Il Calamaio Bianco

Tra le righe dell'Albania

Via col vento: un romanzo tra storia e psicologia

lug 012019

Via col vento il celebre romanzo di Margaret Mitchell, è ormai noto a tutte le generazioni e la speranza è che lo sia anche per quelle a venire. A renderlo ancora più famoso, la grande trasposizione cinematografica, che ha potuto contare su un cast eccellente. Il best-seller della Mitchell è stato più volte catalogato come romanzo rosa, ma è giusto "incastrarlo" nel genere del romanzo d'amore? Non sarebbe più giusto definirlo un libro che offre la descrizione di un grande panorama storico, con una importante impronta psicologica e una particolare attenzione all'evoluzione dei personaggi? La narrazione delle storie d'amore che si susseguono e si intrecciano nel romanzo, non costituiscono il filo conduttore del libro, bensì sono eventi intrinseci alla vita delle figure che animano il racconto. Via col vento, quindi può essere definito un romanzo storico-psicologico: vediamone il perché.

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La Mitchell offre una descrizione dettagliata e fedele della comunità dell'America del Sud, negli anni compresi tra lo scoppio della Guerra Civile (o di Secessione) e la sua conclusione, che sfocia nella costituzione di un unico stato federale. I dati storici riportati dalla scrittrice statunitense sono assolutamente corretti e precisi, esattamente come la ricostruzione che la Mitchell fa dell'epoca e della società. L'autrice ha la grande capacità di catapultare il lettore nel mondo dei grandi latifondi sudisti e di consegnare al lettore un disegno accurato di quello che è il rapporto tra padroni e schiavi neri. Si avverte sin dalle prime righe del romanzo, come quel mondo in cui la Mitchell immerge sin da subito chi legge, sia destinato a scomparire. Nel corso della storia, infatti, tutte quelle persone che circondano Rossella O'Hara, l'indiscussa protagonista femminile, sono destinati a estinguersi. Qualcuno muore in guerra, qualcuno ucciso da una terribile malattia, altri abbandonano le terre e qualcuno preferisce la vita monastica a quella laica. Una società morente, sin dalle prime battute del testo, che lascerà il posto a una nuova collettività e i veri superstiti, come Rossella o Rhett, sono gli “atipici” della vecchia società, gli impudenti rifiutati.

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Margaret Mitchell è davvero abile nel ricostruire una società realistica, in cui i personaggi, se pur della fantasia, rispecchiano palesemente chi ha vissuto all'epoca. Impossibile per il lettore, non sentire il profumo della terra di Tara, non sentire il frastuono di Atlanta, città magistralmente descritta. La scrittrice riesce a dare a ogni evento storico la sua giusta collocazione, riesce a narrare in maniera ineccepibile di malattie, carestie e soprattutto riesce a far arrivare tutto il dolore provocato dalla guerra. Si può considerare uno dei pochi libri che mostra storicamente e realisticamente la Guerra di Secessione Americana, dal punto di vista dei sudisti, cioè i perdenti. La connotazione di romanzo storico è pertanto più che appropriata.

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Parliamo adesso del lato psicologico del romanzo, che è decisamente più complesso e allo stesso tempo anche più semplice, visto che la Mitchell ha catalizzato questo aspetto del libro, quasi interamente sulla figura della protagonista, pur non trascurando gli altri personaggi. Attraverso la figura di Rossella, la Mitchell offre un'analisi psicologica a dir poco eccellente.

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 Rossella vive e cresce durante gli anni della guerra, negli Stati del Sud, passando dall'adolescenza all'età adulta. È una ragazza ricca di vitalità: la si ritrova ragazzina, per assistere alla sua evoluzione e alla sua crescita, pagina dopo pagina. Ad oggi, la figura di Rossella è considerata una tra le più straordinarie dell'intero panorama letterario mondiale. Rossella è una donna dalle connotazioni fortemente realistiche, è testarda e piena di orgoglio come il padre, un irlandese forte e deciso. È una donna grintosa Rossella, per niente ingenua, dalla forte personalità, tenuta a bada dalla ferrea educazione materna. Quella Rossella che è seduta, ferma, composta, ma che non sta ferma con gli occhi, quegli occhi verdi, vispi, vivi, che nulla hanno a che vedere con la figura di una ragazza di buona famiglia. Rossella non assomiglia alle ragazze del suo ceto, non assomiglia alle sue sorelle, non assomiglia a Melania, quella donna che, di fatto sposa Ashley Wilkes, l’amore di Rossella. Melania è dolce, virtuosa, dedita alla casa e votata al matrimonio, alla famiglia, si adegua ad ogni richiesta, è paziente e silenziosa. Rossella è di indole travolgente e a tratti aggressiva e nulla a che vedere con la dolce Melania.

