Il blog di Elio Ria

Spighe di poesia

Il canto che non ti aspetti

feb 252020

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Da lontano un ubriaco
Canta amore alle persiane.

(Dino Campana, da Le petite promenade du poète)

Dino Campana era diventato il pazzo di Marradi nel 1906, e a bollarlo come tale non fu un medico o uno psichiatra, ma il questore di Firenze. Andò errante per il suo mondo, annotando note musicali di vita. Libero nel suo mondo di immaginare e ricordare ciò che gli piaceva, di confutare la normalità con la diversità senza una linea di demarcazione. Follia? No! Genialità di scoprire il rovescio di ogni cosa e di dichiarare l’inutilità della parte ‘giusta’. La vita si può vederla anche da lontano, come fa un ubriaco che canta alle persiane. Da vicino sarebbe compromettente, meglio, la distanza che non pregiudica lo sguardo. L’ubriaco che canta amore alle persiane sa di poter contare solo sulla propria capacità visionaria di ‘accarezzare’ questo sentimento acuto, abbandonandosi alla staticità dell’oggetto. Perché cantare alle persiane? Astuzia di un enigma oppure semplice apparenza di finestra? Forse la seconda, poiché questi serramenti consentono a chi è dentro di guardare fuori senza esser visto, ma anche di ascoltare il canto inusuale di un ubriaco.
Qualche volta accade che non siamo noi a guardare il mondo, ma è il mondo a guardare noi, e tutto cambia, anche l’incredulità e l’ostinazione a inseguire un’illusione nelle pieghe della realtà. Cambia il modo di vedere, di giudicare, ma soprattutto di comprendere.  Il mondo è il canto che non ti aspetti.

 

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