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 Il nazional socialismo in Germania
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Pagina: of 25

Margherita
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Italy
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Posted - 13/12/2016 :  16:59:39  Show Profile
PER OMBRA
Mi è piaciuta tanto la tua presentazione. Cercherò anche questo volume. Ciao

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Rosella
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Italy
316 Posts

Posted - 15/12/2016 :  18:03:39  Show Profile
Libro:

"Mein Kampf" - La mia battaglia
Editore: KAOS. Saggi
Curatore: Giorgio Galli
Prefazione: Autori Vari
Postfazione: Gianfranco Maris
Sottotitolo: Alle radici della barbarie Nazista.

MOTIVAZIONI

L’Ombra Nera che si addensò sulla Germania dal 1933 al 1946 era un incubo con un volto e una voce. Mein Kampf continua ad essere quella voce: non quella preparata per adunate e comizi, vere pagliacciate; ma quella subdola che come una serpe si annidava casa per casa.
Una voce che portò il popolo tedesco a credersi davvero il prediletto degli dei.

Breve Descrizione

Lascio la parola a Giorgio Galli, storico.
“Questa riedizione (2002) del Mein Kampf ha un triplice significato.
·Il rifiuto etico ed intellettuale di ogni tabù e di ogni forma di censura.
·La storicizzazione di un resto la cui lettura deve rappresentare un imperituro monito.
·La denuncia di rimozioni e mistificazioni all’ombra delle quali si vorrebbero legittimare disinvolti quanto pericolosi revisionismi storiografici
E’ opinione diffusa che il Mein Kampf Hitleriano sia un libro dell’orrore, un compendio di farneticazioni. Si può anche continuare a ritenerlo tale, ma SOLO DOPO AVERLO LETTO"

Settant'anni dopo restano aperte troppe questioni. Il libro entrò in tutte le case, ma fu letto? Il consenso che riscosse Hitler era di grande portata, ma fu davvero consapevole? I tedeschi sapevano e capivano quel che accadeva attorno a loro?
Il Mein Kampf è un testo di scarso (nullo) valore letterario, ma descrive senza ombra di dubbio il piano criminale di Hitler per impossessarsi della Germania, dei paesi vicini e di tutta l'Europa.

Non ci si può sbagliare. Se lo leggi, non puoi dire "non avevo capito".


Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra

Oh, Jane, per una volta: TACI
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 15/12/2016 :  18:30:35  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Rosella, è agghiacciante.
Non l'ho mai letto, ma mi sa che lo farò molto presto. Lo sento come un dovere civile, di fronte a me stessa e ai miei figli.

E' stato anche agghiacciante, emotivamente destabilizzante, per me, leggere il ricordo di Margherita del memoriale ebreo ai bambini. Non ho parole di commento, solo un ringraziamento per averci raccontato di quest'esperienza.

Ora mi sa che tocca a me.
Un libro m'è arrivato, l'altro è sempre in viaggio.
A seguire posto le mie presentazioni.
Grazie a tutti.

Eloise
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 15/12/2016 :  19:08:46  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Titolo: Ces Allemands qui ont affronté Hitler (Quei tedeschi che hanno affrontato Hitler)
Autore: Gilbert Badia
Editore: Les éditions de l'atelier
Collana: Les éditions ouvrières
Edizione: Parigi, 2000
Traduzione: libera traduzione (scusate) mia

Profilo dell'autore: Gilbert Badia è uno studioso francese, storico germanista, professore emerito all'Università di Parigi VIII, che si è occupato in particolare del fenomeno tedesco dell'immigrazione in Francia durante la seconda guerra mondiale.

Di fronte al grande interrogativo che la storia ci lascia, tuttora, di come sia stato possibile per un intero popolo appoggiare la visione estremista di Hitler, mi è parso che questo libro abbia tentato di dare una risposta quanto più possibile obiettiva, articolata e documentata, dell'esistenza della resistenza tedesca al nazismo. E' un argomento che con mio grande sgomento ammetto di non conoscere e nemmeno ricordare di aver mai visto trattare comunemente; proprio per questo desidero conoscerne le forme, quali e quante sono state, perché questa terribile ferita storica non può essere né pienamente capita, e nemmeno ricucita, se non riusciamo tutti a sentirci coinvolti e partecipi di ciò che accadde all'epoca in Germania.
Dal mio punto di vista, non è umanamente possibile che non ci sia stata resistenza. Ma questo profondo, intenso sentimento che nutro dentro me ha bisogno di un confronto storico, documentato e imparziale, che mi rassicuri sulla sua fondatezza, e mi faccia capire perché questa resistenza è stata di scarsa efficacia. Credo che solo così, capendo i perché, possiamo arrivare a capire la storia e interpretare attentamente il presente.
Credo che sia anche per questo che in questa discussione, diversamente da quanto avrei mai fatto, non me la sono proprio sentita di leggere un romanzo. Ho bisogno di conoscere e capire i fatti storici, e solo un testo storico-giornalistico poteva farlo.