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La Mitchell disegna accuratamente l'evoluzione di Rossella, da ragazzina viziata, a donna matura e responsabile. I punti di svolta della vita della protagonista si possono identificare in svariati momenti:

  • Il matrimonio con Carlo Hamilton, voluto per fare dispetto ad Ashley e Melania e sono a dir poco commoventi le pagine che narrano della sua prima notte di nozze con un marito non voluto.
  • La guerra, che la obbliga in qualche modo a prendere decisioni e a fare cose di cui non si pensava capace.
  • L’incontro con Rhett Butler, che la trascina in un tormentato rapporto tra discussioni, amicizia e amore.
  • La perdita della madre prima e la morte del padre dopo.
  • La sua resistenza a un mondo che sta scomparendo e a una società, la sua, destinata a morire.
  • Il matrimonio di interesse col fidanzato della sorella maggiore.
  • La direzione dell'impresa di legname, in una collettività che la critica per questo.
  • L’accogliere in casa sua Melania e Ashley, ridotti in povertà dopo la guerra.
  • Il matrimonio con Rhett.

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Il filo conduttore di tutte le fasi evolutive della vita di Rossella è comunque da ricercare nel suo amore per Ashley, una sorta di dannazione per la protagonista, un sentimento che si trascina per anni interi, sino a quando, dopo la morte di Melania, finalmente Ashley dichiara tutto il suo affetto a Rossella. Solo in quel momento, la donna comprende di aver idealizzato la figura del suo amato e che forse, quanto provato per lui, non è mai stato amore. Il vero Ashley, quello privo della sua idealizzazione, non le interessa. In realtà Rossella comprende di amare   Rhett, un uomo concreto e reale, che però adesso è stanco dei suoi atteggiamenti. È qui che emerge tutto il potere di Rossella, tutta la sua forza: non si abbatte ma progetta di riconquistarlo, perché “domani sarebbe stata più forte. Perché, dopo tutto, domani è un altro giorno”. Un giorno in cui rialzarsi in piedi e combattere.

Una donna vera Rossella, una donna di una potente semplicità e dal carattere complesso, una figura capace di guerreggiare, di vivere e sopravvivere. Un personaggio che va oltre i pregiudizi sociali ed educativi, capace di evolversi senza badare ai contorni della collettività. 

Eudora Welty, la scrittrice garbata

giu 222019

Eudora Welty nasce nel 1909 a Jackson nel Mississippi. La città natale sarà la sua fissa dimora per tutti i suoi settant’anni di vita, durante i quali non abbandonerà mai la casa dove è nata. Una buona famiglia e un buon lavoro come agente pubblicitario, hanno fatto sì che la vita di Eudora fosse serena e placida, senza avvenimenti particolari. Complice della sua esistenza tranquilla, il suo stesso carattere propenso alla mitezza, che le ha evitato sofferenze - nessun amore tormentato ha movimentato la sua vita - e le ha permesso un' osservazione del mondo circostante serena e obiettiva, permettendole di scrivere libri pregni di realismo, dove spesso si è ritrovata a descrivere vite famigliari che non le sono mai appartenute, avendo conosciuto solo la sua famiglia d'origine.undefined

La scrittrice ha avuto anche un’altra passione: la macchina fotografica. Uno strumento caro a Eudora, che le permette di ritrarre immagini di forte impatto emotivo. Una persona riservata, quindi, dedita alla solitudine e all’anonimato, tanto che ha lei stessa dichiarato, che mai le sarebbe piaciuto leggere una sua autobiografia. Persona estremamente sincera Eudora, di una schiettezza che riversa tutta nelle sue opere, che si distinguono per delicatezza e sobrietà.

