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 Il nazional socialismo in Germania
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Rosario
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Italy
418 Posts

Posted - 26/01/2017 :  13:16:22  Show Profile
quote:

Siamo arrivati a esaminare l'argomento sotto vari punti di vista: quello religioso, storico, sociologico, filosofico, antropologico.
Una chiave per forza sfiorata è quella psicologica, ma non è stata approfondita.
... Insomma sono ancora più confusa di prima; non ho risposte precise, chiare, nette.



@Margherita, già vuoi le risposte ancor prima di aver formulato le domande? "La risposta soffia nel vento"... direbbe Bob Dylan

L'argomento non lo abbiamo ancora esaminato; in questa fase pre-discussione c'è stato qualche inserimento, (anche importante), qualche riflessione soggettiva; sono state evidenziate alcune domande spontanee che vanno a sommarsi ed integrarsi a quelle già formulate nella fase di apertura e pianificazione delle letture. Questi testi e/o documenti che abbiamo inserito possono essere letti, se qualcuno vuole dare un "taglio" particolare ai suoi interventi sul libro che porta in discussione; sono letture sussidiarie e/o propedeutiche per supportare e argomentare il proprio contributo nella discussione.
Per rimettere la "barra a dritta", (avrebbe detto Tiziano), riporto il tuo intervento di apertura:

"Vorrei discutere su un argomento che mi sta a cuore: la dittatura nazista in Germania e la resistenza tedesca. Il romanzo che ho finito di leggere è "Ognuno muore da solo" di Hans Fallada, dal quale è stato tratto il film "Lettere da Berlino".

Non c'è confusione; la domanda è semplice e lineare, nonchè generica e dispersiva. Tutto il resto è rimandato alla discussione che, abbiamo scritto, si svilupperà secondo gli interventi e gli eventuali approfondimenti.
[/quote]

RF
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eloise
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603 Posts

Posted - 26/01/2017 :  13:55:33  Show Profile  Visit eloise's Homepage
quote:

Ho l'impressione però che durante il nazionalsocialismo l'unica vera resistenza fu quella delle chiese, cattolica e protestante, infatti l'uccisione dei malati psichici ebbe fine appunto dietro varie proteste delle chiese. Quindi si capisce ancora meglio come mai la ribellione al regime venne per lo più da cattolici e protestanti credenti.



Su questo vorrei fare subito un commento: non sono ancora arrivata a questa parte del libro di Badia (scusate sono in ritardo con la mia lettura...), ma una cosa lui la dice chiaramente fin dall'inizio della sua analisi: la grande resistenza mancata, nel senso proprio di assente, è stata quella della Chiesa.....

Eloise
www.letteratour.it
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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 26/01/2017 :  14:39:21  Show Profile
quote:

quote:

Ho l'impressione però che durante il nazionalsocialismo l'unica vera resistenza fu quella delle chiese, cattolica e protestante, infatti l'uccisione dei malati psichici ebbe fine appunto dietro varie proteste delle chiese. Quindi si capisce ancora meglio come mai la ribellione al regime venne per lo più da cattolici e protestanti credenti.



Su questo vorrei fare subito un commento: non sono ancora arrivata a questa parte del libro di Badia (scusate sono in ritardo con la mia lettura...), ma una cosa lui la dice chiaramente fin dall'inizio della sua analisi: la grande resistenza mancata, nel senso proprio di assente, è stata quella della Chiesa.....

Eloise
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Qualche commento fa o inserito:"la resistenza vietata".

Riporto la parte della nota che interessa questa resistenza mancata:

"Lutero infatti era convinto che la Riforma poteva avere successo solo se i principi l'avessero appoggiata.

La sua visione è ben espressa nella dottrina dei due regni:

Chiesa e Stato - sostenne - sono separati, allo stesso modo in cui la vita interiore è distinta da quella esteriore.

Il cristiano interiormente riconosce solo la legge evangelica: è questo il regno della Chiesa.

Esteriormente, però, nella sua vita sociale, il cristiano è tenuto a ubbidire all'autorità politica, anch'essa voluta da Dio per garantire l'ordine nel mondo: è questo il regno dello Stato.

Diversamente l'umanità sarebbe vittima della violenza generata dal peccato.

