Il blog di Elio Ria

Spighe di poesia

La mejo nazione

giu 102018

L'Italia


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L'Italia? Ma l'Italia, sor Cremente,
è la mejo nazione che ce sia!
Chi cià 'sto cielo, pieno de poesia
che a guardallo, guardallo solamente


tu te senti venì la fantasia
de strillà al forestiero, come gnente:
'Sto cielo, 'sta bellezza è robba mia,
e voi nun ce l'avete un accidente?!


Guarda li fiori che ce so' da noi,
tu li raccoj a fasci co' le mano
pe' quanti ce ne so'! Mbè, voi o nun voi,


questo qui t'addimostra che nun sbaja
chi dice che de tutto er monno sano
er giardino più sprennito è l'Itaja!


(Sergio Corazzini)

 


Sergio Corazzini considerato il più grande interprete del crepuscolarismo romano, si distrae un attimo dagli atteggiamenti costanti della sua poesia, per regalarci un testo inneggiante alla bellezza dell’Italia, la mejo nazione che ci sia. A inizio del Novecento il poeta interpreta e conserva la sua funzione di intervento nella societas, nonostante domini il desiderio di radicali trasformazioni politico-sociali.
In una lingua con un forte accento romano, Corazzini ci presenta un testo privo di ogni retorica, distante dal canto solenne di D’Annunzio, in cui l’Italia è rappresentata nei suoi elementi naturali e quotidiani di fiori, giardino, cielo. Il sentimento genuino di amore senza inutili condimenti letterali del poeta ci porta ad un’idea di nazione-natura.
Riprendiamoci l’Italia, la nostra patria, con lo stesso amore di un bambino che si dona all’abbraccio della madre. Facciamo il suo bene affinché i nostri figli possano essere fieri di noi.
È tutto!

E ora la parola ad ognuno di noi, una parola che sia fonte di rinnovamento e di saggezza, di giustizia e di libertà, trattata con l’inchiostro del pensiero che pretende un incontro tra amore e dovere, dove la parola è al di fuori dell’inganno del senso.

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