Sia i romanzi che le fotografie, narrano di piccoli momenti dell’esistenza, completamente liberi da ogni giudizio e influenza dell'autrice. La penna della Welty è semplice, di una semplicità che non diventa mai banale, vestita di una eleganza unica e speciale. Eudora non è mai stata ambiziosa e non ha mai scritto per pura ambizione: come lei spesso ha affermato, le "capitava" di scrivere. Una passione, quindi, la sua, esplosa sin da quando era bambina. Non appena ha avuto la sensazione che i suoi racconti potessero essere interessanti, ha iniziato a inviarli alle riviste che pensava potessero pubblicarli e così ha riscosso i suoi primi successi, affiancando l’attività-passione di scrittrice a quella di agente pubblicitario.

I racconti della scrittrice americana, sono stati pubblicati decisamente prima rispetto alla diffusione della sua fama e del suo nome tra i lettori di romanzi. Cosa stranissima questa, che va contro i dettami dell’editoria stessa, visto che il pubblico dei romanzi assicura un volume di vendite decisamente maggiore. Una coltre di verde il suo racconto d’esordio e ad oggi uno dei suoi libri più famosi, viene pubblicato nel 1937, parecchio prima del suo romanzo d’esordio Lo sposo brigante, che vede gli albori nel 1942. Questo è l’emblema del motivo che ha sempre spinto Eudora alla scrittura: il piacere.undefined

Cosa racconta la Welty nei suoi libri? Vicende personali, spesso cariche di sofferenza, narrate in maniera delicata e raffinata, se pur nella totale trasparenza e semplicità. Non manca l'ironia nella sua scrittura, non manca la pace e il dolore, non manca il pathos, ma quello vero, quello umano. Grande la capacità della scrittrice nel delineare i personaggi, abile nel saper disegnare i loro contorni fisici e caratteriali ancor prima di narrare le loro storie. La Welty ha sempre sottolineato l'importanza di esaltare i sentimenti e le emozioni dei suoi personaggi: senza questi elementi sarebbe alquanto improbabile raccontarne le storie.

Altro fattore non trascurabile nella narrativa della Welty è l’ambientazione, quelli che sono i paesaggi che fanno da sfondo alle storie narrate. Prevale su tutti il Sud, presentato come un posto dove i legami sono importanti e molto profondi, dove tutti si conoscono e dove il sorriso è un dono da non negare a nessuno. È altrettanto vero che Eudora Welty ha sempre vissuto nella sua Jackson, un ambiente completamente diverso da quello di New York, a lei totalmente sconosciuto e pertanto ha potuto raccontare solo di questa parte d'America.undefined

Il libro simbolo della Welty, quello più rappresentativo del suo stile e della sua scrittura è La figlia dell’ottimista, un romanzo breve - non più di duecento pagine – che vede come protagonista un dramma famigliare, che però arriva al lettore privato da ogni crudezza e narrato in maniera mite e delicata. Spicca in maniera potente lo stile della scrittrice e la sua capacità di delineare perfettamente i personaggi. Una lettura scorrevole, in cui ironia ed elementi grotteschi non mancano, pur non creando mai confusione e non oscurando mai la capacità empatica della trama. Del resto la garbatezza e la linearità sono due elementi che hanno contraddistinto sempre lo stile narrativo della Welty e non solo. Quello che si ricorda di lei, come persona, è la sua riservatezza e cordialità, che non ha mai perso, né messo in discussione, anche quando la fila di lettori desiderosi di comunicare con lei e continuare a leggerla, si è fatta visibilmente corposa.