In questo modo, pur non riconoscendo un valore sacrale al potere politico, Lutero forniva alla gerarchia sociale una potente legittimazione e bollava come “demoniaco” ogni progetto di sovversione.

Il cristiano non ha alcun diritto di “resistenza” alle istituzioni, se non in materia di fede, per quanto ingiuste possano essere.

Con queste concezioni drasticamente conservatrici, Lutero si preparava a scontrarsi con quanti avevano tratto dalla sua rivolta una speranza di riscossa sociale."

E' evidente che la tesi di Eloise-Badia su "la grande resistenza mancata ... della Chiesa....." ha radici ben lontane (1520); ancor prima della rivoluzione francese (1789).

La storia dei popoli germanici, piena fierezza, coraggio e autonomia, non solo spiega la mancata resistenza della Chiesa; ma alimenta anche quel particolare romanticismo poetico (idealismo); un isolamento orgoglioso e fiero che snobba una realtà politica e sociale molto frammentata avulsa da qualsiasi "apparentamento" di singole signorie e principati. Una situazione pre-nazista che è ben espressa in quel richiamo all'unità del popolo tedesco dell'incipit di "mein kampf":

"Oggi si rivela utile per me che il fato abbia deciso che Braunau sull’Inn dovesse
essere il mio luogo natale. Questo piccolo paese si trova alla frontiera fra due Stati
Tedeschi, l’unione dei quali viene vista da noi più giovani come un’operazione
degna di essere portata a termine con tutti i mezzi in nostro potere."

A leggere la storia ci si rende conto che la storia stessa è fatta per essere letta senza limiti di tempo e di... logos.




RF
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eloise
Senior Member

603 Posts

Posted - 26/01/2017 :  15:05:52  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Temo che di domande questa discussione ne solleverà una marea, anziché dare delle risposte.
Però una risposta secondo me già l'ha data: non è vero che non ci sia stata resistenza tedesca.
Altro comunque è chiedersi: quanto sia stata efficace questa resistenza?

Un nota a margine: ho la sensazione che questa discussione in realtà sia già cominciata, non credo ci sarà un confine molto netto tra le premesse e la discussione vera e propria...

Eloise
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Tiziano
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Italy
166 Posts

Posted - 26/01/2017 :  22:21:19  Show Profile
Caro Rosario,
io avrei detto "barra al centro", perché se metto la barra a dritta la barca ovviamente cambia rotta.
Mi intrufolo un'altra volta per fare 3 osservazioni:
1. a proposito dei ruolo della Chiesa m'è venuto im mente che trattando di "Opinioni di un clown" io mi ero appunto rimproverato di aver ignorato la sorte dei cattolici in Germania, come se questo non fosse stato un problema storico da considerare.
2. se dovete discutere del ruolo della Chiesa dovete anche tener presente la kultur Kampft di Bismark, di cui io - confermando 1. - so ben poco
3. ricordando le nostre precedenti conversazioni, che procedevano sempre un po' stancamente, sono sorpreso dalla effervescenza di questa.

Ciao a tutti

Tiziano
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ombra
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296 Posts

Posted - 27/01/2017 :  09:13:11  Show Profile  Visit ombra's Homepage
Io concordo con Eloise, la resistenza c'è stata, almeno per quanto ho letto e sto leggendo io. I ragazzi della Rosa Bianca l'hanno tentata e per essa sono morti. La loro propaganda forse non è stata capita ed è stata inefficiente ma era un tentativo. Ricordiamo inoltre i molti tedeschi che hanno nascosto gli ebrei per anni, o Schindler ad esempio, non è forse anche questa una piccola forma di resistenza? Il non assoggettarsi alla brutalità e, nel proprio piccolo, fare qualcosa, può essere considerata ribellione?
Viva le domande!!!! :) Come vedi, cara Margherita, non sei l'unica confusa. Piano piano, chiariremo i nostri dubbi, il confronto, che ti ringrazio ancora una volta di aver generato, ci aiuterà.

Ciaoo

Marta

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Rosario
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418 Posts

Posted - 27/01/2017 :  12:11:10  Show Profile
@Tiziano - L'esperto risponde: "barra al centro" (e non "barra a dritta" come improvvidamente mi sono azzardato a scrivere); l'esperienza paga, non poteva essere altrimenti. Grazie Tiziano per questa lezione gratuita di "navigazione"... .

