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 Il nazional socialismo in Germania
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Rosella
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Italy
316 Posts

Posted - 07/02/2017 :  12:24:47  Show Profile
quote:

In questi giorni, leggendo dei proclami di Trump, ho sinceramente avuto un moto di paura. Il fatto che volesse schedare i mussulmani dei 7 Paesi, ormai tristemente famosi, con una S, mi ha ricordato come tutto iniziò con una stella gialla. Credo che da questa discussione dobbiamo imparare qualcosa per arginare la dilagante politica dell'odio e della "ghettizzazione" del diverso. Pensate che siano così diversi i campi di accoglienza dei migranti oggi, rispetto ad un lager nazista?
Nella settimana in cui cadeva il giorno della Memoria, ho visto il film "Vento di Primavera", in cui si parlava dello sgombero degli ebrei da Parigi. Li portarono in una struttura temporanea in 10.000 circa, accalcati, senza servizi igienici, acqua o cibo. Come sempre rimasi basita per la violenza dei nazisti.
Il giorno seguente su Striscia la Notizia, vidi un servizio sul campo di accoglienza a Reggio Calabria. Le condizioni sono le stesse, con l'unica differenza che, per ora, queste persona non saranno marchiate e spedite a morire da qualche parte!
Credo sia l'ora di mobilitarci. Se abbiamo imparato dalla storia, dobbiamo fare qualcosa.
Perdonate il parallelo, ma questa discussione produce anche queste riflessioni.

A presto

Marta





Marta, mi riallaccio a questo tuo intervento per esporre qualcosa sul demonio in persona, su colui che diede inizio a tutto e con fierezza lasciò anche scritto come aveva fatto.

Nel "Mein Kampf" ci sono varie sezioni: l'infanzia e gli anni di Vienna, gli anni a Monaco, gli anni a Berlino. In questi periodi (in cui non si sa come facesse a campare) A.H. racconta di quel che "studiava". Ebbene, non avevo idea che l'antisemintismo fosse così diffuso, e che fossero così tante le pubblicazioni antisemite. Ma come si può? Anche a me è venuto in mente Trump con i suoi visti negati. Prima ancora, tutte le battaglie del "popolo" gay, dagli anni '80 in qua. Caso opposto, qui la tolleranza ha vinto, e anche io pian piano ho cambiato il mio modo di pensare.

Comunque, in un terreno fertile e ben disposto a trovare capri espiatori, Hitler scrive il suo proprio pamphlet teso a dimostrare che gli Ebrei, fin dalla notte dei tempi, sono stati avidi commercianti desiderosi di mettere alla fame i popoli che li ospitavano per poi scalare le posizioni di comando e dominarli. Ultimo caso (per lui) il Marxismo e Stalin.

Questi vaneggiamenti, rivolti a un popolo affamato, massacrato, diviso, che rimpiange l'antica grandezza, sono puro veleno.

Proseguendo nella lettura vedrò di comprendere se il libro, all'epoca, fu letto oppure no. Questa è la base per entrare nella discussione della eventuale (?) Resistenza


Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 07/02/2017 :  14:15:55  Show Profile  Visit eloise's Homepage
quote:

vedrò di comprendere se il libro, all'epoca, fu letto oppure no. Questa è la base per entrare nella discussione della eventuale (?) Resistenza



Mi sembra di aver capito che in pochissimo lo lessero, ma non ricordo benissimo.

Eloise
www.letteratour.it
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ombra
Senior Member

296 Posts

Posted - 07/02/2017 :  15:36:53  Show Profile  Visit ombra's Homepage
Care Rosella ed Eloise,
sinceramente spero che lo lessero in pochissimi, così mi resta una vaga speranza sulla capacità di valutazione del genere umano.
Quello che dici, Rosella, è verissimo in ogni epoca: quando si è alla fame e privi di idee o prospettive, avere un capro espiatorio su cui riversare tutto il proprio fallimento, odio, rancore ed amarezza, è semplice e momentaneamente appagante. E' più facile dire è colpa loro e sentirsi vittime, invece di rimboccarsi le mani per migliorare la propria situazione. Sono queste le leve usate da Hitler, e da tutti i populisti di oggi.
Ogni volta che ci si erige a giudici di altre persone e culture, si commettono errori macroscopici, spesso, in nomi di principi che per noi sono validi, ma non è detto che siano universalmente giusti. La storia insegna, se la si "ascolta"!

