Il Calamaio Bianco

Tra le righe dell'Albania

Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf

mar 172019

La ricerca è l'argomento cardine di Una stanza tutta per sé, il saggio che nasce dalla magistrale penna di Virginia Woolf, pubblicato nel 1929, che raccoglie e accoglie quanto detto durante le due conferenze tenute dalla scrittrice presso la Arts Society di Newnham e la Odata di Girton nell’ottobre del 1928. Non è stato semplice nemmeno per la Woolf, in quel momento storico e sociale, disquisire su donne e letteratura. Un argomento scottante, che ha dato vita a profonde e lunghe riflessioni sulla tematica che lega il genere femminile alla propria capacità creativa. Virginia Woolf ipotizza di rivivere una giornata di quotidiana normalità di una scrittrice moderna: naturalmente la storia di per sé, è solo un mezzo per poter consegnare al lettore un'analisi della condizione della donna artista della sua epoca.undefined

È importante un'analisi oggettiva di Una stanza tutta per sé, che permetta di poter comprendere nella sua interezza il senso dell'opera, senza l'ossessiva ricerca di un significato che vada al di là del libro, a cui la stessa Woolf ha voluto attribuire un unico e importante senso. La scrittrice britannica ha dato vita ad una lettura scorrevole, senza pretese e priva di parole accusatorie. L'unico e ben riuscito intento della Woolf è quello di catalizzare l'attenzione del lettore su una donna impossibilitata a dedicarsi a quello che la propria vena artistica le propone e le impone. La causa di tale mancanza è data dall'impossibilità di poter avere in casa uno spazio tutto per sé e tantomeno l'indipendenza economica che le possa permettere di dedicarsi alla scrittura o alla lettura.
Nessuna polemica quindi da parte della Woolf, nessuna guerra aperta al genere maschile, nessun indice puntato, solo un semplice se pur profondo pensiero: la donna è imprigionata nel suo ruolo sociale e il suo dedicarsi all'arte non rientra nei meccanismi dei suoi doveri. La donna deve occuparsi della casa, delle incombenze date dal marito e dai figli e tutto quello che riguarda l'intelletto e la sua capacità creativa, diventa difficilmente conciliabile con il ruolo in cui la collettività l'ha in qualche modo relegata.

Partendo da questa semplice riflessione, Virginia Woolf crea un capolavoro, in cui ripercorre la condizione dell'artista donna attraverso la storia, evidenziando tutte le lotte e le dure battaglie e tutte quelle difficoltà, con cui la "l'intellettuale femmina" ha sempre dovuto confrontarsi.

Attraverso Una stanza tutta per sé, l'autrice vuole, però, anche esprimere il suo pensiero su quella che è la strada da percorrere per una reale e tangibile emancipazione femminile: raggiungere l'indipendenza economica e culturale. La donna deve poter arrivare ad un'autonomia economica e in ogni caso essere comunque sempre libera di poter esprimere la propria vena artistica, perché tutto si può togliere ad un essere umano, tranne il libero pensiero:

"Potete bloccare tutte le librerie se volete ma non c’è un cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente”

Virginia Woolf oggi è ricordata come una tra le più audaci scrittrici classiche, che ha contribuito a cambiare il ruolo delle donna nella società. Lei stessa non ha avuto una vita semplice: Adeline Virginia Stephen, è questo il suo vero nome, nasce da uno storico e critico e da una modella. La sua famiglia gode di una serenità affettiva ed economica, ma già da piccola Virginia e sua sorella vengono discriminate, in quanto viene loro proibito di frequentare l'istituto scolastico, a differenza dei fratelli. Le due ragazze ricevono l'istruzione dai genitori e si creano una personale cultura, razziando tutti i libri della biblioteca paterna. Improvvisamente una serie di lutti colpisce la ragazza e la sua famiglia: la morte della madre prima, quella di Stella una sorellastra dopo, feriscono profondamente la futura scrittrice a tal punto da avere le primi crisi a livello psichico. Le brutte vicende purtroppo non finiscono qui: la giovane donna subisce abusi sessuali da parte del fratellastro George, che indeboliscono ulteriormente la sua già scarsa stabilità mentale. Questi orribili traumi non le impediscono di diventare comunque una donna socievole e di dedicarsi all'arte letteraria.undefined

Scrive diverse opere la Woolf, ma solo in Una stanza tutta per sé emerge davvero la sua vena di scrittrice femminista, che culmina con l'auspicio da parte dell'autrice di creare un'associazione pacifista di sole donne. Quando la Woolf muore suicida nel 1941, ancora non può essere definita famosa: una grande riscoperta delle sue letture si deve alla visione del movimento femminista degli anni Settanta. Virginia Woolf, inconsapevolmente, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, consegnava riflessioni sull'universo femminile, valide ancora oggi, a quasi ottant'anni dalla sua morte.

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