Per quanto riguarda il ruolo della Chiesa cattolica (e protestante), anche a me è venuto il sospetto che in "Opinioni di un clown" avevamo lambito l'argomento ma, almeno per me, nella discussione non siamo andati più in là della denuncia di Hans sull'ipocrisia dei notabili clericali. Comunque le due Chiese - cattolica e luterana - hanno una diversa concezione del "Regno": quella cattolica professa che il Regno è uno; quella protestante sembra che avvalori la tesi dei due Regni ovvero il Regno di Dio e il Regno dello Stato (di "Cesare"); Quel che personalmente mi sconquassa è l'evangelica distinzione sancita nella frase: "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio"; quindi "resistere" agli abomini di Cesare in nome di Dio è cristianamente consentito anzi doveroso..., almeno per i cattolici; mentre qualche dubbio rimane per quella dottrina dei due regni che vieta al cristiano di resistere a Cesare ovvero a Hittler.
Comunque, questa divisione "dottrinale" sulla "resistenza", probabilmente ha avuto un qualche ruolo nell'inefficacia della resistenza antinazista in Germania. Anche questo potrebbe essere un argomanto da approfondire ma c'è bisogno di tempo; per ora possiamo solo prenderne atto e contare su quanto abbiamo "smosso" nella discussione "Opinioni di un clown".

@Ombra - La tua osservazione sul fatto che la resistenza c'è stata, mi trova d'accordo; anche perchè la resistenza non la fanno le istituzioni ma le donne e gli uomini "forti" perchè resistere è essere forti; e la fortezza è una della quattro virtù umane (cardinali) che aprono la porta alle tre virtù divine (teologali).

Oggi è il giorno della "memoria" e, come saprete, Renè Girard ha una particolare visione letteraria di questa memoria che lui definisce "affettiva" e la considera come il giudizio universale di Proust e di tutti gli scrittori.


RF
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Margherita
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Posted - 27/01/2017 :  12:43:22  Show Profile
Giusto, barra al centro, non a dritta. Sono stata una velista, scuola di Caprera. Al Centro, al centro, a dritta vuol dire a destra, non dobbiamo fare una virata! O si?
Secondo Gitta Sereni: "In quelle tenebre" :
"Il 27 novembre 1940, un anno e due mesi dopo l'inizio del Programma di Eutanasia il santo Ufficio si riunì ed emise la sua prima dichiarazione ufficiale sull'argomento dell'eutanasia. omissis ...Il 24 marzo 1941 si levò la voce del vescovo protestante del Wurttemberg in latino. Ormai il programma di eutanasia era diventato un pubblico scandalo e contro di esso levavano proteste coraggiosi uomini di chiesa in tutta la Germania. Cinque mesi dopo, quale ne fu la ragione, Hitler ne ordinò la cessazione."
Così è, ne hanno parlato in tanti di questa storia, tanto che molte voci successivamente a fine guerra, si sono levate per dire che come c'era stata la protesta contro il Programma di Eutanasia, così ci sarebbe potuta essere anche una grande protesta, sempre da parte delle Chiese, contro i successivi campi di sterminio.
Io non ho certo la verità in tasca e mi rendo conto che se volessi darmi delle risposte precise dovrei studiare il problema molto più a fondo e ampliare ancora di più la lettura di altri testi.
Resto comunque della mia idea che spesso, fra gruppi di uomini si diffonde la rabbia e la violenza, la voglia di uccidere, si diffonde come un'epidemia e allora ci vogliono gli anticorpi per fermare le stragi. Sono sempre più convinta di questo.
Certo so bene come è partita la mia domanda, ma poi è stato come gettare un sasso in un lago apparentemente calmo, i cerchi provocati dal sasso sono questi.
Mi spiace non essere riuscita a mandarvi il carteggio, fatto di 2 lettere tra Freud e Einstein, "Perché la guerra" volume 11 Opere di Freud. Alla prossima mando le indicazioni di come si possono scaricare Online, tutti gli 11 volumi delle opere di Freud.
Anzi ecco l'indirizzo: http://areariservata.lacan-con-freud.it/biblioteca_riservata.htm.
A suo tempo mi hanno mandato con mail il Login che era: Username: il piccoloarpad (compilazione tutto minuscolo senza spazi)
Password: Il FintoStanislao (compilazione I maiuscolo; elle minuscolo; F maiuscolo ecc.; S maiuscola, tutto senza spazi)
Può essere che abbiano cambiato il lo username e la password, ma se gli scrivete chiedendo di voler accedere all'opera vi forniranno pass e username nuovi. Con l'accesso poi potete scaricare sul vostro P.C. i volumi in modo compresso, ma consultabilissimi e stampabili perché sono in PDF.
Si sarà capito che sono una fanatica della psicoanalisi in particolare amo moltissimo Freud non solo come inventore della psicoanalisi ma anche come uomo di grande cultura e ti profonda moralità.
Un affettuoso saluto a tutti.

