Il Calamaio Bianco

Tra le righe dell'Albania

Doris Lessing e l'incanto della sopravvissuta

feb 262019

"Una cantrice delle esperienze femminili, che con scetticismo, fuoco e potere visionario ha osservato una civiltà divisa".

Così l'Accademia di Svezia definisce Doris Lessing e con questa motivazione le assegna il premio Nobel per la letteratura nel 2007. È la trentaquattresima donna a vedersi assegnato l'autorevole premio e l'undicesima a riceverlo per la letteratura. Una donna che parla di donne Doris Lessing, la scrittrice britannica che nasce in Persia nel 1919 da un ufficiale dell'esercito britannico, che sposa la madre di Doris e si trasferisce in Iran per lavorare in banca. Doris trascorre l'infanzia nella Rhodesia meridionale, l'attuale Zimbawe, dove nel frattempo i genitori si trasferiscono per dedicarsi con scarso successo alla coltivazione di un campo di mais. L'istruzione scolastica che la ragazzina riceve, prima in un istituto cattolico e poi in una scuola femminile, la delude. È questo il motivo per cui decide di proseguire come autodidatta. Nel 1932 iniziano ad esserci i primi dissidi con sua madre: nasce quel logorato e logorante rapporto con la figura materna, che spesso si ritrova nei suoi romanzi. Nel 1933 l'insofferenza la spinge a trovare un posto come bambinaia e a trasferirsi a Salsbury. Grazie alla cultura e all'amore per i libri che Doris trova nella casa dove fa la sua prima esperienza lavorativa, inizia a svilupparsi in lei l'interesse per le questioni sociali e politiche e prende immediata e dura posizione contro le segregazioni e le discriminazioni razziali. In quello stesso periodo inizia quello che Doris Lessing definisce:

"Un ardente desiderio erotico, che aveva preso il posto delle passioni romantiche dell'infanzia"

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Doris cresce e insieme alle sue prime esperienze sessuali riscopre il suo corpo, con cui non avrà mai un buon rapporto: questo aspetto controverso della sua esistenza, spesso si ritrova nei suoi scritti. La Lessing ama descrivere con dovizia di particolari lo sviluppo fisico dei personaggi che animano i suoi romanzi, cercando di donare loro quella spontaneità che nella vita le mancherà sempre. Dopo un'esperienza matrimoniale fallimentare che la porta nel 1943 ad abbandonare marito e due figli, scoppia in Doris il fervore politico che la avvicina al partito comunista di cui diventa tesserata.

"...nel mio caso fu perché per la prima volta nella mia vita incontrai un gruppo di persone (e non individui isolati) che leggevano di tutto, non pensavano che leggere fosse una cosa straordinaria, e per le quali alcune mie riflessioni sulla questione indigena, che a stento avevo osato esprimere ad alta voce, erano semplici luoghi comuni. Diventai comunista a causa dello spirito dei tempi. A causa dello Zeitgeist..."

La sua carriera di scrittrice ha però inizio qualche anno più tardi, dopo una seconda esperienza matrimoniale altrettanto tragica a cui segue il suo trasferimento a Londra nel 1949, accompagnata da suo figlio Peter, nato da questa seconda unione. Iniziano a vedere la luce le opere di quella che sarà una delle più grandi scrittrici del '900: Doris Lessing sarà precursore di tematiche che diventeranno di importanza sociale molto tempo dopo, come per esempio la donna vista in relazione alla società, alla famiglia e alla politica e l'ingiustizia del sistema politico dei bianchi nei confronti degli africani. La prima parte della sua produzione letteraria è incentrata principalmente sulla segregazione razziale in Rhodesia. Tra le opere di questo periodo spicca Il taccuino d'oro del 1962, un'opera a testimonianza della vita intellettuale dell'Inghilterra di metà Novecento.

Negli anni Settanta l'attenzione della Lessing si sposta sulla condizione sociale e mentale delle donne che vivono in una società ormai definita avanzata. Opera di spicco di questo periodo è Memorie di una sopravvissuta, il libro definito dalla stessa Lessing "un'autobiografia immaginaria".

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In Memorie di una sopravvissuta, la protagonista Emily, una ragazzina piuttosto scontrosa e difficile, viene affidata insieme al suo cagnolino Hugo alla protagonista, voce narrante. La città in cui è ambientata la storia non è mai nominata, ma è palesemente Londra: un posto che attraversa un momento decisamente difficile, sferzato da atti di violenza pura da parte di bande di giovani delinquenti. È in questa atmosfera che nasce e si sviluppa il rapporto tra la donna e la ragazza. Apparentemente una storia semplice, ma ben incastonata in un contesto complesso che profuma di fantascienza. Emily sembra quasi una presenza fiabesca, arrivata dal nulla e a sottolineare la sua natura incantata ci pensa la stanza onirica presente oltre una delle pareti della casa: una stanza magica, dove la ragazzina assiste ad alcuni avvenimenti. Anche Hugo ha più le sembianze di un essere soprannaturale che di un animale e la donna quasi magica che compare alla fine, condisce di fantastico il racconto. La narrazione però va ben oltre la fantasia e se analizzata al di là della trama e in base alle tematiche trattate, ci si rende meglio conto del suo risvolto realistico e politico.

  • il rapporto tra Emily e Gerarld il capo di una delle due bande di giovinastri, sta a sottolineare come ormai la donna, anche in una situazione comune, riesca a ritagliarsi il ruolo di compagna del capo e non un ruolo marginale
  • la descrizione di una società in totale decadenza, sembra qualcosa di astratto, ma in realtà non è altro che la raffigurazione della società degli anni '70
  • il rapporto tra la protagonista ed Emily, pur nascendo e crescendo in una ambientazione incantata, è caratterizzato da elementi molto concreti, che sottolineano i cambiamenti e le evoluzioni femminili

"Forse avrei fatto meglio a iniziare tentando una cronaca esauriente dell''indefinibile'. Ma tanto è impossibile prescinderne, perché è un tema che si impone comunque alla scrittura. Forse è davvero il tema segreto che attraversa tutta la storia e la letteratura, come un testo scritto con l'inchiostro simpatico che a un tratto salta fuori, nero su bianco, offuscando i vecchi caratteri che conoscevamo bene, mentre la nostra vita, pubblica o privata, prende una piega inattesa mostrandoci qualcosa di inimmaginabile"

Con questa profonda riflessione, l'autrice spiega come l'uso della fantascienza o fantasia come meglio dir si voglia, ha lo scopo di essere una sorta di "occhio magico", che trasforma la realtà, permettendo di narrarla nel profondo, scavando così nella psicologia dei personaggi che hanno animato l'epoca di cui si parla.

Numerose sono le raccolte di racconti pubblicati negli anni e la scrittrice è stata spesso oggetto di interesse di un pubblico internazionale, grazie alle traduzioni delle sue opere a livello mondiale. Riceve svariati riconoscimenti tra cui una laurea ad Honorem dall'Università di Harvard. Doris Lessing muore nel 2013.

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