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 Il nazional socialismo in Germania
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Rosario
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Posted - 21/04/2017 :  11:07:28  Show Profile
quote:

Certo non mi sarei mai immaginata che l'autore di un testo che abbiamo preso come inizio per una discussione del genere avesse una biografia tanto romanzesca! Credevo, addirittura, che Hans Fallada fosse il suo vero nome.

Eloise



Ognuno ha la sua storia; ognuno ha la sua biografia; ognuno è unico testimone della realtà, del suo vissuto; ognuno è unico e autentico testimone della verità del suo vissuto; ma, "al di là del bene e del male"

"Ognuno muore solo"... e vive in compagnia.

Sì Eloise, anche Hans Fallada non esce dal vincolo indissolubile tra realtà e verità. Leggendo la breve auto-prefazione al suo romanzo, si rimane stupiti come, in poco più di venti righe, riesca a presentare gran parte dei temi che strutturano il suo romanzo.

Prefazione dell'autore in sette punti

1- occasione
2- realtà
3- creatività
4- verità
5- resistenza
6- morte
7- luce

1 - Occasione: a grandi linee segue gli atti della Gestapo sulla attività illegale di due coniugi berlinesi del ceto operaio.

2 - Raltà: è rappresentata dal dossier della Gestapo. L'autore trae spunto dai verbali dell'inchiesta per raccontare la sua storia.

È una premessa importante che dà un taglio netto al romanzo; un taglio realista.

3 - Creatività: subito dopo rafforza il realismo precisando che il romanzo ha le sue leggi e per questo non può seguire in tutto la realtà; per tale ragione ha scelto di non raccogliere notizie autentiche. I personaggi del romanzo sono come lui li ha immaginati; sono inventati; senza cioè la corruzione delle memorie dei testimoni diretti.

4 - Verità: si affretta quindi ad assicurare che, nonostante l'estro creativo, lui crede fortemente alla verità interiore di ciò che ha raccontato.

In questa dichiarazione dell'autore è rappresentata la chiave dell'ermeneutica girardiana espressa nella formula:

"menzogna romantica e verità romanzesca".

5 - Resistenza: Dopo aver descritto il suo approccio letterario, realistico e veritiero, l'autore si schiera dalla parte dei suoi personaggi dichiarando che "quasi tutti avversarono il regime di Hitler e dei loro persecutori".

Avversare il regime vuol dire "resistere" ovvero opporre nello spirito una resistenza tenace al "regime" e a chi ti "perseguita".

6 - Morte: chiarita la sua posizione di "resistente", passa, dunque, a informare il lettore che la morte è presente in quasi tutti gli ambienti e le situazioni descritti;

la morte è vista quindi come compagna perenne e attesa: è il personaggio principale del romanzo.

7 - Luce: Il suo rammarico finale per il quadro così fosco, lascia comunque posto alla maggior luce di una "certa" speranza riposta nella "verità romanzesca".

Risponderò in altro intervento sulla tua lettura di "Les médecins de la mort" di Philippe Aziz; che, ad una prima occhiata, mi sembra che accenni a molti temi dell'attualità medica, bioetica e (im)morale che riempiono le nostre cronache scientifiche e psudoscientifiche, religiose e pseudoreligiose, politiche e pseudopolitiche.
RF
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Rosario
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Posted - 21/04/2017 :  17:12:45  Show Profile
A proposito della banalità del male di Hanna Arendt, nella conclusione della postfazione a Ognuno muore solo, ho trovato un riferimento comparativo inserito da Geoff Wilkes per meglio caratterizzare il romanzo di Fallada; la brevità mi permette di riportarla integralmente:

Conclusione della postfazione di Ognuno muore solo

… Pur volendo ammettere che Fallada non convinca appieno nell’argomentare della valenza storica della resistenza tedesca, è chiaro che alcune piccole incertezze ed esagerazioni non possono sorprendere in un romanzo scritto appena diciotto mesi dopo la sconfitta del nazismo; e scritto da un uomo che aveva dovuto penare per sopravvivere artisticamente e psicologicamente sotto il regime. Questi difetti non dovrebbero essere tali da impedire di riconoscere la singolare riuscita del romanzo, che è forse possibile caratterizzare attraverso il paragone con un altro libro sul nazismo, che è successivo, puramente fattuale e assai più celebre di questo:

laddove in Eichmann in Jerusalem (1963) Hanna Arendt disseziona e analizza “la banalità del male”, Ognuno muore solo di Hans Fallada comprende e celebra “la banalità del bene”.

