Il blog di Rosella Rapa

Tourismi letterari

Storia del Fantasy - King Arthur - P1°

gen 102019

Il Ciclo Arturiano :

Dalla invasione dei Normanni alla scoperta dell'America


Lasciamo dunque gli amici che non possono più percorre il cammino con noi, lasciamo andare le storie di Dei e di Eroi che appartengono all'antichità, sorvoliamo i secoli bui e dopo un viaggio di circa 1000 anni ritorniamo in Britannia.
I Celti sono stati conquistati dai Romani, hanno fraternizzato, poi le legioni romane sono state richiamate in Italia, per combattere invasori venuti dal nord. Senza un esercito regolare i Celti subiscono le invasioni degli Angli e dei Sassoni; per finire i Normanni, già stabiliti da secoli nel nord ovest della Francia, varcano il mare e si stabiliscono nella Britannia meridionale, che ora si chiama Angleterre, Inghilterra.

undefined

Come i Romani secoli prima tentarono di giustificare il loro predomino commissionando l'Eneide (una brutta copia di Iliade e Odissea mescolate a caso), i Normanni cercavano una figura che giustificasse i loro latrocini: c’era, bella pronta, e si chiamava Arthur: bisognava soltanto dargli una buona ascendenza e una corretta discendenza. Fu così che intorno al 1135 uno storico Gallese, Geoffrey of Monmouth (in realtà definito dai contemporanei “inventore di fantasie, visionario, buffone, e così via") unendo alle battaglie di Arthur vita e oracoli del profeta Myrrddyn (Merlino), ottenne tiepidi consensi come storiografo, ma un successo straordinario come scrittore letterario: “la Storia divenne Leggenda, e la Leggenda divenne Mito": il Ciclo Arturiano.

undefined

In pochi secoli gli scrittori riusciranno non solo ad espandere il mito in maniera assoluta, totale; ma anche a dettare le vere e proprie regole dell’ambiente Fantasy Classico: cavalieri erranti, duelli, viaggi, castelli favolosi o perigliosi, damigelle affascinanti, amore, dovere, lealtà, pericoli estremi, mostri, incantesimi, fate, streghe, maghi, veggenti, creature dei boschi… il tutto, sempre “alla corte di Artù”, il Grande Re. Qualsiasi leggenda, intrigo, fatto inspiegabile, tutto veniva riportato alla sua corte.
La storia continuò in Francia, principalmente per opera del grande Crétien de Troyes, in Germania, con Parsifal, ed in seguito dilagò per tutta Europa, dalla Italia alla Penisola Scandinava, con così tanti autori, che diventa quasi impossibile citarli tutti. Persino le Crociate daranno il loro contributo con la storia del Sacro Graal. Ogni leggenda che nel corso del medioevo fu narrata e trascritta venne letteralmente “assorbita” dal ciclo arturiano, trasformandolo in un vero e proprio pandemonio di avventure, svolte in tempi incongruenti tra di loro, e da personaggi che non potevano mai essersi visti, perché nati in luoghi lontanissimi, nel tempo, come nello spazio. Il ciclo arturiano subì anche l’influenza del periodo storico, (parliamo di 300 anni molto turbolenti) tanto che alcuni personaggi, e anche alcuni elementi originari, ne risultarono stravolti, spesso per motivi politici o religiosi.

 

 

undefined

Nel complesso, per generazioni e generazioni, la figura del Grande Re Artù fece da centro per la costruzione Fantasy più ricca e variegata che si sia mai vista, capace di rivaleggiare con le più antiche e complesse mitologie nordiche e mediterranee; ma con una profonda differenza: la cognizione dello scrittore. Chiunque aggiunse una parte alla costruzione principale, sapeva perfettamente che stava entrando in un regno fantastico, dove poteva raccontare una storia, una leggenda, esprimendo al massimo la propria inventiva e la propria capacità letteraria.

Per il momento salutiamo il Grande:

Arthur: rex quondam, rexque futurus.
Re per sempre, il Re del FANTASY.


Gwendydd

Storia del Fantasy : la fine di un'era

nov 292018

La Storia si affaccia : i Grandi Miti sono soverchiati

 

Gli articoli Fantasy non sono in ordine cronologico: non avrebbe senso. Tuttavia viene impietoso il momento in cui in Europa calano le tenebre delle guerre e dell’ignoranza, e molte epopee andranno perdute.
Siamo alla fine dunque? Mai e poi mai. Il Fantasy smarrito verrà prima o poi ritrovato, anche se questa Ode segna la fine di un’era, l'era delle Fate, degli Eroi, dei grandi Viaggi e dei sogni di Libertà.

undefined 

Primo coro dell’Adelchi

Dagli atri muscosi, dai fori cadenti
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
Dai solchi bagnati di servo sudor,
Un volgo disperso repente si desta;
Intende l’orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.


Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce dai padri la fiera virtù;
Nei guardi, nei volti confuso ed incerto
Si mesce e discorda lo spregio sofferto
Col misero orgoglio d’un tempo che fu


S’aduna voglioso, si sperde tremante;
Per torti sentieri, con passo vagante,
Fra tema e desire, s’avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa
Dei crudi signori la turba diffusa,
Che fugge dai brandi, che sosta non ha.


Ansanti li vede, quai trepide fere,
Irsuti per tema le fulve criniere,
Le note latebre del covo cercar:
E quivi, deposta l’usata minaccia,
Le donne superbe, con pallida faccia,
I figli pensosi pensose guatar


E sopra i fuggenti, con avido brando,
Quai cani disciolti, correndo, frugando,
Da ritta da manca, guerrieri venir:
Li vede, e rapito d’ignoto contento,
Con l’agile speme precorre l’evento,
E sogna la fine del duro servir.


Udite! Quei forti che tengono il campo,
Che ai vostri tiranni precludon lo scampo,
Son giunti da lunge, per aspri sentier:
Sospeser le gioje dei prandj festosi,
Assursero in fretta dai blandi riposi,
Chiamati repente da squillo guerrier


Lasciâr nelle sale del tetto natío
Le donne accorate tornanti all’addio,
A preghi e consigli che il pianto troncò.
Han carca la fronte dei pesti cimieri,
Han poste le selle sui bruni corsieri,
Volaron sul ponte che cupo sonò.


A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor;
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloquj d’amor.


Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
Per greppi senz’orma le corsa affannose,
Il rigido impero, le fami durar;
Si vider le lance calate sui petti,
A canto agli scudi, rasente gli elmetti,
Udiron le frecce fischiando volar.

E il premio sperato, promesso a quei forti
Sarebbe o delusi, rivolger le sorti,
D’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.

Il forte si mesce col vino nemico;
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha.

Alessandro Manzoni.

undefined

Non temete gentili lettori:

La Soria Continua !!!!!

Gwendydd

Storia del Fantasy - Tra Irlanda e Scozia

nov 122018

Leggende irlandesi e scozzesi : la saga di Fionn Mac Cumhaill.


Ho deciso di citare questa saga, perché porta elementi comuni ad altre culture, ed elementi totalmente nuovi. A differenza della vicenda di Cú Chulainn, le cui imprese sono raccolte in un testo antico, la saga di Fionn, o Finn è stata tramandata oralmente, fino al secolo XIX. E’ quindi più complicato ricostruirne con precisione la storia, perché le varie fonti differiscono in alcuni particolari.

Finn discende dal dio Lugh, fratello della madre. Da piccino, Finn si salva da un massacro dopo essere stato gettato in acqua, aggrappandosi alla coda di un salmone. Il salmone era considerato un essere prodigioso dagli antichi celti: loro lo vedevano come un pesce capace di vivere sia nel mare, sia nei fiumi sia nei laghi: se conoscete Irlanda o Scozia potete capire da soli quanto ciò sia importante. In caso contrario … dovrete fidarvi del mio giudizio. Il salmone darà a Finn un altro potere: la completa conoscenza. Assaggiando un salmone magico, per verificarne la cottura, Finn, senza volere, toglierà questo dono al bardo suo maestro. Finn sarà così guerriero, poeta, e mago. Sua moglie sarà una Side, una Fata.

undefined

Finn viene allevato dalla nonna, o secondo altre versioni da due zie: druidesse, capaci di sparire nel folto della foresta nascondendosi tra le nebbie. Senza formule incantate.
La sua educazione è rigida, da vero guerriero.
La prima impresa di Finn è pervasa di prodigio: con una lancia magica deve uccidere un potente incantatore, un Sid, capace di addormentare ogni guerriero con una musica fatata, e di distruggere ogni cosa con un fuoco magicamente evocato. Finn riesce a sconfiggerlo, divenendo così capo dei Fianna, tribù di guerrieri nomadi. Altre avventure lo portano ad affrontare giganti, uomini e donne, spesso provenienti dal popolo del Sid. Con l’aiuto del fido cane Bran, dotato di poteri straordinari, naturalmente, perché proveniente dal Sid, Finn sconfigge mostri, giganti, e sventa incantesimi di streghe. In seguito, a lui si uniranno il figlio Oisin, e il nipote Oscar. Finn non affronta solo avventure guerriere, ma anche magiche: ben due volte diventa vecchio e cadente, e riuscirà a ritornare giovane e forte. Solo con un inganno, una druidessa dei Sid, riuscirà a far sì che il suo popolo riesca infine a sconfiggere Finn. Con l’aiuto di uccelli stregati: mezzo estremamente sleale.