Ciaoooo

Marta

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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 07/02/2017 :  16:55:41  Show Profile
Mi sembra di aver capito che in pochissimi lo lessero, ma non ricordo benissimo.

Eloise
www.letteratour.it
[/quote]

Sapere quanti lo hanno letto, è impossibile accertarlo; forse l'unico dato accertabile è a quanti fu distribuito.

Comunque sia, come già scritto da Rosella, possiamo senz'altro affermare che il popolo tedesco aspettava "l'uomo forte" come manna dal cielo; proprio come il popolo errante nel deserto, preso di mira dal diabolico autore di "mein kampf". E l'uomo forte lo hanno avuto e, quello che più impressiona lo hanno regolarmente e legalmente eletto. (Proprio come Trump)

Per restare all'attualità, quache giorno fa, ho sentito "Primapagina" (la trasmissione radiofonica di Radiotre); il giornalista conduttore dava conto che, in un recente sondaggio, l'80% degli elettori italiani desiderava essere governato un "uomo forte".

Purtroppo, anch'io poco tempo fa, su un social, ho commentato la nota di un amico sull'ormai diffusa pratica di affidare "tutto a tutti", basta spendere poco, meglio se gratis. La venerazione del dio denaro permette a chiunque di fare tutto, "tutti possono fare tutto" e quindi tutti entrano in competizione su tutto, tutti litigano con tutti, ecc.; questa è una classica crisi di degrée (o di indifferenziazione), di cui scrive Renè Girard in "Pallida e spossante emulazione". ("Shakespeare - il teatro dell'invidia"). https://www.evernote.com/l/AOwD2xPJ1WpLzJDEojKvWEy66sFeSWsDaZE

Nel commento all'amico, ho fatto notare che per ristabilire e affidare il lavoro alle giuste e diverse qualifiche professionali, ci sarebbe voluto un "redentore" ovvero un "uomo forte" che azzerasse tutto il sistema di affidamento e riordinasse gli ordini rispettando titoli e qualifiche e le diversità di ciascuno.

Ma la venuta del cosidetto "redentore", dell'uomo forte che si aspetta come manna dal cielo, porta con sè il grave rischio che tutti conosciamo; argomento primario delle nostre letture e di questa discussione. Prima di chiamare un uomo forte occorre arrivare un sistema democratico di "pesi e contrappesi" in grado di bilanciare le "follie del potere".

La paura che si vada nella direzione "totalitaria" serpeggia ovunque in Italia; l'elezione di Trump in America, è su questa linea; come pure la campagna elettorale della Le Pen in Francia e l'uscita del Regno unito dall'Europa, ecc.; ma noi per fortuna (non) abbiamo "Grillo" per la testa, nè Savini & company.

L'attualità sta ripercorrendo la strada che conduce alla dittatura. Speriamo solo che in Europa ci si opponga con una "forte", giusta e pacifica "resistenza".

RF
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ombra
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296 Posts

Posted - 08/02/2017 :  09:41:40  Show Profile  Visit ombra's Homepage
"Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima; il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato." Elie Wiesel

Parlando di "resistenza" mi è tornato in mente questo.
Nel periodo nazista, ma anche oggi, si è demandato agli altri il fare qualcosa, come se i problemi non fossero i propri. Questo è stato l'errore più grande!

Marta

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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 08/02/2017 :  12:52:15  Show Profile
quote:

"Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima; il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato." Elie Wiesel



Oppressore o oppresso
Torturatore o torturato
carnefice o vittima
Vincitore o vinto

A voi la scelta.


Come dice il Maestro Kong (Confucio):
"Il signore ha simpatie universali e non si schiera. Il piccolo uomo prende le parti e non ha simpatie universali ".

