Sui giovani che vogliono cambiare il mondo...
set 202024
Guardavo in questi giorni su Youtube vecchi filmati sui giovani sessantottini e sui giovani contestatori del'77. Ascoltavo i commenti dei giornalisti Rai. Ascoltavo le interviste. Ascoltavo le loro critiche alla società dei consumi, al capitalismo, alla politica di allora. Ma cos'è rimasto a distanza di decenni di quei sogni, di quella voglia di cambiare il mondo? Ben poco, forse niente. Mi chiedevo che fine avessero fatto quei giovani e quale fosse stato il loro destino. Oh certo quei filmati d'epoca sono Storia ormai…nient'altro che un semplice “come eravamo”. Ma i loro contenuti? Le loro utopie? Sono rimaste lettera morta. Nient'altro che questo. Mi ricordo ancora nel 1993 quando anche io contestavo il sistema, protestavo contro l'aumento delle tasse universitarie. Ricordo la facoltà occupata. Ricordo le amicizie, gli amori tra quelle aule, in quelle piazze. E ora? Cos'è rimasto a distanza di trent'anni? Ognuno ha preso la sua strada. Ci siamo tutti persi di vista. E quei sogni? Quella voglia di cambiare? Sono rimasti solo ricordi sbiaditi e forse qualche foto d'archivio dei quotidiani di allora. La verità è che sono un uomo attempato e solo. Che impatto pratico e tangibile hanno avuto quei giovani nella società di oggi? Oggi contano i numeri, le immagini, i soldi, i fatti. Oggi nella televisione generalista ci sono talk show feroci e falsi, varietà futili, trasmissioni basate sul gossip e sulla cronaca nera. Questi signori ci dicono oggi cos'è il bene e cos'è il male, ci indicano la via, ci dicono cosa e come pensare. E su Internet la musica non cambia, il canovaccio è lo stesso: ci sono opinion leader e influencer che assolvono la stessa identica funzione di guida. Questi sono i miti odierni. Questi sono i modelli. Non pensate quindi con la vostra testa: rischiereste incomprensioni, difficoltà, solitudine. Seguite il gregge. Non c'è posto per coloro che vogliono combattere contro le ingiustizie! Aveva ragione Debord: viviamo nella società dello spettacolo. Oggi ciò che non viene spettacolarizzato non esiste. Per esistere un gruppo di persone più che essere rappresentativo deve essere rappresentato mediaticamente. Se qualcuno lotta contro il sistema, i mass media non lo rappresentano o lo rappresentano solo in chiave negativa. Non se ne esce da questo vicolo cieco. Guardate ad esempio i giovani di Ultima Generazione. Parlano di loro solo quando commettono azioni vandaliche. Quello è l'unico modo che hanno per far parlare di loro. Non c'è soluzione. La civiltà dell'inibetimento massmediatico è al suo vertice, parafrasando Quasimodo. Tutto ciò che è contro il sistema non viene rappresentato e perciò è invisibile oppure viene ridicolizzato, storpiato, ne viene fatta una parodia. E quei giovani contestatori di quei filmati d'epoca? Saranno vecchi o morti. Saranno finiti disadattati o imborghesiti. Ormai ci sono sulla scena i loro figli e nipoti, che neanche ascolteranno le loro storie. Su via non è tempo di belle idee e di anime belle! I giovani diventano maturi, si integrano nella società, fanno figli, lavorano. Le generazioni si disperdono così in mille e più rivoli. Altri giovani si mettono in testa di cambiare il mondo e rarissimamente lo cambiano. È storia vecchia quanto il mondo, quanto gli uomini!