Elena Lucrezia Scolastica Piscopia, la prima donna laureata al mondo

giu 092019

Il 25 giugno del 1678 è una giornata che segna un profondo cambiamento in quel mondo che riguarda le donne e la lotta portata avanti per i diritti poco, se non per niente riconosciuti. Alle ore 9 di quel sabato, Elena Lucrezia Scolastica Cornaro Piscopia, discute le sue due tesi su Aristotele, in Cattedrale a Padova, nella Cappella della Vergine, vista la vastità del pubblico arrivato per assistere a tale discussione e viene proclamata per acclamazione "magistra et doctrix in philosophia". Elena Lucrezia è la prima donna laureata al mondo e a poter usufruire del titolo di Doctor.undefined

La giovane donne viene onorificata esattamente come gli uomini: le viene consegnato il libro emblema della dottrina, l'anello che simboleggia l'unione con la scienza, il manto di ermellino segno rappresentativo del dottorato conseguito e in ultimo la corona di alloro a simbolo del trionfo raggiunto. Dopo di lei, in tutto il secolo successivo solo due donne hanno ottenuto un simile riconoscimento, una a Bologna e una a Pavia. 

Elena Lucrezia nasce a Venezia il 5 giugno 1646, nel palazzo dei Cornaro, oggi sede del municipio, membro di un’antica e nobile casata, a cui sono appartenuti quattro dogi e nove cardinali. undefined

Elena da tenera età dimostra di essere una bimba intelligente e dedita agli studi, intento che ha potuto portare avanti felicemente grazie al sostegno di suo padre, anch'egli uomo studioso e amante delle arti, conosciuto come mecenate, proprietario e custode di una tra le biblioteche più fornite e più visitate. Un ruolo determinante nelle conquiste di Elena, lo hanno avuto anche le donne di famiglia, tra cui la madre, donna già all'avanguardia per quei tempi, in quanto non avendo nobili origini, convive venti anni con quello che sarà poi suo marito e gli dà ben cinque figli prima di sposarsi. Le viene riconosciuto, prima dal marito, poi pubblicamente la qualità di "uxor optima", intelligente e con grande capacità educativa nei confronti delle sue figlie. La sorella più giovane di Elena, esprime tutta la sua cultura e la sua intelligenza, quando nel suo testamento raccomanda alla propria figlia, di amare e apprezzare le sue figlie femmine, tanto quanto i maschi. undefined

Il padre di Elena, Giovanni Battista Cornaro, già convinto delle capacità di sua figlia, viene incoraggiato ad avviarla, già alla tenera età di sette anni, agli studi classici dal parroco di San Luca, don Giovanni Battista Fabris, amico di famiglia, che diventa così il suo primo insegnante di greco. La ragazza non ha però studiato solo greco, ma anche materie come matematica e geografia, avvicinandosi anche alla musica: la sua conoscenza delle lingue classiche e moderne è decisamente importante. Nonostante i suoi studi siano stati poliedrici, l'interesse e la passione di Elena sono sempre stati solo e unicamente per la filosofia e la teologia. La giovane ha come maestri due figure di spicco, rispettivamente Carlo Rinaldini e padre Felice Rotondi, che più tardi ammetterà di aver avuto Elena più come maestra che come allieva.undefined

Elena oltre che essere erudita e intelligente, é anche una ragazza socievole, che apprezza gli incontri, gli scambi di opinione e i confronti. Proprio per questo riceve spesso in visita eruditi di fama mondiale, nonostante la sua inclinazione rimanga comunque legata alla voglia di una vita sobria e tendente alla riflessione interiore. Elena rifiuta la proposta di matrimonio di un principe tedesco, dedicando così in toto la sua vita agli studi, lontana dalle feste e dalla mondanità, totalmente dedita agli aiuti e alle opere caritatevoli, divenendo così oblata benedettina: fa voto di castità, aggiunge ai suoi nomi quello di Scolastica – la sorella di san Benedetto –continuando a vivere nella sua casa, in abiti civili, indossando sotto a questi uno sottoveste di lana nera, simbolo della veste benedettina.undefined

Invogliata da sua padre e dai suoi maestri, Elena chiede al Collegio dell’università di Padova di essere ammessa all’esame per l'assegnazione del Dottorato in teologia. Il Collegio esprime parere positivo, predisponendo già tutto per il cerimoniale, tra cui la consegna del libro chiuso, anziché aperto, a simboleggiare che l’insegnamento della teologia resta precluso al genere femminile. La richiesta della giovane erudita non è però vista di buon occhio dal vescovo di Padova, il cardinale Gregorio Barbarigo, che, si oppone in maniera ferma alla celebrazione.Dopo svariate insistenze, la scappatoia è quella di darle la possibilità di un Dottorato in filosofia e non in teologia, dichiarando così la candidata  "magistra in philosophia tantum". Elena entra a far parte del Collegio dei filosofi e dei medici dell’università patavina e nello stesso anno è esaminatrice per una laurea in filosofia. Rientra a Venezia per un breve periodo, per poi andare a vivere a Padova, dove scompare prematuramente, nel 1684, per le conseguenze della tubercolosi.

