mag 062023Le Scuole Residenziali Indiane.
Le tombe senza nome e le scuse di Papa Francesco
Tratto dal Comunicato Stampa
È uscito a fine aprile:
“Le Scuole Residenziali Indiane. Le tombe senza nome e le scuse di Papa Francesco”,
di Raffaella Milandri, a cura della Mauna Kea Edizioni.

Un libro d'inchiesta che fa luce sugli eventi che hanno scosso il Canada e la Chiesa Cattolica tra il 2021 e il 2022. Qual è il significato e quali le conseguenze dei fatti avvenuti in Canada?
Alla fine di maggio del 2021 una ondata mediatica, presto propagatasi a livello mondiale, annunciava i ritrovamenti, presso scuole residenziali indiane in Canada di tombe senza nome di giovani nativi: gli studenti. Erano così messi sotto accusa il sistema dei collegi indiani del Nord America, le Chiese che hanno gestito tali scuole, in particolare quella cattolica, e il Governo Canadese. (ricordiamo che il Quèbec è francofono e cattolico).

L’opera, la prima ad affrontare in modo meticoloso e rigoroso la questione, analizza le origini del sistema educativo di assimilazione e cristianizzazione rivolto ai Nativi, i tragici report governativi e le testimonianze che ne hanno denunciato i metodi. Non si tratta solo di tombe senza nome, ma di violenze, abusi sfruttamento e nessun rispetto per la vita. Infine, racconta le pressioni sul Papa perché si “scusasse” con i Nativi a nome della Chiesa Cattolica per gli abusi e le violenze perpetrati in tali scuole.
Tra fine marzo e fine luglio 2022 Papa Francesco, prima ricevendo una delegazione indigena canadese in Vaticano, e poi recandosi di persona in viaggio penitenziale sul suolo Canadese, ha incontrato le comunità delle First Nations, dei Métis e degli Inuit ed ha affrontato molte critiche, ma ha raccolto anche consensi. Alla fine del suo viaggio, ha affermato che il trattamento riservato ai Nativi è stato un “genocidio”. Le parole del Papa e le sue scuse, analizzate e soppesate dai media e dal mondo accademico, hanno sicuramente fatto puntare i riflettori sui gravosi problemi dei diritti umani dei Popoli Indigeni e sulle responsabilità del colonialismo.

Dice la dott.ssa Milandri, giornalista e antropologa:
“La ricostruzione storica degli antefatti è stata semplice. Ma come si siano mossi i media, i governi Canadese e Statunitense e la Chiesa Cattolica, invece, ha richiesto una verifica scrupolosa delle fonti mediatiche e accademiche. Verifica che ha portato a delle scoperte inaspettate, sia sulla situazione delle tombe senza nome in Canada sia sulle pressioni esercitate su Papa Francesco. Non ultima, la evidenza del ruolo avuto dai media. Riguardo a questa vicenda il Papa si è dimostrato di parola, pur con la responsabilità enorme del suo ruolo e i limiti che ne derivano ”.

Poco prima di andare in stampa, a fine marzo 2023, c'è stato l’annuncio del ripudio della “Dottrina della scoperta” da parte della Chiesa cattolica, tema dibattuto nel testo, che vanta una ricchissima bibliografia.
La Dottrina della Scoperta
Secondo il Forum permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene, la dottrina della scoperta è nata con la bolla Romanus pontifex del 1455. Questa dottrina, che ha dato vita al concetto di terra nullius, sancisce il principio secondo cui ogni monarca cristiano che scopre terre non cristiane ha il diritto di proclamarle sue perché non appartengono a nessuno. E' una dottrina che gli europei hanno usato per centinaia di anni per giustificare l'occupazione, il saccheggio e l'espansione coloniale delle terre colonizzate in nome di principi legali o di altro tipo. È definito nella sua realtà attuale come il patrimonio giuridico di principi discriminatori volti a giustificare il comportamento dei paesi che colonizzano e scoprono.
Sempre secondo i membri del Forum, la dottrina della scoperta e le "scuole residenziali" erano "vettori essenziali della riduzione in schiavitù dei primi popoli" .
E' stata pubblicamente ripudiata da Papa Francesco in Canada.
L'Autrice
Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti dei Popoli Indigeni, è esperta studiosa dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. In seguito alla sua adozione presso la tribù Crow, presso la stessa famiglia che in precedenza aveva adottato Barack Obama, il compianto Maurizio Costanzo ha dato visibilità alla Milandri, ospitandola in alcune trasmissioni.
Il Libro
Titolo Le Scuole Residenziali Indiane.
Le tombe senza nome e le scuse di Papa Francesco
Autrice Raffaella Milandri
Casa Editrice Mauna Kea Edizioni
Pag. 258
Edizione prima edizione
Uscita aprile 2023
EAN/ISBN 978-88-31335-43-0
Prezzo 18,00 euro
apr 202023
Una serie seria con argomento serio realizzata seriamente.
Con eleganza, tatto, ottima ricostruzione. Ispirato a storie vere, con personaggi veri.
Una pagina di storia che non conoscevo.
A Marsiglia e dintorni, un gruppo eterogeneo di Americani, Francesi ed esuli dalla Germania si mette in gioco rischiando la propria incolumità per salvare il maggior numero possibile di persone, ebrei, dissidenti politici, prigionieri Inglesi, imbarcandoli di nascosto su una nave diretta in Giamaica, o facendoli attraversare il confine con la Spagna. Intanto la Francia viene invasa dai Nazisti, stringendo Marsiglia in una morsa, e negli USA eleggono Roosvelt.
Non servono molte parole: è un prodotto gradevole ed intenso, con bei personaggi, coinvolti emotivamente e spinti dal senso del dovere. La guerra vera resta dietro le quinte. Alcune critiche lamentano questo fatto, trovando la serie troppo leggera e patinata.