Geoff Wilkes

University of Queensland, Brisbane, Australia


RF
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Rosario
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Posted - 22/04/2017 :  16:49:20  Show Profile
"La caduta degli dei" di Luchino Visconti. Un film capolavoro sulla decadenza della Germania nazista.

https://www.evernote.com/l/AOxivqn_BuJArJlciMrbHqGzJ4wxSJ9u33A

Riporto un piccolo brano della recensione che riassume il contenuto storico del film.

"Primo film (1969) della cosiddetta "trilogia tedesca" - seguiranno Morte a Venezia (1971) e Ludwig (1973) - La caduta degli dei racconta corruzione, intrighi, lotte di potere e declino di una dinastia di industriali renani, gli Essenbeck, sullo sfondo degli eventi appena successivi alla presa del potere di Hitler (30 gennaio 1933): dall'incendio del Reichstag (27 febbraio 1933) alla "Notte dei lunghi coltelli" (30 giugno 1934), quando le SS elimineranno i vertici delle SA, riuniti nella cittadina di Bad Wiessee, sul Tegernsee.

Proprio come nel romanzo I Buddenbrook di Thomas Mann - disamina, anch'esso, della decadenza di una facoltosa famiglia borghese, nella Lubecca del XIX secolo"



RF
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Rosella
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Posted - 24/04/2017 :  01:35:51  Show Profile
Austria, Linz 1895 – 1907 (19 anni)

In casa Hitler vivevano anche due figli nati da un precedente matrimonio del padre: Alois jr , che andò via da casa a 14 anni senza essere molto rimpianto, e Angela, di 6 anni maggiore di Adolf, con cui ebbe sempre uno stretto rapporto di amicizia

Klara Potzl era una fervente cattolica e tutti i suoi figli furono regolarmente battezzati, ma solo Adolf e Paula raggiunsero l'età per fare cresima e prima comunione
Adolf rimase affascinato dal fasto e dall'imponenza dei riti cattolici tanto che nel Mein Kampf non ne fa mistero:

"Siccome nelle ore libere frequentavo le lezioni di canto … avevo spesso la possibilità di esaltarmi davanti alla solenne fastosità di quelle cerimonie ecclesiastiche, esteriormente così splendide … il signor abate appariva come simbolo ideale di vita …

infatti quell’alterna tentazione per la professione ecclesiastica si spense assai presto, per far posto a speranze più corrispondenti al mio temperamento. Cominciai ad appassionarmi per tutto ciò che aveva a che fare con la guerra e con la vita militare.


Intanto erano terminate le scuole primarie e, come oggi, si doveva scegliere come continuare.

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosella
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Posted - 24/04/2017 :  01:46:15  Show Profile
quote:

Tutta la tua esposizione del Mein Kampf, Rosella, anche se fatta a pezzi e bocconi, sarà sicuramente un grande apporto a tutta questa discussione. Idem ciò che del romanzo di Hans Fallada potrà raccontarci anche Rosario, dato che ognuno di noi coglie aspetti diversi di una stessa opera, soprattutto di un'opera che se non sbaglio è stata definita da molti un vero capolavoro.

Per parte mia, da qualche tempo ho ritrovato da mia madre 4 volumi di un libro che andava leggendo quando era incinta di me (preferisco non commentare la scelta di certe letture in stato di gravidanza!...): "Les médecins de la mort" di Philippe Aziz, tradotto in italiano come "I medici dei lager". Un libro-documentario che ripercorre gli anni del nazismo e le conseguenze che l'ideologia nazista ha avuto in campo medico, quindi col programma sull'eutanasia ecc ecc. Lo sto leggendo e anche se è un po' off topic riguardo alla "resistenza" tedesca al nazismo, mi sembra comunque molto interessante per l'argomento sul nazismo in generale. Se siete d'accordo e vi interessa, ne posterò anch'io qualche riassunto e/o passo.