undefined

Cosa ci porta di nuovo questo racconto? Un altro passaggio tra mondi: qui il Sid, o, in altre versioni, il regno dei Tuatha de Danann, (magici abitanti dell’Irlanda prima dell’arrivo degli esseri umani) non è solo popolato da amici degli uomini, ma da veri, potentissimi nemici. Un mondo diabolico: ricompare l’eterna lotta tra il Bene e il Male.

undefined

Le leggende risentono fortemente della interpolazione cristiana, che bolla le donne dotate di poteri magici come “streghe”, e non ammette un passaggio nell'aldilà, se non connotato da elementi infernali. Tuttavia desidero citarvi un passo, che ritengo estremamente Fantasy, e fortemente simbolico:

“Il gigante che portava il maiale (…) ha nome Pigrizia. La giovane donna che lo costringe a camminare è (…)l’Energia. (…) L’uomo con i molti occhi lucenti è il Mondo (…) il montone sono i peccati dell’uomo. Quella megera laggiù è l’Età, che fa avvizzire gli uomini. I due pozzi da cui hai bevuto sono la Falsità e la Verità. Perché una bugia è dolce all’inizio, ma amara alla fine; e la verità è il contrario

undefined

Anche questo, gentili lettori, è il FANTASY.

Gwendydd la Celtica

Storia del Fantasy - Fate Irlandesi

nov 102018

Leggende irlandesi: la saga di Cú Chulainn.


Bisogna avere un po’ di coraggio, per leggere il testo originale. Infatti, esso è molto crudo, spesso sanguinario; ma proprio per questo, rivela la sua autenticità, poco mediata da interpolazioni moralistiche successive.

undefined

Cú Chulainn è nipote del re Concobor, personaggio altrettanto mitico, e in parte discendente, per matrimonio, da un Dio del Sid. La sorella di Concobor, donna guerriera, concepisce un figlio in modo anomalo, cioè ingerendo un seme lasciato da Lug, abitante del Sid. Abbiamo quindi un nuovo semidio, un eroe, secondo l’accezione greca. L’eroe viene allevato, secondo il costume celtico, da una famiglia di rango superiore alla sua (Fergus, guerriero saggio e di gran valore, sarà il padre adottivo). In seguito verrà mandato da donne guerriere per imparare l’arte del combattimento.

undefined

Cú Chulainn è pervaso dalla riastartha, il furore prodigioso che ne decuplica le forze. Sin da bambino, questa forza prodigiosa lo rende più forte di un adulto. Intanto gioca a palla: (Calcio? Baseball? Cricket? Molto interessante, in ogni caso). Non è solo la forza a rendere Cú Chulainn un prodigio: scalda l’acqua gelida, usata per il bagno, fino a rompere la tinozza, ed in età precoce già s’innamora. Non soccombe alle pozioni magiche, e’ capace di uccidere le streghe. Parla con le Fate, le Side, figlie degli eroi dell’ “altro mondo”. Un mondo parallelo, al quale solo pochi eletti possono accedere. Cú Chulainn, addirittura, combatte per loro, e, naturalmente, vince. Innamorato di una Fata, per rispetto alla sua sposa la abbandona, e deve bere la bevanda dell’oblio per dimenticarla.

undefined


Una digressione: per avere la precedenza nell’entrare nella sala dei festini, le mogli dei più valenti guerrieri si battono a colpi di spada! Sarà Medb, (o Maeve), regina e guerriera, risolvere la disputa. Per poco. Dovrà intervenire un Sid, un membro del popolo fatato, capace di farsi mozzare il capo e rimetterlo al suo posto, per definire senza altri dubbi la disputa: Cú Chulainn diventa eroe tra gli eroi, e sua moglie ne gode i diritti. L’eroe riesce persino a rifiutare l’amore di una dea, Morrigan (la discordia) senza pagarne le conseguenze.