Dipende dai punti di vista: per chi vuole realtà dure e crude, ci sono altri tipi di serial tra cui scegliere; Transatlantic sceglie di raccontare le persone, con i loro sentimenti e le loro contraddizioni, in un residuo angolo di Europa in cui la guerra è ancora sospesa, ma per poco. Nel finale, i Nazisti completano l'invasione della Francia. Inizia la Resistenza: tutta un'altra storia.

apr 132023Fy - HOLLYWOOD - Serie Televisiva


Non fermatevi ai primi episodi: sembrano mostrare un gruppo di falliti disposti a tutto, veramente a tutto, per poter pagare l'affitto, mentre sognano di entrare nel mondo del cinema. Poi la Serie prende corpo, con toni sarcastici e dissacranti, per arrivare ad un finale totalmente immaginario. Un Fantasy quasi reale nel falsissimo mondo del ciema, che ci fa concludere : "Come si sarebbe evoluto il mondo se..."
apr 022023
Partito dai Grandi Poemi Epici, con alti e bassi attraverso i secoli, il Fantasy si è evoluto fino ad arrivare sui piccoli e grandi schermi sfruttando tutte le potenzialità dei colori, dei paesaggi dei costumi, degli effetti speciali. Tutto a scapito del contenuto. Lo stesso è accaduto alla sorella Fantascienza, che dal positivismo iniziale, con tanta fiducia nel futuro, è arrivata a mostrarci strani universi distopici, che ci regalano immagini sempre più tremende. Per trovare nuovi spunti e nuovi spazi, i due filoni del fantastico si uniscono e si contorcono, in un percorso senza fine che ormai ha come scopo principale il ricorso a effetti puramente visuali, per stupire lo spettatore.
Il passaggio dal libro al video è un percorso logico: meglio gustarsi un film da 3 o 4 ore, comodamente seduti mangiando popo-corn, piuttosto che impegnare giorni e giorni in letture intricate. Adesso abbiamo persino gli audiolibri, da ascoltare durante il relax o mentre si sbrigano faccende noiose. Stiamo sbagliando? In fondo le prime saghe si ascoltavano dalla voce dei cantori, che impegnavano la loro inventiva per attirare più spettatori possibile.

Il punto forse è proprio questo: l'inventiva. La vicenda può risultare piacevole o noiosa, tutto dipende dall'abilità del narratore. A volte si ripercorre anche una storia vera, senza essere didascalici. Tutto questo l'ho trovato in due film molto pubblicizzati come prodotti per il grande pubblico:
AVATAR

Qualcuno ha commentato il secondo film (La Via dell'Acqua) dicendo che poteva essere visto senza conoscere la storia precedente. Io l'ho guardata lo stesso, e consiglio vivamente di farlo. Avatar ci racconta una storia che è la "nostra" storia, una evoluzione di concetti che ci hanno guidato in questi anni del nuovo secolo, e che vorremmo veder continuare.
Il primo film, l'originale, si apre con una poderosa invasione militare di un pianeta pacifico immerso nella Natura. Il linguaggio alla John Wayne porta subito l'attenzione agli USA, in particolare all'invasione dei territori appartenenti ai Nativi Americani, rappresentati dalla popolazione del pianeta sconosciuto. Con mezzi di ogni genere i terresti, nostri discendenti, cercano di impadronirsi di luoghi incontaminati per cercare un minerale prezioso, senza alcun riguardo per gli abitanti e per l'essenza stessa del Pianeta, che non si limita a ciò che è immediatamente percepibile, ma va oltre, coinvolgendo sentimenti profondi e legami spirituali magnificamente rappresentati. Il cinema d'animazione va oltre la letteratura, mostra ai nostri occhi uno spirito superiore. Nessun discorso teologico, per carità; solo un sogno ad occhi aperti, immaginato con uno slancio positivo che da tempo non si vedeva né si leggeva. Nel Film, fortunatamente non tutti i terrestri sono dei criminali senza coscienza, e questo permette un finale di ampio respiro.