Vendetta o perdono; quale giustizia conduce alla pace?

A questo proposito ricordo che discutendo Anna Karenina di Toltoj, abbiamo affrontato il tema della vendetta; ne riporto di seguito una mia riflessione (fatta sul taccuino "evernote"; link:https://www.evernote.com/l/AOx7a-rIOWZMWaej4JDkaBcunzucr1wrH90

ed ecco il testo:

La chiave di lettura al romanzo Anna Karenina di Tolstoj, è presa dalla lettera ai Romani dell'apostolo Paolo. A sua volta questa frase di Paolo cita altre frasi bibliche del Deutoronomio e della Genesi che vedono in Dio l'unico attore della vendetta.

Secondo Tolstoj, quindi, non è l'uomo a poter ripagare il male con "giusta vendetta" ma Dio: l'unico essere "non essere" che può vendicare e ricambiare il male con il bene; superando divinamente la legge umana, che si ferma a ripagare male con male; (l'antica legge del contraccambio e/o del taglione: occhio per occhio dente per dente).

Se diamo spazio alla vendetta, così come fece Medea con Giasone, la donna può arrivare ad uccidere i propri figli per vendicarsi di un torto subito che ha offeso il suo essere donna, femmina e persona.

In alcuni posti è ancora la vendetta l'unica forma di giustizia che regola una comunità; e allora faide e ritorsioni non cessano fino alla completa distruzione reciproca che comporta l'annientamento, non solo dell'individuo avverso ma anche delle famiglie, dei gruppi e dell'intera comunità; quello che succede nell'est europeo, in medio-oriente e nel mondo intero, ne dà ampia testimonianza.

La vendetta è la linfa vitale della nostra storia. Invidia, risentimento, rabbia sono sentimenti comuni a tutti; se ci abbandoniamo a questi sentimenti e ci lasciamo guidare dalla vendetta per ottenere giustizia, siamo destinati a nostra volta ad essere "giustiziati" dalla vendetta di qualcun altro.

Il caso del sieropositivo che in odio all'umanità intera, contagia vigliaccamente, ignare "vittime sacrificali", è un segnale che la vendetta è ancora l'arma più facile da usare per ottenere giustizia "individuale"; una giustizia "inutile" e dannosa per la società, perché sfugge alla logica di qualsiasi controllo comunitario.

"Dio perdona io no", "Il giustiziere della notte", e innumerevoli altri film di successo, hanno purtroppo contribuito a diffondere questo tipo di "giustizia vendicativa" vanificando l'utilità, sociale e individuale, del perdono; si è diffusa così tra la gente, la convinzione che il "perdono" è più un segno di "debolezza" piuttosto che di "fortezza"; la fortezza è una virtù "cardinale" ovvero una virtù cardine della persona e della società; solo chi è forte può capire il perdono, chiedere perdono e perdonare a sua volta.

Il perdono non è indice di debolezza (esteriore) ma di forza (interiore).



RF
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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 08/02/2017 :  13:10:48  Show Profile
quote:

Nel periodo nazista, ma anche oggi, si è demandato agli altri il fare qualcosa, come se i problemi non fossero i propri. Questo è stato l'errore più grande!



Allora la democrazia rappresentativa è un errore?

La democrazia è fondata sul principio di rappresentanza ovvero con il voto "demandiamo" o deleghiamo a qualcun altro il compito di rappresentarci nelle sedi competenti; in altri termini facciamo fare ad altri "qualcosa" per noi: risolvere i propri problemi, avanzare le proprie istanze, far rispettare i propri diritti (che son sempre legati ai propri doveri).
La rappresentanza è un principio necessario per uno Stato democratico.

Per quanto riguarda la resistenza, l'uomo solo che resiste non produce alcun effetto "Ognuno muore solo" nella società se non l'esempio pedagogico.

Il resitente ha bisogno degli altri resistenti e organizzare insieme la resistenza al regime totalitario; solo insieme agli "altri" resistenti può produrre un qualche effetto e ottenere la libertà toltagli.