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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 27/01/2017 :  19:40:58  Show Profile
@ Margherita anche a me piace l'analisi psicologica dei personaggi ma di fronte alla storia, di fronte alla realtà, di fronte alla tragedia conservo un prudente rispetto verso l'uomo: eroe, carnefice e vittima di se stesso.

La violenza inspiegabile dell'uomo ha uno stretto rapporto con la sacralità della vita. Ecco cosa scrive Renè Girard sull'interpretazione psicologica.

"La critica letteraria è concepita come una ricerca delle forme o delle strutture, come una summa, un sistema, una griglia o un codice di “differenze” precise e sottili il più possibile, di sfumature sempre più delicate. …

Se è vero che l’ispirazione tragica corrode e dissolve le differenze nella reciprocità conflittuale, non vi è regola della critica moderna che non si allontani dalla tragedia e non si condanni a misconoscerla.

Il che vale specialmente, per le interpretazioni psicologiche. Edipo re è considerato particolarmente ricco di osservazioni psicologiche. Si può dimostrare che il punto di vista psicologico, nel senso letterario e tradizionale, falsa nel suo principio stesso la lettura dell’opera."

Così scrive Renè Girard su "La violenza e il sacro"- cap. III - Edipo e la vittima espiatoria.

Il mio commento è che, come ha scritto Girard, l'interpretazione psicologica allontana dalla tragedia fino a misconoscerla; invece, la tragedia continua tuttora a essere una forma di "codifica" del comportamento violento dell'uomo in balia di forze incontrollate che solo la religione può ordinare in direzione del bene e del male. Nessuna motivazione psicologica riuscirà mai giustificare gli abomini.

"Questi abomini oltrepassano ampiamente le capacità della spiegazione storica; per cercare di comprendere questa realtà incomprensibile è necessaria un'antropologia tragica di vaste proporzioni, come quella [proposta da Girard]. Noi comprenderemo un giorno che questo secolo ha fornito, su scala disumana e mondiale, il modello delineato [da Girard]. Di nuovo da dove viene questa violenza? (La Religion contre le sacrifice - reperibile sul sito: www.lemonde.fr).

C'è un libricino, da cui ho preso questa frase e di cui consiglio la lettura per chi desidera una guida ragionata per conoscere il pensiero di René Girard:

"L'ENIGMA DEL SACRO" - Il pensiero di René Girard tra religione e filosofia - di Marco Porta - Giuliano Landolfi Editore.

...e molte delle domande evidenziate in questa e in altre discussioni, potranno essere affrontate in modo interdisciplinare, senza rinunciare, cioè, alle particolari conoscenze di cui ciascuno è portatore e predilige per argomentare una possibile risposta.


RF
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Rosella
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Posted - 27/01/2017 :  22:52:40  Show Profile
INTERMEZZO
È un po' tardi ma siamo ancora nella "giornata della memoria".
Vorrei dedicare questo forum a tutti gli innocenti assassinati nei campi di sterminio e sui fronti della guerra.
FINE INTERMEZZO...

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra
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Rosario
Senior Member

Italy
418 Posts

Posted - 27/01/2017 :  22:59:15  Show Profile
quote:

INTERMEZZO
È un po' tardi ma siamo ancora nella "giornata della memoria".
Vorrei dedicare questo forum a tutti gli innocenti assassinati nei campi di sterminio e sui fronti della guerra.
FINE INTERMEZZO...

Rosella - Gwendydd

"di uno storico parziale, prevenuto e ignorante"
Jane Austen - La storia d'Inghilterra




...in ogni luogo e in ogni tempo.

