maggiori protagoniste del femminismo e dell'anarchismo. La scrittrice impegna la sua vita nella lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne e a favore dell'emancipazione femminile. È forte il suo grido di dolore e denuncia contro la condizione di subordinazione della donna in una società tutta al maschile. Emma "la rossa", così è soprannominata, è una femminista che si discosta dal movimento in senso stretto, con idee  per certi versi differenti e innovative.

Femminismo e anarchia, presenta l'antologia di saggi, in un ordine tale da disegnare abilmente l'evoluzione di tale innovazione di pensiero.  Il primo saggio, L’Anarchia, cosa vuole veramente, esalta e spiega l’importanza della libertà dell'individuo, andando contro le tre istituzioni dominatrici dell'umanità:

"La religione, dominio della mente umana, la proprietà, dominio dei bisogni umani, e il governo, dominio della condotta umana".

Partendo dal primo scritto, dove l’importanza di prendere coscienza di sé e consapevolezza della propria libertà emerge prepotentemente,  tutti i saggi seguenti affrontano tematiche strettamente legate al femminismo: la dolorosa problematica della tratta delle donne, l'importanza del suffragio femminile, il tema del rapporto, a suo avviso, inesistente tra matrimonio e amore, e si avvia verso la conclusione sviluppando una riflessione quanto mai rivoluzionaria per l’epoca, ma interessante ancora oggi, sulle problematiche dell’emancipazione femminile.

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L'autrice, in qualche modo, cerca e trova proprio nelle donne le colpe di un sistema emancipativo mal funzionante: secondo la Goldman, infatti, il femminismo, spesso, ha lottato per ottenere risultati con un risvolto decisamente negativo, sminuendo la vera natura della donna, nel nome di una parità che non è mai arrivata. Il vero obiettivo da perseguire, secondo la scrittrice statunitense è un altro: la pretesa di superiorità e di libertà nei confronti dell’uomo, in una società dichiaratamente maschilista. Alcune conquiste come il diritto di voto e le nuove opportunità lavorative, hanno solo contribuito ad aumentare la distanza tra uomo e donna, senza colmare in realtà le lacune di un pensiero tutto maschile, radicato nella collettività da secoli. Sarebbe invece opportuno, secondo la Goldman, che ogni donna comprendesse l'importanza della propria individualità, in maniera tale che la lotta per l'emancipazione, possa partire dall'animo di ogni singola persona. Le nuove mete da raggiungere partendo da se stesse, sono molteplici: la conduzione di una vita di coppia fondata sul rispetto reciproco, per esempio, la presa di coscienza della propria sessualità, la realizzazione personale di una vita che sia vicina alle proprie scelte e coerente con esse, la tanto anelata liberazione dalle istituzioni, che costringono la donna a sottostare a principi morali spesso umilianti. Solo riuscendo a partire da tali presupposti si può arrivare ad una vera e seria emancipazione. 

undefinedLa critica e studiosa Bruna Bianchi, nell’introduzione alla raccolta (nell’edizione pubblicata nel 2009 dalla BFS Edizioni), sottolinea come sia necessario riconoscere alla Goldman il merito di aver saputo magistralmente conciliare due movimenti così importanti, come il femminismo e l'anarchismo (è stata molto amica dell'anarchico russo Aleksandr Berkman), riuscendo a "dare una dimensione femminista all’anarchismo e una dimensione libertaria al femminismo".

Anarchia e Femminismo è un libro che risente inevitabilmente del periodo storico e culturale in cui è stato scritto: oggi, alcune riflessioni contenute nei saggi che lo compongono, fortunatamente sono alla base della vita sociale, almeno di quella occidentale, senza alcun "ma" né alcun "perché". Altri suoi pensieri, invece, sono ancora motivo di discussioni e di lotte, in una società politico-culturale appesantita dai pregiudizi. Basti pensare alla stepchild adoption, alla problematica della prostituzione ancora totalmente irrisolta e purtroppo la drammatica realtà della violenza sulle donne.

Non prendete mio figlio di Alda Merini

apr 152019

Ridatemi le spoglie del mio bambino.
Non l’avessi mai visto correre per i prati,
non l’avessi mai sentito gridare dalla gioia,
non avessi mai incontrato il suo volto
così beato,
da rendermi beata tra le genti.

Non prendete mio figlio,
gente,
non rapitemi il cuore,
non è un bosco,
non è un abete,
è soltanto una rosa tenera.
Non toccategli il cuore:
io sono la madre,
per nove mesi
io l’ho costruito e amato.

Non portatemi via il figlio
o cadranno le vostre capanne
o cesseranno i vostri figli.
Lasciatelo stare,
egli ha riempito tutti i deserti.
Non isolatelo sopra una croce,
non fate di lui un uomo solo

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Le mie ginocchia
avide di molto cammino
sono state generate
dalla tua grazia.
Ho dovuto riposare
ai piedi della montagna
senza mai sormontarla
ma Ti ringrazio
per avermi destinata a servire.