Quando la resistenza è armata ovvero "violenta" e si risponde alla violenza del regime con la violenza della resistenza, si arriva alla guerra civile: a quel "tutti contro tutti" di cui abbiamo avuto un recente esempio in Bosnia, Serbia,ecc... ovvero nella (ex-Yugoslavia comunista). Stupri, genocidi, figli contro padri, fratelli contro sorelle, un caos da "fine del mondo".

Al tempo del nazismo questo non è successo perchè ogni Nazione ha pensato a fare la sua resistenza armata contro i nazisti tedeschi e i connazionali collaborazionisti. Ma in Germania questo non è successo perchè i gruppi resistenti erano divisi tra loro; e mantenevano la loro autonomia e non hanno fatto fronte comune contro Hitler e il suo apparato del terrore.

Però esiste una resistenza non armata, non violenta: è quella dell'arte, della musica, della letteratura, ecc. ovvero: la cultura nel suo continuo movimento di coesione sociale aperta alle altre culture, agli altri popoli.... aperta al mondo.

È questa resistenza che vale la pena di cercare, documentare e storicizzare. Quella resistenza "valoriale" che Eloise ha evidenziato parlando della riscoperta della musica Bregovic; quella musica che comunica e trasmette "valori" e sentimenti che le parole non riescono a trasmettere. La musica come quella di Wagner che ha fatto impazzire Nietzsche:

"Ahimè, datemi dunque la follia, voi celesti! Follia perchè possa finalmente credere in me stesso! Datemi deliri e spasimi, luci e tenebre improvvise, terrorizzatemi con gelo e arsura, quali nessun mortale ha ancora mai provato, con frastuoni e girovaganti fantasmi, lasciatemi urlare e guaire e strisciare come una bestia: purchè possa trovar fede in me stesso! Il dubbio mi divora, io ho assassinato la legge, la legge mi tormenta come un cadavere tormenta un uomo vivo; se io non sono più che la legge, sono il più reietto di tutti gli uomini. Lo spirito nuovo che è in me, donde viene se non viene da voi? Dimostratemi che sono vostro; la follia soltanto me lo dimostra."
(F. Nietzsche, Aurora - cit. tratta dal saggio di Renè Girard: "Il superuomo nel sottosuolo. Strategie della follia: Nietzsche, Wagner, Dostoevskij").

Wagner, idolo di Nietzsche: sublime mediatore e acerrimo rivale di un uomo che non trovava se stesso e cercava negli dei la forza per la sua insaziabile "volontà di potenza".

In questo "bozzolo" di superuomo si intravvede la follia del "grande dittatore".



RF
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ombra
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Posted - 09/02/2017 :  09:17:51  Show Profile  Visit ombra's Homepage
Non era quello che volevo intendere con la mia frase, Rosario. Perdonami se non riesco ad essere chiara e ad argomentare.
Non ho mai detto che la democrazia sia errata, ma credo che quando decidiamo di fregarcene beatamente del prossimo (per esempio non andando a votare...), dei problemi della società che ci circonda, pensando che non sono i nostri, qua iniziamo ad errare. Essere indifferenti ed indolenti, a mio avviso, è uno sbaglio. In democrazia noi deleghiamo, è vero, ma abbiamo scelto coloro che ci rappresentano, siamo stati parte attiva e non demandiamo agli altri anche questa decisione.

Buona giornata

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ombra
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296 Posts

Posted - 09/02/2017 :  10:44:03  Show Profile  Visit ombra's Homepage
quote:

quote:

In questi giorni, leggendo dei proclami di Trump, ho sinceramente avuto un moto di paura. Il fatto che volesse schedare i mussulmani dei 7 Paesi, ormai tristemente famosi, con una S, mi ha ricordato come tutto iniziò con una stella gialla. Credo che da questa discussione dobbiamo imparare qualcosa per arginare la dilagante politica dell'odio e della "ghettizzazione" del diverso. Pensate che siano così diversi i campi di accoglienza dei migranti oggi, rispetto ad un lager nazista?
Nella settimana in cui cadeva il giorno della Memoria, ho visto il film "Vento di Primavera", in cui si parlava dello sgombero degli ebrei da Parigi. Li portarono in una struttura temporanea in 10.000 circa, accalcati, senza servizi igienici, acqua o cibo. Come sempre rimasi basita per la violenza dei nazisti.
Il giorno seguente su Striscia la Notizia, vidi un servizio sul campo di accoglienza a Reggio Calabria. Le condizioni sono le stesse, con l'unica differenza che, per ora, queste persona non saranno marchiate e spedite a morire da qualche parte!
Credo sia l'ora di mobilitarci. Se abbiamo imparato dalla storia, dobbiamo fare qualcosa.
Perdonate il parallelo, ma questa discussione produce anche queste riflessioni.

A presto

Marta





Marta, mi riallaccio a questo tuo intervento per esporre qualcosa sul demonio in persona, su colui che diede inizio a tutto e con fierezza lasciò anche scritto come aveva fatto.

Nel "Mein Kampf" ci sono varie sezioni: l'infanzia e gli anni di Vienna, gli anni a Monaco, gli anni a Berlino. In questi periodi (in cui non si sa come facesse a campare) A.H. racconta di quel che "studiava". Ebbene, non avevo idea che l'antisemintismo fosse così diffuso, e che fossero così tante le pubblicazioni antisemite. Ma come si può? Anche a me è venuto in mente Trump con i suoi visti negati. Prima ancora, tutte le battaglie del "popolo" gay, dagli anni '80 in qua. Caso opposto, qui la tolleranza ha vinto, e anche io pian piano ho cambiato il mio modo di pensare.

Comunque, in un terreno fertile e ben disposto a trovare capri espiatori, Hitler scrive il suo proprio pamphlet teso a dimostrare che gli Ebrei, fin dalla notte dei tempi, sono stati avidi commercianti desiderosi di mettere alla fame i popoli che li ospitavano per poi scalare le posizioni di comando e dominarli. Ultimo caso (per lui) il Marxismo e Stalin.

Questi vaneggiamenti, rivolti a un popolo affamato, massacrato, diviso, che rimpiange l'antica grandezza, sono puro veleno.

Proseguendo nella lettura vedrò di comprendere se il libro, all'epoca, fu letto oppure no. Questa è la base per entrare nella discussione della eventuale (?) Resistenza


Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra




In relazione a questo tuo intervento Rosy, questa mattina mi ha stupito il buongiorno di una mia amica (anche lei foodblogger come me), perché era proprio in linea con la nostra discussione, non volendo:

"Uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico" A. Einstein



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Rosario
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Italy
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Posted - 09/02/2017 :  15:01:50  Show Profile
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In questi giorni, leggendo dei proclami di Trump, ho sinceramente avuto un moto di paura. Il fatto che volesse schedare i mussulmani dei 7 Paesi, ormai tristemente famosi, con una S, mi ha ricordato come tutto iniziò con una stella gialla. Credo che da questa discussione dobbiamo imparare qualcosa per arginare la dilagante politica dell'odio e della "ghettizzazione" del diverso. Pensate che siano così diversi i campi di accoglienza dei migranti oggi, rispetto ad un lager nazista?
Nella settimana in cui cadeva il giorno della Memoria, ho visto il film "Vento di Primavera", in cui si parlava dello sgombero degli ebrei da Parigi. Li portarono in una struttura temporanea in 10.000 circa, accalcati, senza servizi igienici, acqua o cibo. Come sempre rimasi basita per la violenza dei nazisti.
Il giorno seguente su Striscia la Notizia, vidi un servizio sul campo di accoglienza a Reggio Calabria. Le condizioni sono le stesse, con l'unica differenza che, per ora, queste persona non saranno marchiate e spedite a morire da qualche parte!
Credo sia l'ora di mobilitarci. Se abbiamo imparato dalla storia, dobbiamo fare qualcosa.
Perdonate il parallelo, ma questa discussione produce anche queste riflessioni.

A presto

Marta





Marta, mi riallaccio a questo tuo intervento per esporre qualcosa sul demonio in persona, su colui che diede inizio a tutto e con fierezza lasciò anche scritto come aveva fatto.

