Il Calamaio Bianco

Tra le righe dell'Albania

La ragazza dagli occhi di cenere di Vule Žurić

mar 092021

"...Quest’ultimo, appena arrivato, aveva scorto una ragazza che si era fermata all’entrata del mercato. Da capo a piedi avvolta in un panno non più tanto bianco, di tanto in tanto allungava il collo per riuscire e vedere meglio ciò che stava succedendo presso l’alta palizzata. I suoi occhi color cenere aspettavano di scorgere colui che attendevano con tanta impazienza per potergli offrire un sorriso; Schraud pensò che sarebbe stata quella l’immagine con cui, se solo avesse potuto, avrebbe dato inizio al suo resoconto..."

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Quando ho intervistato Vule Žurić a Pančevo in Serbia, tra le tante cose, mi disse che la sua predilezione é per i racconti brevi:

"Il racconto è una “prova di mestiere”, se non riesci a scrivere un racconto di tre o quattro pagine e a non inserire tutto il mondo in queste poche pagine, credo che mai potrai essere uno scrittore. D’altra parte, per me, il romanzo è un raccoglitore di idee, soprattutto di quelle che si formano nel mondo linguistico di un racconto... Quando scrivi un racconto breve, è importante il ritmo, la melodia della lingua, sapere da quale punto della storia si deve cominciare e avere sempre un giudizio obiettivo. Senza tutte questi elementi, non si può scrivere un buon racconto corto. Non bisogna dimenticare che anche il titolo ha la sua importanza..."

Il ritmo, la melodia e la lingua sono alla base della scrittura di Žurić, che in questo La ragazza dagli occhi di cenere, non smentisce la sua buona capacità narrativa. Siamo alla fine del 1700 e ci ritroviamo nel distretto di Srem in Serbia, dove una terribile peste si abbatte sulla popolazione. La convinzione radicata tra i cittadini è che a portare il terribile morbo, che miete quotidianamente vittime, sia stata una bellissima ragazza dagli occhi di cenere, che gira avvolta in un lungo scialle bianco. Sarà così davvero? Oppure il pregiudizio fa la sua parte?

Un romanzo avvolgente e coinvolgente, la cui narrazione viaggia su un armonioso equilibrio tra storia, finzione narrativa e credenza popolare. La penna dello scrittore serbo si muove abilmente tra le descrizioni dei personaggi che non mancano di dovizia di particolari e quelle delle emozioni derivanti spesso dagli atteggiamenti dettati dal folclore e dalle convinzioni radicate di un popolo. 

Di forte impatto emotivo il prologo, che prende per mano il lettore e lo trascina nella storia, non in punta di piedi, ma in modo quasi irruento. Andelija piange la morte della sorella. Le persone intorno sembrano senza vita a loro volta e quello che emerge è un senso di vuoto e nel contempo di mistero. La ragazza avverte un senso di angoscia che attribuisce al dolore che prova, per rendersi poi conto che si tratta unicamente di paura. Ed è la paura che fa da sfondo a tutto il racconto: una paura dettata dalle più becere convinzioni, che vengono consegnate al lettore senza giudizio alcuno.

Dalla trama compatta e interessante, questo La ragazza dagli occhi di cenere eleva all'ennesima potenza l'importanza dei rapporti umani e in un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui ogni certezza vacilla, arriva ad hoc, per urlare al mondo che quel legame forte e indissolubile che lega ogni umano a un altro, non può essere spezzato da nulla, nemmeno dal male. 

Žurić scrive un libro carico di significato, capace di offrire grandi spunti di riflessione e di donare a chi legge una lettura scorrevole e appassionante. 

 

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