Il blog di Elio Ria

Spighe di poesia

Salento: una piccola patria

nov 252018

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Bianchi paesi e bianchi
cimiteri,
folto d’uve e di croci,
salso vento greco e fiero
gelsomino di Spagna,
onda di luna piena musicale,
mia terra, mia piccola patria,
strale ti fai,
(così rapida precipita la notte)tà.

(Ercole Ugo D’Andrea, La piccola patria)

Ercole Ugo D’Andrea nacque nel 1937 a Galatone, cittadina del Salento. Intrecciò rapporti di amicizia con Macrì, Betocchi, Luzi e Ramat. Poeta riservato e di grande sensibilità, galantuomo e custode di una letteratura buona in tracce di gentilezza e di gradevole liricità. Il suo linguaggio moderato, umano e religioso, tocca un alto grado di perfezione per copia e scelta di vocaboli, per regolarità di costruzione e unità di tonalità anche musicali. D’Andrea amava starsene nel minuto, nei dettagli di una vita fin troppo lineare di un tempo salentino che non ha uguali, né simili in altri tempi geografici o di immaginazioni. Il suo tempo era scandito negli affetti e valori umani, in un dispiegarsi di sole mediterraneo che risorge nella libertà del tempo in ogni alba. Guardava come l’immenso universo si rispecchiava in un angolo ovattato del Salento, nella sua Galatone, dove morì nel 2002.
Nel 1981 compose la poesia La piccola patria, dopo aver percorso in lungo e largo il salento. Un matto e disperato girovagare non lo portò a scoprire il disagio economico e sociale di una terra alle prese con i problemi di sempre, anzi ammirò paesaggi di mare e di campagna, l’indole compassionevole della gente in Bianchi paesi e bianchi cimiteri,/folto d’uve e di croci,/salso vento greco e fier.

 

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