Sono colei
che paga tutti gli ostacoli,
sono colei
che muore d’amore.
E ho sentito,
nella dolcezza dell’adolescenza,
crescere quella croce
che mi trapassa come un’alba.

Io e Gesù crocifissi, Signore,
siamo lo schianto di Dio.

Il ricordo di Simone de Beauvoire

apr 142019

Il 14 Aprile di trentatré anni fa, ci lasciava Simone de Beauvoire, la scrittrice dell'Esistenzialismo, la cui impronta indelebile ha segnato la storia della letteratura novecentesca. Simone si lega per passione letteraria e per sentimento a una delle figure più influenti del periodo, il filosofo Paul Sartre, con cui fonda la rivista Les Temps Modernes che riprende i principi del Comunismo e dell'Esistenzialismo. Sartre è  per la scrittrice la sua perfetta metà:

"Io ero intelligente, ma lui era un genio, Sartre rispondeva esattamente ai desideri dei miei quindici anni: era il doppio in cui ritrovavo, portate all’incandescenza, tutte le mie manie. Con lui avrei potuto dividere tutto"

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Un amore vero, puro, che prevede anche un contratto d'affitto della casa che dividono, con la clausola importante e ben precisa " dell'infedeltà percepita come un dovere reciproco, una sorta di assicurazione contro le menzogne, i sotterfugi e le ipocrisie del matrimonio borghese" (Laura Laurenzi, Amore e furori). Simone resta accanto al filosofo e drammaturgo sino alla sua morte (15 Aprile 1980).

"Di me sono state create due immagini. Per alcuni sono una pazza, un'eccentrica, ho abitudini dissolute: una comunista raccontava, nel '45, che a Rouen da giovane mi aveva vista ballare nuda su delle botti. Ho praticato con assiduità tutti i vizi, la mia vita è un continuo carnevale. Altri pensano che con i tacchi bassi e i capelli tirati somiglio ad una patronessa, ad un'istitutrice (nel senso peggiorativo che la destra dà a questa parola), ad un caposquadra dei boyscout. Passo la mia esistenza fra i libri o a tavolino, tutto cervello. Nulla impedisce di conciliare i due ritratti, ma l'essenziale per tutti è presentarmi come un'anormale. Il fatto è che sono una scrittrice: una donna scrittrice non è una donna di casa che scrive, ma qualcuno la cui intera esistenza è condizionata dallo scrivere. È una vita che ne vale un'altra: che ha i suoi motivi, il suo ordine, i suoi fini che si possono giudicare stravaganti solo se di essa non si capisce niente."

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Con questa descrizione perfetta che fa di sé, la de Beauvoire sottolinea come si sia avuta una visione errata del suo essere donna, scrittrice e femminista. Una donna sicuramente stravagante, ma molto sensibile e dotata di grande perspicacia. Simone de Beauvoire, oggi è ricordata come una grande scrittrice e portavoce del movimento femminista, anche se non se non ha mai amato "rinchiudersi" nei meccanismi del movimento in senso stretto. Le sue parole spiegano chiaramente il suo pensiero.

"Non ho mai nutrito l'illusione di trasformare la condizione femminile, essa dipende dall'avvenire del lavoro nel mondo e non cambierà seriamente che a prezzo di uno sconvolgimento della produzione. Per questo ho evitato di chiudermi nel cosiddetto "femminismo".

 

Audre Lorde, il potere della scrittura tra arte e politica

apr 122019

Audre Lorde- Audrey Geraldine Lord- nasce a New York nel 1934, precisamente nel quartiere nero di Harlem, ultima di tre sorelle, figlie di una coppia di origini caraibiche. Audre nasce nel periodo della Grande Depressione, pertanto la sua vita viene in qualche modo influenzata da eventi storici importanti, quali la Seconda Guerra Mondiale e la nascita del Maccartismo -periodo caratterizzato dalle paure da parte delle istituzioni statunitensi per eventuali influenze comuniste nelle istituzioni, dalla scoperta di clamorosi casi di spionaggio da parte dell'Unione Sovietica, dal consolidamento del potere sovietico sull'Europa orientale-. Audre non ha una adolescenza semplice: affronta un aborto in situazioni rischiose e in più è una ragazzina ipovedente, fortemente miope. Lorde non si lascia intimorire e comunque va avanti nella sua vita. Dopo aver completato gli studi, la futura scrittrice e poetessa statunitense, trova lavoro come bibliotecaria, nel sistema pubblico delle biblioteche newyorchesi. La scrittrice si definisce una donna con un grandissimo senso di giustizia, audace, rivoluzionaria e con una buona capacità empatica. Dichiaratamente lesbica durante il periodo adolescenziale, nel 1962 sposa comunque Edwin Rollins: dal loro amore nascono due figli Elizabeth e Jonathan. La vera natura della donna, però, riaffiora dopo la maternità e la coppia divorzia: dopo aver lasciato suo marito, Audre intreccia nuovamente relazioni omosessuali. Una delle sue compagne è Frances Clayton, che rimane al suo fianco per ben vent'anni.undefined