Subito dopo la sua morte, non la si ricorda quasi più e delle sue rimembranze si perdono le tracce. Nel 1688 viene pubblicata una raccolta dei suoi scritti poetici e letterari e ad oggi una statua la ricorda al Bo’, il Palazzo principale dell’università, a Padova. Si può ammirare un suo ritratto presso la Pinacoteca Ambrosiana a Milano e un altro che ritrae il suo volto sulla  vetrata policroma al Vasser College, la prima università femminile negli Stati Uniti. Elena Lucrezia rimane un grande esempio di libertà e prestigio femminile, che pur non potendo cambiare e sovvertire tutte le regole all'epoca vigenti, è riuscita a conferire alla donne il potere di pensare e di insegnare, con intelligenza e senso di realtà. 

Emma di Jane Austen

giu 032019

"Sto per descrivere un'eroina che non potrà piacere a nessuno, fuorché a me stessa".

Così diceva di Emma, la protagonista di uno dei suoi più famosi romanzi, la celebre Jane Austen.

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Emma Woodhouse è un personaggio davvero particolare e completamente differente dalle altre protagoniste femminili che animano le opere di Jane Austen. Emma è viziata, è benestante, pecca di intromissione, gelosia e manipolazione. Non si è mai innamorata e non le interessa nemmeno, ma diventa quasi una sensale che si entusiasma per le unioni che vorrebbe combinare, ma contemporaneamente ne ostacola la riuscita. Tutte queste caratteristiche, che possono in qualche modo suscitare il disprezzo del lettore, in realtà sono i suoi punti di forza e il contenitore del suo fascino. Emma è una giovane donna dalla forte personalità, gentile per davvero o per convenienza, un personaggio estremamente complesso, che ha reso questo romanzo uno dei più belli e dei più letti della letteratura mondiale. Emma è il romanzo della Austen che si stacca dalla sua magnifica produzione letteraria. La protagonista è, infatti, benestante e pertanto non ha necessità di sposarsi per avere una stabilità economica, a differenza delle altre figure femminili create dalla scrittrice, che inevitabilmente portano il matrimonio a essere il fulcro di ogni storia. Inoltre Emma, a differenze della altre donne della Austen, non è affatto attratta dall’amore e dai sentimenti. undefined

La lettura è piacevole, anche se a tratti lenta e il filo conduttore non è affatto la comicità, come molti pensano, bensì l’ironia, le incomprensioni, le complicazioni e i pettegolezzi. Una chiave di lettura plausibile è quella che rivela una critica piuttosto sarcastica nei confronti della società di quei tempi, dominata unicamente dall’apparenza. Quello che accomuna Emma a tutte le opere della Austen, è la bellezza con cui la storia viene raccontata. Non è tanto importante quello che accade, quanto come viene narrato e Jane Austen ha sempre creato libri scritti bene. È importante ricordare che la scrittrice britannica, ha l’animo fortemente femminista e attraverso Emma ha voluto creare un mito letterario, sia con la storia, che con il personaggio, un audace tentativo riuscito pienamente. Con questo personaggio, la Austen rompe gli schemi, creando una autentica anti-eroina, a cui la scrittrice concede la possibilità di essere amata o odiata. Per chi avesse voglia di saperne di più segue la trama.