Nel "Mein Kampf" ci sono varie sezioni: l'infanzia e gli anni di Vienna, gli anni a Monaco, gli anni a Berlino. In questi periodi (in cui non si sa come facesse a campare) A.H. racconta di quel che "studiava". Ebbene, non avevo idea che l'antisemintismo fosse così diffuso, e che fossero così tante le pubblicazioni antisemite. Ma come si può? Anche a me è venuto in mente Trump con i suoi visti negati. Prima ancora, tutte le battaglie del "popolo" gay, dagli anni '80 in qua. Caso opposto, qui la tolleranza ha vinto, e anche io pian piano ho cambiato il mio modo di pensare.

Comunque, in un terreno fertile e ben disposto a trovare capri espiatori, Hitler scrive il suo proprio pamphlet teso a dimostrare che gli Ebrei, fin dalla notte dei tempi, sono stati avidi commercianti desiderosi di mettere alla fame i popoli che li ospitavano per poi scalare le posizioni di comando e dominarli. Ultimo caso (per lui) il Marxismo e Stalin.

Questi vaneggiamenti, rivolti a un popolo affamato, massacrato, diviso, che rimpiange l'antica grandezza, sono puro veleno.

Proseguendo nella lettura vedrò di comprendere se il libro, all'epoca, fu letto oppure no. Questa è la base per entrare nella discussione della eventuale (?) Resistenza


Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra




In relazione a questo tuo intervento Rosy, questa mattina mi ha stupito il buongiorno di una mia amica (anche lei foodblogger come me), perché era proprio in linea con la nostra discussione, non volendo:

"Uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico" A. Einstein







"La pappatoia viene prima, la morale dopo!"

L'opera da tre soldi

La prima di questa opera di Brecht nel 1928 fu il più grande successo teatrale degli anni venti. Il pubblico era entusiasta, l'opera rimase in scena per un intero anno. Che opera però! I personaggi principali sono il re dei mendicanti che organizza il "lavoro" dei mendicanti come un affare qualsiasi (e si arricchisce parecchio), il criminale senza scrupoli Mackie Messer che in fondo è un esempio di rispettabilità borghese, il capo di polizia che è corrotto fino al osso. Una sceneggiatura spettacolare, colpi di scena, canzoni e ballate (tra queste molte delle più più famose della sua intera produzione) scritte dal compositore Kurt Weill (1900-1950), assicuravano il divertimento del pubblico. Questo spettacolo "multimediale" era un gran successo e allo stesso tempo uno scandalo: la differenza tra criminali e persone rispettabili sparisce del tutto in questa opera, i soldi rendono tutti uguali, cioè corrotti. Tutto si concentra nella esclamazione di uno dei protagonisti: "la pappatoria viene prima, la morale dopo!" E persino il borghese rideva vedendo questa "Opera da tre soldi", anche se, molto probabilmente, alla fine gli rimaneva l'amaro in bocca.

La "crisi di indifferenziazione" (Degree) del popolo tedesco, rappresentata e portata in scena da Brecht in un'opera da manuale; anche se il titolo "L'opera da tre soldi" lo nega.

Nel frattempo, il popolo tedesco sprofondava sempre più giù e il nazismo saliva sempre più su.

RF
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Rosario
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Posted - 09/02/2017 :  15:30:14  Show Profile
quote:

Non era quello che volevo intendere con la mia frase, Rosario. Perdonami se non riesco ad essere chiara e ad argomentare.
Non ho mai detto che la democrazia sia errata, ma credo che quando decidiamo di fregarcene beatamente del prossimo (per esempio non andando a votare...), dei problemi della società che ci circonda, pensando che non sono i nostri, qua iniziamo ad errare. Essere indifferenti ed indolenti, a mio avviso, è uno sbaglio. In democrazia noi deleghiamo, è vero, ma abbiamo scelto coloro che ci rappresentano, siamo stati parte attiva e non demandiamo agli altri anche questa decisione.