RF
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Margherita
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Posted - 28/01/2017 :  12:42:13  Show Profile
Rosario, non è questione di analisi psicologica dei personaggi. La questione è ben diversa, la questione siamo noi umanità, come siamo fatti. Riguarda l'analisi della psicologia di massa, riguarda l'aspetto direi antropologico di come siamo fatti. Purtroppo non possiamo sfuggire a questa cosa. Dobbiamo fare i conti con chi è un delinquente, un anafettivo, un amorale. Questa parte dell'umanità che molto spesso prende il potere e coinvolge il resto dell'umanità, le masse diciamolo pure ignoranti, stupide, egoiste. Questo è il problema vero. Ieri la Sereni, quella che vive qui a Milano, ricordando il binario 21 ha ancora detto che loro sono stati portati via dell'indifferenza totale di chi era lì. Tutti hanno fatto finta di nulla. Questo è quello che ripete ogni anno la Sereni, "totale indifferenza".
Noi cinque continuiamo a tirare fuori argomenti, si certo utili per capire un pezzetto in più, ma resta sempre il fatto che a compiere quelle cose siano stato degli uomini non degli extra terrestri. Noi siamo andati oltre la letteratura.

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Rosario
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Italy
418 Posts

Posted - 28/01/2017 :  14:06:07  Show Profile
quote:

Rosario, non è questione di analisi psicologica dei personaggi. La questione è ben diversa, la questione siamo noi umanità, come siamo fatti. Riguarda l'analisi della psicologia di massa, riguarda l'aspetto direi antropologico di come siamo fatti. Purtroppo non possiamo sfuggire a questa cosa. Dobbiamo fare i conti con chi è un delinquente, un anafettivo, un amorale. Questa parte dell'umanità che molto spesso prende il potere e coinvolge il resto dell'umanità, le masse diciamolo pure ignoranti, stupide, egoiste. Questo è il problema vero. Ieri la Sereni, quella che vive qui a Milano, ricordando il binario 21 ha ancora detto che loro sono stati portati via dell'indifferenza totale di chi era lì. Tutti hanno fatto finta di nulla. Questo è quello che ripete ogni anno la Sereni, "totale indifferenza".
Noi cinque continuiamo a tirare fuori argomenti, si certo utili per capire un pezzetto in più, ma resta sempre il fatto che a compiere quelle cose siano stato degli uomini non degli extra terrestri. Noi siamo andati oltre la letteratura.





... ma certo Margherita siamo noi umani a compiere gli abomini non gli extraterrestri (quando per extraterrestri non si intendano dei, idoli, ecc.); ma gli dei sono destinati a "cadere" (La caduta degli dei) e a lasciare l'uomo solo; in quella solitudine di "Ognuno muore solo" di Fallada e/o quella ricordata nella poesia di qualcun altro che dice che ognuno sta solo sul cuor della terra; e quando un raggio di Sole lo trafigge, si accorge che è subito sera.

Gli abomini ci sono anche oggi e sono sempre opera dell'uomo e non di qualche dio che sta da un'altra parte a godersela. Il pretesto è il nazismo, ma stiamo parlando e scrivendo di noi nell'attualità che che viviamo... nonostante tutto. Non sono gli "altri" che compiono gli abomini ma noi, in persona; magari nascosti nel "sottosuolo" con le nostre memorie; forse in compagnia di Freud o di suo padre Edipo. Il sottosuolo è pieno di donne uomini e delle loro "memorie affettive". Qualcuno è riuscito a scriverle altri si affidano al silenzio; ma sono memorie che scuotono e ci rendono degni di essere uomini nel riconoscere le nostre debolezze.

Riporto una piccolo brano preso dalla "La notte" di Elie Wiesel; siamo al capitolo I:

"E durante tutte queste serate mi convinsi che Moshé lo Shammàsh mi trasportava con sé nell’eternità, in quel tempo in cui domanda e risposta diventavano Uno."
...
qualche tempo dopo essere stato deportato come straniero, Moshé lo Shammàsh torna al villagio e dice:

"Ho voluto tornare a Sighet per raccontarvi la mia morte, perché possiate prepararvi finché c’e ancora tempo."
...
per colpire l'attenzione degli amici del villagio che rimanevano indefferenti, prova con la descrizione delle atrocità:

"Poi fecero loro scavare delle grandi fosse. Appena finito quel lavoro, gli uomini della Gestapo cominciarono il loro. Senza passione, senza odio, abbatterono tutti i prigionieri. Ognuno doveva avvicinarsi alla buca e presentare la nuca."
e infine, l'apoteosi del terrore:
"I neonati venivano gettati per l’aria a far da bersaglio ai mitra."