Eloise
www.letteratour.it



Grazie Eloise.
La mia difficoltà consiste soprattutto nel riportare fatti "veri", quindi vado cercando di qua e di là trovando spesso delle sorprese. Ma ci siamo quasi. Alla fine vi dirò perchè ho perso tanto tempo su questa biografia

Per i medici, sì molto interessante. Dovremo essere ben preparati

CIAO

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosario
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Posted - 24/04/2017 :  15:24:01  Show Profile
quote:

Austria, Linz 1895 – 1907 (19 anni)

In casa Hitler vivevano anche due figli nati da un precedente matrimonio del padre: Alois jr , che andò via da casa a 14 anni senza essere molto rimpianto, e Angela, di 6 anni maggiore di Adolf, con cui ebbe sempre uno stretto rapporto di amicizia

Klara Potzl era una fervente cattolica e tutti i suoi figli furono regolarmente battezzati, ma solo Adolf e Paula raggiunsero l'età per fare cresima e prima comunione
Adolf rimase affascinato dal fasto e dall'imponenza dei riti cattolici tanto che nel Mein Kampf non ne fa mistero:

"Siccome nelle ore libere frequentavo le lezioni di canto … avevo spesso la possibilità di esaltarmi davanti alla solenne fastosità di quelle cerimonie ecclesiastiche, esteriormente così splendide … il signor abate appariva come simbolo ideale di vita …

infatti quell’alterna tentazione per la professione ecclesiastica si spense assai presto, per far posto a speranze più corrispondenti al mio temperamento. Cominciai ad appassionarmi per tutto ciò che aveva a che fare con la guerra e con la vita militare.


Intanto erano terminate le scuole primarie e, come oggi, si doveva scegliere come continuare.

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra




Il racconto comincia a farsi "interessante". Il fatto che ad Adolf Hitler piacessero i riti cattolici oltre ad essere una sorpresa illumina molti aspetti del dramma di un tedesco, forse anomalo ma sicuramente umanamente mostruoso. Il bello è che lo ha scritto sul suo Mein Kampf ma a quanto pare nessuno lo ha letto.

Qui si riafferma la legge della cecità umana che non fa vedere quello che non fa comodo vedere.

Uno dei miracoli più menzionati nei vangeli è proprio quello della guarigione dei ciechi cioè ridare la vista a chi non vede.

Quelle frasi di Adolf Hitler riportate da Rosella, per me hanno il sapore di una "rivelazione"; (con tutto il rispetto per un'altra storica rivelazione ben più importante). La desiderata e poi sopita investitura ecclesiastica getta nuova luce sui comportamenti demoniaci del "Grande dittatore"; seppure il male può essere considerato "banale" dall'uomo, io sono arci-convinto della sua origine "diabolica"; con tutto il rispetto per la tesi di Hanna Arendt che lo considera solo "banale". D'altra parte se esiste un paradiso non può non esistere un inferno. Se si crede che esista uno, si deve ammettere anche l'esistenza dell'altro.

La storia ha sempre dimostrato che il male esiste e non è una banalità ma ha radici ben profonde nell'animo umano.

Il romanzo di Fallada che sto leggendo al ritmo di tango del gambero un passo avanti due passi indietro (sono a pag. 150 su 650), è una dimostrazione letteraria della coesistenza del male e del bene nell'anima dei personaggi falladiani.

Dopo la breve nota sulla brevissima prefazione dell'autore, riporto un piccolo e breve commento che ho annotato sull'incipit di Ognuno muore solo, che ho trovato "magistrale"; (so che Eloise è una patita degli incipit e ho voluto seguirla un pò per compiacerla e un pò per emularla).
.....

La buona novella

"La posta porta una cattiva notizia".

"La postina Eva Kluge sale lentamente le scale del numero 55 della Jablonskistrasse. Sale lentamente non soltanto perché il suo giro quotidiano l'ha stancata, ma perché ha nella sua borsa una di quelle lettere che detesta recapitare e adesso, subito, due piani più su, la deve consegnare da Quangel."

Un incipit magistrale; richiama un po' il tema dell’annunciazione evangelica. L'autore mette da subito il lettore in uno stato d'attesa.
Il titolo del capitolo: "la posta porta una cattiva notizia”, traccia l’argomento dell’annuncio;
la postina Eva Kluge è una messaggera; come l’angelo che porta la buona novella alla vergine Maria
Quel "salire lentamente le scale”, sia per la stanchezza sia perché Eva Kluge detesta recapitare "una di quelle lettere” ai coniugi Quangel, mi ha fatto pensare alla "via crucis" per andare incontro alla morte.