La prima pubblicazione letteraria della scrittrice risale al 1968:è una raccolta di poesie, The First Cities, la prima di ben undici raccolte pubblicate negli anni a venire. In quegli stessi anni, lascia l'incarico di responsabile bibliotecaria e partecipa a un workshop di poesia nel Mississippi: sarà la prima volta che la donna si scontrerà con le discriminazioni razziali ancora molto presenti negli Stati del Sud. Una delle sue opere più significative è The Black Unicorn pubblicata nel 1978, in cui la Lorde fa, in maniera magistrale, un viaggio metaforico nel patrimonio culturale africano. In questo periodo non cresce solo la sua notorietà come scrittrice, ma anche la fama come paladina nella lotta a difesa delle donne e dei loro diritti e a favore del riconoscimento dei diritti omosessuali. Audre è ricordata anche come saggista, soprattutto per la pubblicazione di The Cancer Journal, in cui parla apertamente della mastectomia alla quale è costretta a sottoporsi a causa di un cancro al seno. Grande è il suo impegno come attivista: tra i suoi obiettivi, far crescere la visibilità delle donne nere sia a livello nazionale che internazionale. Fonda l'Organizzazione Sisterhood in Support of Sisters in South Africa a sostegno delle donne del Sud Africa, contro l'apartheid. Partecipa a diversi meeting e conferenze come la National Coalition of Black Lesbians and Gays: grande voce quella della Lorde, carica di protesta contro le ingiustizie, volta a far valere i diritti contro ogni tipo di discriminazione.undefined

Audre è già una famosa scrittrice quando pubblica Zami: A New Spelling of My Name nel 1982: in realtà più che conosciuta come scrittrice, per cui già può vantare una buona fama, è nota  per aver preso parte, non solo a parole, alle battaglia in difesa delle donne Afroamericane e per i suoi ideali legati al Femminismo e al Lesbismo. Il libro riscuote un grande successo, tanto da guadagnarsi una recensione sul New York Times, scritta da Rosemary Daniel. La giornalista spiega di come il nome Zami sia originario di un'isola delle Piccole Antille, Carriacou, luogo che ha dato i natali alla madre dell'autrice e rappresenta la solidarietà tra le donne di Grenada, molte delle quali sono rimaste sole per svariati motivi. Le donne si aiutano, si sostengono, lavorano insieme e a volte diventano amanti.undefined

Nel 1991 le viene dato il riconoscimento di Poeta Laureato - poeta premiato direttamente da un re o da un'autorità governativa- della città di New York. Il cancro piano piano le toglie tutte le forze: Audre Lorde muore nel 1992 a Saint-Croix. 

 

Il ricordo di Virginia Woolf

mar 282019

Il 28 marzo 1941 si toglieva la vita una delle scrittrici, saggiste, critiche, nonché attiviste britanniche più innovatrici di tutti i tempi: Virginia Woolf. Se ne andava a 59 anni, Virginia Woolf, dopo aver regalato alla sua epoca e ai posteri, capolavori unici e inimitabili, come Una stanza tutta per sé. Nove romanzi, undici racconti brevi, tantissimi saggi, lettere e diari, costituiscono la sua eredità letteraria, che ha permesso di conoscere la Virginia scrittrice e la sua anima tormentata. Una vita importante, in un contorno di sofferenza e di patologia mentale che non l'hanno mai abbandonata.undefined

 “In fondo al tuo cuore, dunque, il ritmo mantiene il suo eterno battito – non è forse questo che fa di te un poeta? A volte sembra scemare fino a sparire del tutto. Ti lascia mangiare, dormire, parlare come le altre persone. Poi di nuovo si gonfia, cresce e cerca di raccogliere il contenuto della tua mente in una sola danza dominante. Stasera è una di quelle volte. Anche se sei solo, ti sei tolto uno stivale e stai per slacciarti anche l’altro, non puoi proseguire nella svestizione, ma devi subito metterti a scrivere sotto l’impulso della danza. Afferri carta e penna. Non ti curi neanche di tenere bene in mano questa e di stendere bene quella. E mentre scrivi, mentre leghi assieme le prime strofe della ballata, io arretro un po’ e guardo fuori dalla finestra. Passa una donna, poi un uomo. Una macchina rallenta e si ferma e poi – ma non c’è bisogno di dire quello che vedo dalla finestra, né ce n’è il tempo, perché sono improvvisamente destata dalle mie osservazioni da un urlo di rabbia o di disperazione. La pagina è accartocciata in una palla. La penna è piantata dritta con il pennino sul tappeto. Se ci fosse stato un gatto da maltrattare o una moglie da uccidere, questo sarebbe stato il momento. Così almeno deduco dalla tua espressione feroce. Sei amareggiato, scosso, completamente fuori di te. E se devo indovinarne la ragione, direi che il ritmo, che si apriva e chiudeva con una forza tale da provocare scosse di eccitazione dalla testa ai piedi, ha incontrato qualche oggetto solido e ostile su cui si è frantumato in mille pezzi. Si è intrufolato qualcosa che non può essere reso in poesia.”  Dal libro Consigli a un aspirante scrittore

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