Il blog di Elio Ria

Spighe di poesia

La vita del poeta

dic 242020

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Mi chiedete amico, se mi sia possibile ritrovare qualcuno dei miei versi d’un tempo, e addirittura v’interessa sapere come io sia stato poeta, prima di farmi umile prosatore.
Vi spedisco le tre età del poeta – in me è rimasto solo il prosatore ostinato. Ho scritto i primi versi per entusiasmo di gioventù, i secondi per amore, gli ultimi per disperazione. La Musa mi è entrata in petto come una dea delle parole dorate; ne è fuggita come una pizia, con alte grida di dolore. Però, a mano a mano ch’ella si allontanava, i suoi ultimi accenti si addolcivano. Per un attimo si volse indietro, e rividi come in un miraggio l’effigie adorata d’un tempo!
La vita di un poeta è quella di tutti. Inutile definirne le vari fasi: E adesso:

Riedifichiamo. Amico, il castello precario
Che il soffio del mondo gettò sulla rena.
Rimettiamo il sofà sotto i quadri fiamminghi…

(Gérard Nerval, Un amico)

Non chiedetevi mai il senso della vita del poeta. Non lo trovereste. Lasciate perdere. La vita del poeta è sempre a piè di pagina, ai margini della vita stessa, a volte anche della letteratura. Perché farlo? Per sapere che Nerval si comportò in modo anormale in vari momenti della sua vita? A che servirebbe? A conoscere in fondo la sua follia? La vita del poeta è un sogno, una seconda vita, allorquando la malattia incombe e sconvolge mente e corpo. Del periodo trascorso in clinica dirà: ‘Non mi sono mai sentito così bene’. E qui iniziò il dilagare del sogno nella sua vita reale, e tutto assumeva una logica. Difatti, l’originalità profonda di Nerval è nella percezione del Presente come vibrazione terrestre del destino che è mito. Chiede al sogno di essere così forte da trascinarlo con Sé in altri luoghi. Allora, azzardiamo a dire che la vita del poeta è il sogno di sé stesso nella vita reale.

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