Buona giornata





Marta, personalmente avevo capito che non intendevi affermare che la democrazia è un errore; ma la frase, così come è disposta ovvero di seguito alla citazione di Wiesel (scegliere da che parte stare) e il verbo usato "demandare (a qualcuno)", può essere fraintesa da chi ci legge; per questo ho inserito il mio chiarimento. Non per te ma per i lettori.

Come principio generale, di qualunque forum, bisogna sempre considerare che chiunque può leggere e fraintendere quello che scriviamo.

Scusami se, per precisare, ho esteso il concetto di rappresentanza (delega) alla democrazia; l'ho fatto solo per avere più impatto evidenziando dove, estremizzando, poteva andare a parare quell'errore che tu riferivi all'indifferenza... anche se, a ben pensare, la democrazia rappresentativa può favorire l'indifferenza dei cittadini; soprattutto sui problemi "scomodi" e che richiedono l'impegno di scegliere "da parte stare"; è scandaloso ma, purtroppo, è un dato di fatto di cui bisogna tener conto, quando si discute nel sociale, del sociale e, per di più, in "rete".


RF
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Rosella
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Posted - 09/02/2017 :  16:36:23  Show Profile
Ciao, Rosario, ti chiedo scusa, ma non mi ritrovo in "Wagner idolo di Nietzsche".
Direi pittosto il contrario. Nelle Lettere da Torino Nietzsche presenta la sua opera "Nietzsche contra Wagner", un attacco molto violento.
Wagner invece è l'idolo di Hitler, con la sua musica possente, il risveglio della tradizione nordica (Ariana) e il suo dichiarato antisemitismo.
Da notare che queste informazioni non si leggono nelle opere ufficiali o nei libri di storia, ma solo in questi testi più "privati"


Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosella
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Posted - 09/02/2017 :  16:42:50  Show Profile
Scusate la digressione.
Il fatto è che nel XIX secolo gli antisemiti sono ovunque, l'Europa è nel caos, la Gran Bretagna se ne frega.
Adolph Hitler scrive il suo capolavoro. Inizialmente passa quasi inosservato, poi sarà distribuito casa per casa, facendone il più grande best-seller della storia, e rendendo Hitler un uomo molto ricco.
Ma fu letto davvero, o acquistato per paura?

Giro la domanda e vi chiedo: in QUELLE condizioni, VOI l'avreste letto?

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
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ombra
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296 Posts

Posted - 10/02/2017 :  09:32:10  Show Profile  Visit ombra's Homepage
quote:

Scusate la digressione.
Il fatto è che nel XIX secolo gli antisemiti sono ovunque, l'Europa è nel caos, la Gran Bretagna se ne frega.
Adolph Hitler scrive il suo capolavoro. Inizialmente passa quasi inosservato, poi sarà distribuito casa per casa, facendone il più grande best-seller della storia, e rendendo Hitler un uomo molto ricco.
Ma fu letto davvero, o acquistato per paura?

Giro la domanda e vi chiedo: in QUELLE condizioni, VOI l'avreste letto?

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
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E' difficile rispondere, nel senso che se fossi vissuta ai quei tempi, forse sarei stata diversa. Ponendo che il mio io fosse sempre lo stesso, sicuramente l'avrei letto. Sono da sempre curiosa e non ho mai disdegnato nessun libro. Capire quello che mi succede intorno, inoltre, è una cosa che cerco sempre di fare.

Buona giornata

Marta

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Rosario
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Italy
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Posted - 10/02/2017 :  10:27:35  Show Profile
quote:

Ciao, Rosario, ti chiedo scusa, ma non mi ritrovo in "Wagner idolo di Nietzsche".
Direi pittosto il contrario. Nelle Lettere da Torino Nietzsche presenta la sua opera "Nietzsche contra Wagner", un attacco molto violento.
Wagner invece è l'idolo di Hitler, con la sua musica possente, il risveglio della tradizione nordica (Ariana) e il suo dichiarato antisemitismo.
Da notare che queste informazioni non si leggono nelle opere ufficiali o nei libri di storia, ma solo in questi testi più "privati"


Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
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Nel "desiderio mimetico triangolare" di Renè Girard, il mediatore del desiderio da idolo diventa acerrimo rivale. Nietzsche idolatrava Wagner e cercava di imitarne il successo: voleva essere come Wagner, voleva essere Wagner; ma l'apice del successo raggiunto da Wagner a Bayreuth, ha innescato in Nietzsche l'invidia e la conseguente rivalità mimetica: Wagner, il suo più amato "idolo-guida" diventa il suo più odiato "uomo-rivale"; una rivalità che diventa ossessione e che lo porta alla dissociazione, alla perdita di se stesso che lo accompagnerà fino alla morte.

Nella relazione di "Il Superuomo nel sottosuolo", presa dal libro "Il caso Nietzsche", Girard spiega bene questo meccanismo mimetico.

Non ho il pdf della relazione; ma ne ho riportato ampi stralci nei miei appunti sul taccuino Evernote; riporto di seguito gli stralci in argomento con qualche mia osservazione.

"Al tempo dei trionfi di Bayreuth un inorridito Nietzsche si vede di colpo davanti la propria idolatria verso Wagner moltiplicata per mille. Bayreuth è presentata da Nietzsche come lo sforzo mostruoso attuato da Wagner per inscenare il suo stesso culto. Forse il filosofo non ha tutti i torti, ma il suo "Ecce homo" costituisce una messinscena dello stesso tipo: il culto di se stesso; la sua risposta competitiva a Wagner; il suo idolo diventato ormai rivale.

Ecce homo è lo sforzo (sovrumano) di Nietzsche di allestire il proprio stesso culto; è la risposta di Nietzsche a Bayreuth: un atto di ritorsione che è lo specchio dell'azione che controbatte (ovvero una rappresaglia) al rivale. L'unica differenza è che Wagner aveva adoratori reali mentre Nietzsche non aveva in pratica altri adoratori all'infuori di sé. Il filosofo doveva sostenere la duplice parte di adoratore e adorato, una di quelle imprese che non si possono portare avanti con successo per troppo tempo. Il silenzio che lo circonda costringe Nietzsche a pose sempre più istrioniche; a un tipo di comportamento che va riconosciuto come una classica schizofrenia. La differenza tra l'uomo "psicologicamente" sano e quello malato, può dipendere, a questo stadio, dal maggiore o minore successo delle sue relazioni con gli altri, con la gente, con la folla.

Attraverso quella che adesso gli appare come una diabolica trappola, la vittima realizza che lei per prima ha acconsentito e collaborato all'iniquo trionfo col mediatore. Nietzsche si vede privato del suo stesso essere e cerca sempre più disperatamente di riempire questo vuoto, non solo con il fantasma di Wagner, ma con qualsiasi modello mitologico o storico che per qualche motivo colpisca la sua fantasia.

Il parallelo con Hitler segue la stessa dinamica della strategia nietzschiana di "ecce homo"; laddove il superuomo cerca sempre più disperatamente di riempire il vuoto esistenziale, portando agli estremi la sua "volontà di potenza" e allargando sempre più il fronte della sua battaglia ("mein kampf"). Il motto "tanti nemici tanto onore" del cugino italiano, rende l'idea di questa tensione di onnipotenza; ovvero ad allargare sempre più il "fronte" di guerra, preludio dell'inevitabile sconfitta; perché nessun uomo è onnipotente, nessun uomo è Dio.

Il culto del tiranno, di fronte alla realtà, si rivela sempre più una "promessa fallace", un bluff di onnipotenza, fortemente e follemente voluta ma umanamente impossibile."

Wagner era un musicista e le "altezze romantiche" raggiungibili con l'arte possono generare solo una "pallida e spossante emulazione" da parte dei comuni mortali. Hitler e Nietzsche vedevano in Wagner un idolo e hanno cercato di emularlo in quella menzognera "divinazione romantica" di se stessi e del popolo tedesco; un popolo che, in termini antropologici, è come tutti gli altri popoli della terra; e la storia lo ha sempre confermato.





RF
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