undefined

Fantasy sin dall’inizio, la vicenda prosegue fino ad una guerra. E qui siamo nell’ Heroic Fantasy. La rivale di Cú Chulainn e Concobor è Medb (Maeve), trasposizione di un’antica dea della fertilità. Suo marito è Ailill, che lei definisce “non geloso”, suo amante Fergus, che possiede la magica spada Caladbolg. Ricordate questo nome, prego. Concobor e Cú Chulainn, un tempo amici di Ailill e Maeve, ora sono in guerra. Druidi, profetesse e satiriste (sacerdotesse che con parole di scherno offendono i guerrieri e lanciano incantesimi) partecipano attivamente alla disputa. Spesso i druidi, o le druidesse, sono a loro volta guerrieri.
Cú Chulainn vincerà la guerra per conto di Concobor, suo re, ma infine sarà a sua volta ucciso in duello. La morte dell’Eroe, secondo la tradizione dei celti, segna il suo passaggio onorevole verso l’ Annwn.

undefined 

Ho riassunto qui questa vicenda, da noi poco nota, per spiegare quanto il Fantasy moderno sia debitore alle antiche tradizioni celtiche. Nella saga trovano spazio molti altri racconti, e poesie. Le donne ne sono parte essenziale. Sono protagoniste, non semplici comparse. Sono le nostre Antiche Eroine : medici, scrittrici, giudici, poetesse, satiriste, guerriere, amanti gelose, regine, condottiere... sono passati 2000 anni e più, ma è a loro, sapendolo o meno, che ci ispiriamo.
Spero di avervi annoiato: ma un esempio vale, a mio parere, più di mille citazioni.

Perché questo, gentili lettori, è il FANTASY.

Gwendydd la Celtica

Storia del Fantasy - I ricordi Gallesi

nov 052018

La tradizione Gallese: Il Mabinogion

Il Mabinogion è un’antica raccolta di testi gallesi, che ci portano direttamente nel loro mondo magico, mai separato da quello che io chiamo mortale, e non reale. Perché, per i celti, entrambi sono reali. Veritieri.

undefined

Il primo racconto inizia proprio con un’avventura nell’oltretomba, l’Annwn, che vede protagonista Pwyll, un principe gallese, che compirà gesta guerriere per conto del re stesso dell’Annwun, del quale assume le fattezze. Il racconto poi vira bruscamente, e la protagonista diventa Riannon, una donna che ha deciso di sposare Pwyll. Gli compare innanzi, per la prima volta, su una collina magica, cavalcando un cavallo magico, e magico è il suo sacco, l’unico elemento che ha bisogno di una formula specifica per mostrare la sua magia. Anche il loro figlio, Prydery, subirà magie senza avvedersene. Questa storia ha un lieto fine: la famiglia riunita avrà pace e prosperità. Molto importante è la figura di Riannon, antica divinità celtica, accettata persino dai romani, con il nome di Epona.

undefined

Cosa c’è di più Fantasy?  Passaggi nell’oltretomba, cavalli magici, sparizioni e riapparizioni altrettanto magiche: tutto senza alcuna veste di surreale, o di onirico.

Morto Pwyll, Prydery e Riannon compaiono in un altro racconto, i cui magia e realtà, Annwn e mondo mortale si fondono nuovamente. Prigionieri di un incantesimo, saranno infine liberati da un vescovo (direi un druido, eliminando l’interpolazione cristiana) insieme ai legittimi consorti.

 undefined

Non posso riassumervi tutti i racconti del Mabinogion in questo breve articolo: posso solo indicarvelo come una delle migliori trasposizioni dei miti celtici, trasformati in racconti magici, o leggende, per salvarli dall’oblio. Vi si trovano riferimenti alle loro antiche divinità, ai loro culti, il tutto trasposto tramite una complessa simbologia preservata attraverso il tempo e le trascrizioni. Per esempio, il taglio della testa, che a noi può sembrare macabro, era in realtà un omaggio al valore del guerriero: il corpo non aveva importanza, ma la testa doveva avere degna cerimonia di sepoltura, per l’amico come per il nemico. Aveva anche un potere magico, difensivo, contro attacchi nemici: questo tema non sarà ripreso dai moderni scrittori, non facilmente.

Qui troviamo anche antichi racconti che si ricollegano ciclo Arturiano: ma li riprenderò in seguito.

 undefined

Il libro si può trovare: vi invito a leggerlo, per conoscere un popolo quasi dimenticato, e i loro miti, che tanto ci hanno lasciato. Ma dovete leggerlo con mente aperta, accettando una cultura che potrebbe farvi anche impressione. In particolare, i concetti di Bene/Male, Luce/Buio, Giustizia, Matrimonio, sono spesso diversi da quelli presenti nella nostra consuetudine. E una degna morte può essere un lieto fine.

I celti vivano in un mondo magico, (sarebbe meglio dire mitico) tutta la loro vita. Era la loro visione dell’esistenza.

Da tutto questo, gentili lettori, nascerà il FANTASY.

Gwendydd la Celtica

Atom

Powered by Nibbleblog per Letteratour.it