L’annuncio della morte diventa così una metafora dell’annuncio di una nuova vita.

"Prima ancora c'è la cartolina di convocazione per i Persicke, al piano di sotto. Persicke è un funzionario, o gerarca, o qualcosa di simile, nel partito - Eva Kluge confonde ancora sempre tutte queste cariche."
(Degrée)

Alla prima frase segue una descrizione dei personaggi della famiglia Persicke; una breve descrizione che termina con una frase emblematica che richiama il caos sociale:

"Eva Kluge confonde sempre tutte queste cariche”.

Questo caos dà un senso all’attacco della frase “Prima ancora c’è”…. come dire biblicamente: "All’inizio era il caos”, parafrasando il principio creativo:
“In principio Dio creò il cielo e la terra”.

Prima dei Quangel ci sono i Persicke diventa "Prima del dolore c’è il caos”.

Girard dà una convincente spiegazione dell’origine del caos in Shakespeare - il teatro dell’invidia. Al capitolo XVIII Pallida e spossante emulazione (La crisi del degree in Troilo e Cressida).

https://www.evernote.com/l/AOwD2xPJ1WpLzJDEojKvWEy66sFeSWsDaZE

...
"La parola degree (gerarchia), dal latino gradus, indica il gradino di una scala, una suddivisione tra una entità superiore e una inferiore, e richiama più in generale concetti come quelli di rango, distinzione, discriminazione, gerarchia, differenza. Degree è l'eterno conflitto tra giustizia e ingiustizia, lo spazio vuoto che ancora una volta previene ogni confusione tra legalità e illegalità. La giustizia non è qui un esercizio di pura imparzialità, nè la ricerca di un equilibrio perfetto: è una modalità fissa dell'assenza di equilibrio, come tutto ciò che è culturale."
...





RF
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Margherita
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Posted - 25/04/2017 :  20:19:34  Show Profile
Rossella, molto importante la tua lettura con aperture e approfondimenti per la ricerca della verità del Mein Kampf di Hitler.
Molto personalmente da quello che leggo, ne viene fuori (Adolf) un personaggio molto particolare, con innumerevoli sfaccettature. Un caratteropatico, una persona che ha formato un carattere molto contradditorio, sicuramente nevrotico, e comunque molto, molto ignorante. Sarebbe stato un bel tipo da conoscere personalmente. Amare la madre e "odiare" il padre. Il padre per la formazione del bambino è la figura che impersona il principio di realtà, ovviamente molto importante per la formazione del carattere, la madre forma il principio del piacere, la fantasia, la creatività. Ma una madre oppressa, avvilita perseguitata, cosa di lei avrà introiettato il povero Adolfo? E un padre, così ubriacone, così persecutorio, presente in casa nei suoi momenti peggiori, che tipo di principio di realtà avrà messo nella testa del povero Adolfo?
Chissà chi ha scritto un saggio di analisi psicologica del personaggio? Certo Freud non avrebbe potuto, anche se di materiale ne avrebbe avuto tantissimo, farlo e chissà se qualcun altro lo ha fatto? Sicuramente più di uno. Ma non voglio mettere altra carne al fuoco.
@ Eloise, grazie per aver postato le mie annotazioni su Eichmann a Gerusalemme.
In quanto a quei volumi che leggeva la tua mamma quando era in attesa di te, sono una vera fonte di informazioni preziosissime.
Questi ultimi 7 giorni io non ho letto nulla, impegni me lo hanno impedito. Fra, spero una settimana riprenderò da dove avevo lasciato. Nel frattempo vi leggo tutti. Quando oggi, tornata dalla Toscana, ho aperto il forum mi sono ritrovata queste bellissime novità che sono il frutto del vostro studio. La lettura mi ha aiutata a riprendermi da una situazione totalizzante di fatica fisica e psichica. Con affetto.

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Margherita
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Posted - 25/04/2017 :  21:59:14  Show Profile
ROSSELLA, prova anche con Joachim Fest, lo trovi su Wikipedia, è uno dei massimi storici su Adolf, me lo ha consigliato mio figlio, pare che comunque nessuno psicologo abbia scritto una biografia a ragionata su baffetto, quelli che lo avrebbero potuto fare all'epoca non le fecero perché troppo pericoloso. Ciao.