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                                                     La Trama

Inghilterra della reggenza. Emma è una ragazza, che vive con suo padre, Mr. Woodhouse, un uomo ansioso e ipocondriaco, preoccupato prevalentemente della propria salute e di quella delle persone che ama. Mr Knightley è un amico di Emma, suo vicino e fratello maggiore del marito di sua sorella sorella Isabella. La prima scena del romanzo, narra del matrimonio della signorina Taylor, governante di Emma, ma anche sua cara amica e confidente. Emma, ha fatto incontrare i due sposi e per questo si prende tutti i meriti di questa fortunata unione, con l'idea di combinare quanto prima un altro matrimonio. Convinta della sua naturale propensione a combinare unioni, la giovane donna, nonostante il parere contrario di suo padre, tenta di far maritare la sua nuova amica, Harriet Smith - una ragazza dolce e carina di diciassette anni - con Mr Elton, il vicario del villaggio. Harriet, in realtà, ha già ricevuto una proposta di matrimonio da Mr Martin, un agricoltore giovane e onorabile, pertanto per poter sposare il vicario, dovrebbe rifiutare l'offerta di Martin. Il piano della giovane Emma salta, quando si rende conto che Mr Elton, essendo un arrampicatore sociale, vuole sposare Ema e non Harriet, di ben più umili origini. Emma però non ha alcuna intenzione di accettare e di fronte al suo rifiuto, il vicario parte per Bath. Harriet ci rimane molto male, ma la sua amica cerca di consolarla, dicendole che Mr Elton non merita nessuna delle due, in quanto presuntuoso e arrogante. Arriva a Highbury Frank Churchill, il figliastro della signora Weston, che Emma non ha mai conosciuto e per il quale inizia a provare interesse, in qualche modo sollecitato da genitori del ragazzo che sperano nella loro unione. Nel frattempo torna al villaggio anche Mr Elton, che si presenta in compagnia della moglie, una donna di immensa presunzione, che desidera a tutti i costi entrare a far parte della cerchia sociale di Emma.undefined

Fa ritorno al villaggio anche anche Jane Fairfax, la nipote di Miss Bates, una ragazza bella e riservata. Jane, ha un grande talento musicale, che Emma le invidia e per questo prova quasi risentimento nei confronti di questa giovane donna, scambiando la sua innata riservatezza per profonda superbia. Jane, dopo aver vissuto i primi nove anni di vita con la zia Miss Bates e con la nonna, viene accolta in casa dal colonnello Campbell, dove riceve una buona educazione, cosa che sua zia non avrebbe potuto permettersi di offrirle e diventa molto amica della figlia del colonnello. In seguito al matrimonio della ragazza con cui è cresciuta, Jane torna temporaneamente a casa di sua zia, per riposare, prima di cercare lavoro come istitutrice. Emma deve assolutamente trovare qualcosa che non va nella perfetta Jane e decide così di dare credito alla voce che mette in giro Frank Churchill, secondo il quale la giovane musicista sarebbe innamorata del marito della figlia del colonnello, Mr Dixon, e che questa sia la vera ragione per cui la donna è tornata da sua zia, anziché andare a trovare la coppia in Irlanda. Un sospetto amplificato, quando Jane riceve in regalo un pianoforte da un anonimo benefattore.undefined

Emma inizialmente prova simpatia per Frank Churchill e crede anche di essersene innamorata, ma subito dopo capisce che la sua è solo un’idea influenzata da chi dice che insieme sono proprio una bella coppia. Pertanto la ragazza si impegna a far sì che Frank si fidanzi con Harriet, che lui stesso ha provveduto a salvare da una compagnia di zingari. Contemporaneamente Mrs Weston confida ad Emma di avere la sensazione che Mr Knightley sia innamorato di Jane. Emma non ci crede e dichiara immediatamente che non vuole che Mr Knightley si sposi, perché così sarebbe il nipotino Henry ad ereditare beni della famiglia Knightley. Quando Mr Knightley, durante la gita a Box Hill rimprovera Emma per un insulto sconveniente a Miss Bates, Emma inizia a rendersi conto di alcuni errori commessi finora e cerca di porre rimedio a quanto fatto. Emma scopre che Jane e Frank sono segretamente fidanzati da almeno un anno, cosa che la sconvolge, pensando a quanto Harriet potrebbe soffrire di fronte a questa verità. Quello che ha più dell’incredibile per Emma è la confidenza che le fa Harriet, in merito ai suoi sentimenti ed è qui che la giovane protagonista decide di ascoltarsi e si scopre innamorata di Mr Knightley. Poco dopo questi accadimenti e dopo aver almeno temporaneamente allontanato Harriet, Emma riceve la proposta di matrimonio da parte di Mr Knightley, Harriet, invece, allontanatasi da Emma e dai progetti matrimoniali che ha per lei, si riconcilia con Mr Martin e ne accetta la proposta di matrimonio. Il romanzo si conclude col matrimonio di Emma, che segue a quello di Harriet e precede quello di Jane e Frank.

