Questo è il settimo anno in cui l’Appennino è reinventato e ricreato dall’incontro di poeti e musicisti con gli abitanti di paesi abbarbicati sui crinali tra Emilia e Toscana. Un piccolo festival con una dignità da gigante che si propaga tra bosco e radura, tra monti e borghi disabitati prendendosi tutto il tempo e il lusso dell’ascolto di un paesaggio parlante.
I versi di Bruno Tognolini e il dinosauro fuoritempo e fuoriluogo ritratto da Guido Mencari, raccontano l’anima de l’importanza di essere piccoli con una speciale dedica ai mondi intermedi e incandescenti dei bambini, così vicini e aderenti a quelli inattuali della poesia. Un’edizione pensata per un pubblico multiforme che segue un ricordo d’infanzia, un giocattolo testimone della serietà del gioco che mette tutti al pari ed entra nel mondo con il passo leggero di chi si accinge a vivere un’avventura. Sei giorni di festa in sei luoghi speciali, lontano dalle ragioni dei giorni feriali.