Scusate se mi sono dilungata.

Eloise
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Rosario
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Italy
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Posted - 17/12/2016 :  16:32:34  Show Profile
Mi pare che il quadro delle presentazioni sia "quasi" completo. Nell'attesa che Eloise inserisca la presentazione del suo secondo libro-documento, faccio un piccolo preambolo al fine di focalizzare il tema di fondo della discussione proposto da Margherita che è:

"la dittatura nazista in Germania e la resistenza tedesca"

i termini "Dittatura" e "Resistenza" hanno bisogno di essere definiti e condivisi dal gruppo per garantire la reciproca e corretta interpretazione degli interventi nella discussione.

Allo scopo inserisco le sintesi delle definizioni prese dal vocabolario Treccani.

Dittatura: Regime politico caratterizzato dalla concentrazione di tutto il potere in un solo organo, monocratico o collegiale, che l’esercita senza alcun controllo: dittatura militare; la dittatura fascista, hitleriana, ecc.;


Resistenza: Nel linguaggio giuridico e sociologico, diritto di resistenza, diritto di opporsi, anche con la "violenza", a ogni attentato o minaccia recati ai diritti fondamentali e inviolabili dell’uomo da parte del potere costituito. Il diritto di resistenza, ammesso dalle dottrine politiche dei sec. 17° e 18°, non è stato recepito nelle costituzioni delle democrazie ottocentesche e contemporanee, e quindi neppure nella Costituzione della Repubblica Italiana (nel cui progetto iniziale era tuttavia previsto).

...nè, tantomeno dalla Repubblica Weimar: http://www.treccani.it/enciclopedia/repubblica-di-weimar/

Quindi la resistenza non era un diritto costituzionale nella Repubblica di Weimar che precedette la dittatura nazista.

Ma nella definizione di resistenza compare anche la parola che più delle altre, mette in gioco direttamente l'agire umano: mi riferisco alla "violenza".

Violenza: (...) Dalla violenza fisica si distingue la violenza morale, quella che viene subìta dal soggetto a causa del timore indotto in lui dall’azione esterna (o in genere, come sinonimo di violenza psichica, quella che si esercita sull’animo di una persona, mortificandone lo spirito, soggiogandone, annullandone o limitandone la volontà, plagiandola); nel diritto canonico si prevede inoltre una violenza assoluta, che si ha quando la "resistenza" da parte di chi la patisce è totale.

"Violenza" voce completa Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/violenza/

Forse è proprio per questa violenza, insita nella definizione della resistenza, che le costituzioni democratiche contemporanee non prevedono il "diritto di resistenza"; sicuramente nel corso della discussione verrà fuori questa lacuna (o ipocrisia dipende dai punti di vista) costituzionale e saremo obbligati all'approccio antropologico per sviscerare gli aspetti più oscuri e sacrilegi della violenza.
RF
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Margherita
Average Member

Italy
96 Posts

Posted - 18/12/2016 :  11:54:37  Show Profile
Ho letto le lettere dei condannati a morte della resistenza europea: Germania.
I condannati sono 32, non pochi. Mi sono così rifatta un'idea e cioè mi sono resa conto che la resistenza contro il regime Hitleriano, è stata veramente forte e numerosa.
Leggere romanzi quindi non basta quando si vuol giudicare, bisogna storicizzare.
Scriversi e discutere è indispensabile.


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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 18/12/2016 :  20:01:28  Show Profile
Leggere le lettere dei condannati a morte mi ha convinto che la forza della resistenza tedesca era tutta negli affetti famigliari; come se la preoccupazione più grossa fosse quella di affidarsi alla famiglia per lasciare una testimonianza eroica della propria morte.

Gli argomenti delle lettere non parlano quasi mai della lotta al nazismo ma di amore, perdono, dignità, fierezza.

La prefazione di Thomas Mann inizia col perdono citando Tolstoj; e finisce con la memoria, riportando la frase di un giovane resistente francese:

"J'espère que le souvenir de mes camarades et le mien ne sera pas oubliè, car il doit être mémorable."

(Non traduco altrimenti Eloise mi bacchetta).

Tra il perdono e la memoria passa la vita dei condannati a morte della resistenza.