Questa è una mia fotografia di Margaret Atwood

mag 242019

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È stata scattata qualche tempo fa.
A prima vista sembra
una copia
sciupata: contorni sfocati e chiazze grigie
fuse nella carta:

poi se la esamini,
vedi nell’angolo a sinistra
qualcosa come un ramo: parte di un albero
(balsamina o abete) che affiora
e a destra, a metà di
quello che appare un dolce
declivio, una piccola casa di legno.

Sullo sfondo vi è un lago,
e oltre questo, basse colline.

(la foto è stata scattata
il giorno dopo che annegai.

Io sono nel lago, al centro
dell’immagine, appena sotto la superficie.

E’ difficile dire dove
con precisione, o dire
quanto grande o piccola io sia:
l’effetto dell’acqua
sulla luce inganna

ma se guardi abbastanza a lungo,
alla fine riuscirai a vedermi).

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Chi era Mena Mangal?

mag 172019

Mena Mangal più volte ha gridato aiuto, più volte ha denunciato di essere minacciata e perseguitata, ma non è stata ascoltata. Lo scorso 11 Maggio, questa donna coraggiosa è stata uccisa, in pieno giorno. Chi l'ha uccisa, ha voluto mettere fine alle sue battaglie, ha voluto porre termine alle sue lotte per la parità dei diritti, affinché le donne possano essere trattate in egual misura, ma non solo. Il suo omicidio è un atto intimidatorio nei confronti di coloro che come lei combattono per questi ideali. Ha lottato tanto Mena per i diritti delle donne, per dare la possibilità alle ragazze di ribellarsi ai matrimoni forzati (lei era riuscita ad ottenere il divorzio), per dare l'opportunità alle bambine di studiare. Una donna forte la Mangal, che ha denunciato senza alcun timore, soprusi e provocazioni, il tutto in un Paese dove essere donna spesso è considerata una disgrazia. Aveva 30 anni Mena, morta sotto i colpi di killer spietati: poteva essere salvata? Perché nessuno ha fatto niente? Perché nessuno l'ha protetta? undefined

A detta della portavoce del ministero dell'Interno afghano Nasrat Rahimi, le indagini sulla morte dell'attivista sono state avviate e non è esclusa alcuna pista, anche se l'attacco terroristico-intimidatorio è un'ipotesi quasi certa, visto l'impegno politico-sociale della donna. Negli ultimi tempi, Mena aveva ricevuto tante minacce intimidatorie, in particolar modo sui social, ma non sono servite a fermarla e ha continuato così le sue battaglie. "Mi hanno insultato, ricoperto di fango. E ora vogliono uccidermi. Ma io non mi fermo", scriveva su sul profilo Facebook pochi giorni prima di essere uccisa.undefined

Nessuno ha protetto Mena Mangal, perché? Perché nessuno ha raccolto il suo grido d'aiuto? Troveranno mai risposta queste domande? In Afghanistan le indagini proseguono e allora perché per la stampa locale, la notizia sembra già essere stata posta nel dimenticatoio? "Perché è così facile in questa società [per gli uomini] continuare a uccidere donne con cui non sono d'accordo? Non riesco a fermare le mie lacrime per la perdita di questa bella anima. Ha avuto una voce forte e l'ha alzata attivamente per il suo popolo". È toccante la dichiarazione che Wazhma Frog, avvocato per i diritti umani e attivista per i diritti delle donne, rilascia al The Guardian, sperando che la donna venga ricordata almeno a livello internazionale. undefined

Mena Mangal non è stata una scrittrice, ma ha combattuto con coraggio per le donne, tutte quelle donne martoriate e soffocate da una società maschilista e violenta. Ho voluto dedicarle questo breve articolo, affinché nel mio piccolo possa contribuire a tener vivo il suo ricordo.

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