Il blog di Elio Ria

Spighe di poesia

Troppo umano o troppo poco?

mar 242018

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Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l’ho fatto troppo mio o l’ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna.


(M. LUZI, da La Passione, Milano, Garzanti, 1999. Lo stesso monologo venne contemporaneamente pubblicato anche a Brescia per i tipi de l’Obliquo con il titolo Via Crucis al Colosseo).


Gesù sulla croce confida i propri dubbi al Padre nell’attesa che tutto si compia in un tempo che certamente non è eternità, posseduta e governata da Dio che è anche dove pare assente, ed è Dio stesso, divinità che è tempo e ogni cosa. Gesù parla del tempo che appartiene agli umani e di cui avverte la tristezza indicibile. Il tempo nel suo eterno avvicendarsi si conclude e riparte nuovamente, ponendo l’uomo nella scansione di un tempo che dà gioia e dolore.
Si chiede infine di ciò che effettivamente sia stato sulla terra: troppo umano tra gli uomini o troppo poco?
Se fosse stato troppo umano forse la sua vita avrebbe avuto un altro epilogo. Sul Calvario, sulla croce, è più uomo per dare fede di sottomissione a Dio. Troppo umano tanto da essersi fortificato in virtù di prodigi tra gli uomini; troppo poco per non lasciarsi dimenticare dal Padre, al quale vuole ricongiungersi con tenerezza pur in mezzo a grande tribolazione.

 

 

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