Non ci si aspettava un sequel, eppure, dopo 15 anni, è arrivato. Cos'altro c'era da dire? Molte cose, proprio perchè gli anni sono passati, e la nostra società affronta temi morali sempre più difficili e controversi, che ci coinvolgono anche nella vita di tutti i giorni. Diversità apparente, tolleranza, accoglienza, cambiamento. Tutto è scatenato dai terrestri che ritornano, peggiori di prima e con desideri di vendetta. Gli eroi del primo film devono lasciare la loro casa tra le magnifiche foreste e affrontare un lungo viaggio verso l'ignoto, che li porterà a conoscere altri popoli, altri mondi, tra isole e profondità marine sempre più fantastiche.
Non mancano le difficoltà: la sensazione di sentirsi diversi, i conflitti famigliari, i ragazzi troppo turbolenti. Problemi molto vicini ai nostri, eppure di non facile soluzione. Il finale è a sorpresa, di nuovo molto positivo, e con una buona visione del futuro: rarissima, ormai, nel Fantasy come nella Fantascienza.


mar 262023Con vero piacere ospito qui le immagini e il resoconto della Laurea in Antropologia della scrittice Raffaella Milandri, autrice e traduttrice di numerose opere riguardanti i Nativi Americani. Con questi lavori sta portando all'attenzione del pubblico la drammatica storia di questi popoli, rivedendo dalla Loro Parte la tanta esaltata "conquista del West", che non avrebbe dovuto affatto essere conquistato, perchè appartenente ad altri.

Raffaella Milandri in abito Crow
Raffaella Milandri si laurea in Antropologia a Bologna in abito nativo americano Crow. La scrittrice dedica il suo nuovo titolo di studio alle vittime dei collegi indiani
Raffaella Milandri nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia Black Eagle, della tribù nativa americana Crow, in Montana. Da allora, la sua passione per i Popoli Indigeni si è focalizzata sullo studio dei Nativi Americani e sulla divulgazione della loro cultura.
Venerdì 17 marzo 2023, presso la Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Raffaella Milandri, scrittrice e giornalista, ha conseguito la Laurea in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali. Un titolo di studio specifico, dice la Milandri, “ che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”.

Una particolarità è che durante la cerimonia di laurea ha indossato l’abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. E' solo dal 2017 che esiste una legge (SB 319) in Montana che permette ai Nativi Americani e loro familiari di laurearsi con il "tribal regalia" ovvero con l'abito tradizionale tribale. In precedenza poteva essere proibito. In virtù di questo, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 con una circolare ricordava ai membri tribali la possibilità di indossare l'abito tradizionale Crow in queste occasioni. E' in quel momento che la Milandri ha chiesto alla famiglia Black Eagle se aveva la possibilità, in quanto membro adottivo, di indossare l'abito tribale in occasione della sua laurea di marzo 2023.
Da allora, Audrey Black Eagle ha lavorato alacremente per confezionare l’abito che la Milandri ha indossato alla cerimonia di laurea, che prevede una complessa decorazione. Dice la Milandri: “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa. Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

Arriva anche una breve dichiarazione da Cedric Black Eagle: “Un saluto a tutti i cittadini italiani, sono Cedric Black Eagle, mia moglie Audrey ed io vorremmo ringraziare la nostra sorella adottiva Raffaella per averci permesso di partecipare ai suoi successi, vestendola con la nostra regalia indiana Crow mentre si sta laureando in antropologia. Iitchik Aho!”.
La Milandri è la prima persona in Italia a laurearsi con abito tradizionale nativo americano Crow che, ricordiamo, facendo parte della cultura di un popolo nativo va salvaguardato e non usato senza avere il permesso dalla tribù di appartenenza. Aggiunge la Milandri: “L’appropriazione culturale delle loro usanze non è assolutamente accettata dai Nativi Americani, che rivendicano le loro tradizioni a una identità che ha subito incredibili soprusi dall’arrivo di Colombo in poi”.

Raffaella Milandri con Cedric e Audrey Black Eagle