Il Blog di Rosario Frasca

Le opinioni di un Clown, ovvero: Il mito di Er

Il matrimonio e la menzogna romantica

ott 112017

Dalla discussione su Opinioni di un clown, di Heinrich Boll, libro scritto dallo scrittore tedesco nel 1963.

Riporto alcune considerazioni sul matrimonio scaturite e condivise nella discussione del gruppo di lettura sull'opera Opinioni di un clown, di Heinrich Boll, libro scritto dallo scrittore tedesco nel 1963.

 

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....potrebbe essere la sintesi di "stato" del clown Hans

 

 

Il mio intervento introduttivo

Scaldo l’atmosfera con le mie impressioni di lettura e le conseguenti intime risonanze rimurginate tra i miei neuroni ormai sfittici e le varie tastiere che al momento mi trovavo sottomano. Il mio approccio di lettura è stato molto energico perché ho ritardato l’acquisto del libro fino a qualche giorno prima dell'apertura della discussione. L’energia messa in gioco mi ha subito fatto fermare l’attenzione sulla prima frase, l'esergo scelto dall’autore per introdurre e connotare il romanzo: "Coloro ai quali non è stato annunciato nulla di Lui, lo vedranno, e coloro che non ne hanno udito parlare, lo intenderanno. (Rm 15,21)"


Dunque, come in Anna Karenina, anche in Opinioni di un clown, una frase di San Paolo introduce alla lettura del romanzo. Mentre Tolstoj si appella alla vendetta di Dio ovvero il perdono, in Boll l'appello è sulla capacità d'intendere il vero agire cristiano da parte di chi non conosce il vangelo; persone che, nella consapevolezza di "non sapere" ovvero di non conoscere la verità rivelata da Cristo, si affidano all’istinto rabbioso, alla poesia e a quel “lirismo” da clown ben evidenziato da Eloise; un lirismo molto più vicino alla verità che non la sbeffeggiante, compassata e arrogante ipocrisia sacerdotale dei notabili di turno.

Si entra in argomento.

Il titolo, la dedica ad Annemarie (moglie dell'autore) e la frase di San Paolo (dalla lettera aiRomani) sono i primi segni del romanzo; e ciascuno ha un significato specifico, che guida e orienta verso un tipo di lettura e una interpretazione; anche se, per altri versi, ogni lettura resta soggettiva perché è sempre mediata e filtrata dal vissuto esclusivo ed unico di chi legge.

 undefinedIl titolo "Opinioni di un clown" personalmente mi ha portato ad approfondimenti su "cosa significa essere clown" e che valore possono avere le sue opinioni nel contesto letterario, della storia, del racconto e, in generale, della vita. L'autore stesso, proprio nelle prime pagine del romanzo, fa "pensare" il suo clown con queste parlole:

"Sono un clown. Definizione ufficiale: attore comico, non pago tasse per nessuna Chiesa, ho ventisette anni e uno dei miei numeri si chiama "Arrivo e partenza": una (quasi troppo) lunga pantomima in cui lo spettatore confonde arrivo e partenza fino alla fine." L'interpretazione del personaggio è vincolata quindi a questa definizione che ci presenta un attore che interpreta e mette in scena in chiave comica, i paradossi della vita. Il fatto di non pagare tasse a nessuna Chiesa, fa pensare che questo uomo si sente libero, o meglio , un anarchico. La confusione tra "arrivo e partenza" del suo numero di pantomima, può essere letto come una metafora della vita, ovvero una confusione tra i momenti che la definiscono fisicamente nel tempo: la nascita (rinascita) e la morte.


La religione cristiana, basata sulla nascita, morte (e resurrezione), pregna già dalle prime righe, le vicende narrate nel romanzo.

 

 

 

Entra in scena Socrate

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"O Ateniesi, io ho per voi venerazione e affetto, ma debbo obbedire a Dio piuttosto che a voi; e finchè avrò un soffio di vita e le forse me lo concederanno, non cesserò di filosofare, di esortarvi e di ammonire chiunque di voi mi capiterà. [...] Giacchè, sappiatelo bene, è questo che mi ha comandato Dio, e credo che nessun bene maggiore abbia la vostra città che questo mio zelo a servire Dio, sollecitando voi, giovani e vecchi, a non prendervi cura nè del corpo nè delle ricchezze più che dell'anima, perchè divenga quanto migliore possibile, giacchè non dalla ricchezza deriva la virtù, ma dalla virtù la ricchezza e ogni altro bene ai cittadini e alla città."

 

 

Questa memorabile dichiarazione di Socrate starebbe benissimo in bocca al nostro clown. Il cristianesimo ancora non c'era, ma le teorie della filosofia si sostenevano con la religione. Socrate è stato condannato perchè il suo agire al servizio della Verità (incontrollabile dagli oligarchi del potere) avrebbe dato fastidio all'ordine sociale; il nostro clown... lo stesso.

 

Un inciso su René Girard.

