Il blog di Elio Ria

Spighe di poesia

A vederci bene

gen 212018

undefinedQui passo gli anni, abbandonato, occulto,
Senz'amor, senza vita; ed aspro a forza
Tra lo stuol de' malevoli divengo:
Qui di pietà mi spoglio e di virtudi,
E sprezzator degli uomini mi rendo.

(Leopardi, da Le ricordanze)


Leopardi scrive Le ricordanze all’età di trentuno anni, in un periodo in cui la sua vita a Recanati è resa insostenibile per il suo desiderio costante di cambiare aria. La sua mole di cultura è inutile a Recanati. Ha i semi ma non il terreno per la gloria. Lì, nel suo paese, passa gli anni senza uno stimolo sociale, ostaggio del suo stesso talento. Incompreso, inascoltato, abbandonato a un destino di solitudine che lo sorregge nei suoi estremi tentativi di fuga poetica dalla realtà. E in lui sopraggiunge l’odio come ultimo ristoro alle delusioni, tanto da divenire sprezzator degli uomini. Ma più che odio sembra essere infelicità, quella infelicità che nasconde la dolce malinconia del non essere; ma soprattutto ciò che gli altri avrebbero dovuto scorgere in lui come segno di grandezza poetica. Una sostanziale incomprensione tra il poeta e gli altri, sconfessata però dal suo pensiero che trasmette un messaggio di fraternità per tutti gli uomini. Insomma, Leopardi non va mai preso alla lettera (!?), anzi al verso.

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