Sull'utilità della lettura dei romanzi invece non sono d'accordo con quanto espresso da Eloise e da Margherita sull'insufficienza o la scarsa utilità del romanzo ai fini della ricostruzione storica. L'approccio alla letteratura di Renè Girard è "storico"; se vogliamo mettere un aggettivo, il più adatto potrebbe essere "soggettivo". Il "desiderio mimetico" non parte dall'evento o dalla cronaca ma dal soggetto della storia ovvero l'uomo. E' l'uomo che fa la storia, non il contrario.

Girard nel suo "menzogna romantica e verità romanzesca" tocca le corde più intime dell'essere umano per arrivare alla verità della storia. Una verità che va oltre l'eroismo umano fino a toccare le corde del mistero che, forse troppo frettolosamente, confiniamo nel "divino".

Inserisco un pensiero rubato, adattato e appuntato preso dal volume:

"L'ENIGMA DEL SACRO" di Marco Porta.

Le cronache di guerra forniscono, da tempo immemore, una lunga rassegna di genocidi - milioni e milioni di morti. Questi abomini oltrepassano ampiamente le capacità della spiegazione storica; per cercare di comprendere questa realtà incomprensibile, è necessaria un'antropologia tragica di vaste proporzioni, come quella proposta da Renè Girard.

Il modello sociale e individuale delineato da Girard è uno strumento formidabile per rileggere in profondità la storia mettendo al centro l'uomo e la donna con i loro sentimenti, le loro aspirazioni e, non ultimi, i loro sogni.


RF
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eloise
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603 Posts

Posted - 19/12/2016 :  09:48:50  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Grazie, sì: prima di presentare il mio secondo libro-documento vorrei aspettare che mi arrivasse. Comunque da tutti i vostri interventi mi pare chiaro che alcuni di voi già hanno, magari come estratto o appendice, lo stesso testo che ho preso di Thomas Mann. Risulta comunque sicuramente chiaro che Mann è un intellettuale che ha più volte e in più contesti fatto sentire la sua opinione riguardo alla Germania nazista.

@Margherita: sono contenta che questa discussione ti abbia già fatto cambiare opinione riguardo alla resistenza tedesca. Anch'io sono convinta che ci sia stata, vedremo se le nostre letture continueranno ad avvalorare questa posizione.

@Rosario: in realtà sulla storia vs letteratura la pensiamo allo stesso modo. Da amante della letteratura quale sono, non potrei mai rinnegare le infinite capacità di questo genere nel parlare al cuore degli uomini, con una potenza tale da saper essere spesso anche profondamente eversiva. Non si tratta per me ora di misurare la capacità di sensibilizzare un lettore rispetto a un fatto storico, si tratta proprio solo di alimentare una pura documentazione. Per questo dicevo che personalmente un documento di ricerca storica è fondamentale.

Semmai la domanda consecutiva potrebbe essere un'altra: una volta appurata la "storia" (i fatti realmente accaduti, documentati), è nata da questa storia una letteratura che effettivamente riesce a sensibilizzare sull'argomento? esiste un qualche testo, puramente letterario, che ha saputo trasmettere valori e suscitare sentimenti profondi partendo da questi fatti storici? La resistenza altrove ha creato dei capolavori. E in Germania? A questa domanda io potrei provare a rispondere, ma solo dopo aver capito su quale base di fatti si parte. Magari uno dei libri scelti da uno di voi potrebbe esserne uno. Oppure no.

Eloise
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ombra
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Posted - 19/12/2016 :  10:00:17  Show Profile  Visit ombra's Homepage
quote:

PER OMBRA
Mi è piaciuta tanto la tua presentazione. Cercherò anche questo volume. Ciao





Grazie mille Margherita.
Mi piace questa discussione, mi ricorda quelle che facevo con mio nonno sulla pazzia di Hitler e sui metodi delle SS nei campi di lavoro. Lui era stato deportato come prigioniero politico ed ha vissuto due anni da incubo rinchiuso in un campo tedesco. Odiava ogni forma di razzismo e ricordo che un panino e un bicchiere di vino a casa sua erano sempre sulla tavola, per tutti gli ambulanti che passavano. La mia famiglia è cresciuta secondo i suoi principi e ne sono orgogliosa. Lui diceva sempre che anche i tedeschi non erano tutti uguali, che c'era chi aveva provato a combattere Hitler, e leggere questo libro e discutere della resistenza mi ricorda le sue parole.
E' la perdita più grande e devastante che c'è stata nella mia vita, la sua morte, per cui parlando di questo argomento con voi lo sento accanto a me e vi ringrazio.

Un abbraccio

Marta

PS: da bambina gli avevo fatto anche un'intervista, devo cercarla in soffitta, se non vado fuori tema, potrei proporvi qualche stralcio.