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I Libri di Girard offrono una complessiva spiegazione religiosa dei comportamenti umani e sociali; giudicano Cervantes, Shakespeare, Marivaux e Proust più realisti di Marx; libri che, nel bel mezzo del soqquadro strutturalista sulle sponde del boulevard Saint-Michel, dichiarano: la chiave del paradiso è sotto i nostri occhi da duemila anni, nei Vangeli, dove non abbiamo avuto il coraggio di afferrarla, e Gesù è davvero l'unico Dio fattosi carne per l'eternità, come dicono il papa e le nonne bigotte... Un enorme sasso nello stagno delle nostre discussioni parigine e universitarie.

 

(Michel Treguer - Presentazione Bulzoni - Roma 2005).

 

 

Il rapporto tra Hans e Maria

Premetto un brano di Romano Guardini sul matrimonio cristiano che mi è servito per definire il rapporto tra Hans e Maria.

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"Il matrimonio non è meramente l'adempimento dell'amore nella sua immediatezza, che porta uomo e donna a unirsi, ma la loro lenta trasformazione che si compie nello sperimentare la realtà. Il primo amore non vede ancora questa realtà. Lo stimolo dei sensi e del cuore le conferisce un incantesimo; la avvolge in un sogno di fiaba e d'infinitezza. Solo lentamente essa si apre la strada, quando l'uno vede nell'altro la quotidianità, le insufficienze, il fallimento. Se allora accetta l'altro come è, in modo sempre rinnovato e attraverso tutte le delusioni; se porta con il partner le gioie e le pene dell'esistenza quotidiana così come la grande esperienza di vita, davanti a Dio e con la forza di Dio - cresce allora gradualmente il secondo amore, il vero e proprio mistero del matrimonio." (Romano Guardini - Matrimonio cristiano e verginità - Il Signore - Vita & Pensiero - Morcelliana)

 

Hans e Maria sperimentano il primo amore; l'amore non ancora trasformato dalla quotidianità coniugale. Considerato che l'amore cristiano trova nel secondo amore la coerenza della conversione, le mie riflessioni guardiniane - stavolta Girard aspetta da una parte - mi hanno condotto a riscrivere la storia di Hans e Maria nel modo seguente: Hans, toccato e sconvolto dalla morte della sorella, sente in sé un disperato bisogno d'amare e d'amore; il bisogno di una affettività che la sua età e la teutonica madre, cerbera e inebriata dal fascinoso potere del denaro, non sono in grado di offrirgli.

Maria, il primo amore, diventa così per Hans l'amore definitivo, coniugale e materno; un amore totale in cui annientare se stesso, in cui perdersi. Questo amore spaventa Maria e la spinge a rifugiarsi nell'accomodante, protetta e rassicurante coniugalità di un matrimonio cattolico. Hans acconsente per amore ma "la casta dei cattolici" chiede di più: vogliono che i figli siano educati al cattolicesimo. Hans non ci sta, si rifiuta e Maria fa la sua scelta rassicurante. Hans il clown diventa la pecora nera; il capro espiatorio di una società distrutta dalla guerra che cerca di rifondarsi sul "mito" falsamente cattolico; un mito fondato sulle regole dei sacerdoti e non sull'amore cristiano.

 

undefinedL'attualità di questa divaricazione tra società reale e chiesa cattolica è confermata dal fatto che finalmente un Papa innovativo come Francesco ha convocato un Sinodo straordinario per trovare rimedio a situazioni balorde e ipocrite che non fanno che alimentare l'anticlericalismo mai sopito che, personalmente considero ormai svilito e anacronistico. Il matrimonio che cerca (e vive) Hans è puro; quello che gli offre Maria è corrotto e imbrattato di mondanità clericale. Il clown Hans abdica e si lascia uccidere nella moltitudine emarginata di una stazione. L'arrivo, la partenza, i treni, i viaggiatori, Maria, gli emarginati, i mendicanti, tutti si confondono nel movimento e svaniscono nel nulla assoluto.

l buio rassicurante del caos primordiale.

 


La necessità di rifondazione sociale che Boll descrive nel romanzo, fa emergere contraddizioni che ancora  adesso caratterizzano la società evoluta del terzo millenio; contraddizioni che nessuna alchimia potrà mai ridurre a semplici convenzioni sociali. L'amore tra l'uomo e la donna non è scritto sui libri nè sui registri parrocchiali ma è quel secondo amore che Romano Guardini è riuscito a definire con chiarezza: un amore che prende linfa dalla realtà vissuta nella quotidianità coniugale. Un amore che piano piano accoglie e ama l'altro così com'è "nella buona e nella cattiva sorte" diceva una volta la formuletta del prete; quello che "univa due metà" in matrimonio; anzi due unità che il "secondo amore" guardiniano, piano piano potrà trasformare nelle due metà dell'unità coniugale.

 

 

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Per chi desidera sbirciare cosa ci siamo detti nella discussione, ecco il link:  Discussione Opinioni di un clown

 

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