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Rosella
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Posted - 26/04/2017 :  11:47:47  Show Profile
@ Margherita
@ Rosario
Grazie per aver apprezzato gli spunti tratti dal Mein Kampf.
Secondo me si comincia a delineare la figura futuro dittatore proprio partendo dall'infanzia.
Io la vedo in questo modo: in un ambiente così violento e misero, la prima cosa che il bambino impara è la violenza stessa, la seconda che a questa violenza bisogna reagire, e non tremare.
Se non parlassimo del Furher... Il piccolo Adolfo non avrebbe forse tutta la nostra simpatia e comprensione?

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosella
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Posted - 26/04/2017 :  11:50:04  Show Profile
quote:

ROSSELLA, prova anche con Joachim Fest, lo trovi su Wikipedia, è uno dei massimi storici su Adolf, me lo ha consigliato mio figlio, pare che comunque nessuno psicologo abbia scritto una biografia a ragionata su baffetto, quelli che lo avrebbero potuto fare all'epoca non le fecero perché troppo pericoloso. Ciao.




Grazie.
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Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosella
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Posted - 26/04/2017 :  12:02:02  Show Profile
Austria, Linz 1900 – 1907 (19 anni)

C’erano due possibilità: la scuola tecnica o il ginnasio umanistico.
Alois Hitler aveva già stabilito il futuro del figlio: scuola tecnica per diventare impiegato, possibilmente alla dogana. Il giovanissimo Adolf non era di questo parere, e dopo “opposizioni di principio” “al piano di mio padre ne contrapposi uno mio: diventare pittore”.

Con due caratteri forti e testardi su posizioni opposte casa Hitler fu scossa da violente scenate, finché Alois, forte del diritto e del dovere (era scuola obbligatoria) iscrisse Adolf alla "Linz Realschule", un ottimo istituto tecnico. Adolf reagì come fanno da sempre gli scolari di mezzo mondo costretti sui libri contro la loro volontà: non studiando. Accanto a voti eccellenti in storia, geografia, disegno (materie che gradiva), si alternavano gravi insufficienze in matematica, francese, e anche tedesco. Si fece anche cacciare da scuola, per cattiva condotta, ed inviato a una di pretese più modeste, ma anche lì le cose non cambiarono; non cambiarono neppure dopo la morte del padre nel 1903, sebbene la madre lo pregasse di finire gli studi. Adolf arrivò fino al 1905, termine del suo obbligo scolastico, senza aver conseguito alcuna licenza superiore. Tuttavia qualcosa rimase: scriverà nel Mein Kampf:
“Se oggi, a distanza di tanti anni, esamino i risultati di allora, ci leggo due fatti fondamentali. Primo, divenni nazionalista. Secondo: imparai a capire il significato della storia”

Queste pagine che parlano degli anni di scuola sono fra le migliori del Mein Kampf, probabilmente perché sono fra le più sincere. “La storia non è una successione di nomi e date” : più che condivisibile. Mi spiace non poterle riportare tutte, sono troppe.
Qui Adolf comincia a maturare il concetto di “pangermanesimo”, il disprezzo verso il “vecchio impero Austriaco” e l’ideale appartenenza al “nuovo impero Germanico. Non si parla ancora di antisemitismo. Sempre dal Mein Kampf:
“Oggi è per me difficile, se non impossibile, dire quando la parola ‘Ebreo’ cominciò per la prima volta a suggerirmi idee particolari. Non ho alcun ricordo di aver sentito la parola a casa durante la vita di mio padre.”

Terminate così ingloriosamente le scuole, la madre cominciò a supplicarlo di trovare almeno un lavoro. Nel 1903 la sorella maggiore Angela si era sposata ed era andata via di casa; restavano quindi Adolf e Paula con la madre Klara, e una misera eredità. Tuttavia Adolf trascorse due anni da nullafacente, girovagando per Linz assieme a un amico, anch'egli con velleità artistiche, tale August Kubizek (*)
Nella primavera del 1906 Hitler partì alla volta di Vienna una prima volta per ritirare il bando d'ammissione all'Accademia delle Belle Arti e per esercitarsi a dipingere soggetti umani e opere architettoniche (i temi dell'esame di ammissione). La madre, dal carattere mite e remissivo, accondiscese alle richieste del figlio di iscriversi all'Accademia delle Belle Arti di Vienna, finanziandogli il viaggio e il soggiorno, da dove Hitler venne respinto una prima volta (ottobre 1907), risultando insufficiente alla prova di disegno Dopo la bocciatura Hitler ottenne un colloquio col rettore dell'Accademia per conoscere i motivi per cui era stato respinto: gli venne detto che non era stato giudicato capace di raffigurare il corpo umano, ma che era molto abile nel disegnare edifici, ragion per cui lo si consigliava d'iscriversi alla facoltà di architettura, il che era impossibile dal momento che il futuro dittatore era in possesso della sola licenza elementare.

