Il blog di Rosella Rapa

Tourismi letterari

Pillole di Fantascienza - 1984

apr 242020

1984

Prima pubblicazione: 1948

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Può un titolo azzeccato decretare il successo mondiale ed imperituro, per un libro ed il suo autore?
Osservando 1984 oserei affermare di sì. Il libro, infatti, è aspro, duro, difficile, senza misericordia alcuna per il lettore, senza entusiasmi o rombanti colpi di scena. Molto probabilmente “L’ultimo uomo in Europa” (il titolo che Orwell propose) non avrebbe reso il Grande Fratello altrettanto popolare. Così, invertì la data in cui scriveva e collocò il suo universo distopico in una data a lui non mo lto lontana. Deliberatamente, per spiegare che “Il Grande Fratello” stava già avvolgendo le macerie del dopoguerra con una nube buia.

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Cosa ci resta però oltre al titolo e alla desolazione? TUTTO. Resta la lucida consapevolezza dell’autore, che tenta invano, come una novella Cassandra, di avvertire i suoi contemporanei e le generazioni dell’immediato futuro. Il Pericolo, Il Grande Fratello, il Terrore, ESISTE; esso è “vero”, si tocca con mano. Non arriva in uno scenario apocalittico, accompagnato da catastrofi immani; no, egli s’introduce, palese e riconosciuto, nella grigia, spenta, quotidiana esistenza dell’impiegato qualunque. Chi guarda oggi in TV lo “spettacolo” indegno che da questo libro ha preso il nome, così come tante altre stupidaggini che di “reality” non hanno proprio nulla, o telequiz pieni di strafalcioni, dovrebbe capire quanto siano studiate per ammazzare il cervello, così come viene descritto da Orwell. Per fortuna abbiamo ancora la possibilità di scegliere: non i tutti i paesi è così.

La prima parte del libro è, a mio parere, la migliore, la più coinvolgente. Nel lungo monologo interiore del protagonista, tra le macerie desolate di un mondo amorfo, s’intravede una pallida fiammella di speranza. Finché resta solo con se stesso, l’uomo è vivo. Non c’è azione: solo pensiero. Quando l’azione entra nel narrato, quasi di forza, a turbare la monotonia dell’esistenza, si comprende che ogni libertà è finita, ogni desiderio resterà incompiuto, ogni sogno privo di speranza. La catastrofe, (attesa, prevista, inevitabile), è l’unica possibile conclusione. Ma fino all’ultima pagina il lettore resta con gli occhi incollati alle singole parole, perché non può, non DEVE finire.

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Invece, il libro finisce. Finisce in modo devastante, poi si chiude con una stravagante Appendice: monito, beffa, illusione, speranza …. Ciascuno può trarne la conclusione che preferisce.

Un libro attualissimo, senza tempo; un libro che tutti dovrebbero leggere e che, forse, per intero non sarà capito mai. Molto semplicemente, un Capolavoro.


Rosella Rapa

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