Nonostante l'efferratezza del racconto i suoi amici ebrei del villagio rimasero indifferenti.

Ecco; questo succede anche adesso in qualche parte del mondo; ma l'indifferenza regna sovrana; perchè è difficile affrontare la realtà degli abomini e preferiamo "accoccolarci" nel nostro "sottosuolo".



RF
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eloise
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Posted - 28/01/2017 :  21:07:32  Show Profile  Visit eloise's Homepage
Più procedo nella ricostruzione storica, a dire il vero molto rapida, che Badia fa della resistenza tedesca, più mi sento sconvolta da alcune analogie che trovo nella storia che stiamo vivendo. L'incapacità delle voci democratiche, per la loro stessa natura dialogica, a farsi compatte per fare muro contro l'ideologia autoritaria, e quindi la loro debolezza profonda, l'incapacità a comunicare alle masse, la loro inevitabile débacle... L'incapacità di avere uno sguardo lungimirante nel cogliere i segnali del momento... La dicotomia tra il mondo degli intellettuali e quello delle masse... Tante sono le cose che mi spingono a interrogarmi sul presente sempre più cupo che vedo. Forse perché sono nata in un periodo che non ha vissuto nulla delle maggiori turbolenze della nostra storia, mi sento sempre più una stupida cresciuta in una bolla di vetro, foraggiata dal sentimento che il dialogo c'è sempre ed è eterno, dall'idea che l'Europa è (era) una realtà tangibile e assicurata, sempre data per scontata. E invece quei segnali che nella ricostruzione storica di Badia si trovavano limitati a un paese, ora se ne trovano i germi ovunque.
Molti resistenti tedeschi in Germania non hanno potuto fare resistenza perché semplicemente hanno lasciato il loro paese per rifugiarsi altrove. Tutta l'Europa è piena di storie, famiglie, paesi interi di persone che sono scappate. Prima per quello che sembrava una fuga temporanea, qualche settimana o mese al massimo, il tempo che il regime venisse fermato e per evitare il peggio, poi per rimanere fuori per 12-13 anni, o, con l'avvento della guerra, per scappare ancora più lontano, oltremare. Sono storie che anche in Italia conosciamo bene, anche qui in Toscana intere comunità di persone hanno dovuto espatriare in Francia, ad esempio. Espatriare, per fortuna, in paesi che però all'epoca hanno anche saputo accogliere chi fuggiva. La Francia chiaramente per motivi di confine è stato uno dei paesi che ha registrato più immigrati. E' stato, anche, uno dei paesi che ascoltando le storie degli immigrati tedeschi, spesso intellettuali, giornalisti, militanti, ecc, ne ha moltiplicato la voce. Si sono creati intorno ai resistenti tedeschi dei comitati di aiuto; i giornali hanno pubblicato articoli che denunciavano la versione fasulla di alcuni fatti avvenuti in Germania e sfruttati dalla propaganda del regime falsandoli e mistificandoli; nel 1935 a Parigi venne organizzato il Congresso internazionale per la difesa della cultura, per iniziativa dell'SDS (Schutzverland deutscher Schriftsteller, organizzazione che aveva raccolto molti militanti comunisti espatriati), evento che suscitò interesse nel mondo intero e riunì intorno a sé intellettuali ed esponenti culturali del calibro di André Gide, André Malraux, Jean Cassou, Henri Barbusse, Jean Guéhenno, Aragon, Paul Eluard e altri, e in cui la letteratura tedesca in esilio fu rappresentata da Thomas e Heinrich Mann, Robert Musil, Bertolt Brecht, Lion Feuchtwanger, Ernst Bloch, Anna Seghers, Ernst Toller, Johannes Becher, ecc. L'ingresso era a pagamento ma ogni seduta risultò stracolma: il mondo voleva capire, il mondo voleva conoscere, e la voce degli esiliati si riunì in un appello per la libertà della scrittura che era un grido di libertà dal nazismo. Sempre in francia, il 10 maggio 1934 fu aperta una Biblioteca per raccogliere e salvaguardare i volumi tedeschi che in Germania, esattamente un anno prima, furono bruciati col rogo del 10 maggio 1933, e gli autori censurati: Heinrich Mann, Remarque, Sigmund Freud, Karl Kautsky e Karl Marx tra tanti altri.

