Il blog di Elio Ria

Spighe di poesia

Ah! Quante ne ho subìte

mag 132018

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(G. Torsello, ritratto di A. Rimbaud, 2014)

Romanzo


I                   
    Non si può essere seri a diciassette anni.
   - Una sera al diavolo birra e limonate
   E i chiassosi caffè dalle luci splendenti!
   - Te ne vai sotto i verdi tigli del viale.
 
   Come profumano i tigli nelle serate di giugno!
   L'aria talvolta è così dolce che chiudi gli occhi;
   Il vento è pieno di suoni, - la città non lontana, -
   E profuma di vigna e di birra…
 
II
 
   - Ed ecco che si scorge un piccolo brandello
   D'azzurro scuro, incorniciato da un piccolo ramo,
   Punteggiato da una cattiva stella, che si fonde
   Con dolci brividi, piccola e tutta bianca…
 
   Notte di giugno! Diciassette anni! - Ti lasci inebriare.
   La linfa è uno champagne che ti sale alla testa…
   Si vaneggia; e ti senti alle labbra un bacio
   Che palpita come una bestiolina…
 
III
 
   Il cuore, folle Robinson nei romanzi,
   - Quando, nel chiarore di un pallido fanale,
  Passa una signorina dall'aria incantevole,
  All'ombra del terrificante colletto paterno…
 
  E siccome ti trova immensamente ingenuo
  Trotterellando nei suoi stivaletti,
  Si volta, lesta, con movimento vivace…
  - E sulle tue labbra muoiono le cavatine
 
IV
 
  E sei innamorato. Preso fino al mese d'agosto.
  Sei innamorato. - I tuoi sonetti La fan ridere.
  Gli amici se ne vanno. Sei di pessimo gusto.
  - Poi l'adorata una sera si è degnata di scrivere…!
 
  Quella sera,… - torni ai caffè splendenti,
  Ordini birra o limonata…
 - Non si può essere seri a diciassette anni
 Quando i tigli sono verdi lungo il viale.


A diciassette anni non si può essere seri, lo dice Rimbaud in questo testo in cui immagina un abbraccio, un bacio, un sorriso, un dialogo, un’attenzione.  
Conoscere una persona significa osservarne, seppure in superficie, i gesti, lo sguardo, il modo di camminare; Rimbaud si apposta a coglierne qualcosa, ma l’innamoramento ha sempre un effetto sorpresa, dirompente, non corrisposto. D’altronde, in gioventù le semplicità e le complessità degli affari di cuore sono esposte alla casualità e all’attimo ribelle e compulsivo del sentimento. Rimbaud muore sulle labbra della ragazza, sul suo sorriso di donna già fatta.
Non rimane che cercare uno sguardo altro, ‘sguardo sonoro’ la cui grazia è il mezzo attraverso il quale il sentimento è annunciato con vibranti note di poesia. Una conversione delle attese dello sguardo ad un passaggio all’interno della cosa già vista per una riemersione dell’attimo assoluto che stupisce e confonde in un algoritmico poetico che sa inseguire ed elaborare gli imprevedibili giochi della fantasia errabonda, e soprattutto ristora la cocente delusione.  Il poeta riscrive ma nel contempo  ridetermina l’attimo con nuove coordinate di pulsione fuori dalle logiche dell’industria umana dei sentimenti, dialogando con se stesso, preferendo smaltire la delusione con una birra o limonata in un caffè, almeno per un po’ di tempo. L’amore lo stava attendendo in Inferno, per una Stagione in inferno dove del suo spirito cancellò ogni speranza umana.

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