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eloise
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Posted - 19/12/2016 :  10:06:37  Show Profile  Visit eloise's Homepage
quote:

"J'espère que le souvenir de mes camarades et le mien ne sera pas oubliè, car il doit être mémorable."



Concludo con un'osservazione sulla tua citazione, Rosario, perché mi ha molto colpito. Il resistente francese che chiama gli altri a ricordare in modo memorabile il proprio sacrificio è un'immagine profondissima e dolorosissima. Profondissima e dolorosissima anche perché, vista la scarsa letteratura (nel senso di pubblicazioni) che esiste in giro sulla resistenza tedesca, forse il grido di quelli che si sono sacrificati in Germania è rimasto parzialmente inascoltato.

Eloise
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eloise
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Posted - 19/12/2016 :  10:09:45  Show Profile  Visit eloise's Homepage
quote:

PS: da bambina gli avevo fatto anche un'intervista, devo cercarla in soffitta, se non vado fuori tema, potrei proporvi qualche stralcio.



Sì per favore!

Eloise
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Rosella
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Posted - 19/12/2016 :  12:18:23  Show Profile
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Rosella, è agghiacciante.
Non l'ho mai letto, ma mi sa che lo farò molto presto. Lo sento come un dovere civile, di fronte a me stessa e ai miei figli.

Grazie a tutti.

Eloise
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Scusate se faccio un passo indietro, ma il mio libro è molto frammentario e frammentato. Le opinioni sulla sua "utilità" sono diverse tutti però concordano sul fatto che andrebbe letto.Lascio la parola a W.L. Shirer, storico:
"Ho sentito più di un convinto nazista lagnarsi perchè il libro era di difficile lettura... V'è però da pensare che se molti tedeschi non nazisti l'avessero letto prima del 1933, e se altrettanto avessero fatto gli uomini di stato all'estero, ... sia la Germania sia il resto del mondo avrebbero potuto essere salvati dalla catastrofe."

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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ombra
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Posted - 19/12/2016 :  15:22:58  Show Profile  Visit ombra's Homepage
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quote:

Rosella, è agghiacciante.
Non l'ho mai letto, ma mi sa che lo farò molto presto. Lo sento come un dovere civile, di fronte a me stessa e ai miei figli.

Grazie a tutti.

Eloise
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Scusate se faccio un passo indietro, ma il mio libro è molto frammentario e frammentato. Le opinioni sulla sua "utilità" sono diverse tutti però concordano sul fatto che andrebbe letto.Lascio la parola a W.L. Shirer, storico:
"Ho sentito più di un convinto nazista lagnarsi perchè il libro era di difficile lettura... V'è però da pensare che se molti tedeschi non nazisti l'avessero letto prima del 1933, e se altrettanto avessero fatto gli uomini di stato all'estero, ... sia la Germania sia il resto del mondo avrebbero potuto essere salvati dalla catastrofe."

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra




Direi che ha colto nel segno. Se lo avessero letto o avrebbero preso sul serio Hitler, avremmo letto una storia ben diversa, forse tante vite sarebbero state risparmiate.
Anche il protagonista del mio libro, Hans all'inizio si era iscritto alla Gioventù Hitleriana, irretito dal richiamo del Führere, come altri migliaia di ragazzi infatuati dalla buona novella nazista, e desiderosi di marce, cameratismo, ed avventura, ma poi i molti divieti, l'assenza di democrazia, il razzismo che imperversa all'interno gli fanno aprire gli occhi sulle vere intenzioni dei nazisti e lo spingono a ribellarsi. Questo conferma quanto asserisce Shirer: se si fosse conosciuto meglio Hitler e i suoi piani, si sarebbe stroncata sul nascere la sua ributtante ideologia.
In ogni caso, lo avevo iniziato a leggere o lo terminerò, appena finito con la Rosa bianca. Già dalle prime pagine si rimane basiti e voglio vedere come procede. Grazie Rosy per la citazione.

Un abbraccio

Marta

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ombra
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Posted - 19/12/2016 :  15:25:15  Show Profile  Visit ombra's Homepage
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PS: da bambina gli avevo fatto anche un'intervista, devo cercarla in soffitta, se non vado fuori tema, potrei proporvi qualche stralcio.



Sì per favore!

Eloise
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Ok Eloise, appena vado a casa dei miei per le feste la cerco.

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eloise
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603 Posts

Posted - 19/12/2016 :  15:43:50  Show Profile  Visit eloise's Homepage
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Scusate se faccio un passo indietro, ma il mio libro è molto frammentario e frammentato.


Ciao Rosella, non so se ho capito bene: non parteciperai più alla discussione?


Eloise
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