Gioconda Belli, Nel paese delle donne
mar 252019Gioconda Belli, è una giornalista, scrittrice, poetessa di origini nicaraguesi, artista coraggiosa, dalle scelte audaci. Nel paese delle donne, pubblicato nel 2011, è un romanzo a tratti utopico, che mai sfiora la banalità e dove ancora una volta emergono la convinzione e i principi che hanno portato l'autrice a lottare febbrilmente per i diritti delle donne.
La Belli ha vestito i panni della guerrigliera e dell'attivista nella lotta del Fronte Sandinista, contro la dittatura che flagellava il Nicaragua, ma è più conosciuta come militante nelle lotte femministe: in una società prettamente maschilista, Gioconda Belli fonda con altre donne il P.I.E, il partito della Izquierda Erotica, il cui impegno è quello di ricercare e mettere in atto nuove strategie per promuovere i diritti delle donne. Nel paese delle donne è ispirato proprio ai ricordi di questa esperienza, che ha profondamente segnato la vita personale e professionale della giornalista. La chiave di lettura utile per quest'opera è l'ironia, vista la gradevole provocazione con cui gli argomenti sono trattati. Risulta particolarmente piacevole la descrizione di un universo tutto al femminile, per la cui comprensione è necessario ricorrere a una buona dose di immaginazione, valore aggiunto che stuzzica simpaticamente la lettura.
Il romanzo è ambientato a Faguas un paese fittizio del centro America: Faguas può essere nell'immaginario il Nicaragua, o qualsiasi altra parte del globo terrestre, dove i diritti delle donne sono diversi da quelli degli uomini. Faguas è un paese in cui la corruzione la fa da padrona, un posto dove si tollera qualsiasi infamia. A Faguas la civiltà è mummificata, i valori umani inesistenti e l'antico e il nuovo convivono in una sorta di rocambolesco equilibrio. Ed è in questo sperduto paese, che la giornalista televisiva Viviana Sanson con le amiche Martina, Eva, Rebecca e Ifigenia fondano il P.I.E., vincendo le elezioni e ribaltando, così, la vita politica e socio-economica. Cinque donne che utilizzano l’arte della seduzione per la scalata al potere, con lo scopo di migliorare la qualità di vita femminile e non solo. Le donne si servono dell'erotismo e non della pornografia: la Belli lo precisa così:
"Eros significa vita, che è il bene più prezioso"
Gioconda Belli immagina di essere supportata nel progetto dalla natura stessa: in questi profondi cambiamenti, il vulcano Mitre, “pallido e azzurro” che da secoli guarda silenziosamente la città, erutta per tre giorni e tre notti di seguito, seppellendo il paese sotto una malata coltre fuliginosa, le cui esalazioni hanno come effetto la riduzione del testosterone, ormone che regola la virilità degli uomini. Grazie al vulcano e agli uomini diventati “flaccidi e panzoni… mansueti come mai prima" il governo può varare un nuovo sistema di gestione sociale. Gli uomini restano a casa per sei mesi con salario anticipato e le donne vanno al lavoro.
Il disegno di Viviana è il progetto della Felicità, che parte dalla propria casa. Tutti devono godere della meritata serenità e tutti devono potere vivere dignitosamente, con una illimitata libertà che conferisce la capacità di sviluppare la creatività e il potenziale umano. La felicità pro-capite come indice di sviluppo, al posto del prodotto interno lordo. Del resto anche Amartya Sen non propone all’Onu di impegnarsi per sviluppare l’indice della qualità della vita?
“Bisogna pensare ciò che pone fine allo spreco di talento legato alla casualità di nascere donna”
Grazie alla pace raggiunta dagli uomini e agli errori commessi dal governo in carica, il P.I.E. riceve una serie di voti e consensi, vincendo così le elezioni.