Il 14 gennaio 1907 alla madre, già da alcuni mesi incapace di dormire per i prolungati dolori al petto, venne diagnosticato un carcinoma mammario ulcerato in stadio avanzato e subì una mastectomia radicale una settimana dopo; l'intervento chirurgico risultò, tuttavia, del tutto inutile, a causa della diagnosi tardiva. Per tutto il 1907 Hitler si prese cura della madre e dell'appartamento in cui vivevano. Klara morì all'età di 47 anni all'alba del 21 dicembre 1907 "Il Natale peggiore di tutta la mia vita" ebbe ad affermare Hitler a Mussolini
(Wikipedia – tratto dal Mein Kampf)


Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
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Rosario
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Italy
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Posted - 26/04/2017 :  14:48:01  Show Profile
quote:

...
Quando la Germania capitola, tutti i medici vengono arrestati insieme a ufficiali e alte cariche delle SS. Da lì a poco comincerà il processo di Norimberga, il più grande processo medico mai avvenuto nella storia, e che avrà ripercussioni etiche e morali mai sollevate prima.
Karl Brandt affermerà: "Questo cosiddetto processo da parte di un tribunale militare americano è l'espressione formale di un atto di vendetta politica. (...) Non deve stupire che questa nazione, che porterà per sempre nella storia dell'Umanità il segno di Caino, dopo Hiroshima e Nagasaki, tenti di nascondersi nella nebbia di superlativi morali. Il diritto non è mai esistito qui, ma solo la dittatura della forza".
(...)
E' soprattutto intorno alla figura di Karl Brandt che nascono conflitti ideologici e legali in questo processo. Molta dell'opinione comune non lo ritiene colpevole, perché, alla luce dei fatti, non ha avuto nessun nesso diretto con le sperimentazioni o esecuzioni effettuate durante il nazismo. Ma Beals rimase irremovibile e alla fine, dopo una lunga preparazione con assistenti legali, si avvalse nel 1946 della famosa legge N.10 del Consiglio di Controllo alleato per la Germania per condannare a morte tutti gli imputati giudicati colpevoli, varata da poco. Questa legge prevede la possibilità di giudicare colpevole non solo un individuo direttamente coinvolto in crimini contro l'umanità, ma anche coloro che, seppure non direttamente coinvolti, fanno parte di un'organizzazione criminale.

Eloise




Tre brevissimi commenti su questa limpidissima testimonianza:

1 - Il processo di Norimberga è il passo cruciale della rifondazione sociale dell’Occidente.

Tutto il popolo tedesco, identificato in Hitler, diventa il girardiano "capro espiatorio" per la rifondazione sociale del regno d'occidente; ma è stato fatto tenendo ben saldi gli stessi valori del nazismo: vale a dire l'elezione della razza (l’occidente), della sua superiorità e del suo compito di guida morale del mondo; l’occidente è il bene e chi gli si oppone è il male. Proprio come fece Hitler che considerò la purezza del popolo tedesco (di razza ariana) superiore al resto del mondo, corrotto dal denaro, dagli affari e dal potere. L'attualità lo conferma: non è cambiato niente.

2- la dichiarazione di Karl Brandt rafforza la tesi del passaggio di testimone "del male" dal nazismo al nuovo imperialismo occidentale rimarcando l'aspetto vendicativo e sommario delle tesi accusatorie; e lo fa ricorrendo al segno di Caino per marchiare l'occidente della colpa omicida per la soluzione finale: le micidiali bombe su Hiroshima e Nagasaki.