Tante, tante sono le cose ancora da raccontare e ricordare. Ma mentre leggo e apprendo, in parallelo mi sorgono altre domande: e oggi? chi accoglie i rifugiati di guerra? chi sostiene la cultura? chi denuncia i soprusi? chi vuol sapere? chi vuol conoscere? e chi ha lo sguardo sufficientemente lungimirante da capire?

Eloise
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Rosario
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Italy
418 Posts

Posted - 30/01/2017 :  10:16:29  Show Profile
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Caro Rosario,
io avrei detto "barra al centro", perché se metto la barra a dritta la barca ovviamente cambia rotta.
Mi intrufolo un'altra volta per fare 3 osservazioni:
1. a proposito dei ruolo della Chiesa m'è venuto im mente che trattando di "Opinioni di un clown" io mi ero appunto rimproverato di aver ignorato la sorte dei cattolici in Germania, come se questo non fosse stato un problema storico da considerare.
2. se dovete discutere del ruolo della Chiesa dovete anche tener presente la kultur Kampft di Bismark, di cui io - confermando 1. - so ben poco
3. ricordando le nostre precedenti conversazioni, che procedevano sempre un po' stancamente, sono sorpreso dalla effervescenza di questa.

Ciao a tutti

Tiziano



Grazie Tiziano per l'ulteriore suggerimento di ricerca sula Kulturkampf di Bismarck. Una ricerca che indica chiaramente le origini proto/pseudo-religiose nazionalismo. I due regni della dottrina di Lutero, anche se espressi al "buon fine" della separazione tra potere religioso e potere politico, sono sfociati in un conflitto tutto tedesco tra Chiesa e Stato. Un conflitto che ha lasciato il popolo tedesco politicamente frammentato e disunito senza obiettivi comuni condivisi. Riporto come al solito il finale della voce Kulturkampf presa da Treccani e lascio il link della voce completa (che ho inserito nel mio taccuino "evernote") per chi ha voglia di approfondire.

"Comunemente si giudica il Kulturkampf come un errore di Bismarck. In realtà esso fu, più che una questione di politica e legislazione ecclesiastica, l'urto di due civiltà, di due spiriti diversi. Il Reich bismarckiano, creazione prussiana e protestante, poteva giungere a una sistemazione dei suoi rapporti con la Chiesa solo attraverso un conflitto.

Certamente il Cancelliere di ferro era poco adatto a muoversi sul terreno dei rapporti con la Chiesa e non seppe distinguere il limite tra quello che la Chiesa è disposta a concedere e quello che non concede a nessun prezzo. D'altra parte l'articolo dello statuto prussiano non fu ristabilito; il matrimonio civile e l'obbligo della notifica delle collazioni sono rimasti nella legislazione tedesca, la legge poi contro i gesuiti rimase fino al 1917.

Ma quello che più importa è che il partito cattolico fu condotto a collaborare al programma economico-sociale e quindi a rafforzare quel Reich contro cui aveva combattuto. La lotta giovò anche alla parte cattolica, eliminando in essa le contese interne provocate dal concilio vaticano e rafforzando il suo senso di solidarietà. L'affermazione politica del Centro (liberale) ha avuto nella storia successiva della Germania conseguenze che durarono fino a che il Centro non si sciolse.

Nella storia generale della Chiesa la resistenza fortunata contro Bismarck e lo Stato prussiano è stata la prima grande manifestazione della ripresa del cattolicismo dopo la perdita del potere temporale. Chi pagò le spese della lotta fu il partito liberale. E anche questa disfatta del liberalismo tedesco ha avuto le sue conseguenze nella storia della Germania."

e ora il link:
https://www.evernote.com/l/AOwjSy8Zp41GcqxKJclNxZpIl8znuiXhTqE

e così sono venuto a sapere della resistenza dei cattolici tedeschi contro lo smantellamento del potere politico-culturale-amministrativo della Chiesa di Roma in Germania attuato dalla kulturkampf di Bismarck. Un'altra resistenza la stessa Storia la stessa Nazione... (qualche decennio prima della Grande guerra).

RF
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