"PIE è anche il piede, metafora del posare un piede davanti all’altro"
Punti cardine della narrazione sono l'uguaglianza e la partecipazione. Tutto si evolve nelle mani delle donne: torna prepotentemente alla ribalta il potere del femminino, attraverso cui tutto si trasforma e nasce, proprio come accade nel ventre della donna. Finalmente il mondo gira non solo grazie al raziocinio, ma anche ai sentimenti dell'anima e alla forza dettata dal cuore.
Uno degli aspetti più interessanti del romanzo è l'esaltazione della sensibilità e dell'emotività femminile, bandite dagli uomini come debolezze e celate dalle donne in carriera: questi aspetti in realtà rafforzano la capacità di gestire benignamente l'universo che ci circonda.
Simpatica e notevole l'iniziativa della Belli, di adottare un linguaggio che si allontana decisamente da quello politico, per descrivere un partito: l'autrice preferisce utilizzare un lessico molto più vicino alla lingua casereccia e popolare, per eliminare ogni altisonanza e rindondanza. Parole semplici per descrivere un partito capace di ripulire un Paese sporcato dalla noncuranza e dalla lussuria: un'organizzazione politica, che si prende cura del proprio ambiente come una madre si prenderebbe cura di suo figlio. Ognuno può finalmente tornare ad occuparsi della sua vita, della sua casa, delle sue emozioni, rispettando questo pianeta che l'uomo stesso sta distruggendo.
"Questa patria abbandonata, disonorata, venduta, impegnata, spartita ci impegniamo a lavarla, spazzarla, spazzolarla, sbatterla, ripulirla da tutto il fango, affinché torni a brillare in tutto il suo splendore. Un partito che dia al paese ciò che una madre dà ad un figlio, che si prenda cura come una donna si prende cura della sua casa. Ognuno di noi dovrebbe occuparsi della sua vita, della sua casa, delle sue emozioni, di questo pianeta che stiamo distruggendo… occuparsi dunque dei figli, della famiglia senza che questa costituisca una serie di svantaggi”
Gioconda Belli affronta nel suo romanzo svariati temi, drammaticamente attuali, come la violenza e sfruttamento sessuale sulle donne.
A Fragua, la pena di morte è stata abolita, gli stupratori ogni giovedì sono esposti nella pubblica piazza, con tanto di cartello che riporta il loro nome e cognome, età della vittima e tipo di rapporto con la vittima. Durante il resto della settimana, vengono portati fuori dalla prigione per scavare fosse nei cimiteri.
Altra tematica importante affrontata è la necessità di una diffusa alfabetizzazione, con la costituzione di una scuola di quartiere fino a 12 anni per imparare a leggere, scrivere e per dedicarsi alle materie preferite, mentre dai 12 ai 18 anni si frequentano obbligatoriamente scuole vere e proprie. Sia i maschi che le femmine, seguono lezioni di cure materne e di pedagogia, dove imparano le norme basilari per allevare i bambini.
Grande importanza viene attribuita alla pulizia di strade e quartieri: le strade sporche insudiciano l'animo umano, facendo perdere la bontà e l'equilibrio interiore, portando così alla mancanza di rispetto per il prossimo.
Si rende necessario, inoltre, promuovere una nuova etica femminile fondata su attenzione e solidarietà. Questo è il motivo per cui tutti i ministeri sono stati riformati e sono tutti gestiti da donne: non esiste più la figura della donna sottomessa e subordinata, relegata in un cartellone pubblicitario. Esiste la donna forte, che emerge in tutta la sua complessità.
Una società idilliaca quindi, basata su principi bonari, dove insubordinazione è relegata ai margini, se non totalmente schiacciata. Rimane poi così utopico un simile progetto? Al di là del femminino, rispetto, uguaglianza e benevolenza non dovrebbero essere alla base di qualsiasi collettività civile che si rispetti?
Ancora una volta, in questo simpatico e strambo scritto, emerge una Gioconda Belli fiera di essere donna, colma di un orgoglio trasmesso nella sua interezza da sua madre, che l'autrice ringrazia così:
"Per merito suo non ho mai percepito il mio sesso come uno svantaggio e per merito suo l’ho benedetta sin da quando ho avuto coscienza di essere quel che sono."