3- Beals ... si avvalse nel 1946 della famosa legge N.10 del Consiglio di Controllo alleato per la Germania per condannare a morte tutti gli imputati giudicati colpevoli. Questa è la dimostrazione che la verità purtroppo non si può trovare nelle sentenze dei tribunali. Di questo anche Fallada ne dà testimonianza nella sua postfazione sulla resistenza tedesca al nazismo; nel breve saggio che segue il romanzo "Ognuno muore solo", parlando dei coniugi Quangel, scrive:

"Durante la custodia preventiva, separati l’uno dall’altro, ma ambedue accomunati dalla minaccia di morte per alto tradimento, ognuno di loro cerca instancabilmente di prendere sulle proprie spalle la principale responsabilità della colpa, scaricandola da quelle dell’altro.

C’è solo un posto, e cioè nella sentenza del Tribunale del Popolo, in cui si afferma qualcosa di diverso, ovvero che ognuno ha tentato d’incolpare l’altro. Ma questa sentenza contiene tali e tante palesi menzogne da farmi preferire come degno di fede ciò che viene costantemente ripetuto nei verbali dei sette mesi di custodia preventiva: non è l’altro, sono io che ho più colpa!"

Il tribunale di Norimberga non ha nulla da invidiare al Tribunale del Popolo.

RF
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eloise
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Posted - 26/04/2017 :  15:19:07  Show Profile  Visit eloise's Homepage
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Quando oggi, tornata dalla Toscana, ho aperto il forum mi sono ritrovata queste bellissime novità che sono il frutto del vostro studio. La lettura mi ha aiutata a riprendermi da una situazione totalizzante di fatica fisica e psichica. Con affetto.



Ben rientrata Margherita

Eloise
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eloise
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Posted - 26/04/2017 :  15:36:41  Show Profile  Visit eloise's Homepage
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Dopo la bocciatura Hitler ottenne un colloquio col rettore dell'Accademia per conoscere i motivi per cui era stato respinto: gli venne detto che non era stato giudicato capace di raffigurare il corpo umano, ma che era molto abile nel disegnare edifici, ragion per cui lo si consigliava d'iscriversi alla facoltà di architettura, il che era impossibile dal momento che il futuro dittatore era in possesso della sola licenza elementare



Questo è interessante e rivela fin da giovane un tratto del carattere che per sempre accompagnerà Hitler: dalla lettura che sto facendo io dei "Medici dei lager", appare evidente che Hitler aveva una vera e propria ossessione per la costruzione di edifici e per l'architettura in generale. Persino la cosiddetta "Operazione ospedali" o direttamente "Operazione Brandt", messa a punto col medico Karl Brandt per costruire ospedali e mettere su servizi sanitari innovativi, dimostra quanto ciò fosse vero. Brandt sarà capace di notevole spirito riformatore, innovativo e intelligente, nel progettare e costruire questi nuovi ospedali. Dovevano ottimizzare al massimo lo spazio per servire in modo pratico ed efficiente tutto lo staff medico.
Brandt fece un viaggio di piacere con moglie e amici alla fine degli anni 30 in cui si recò in Italia, dove pare che rimase grandemente colpito dai Templi di Agrigento, dei quali disse che il senso di dismisura tipico dei costruttori greci conveniva perfettamente ai tedeschi.
Peccato che tali progetti architettonici furono accompagnati da un'ideologia bellica e di supremazia per cui la maggior parte fu distrutta (dalle bombe alleate) e venne usata per scopi tutt'altro che umanitari.

Eloise
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eloise
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Posted - 26/04/2017 :  15:57:19  Show Profile  Visit eloise's Homepage
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Il processo di Norimberga è il passo cruciale della rifondazione sociale dell’Occidente.



Condivido la tua analisi, Rosario, anche se credo che la materia sia molto più complessa e dovrebbe tener conto di una miriade di elementi storici e geopolitici in più che ovviamente sarebbero impossibili da considerare, soprattutto in questa sede.
Personalmente trovo che, anche solo considerando i tre processi che abbiamo già incontrato (sfiorato) finora: Arendt, "Verità negata" e Norimberga, ci sia già una materia tale da fare considerazioni storiche, etiche, politiche, giuridiche, filosofiche, antropologiche e persino linguistiche tali da farsi venire il capogiro. A volte di fronte a certi casi mi sono sempre chiesta: ma come mai tutto questo tempo per districare questa faccenda? Mi accorgo ora che in realtà chi ha affrontato certe questioni si è dovuto trovare di fronte a così tante implicazioni che probabilmente sarebbe impossibile dibattere in tempi più brevi.

Eloise
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