gen 282021Il romanzo di Leonard Guaci, Ottanta infinto, edito da Besa Muci e in uscita oggi 28 Gennaio, è un delicata e forte incursione in quelli che possono essere definiti gli anni più controversi e duri della storia italiana contemporanea.
Gli anni Ottanta, hanno affascinato, intristito, entusiasmato, bloccato e mutato l'animo di chi li ha vissuti e Leonard, ragazzino guardava questa epoca attraverso la televisione italiana, rimanendo colpito dalla figura di Calvi e da tutto quello che si snoda intorno a questo personaggio. Ne nasce un libro che è un vero e proprio excursus in un'epoca fatta di cose non dette, di situazioni strane e di trame cucite da un orlo sottile nel suo spessore. Ed è così che si sbizzarrisce Guaci, con uno stile armonico, nella sua semplicità, che a volte strappa un sorriso e molte volte vorrebbe tirare fuori un impeto di rabbia, trattenuto dal freno inibitore del buon senso. Una valigia, un rapimento, tutto in sintonia con i fatti che accadono in quell'epoca controversa e per certi versi paurosa. Fatti creati ad arte, che portano a incuriosire e a indagare su quanto accade in un periodo buio. Un romanzo questo Ottanta infinto, che nasce da una penna curiosa, dal corretto italiano e dalla scrittura sinuosa, che colpisce e coinvolge.
Marco Carrera
gen 022021Ottanta infinito è il nuovo libro di Leonard Guaci, edito da Besa Muci Editore, prossimamente in libreria. In una breve chiacchierata a tu per tu con lo scrittore, gli abbiamo chiesto di parlarci apertamente del suo romanzo.
Come e perché nasce Ottanta infinito?
Nelle mie precedenti pubblicazioni, ho trattato approfonditamente di tematiche legate all'Albania e ai quei Paesi, dove il comunismo ha condizionato tutto il sistema, da quello della pura quotidianità, a quello sociale e culturale. A un certo punto, mi sono reso conto che forse la mia missione in tal senso era finita e che sentivo fortemente l'urgenza e la necessità di narrare altro. Vivendo da tanti anni in Italia e avendo uno spirito d'osservazione molto acuto, ho pensato di mettere a frutto tutto quello che ero riuscito a carpire nel tempo. Sin da bambino, pur vivendo in Albania, ho sempre seguito le vicende italiane attraverso la televisione della Penisola, nonostante le problematiche legate alla lingua e ricordo di essere rimasto particolarmente colpito dalla questione del Banco Ambrosiano. Certamente all'epoca, non ne comprendevo proprio il senso, ma era impresso in me il volto di Roberto Calvi, i suoi baffetti, il suo sguardo così triste. Crescendo ho avuto modo di studiare e approfondire le vicende legate a questi fatti, che secondo il mio parere, hanno costituito uno dei più grandi scandali del sistema italiano del dopoguerra. ![undefined](/ilblogdiannalattanzi/content/public/upload/copertinaguaci_0_o.jpg)
In che modo ti sei documentato?
Innanzitutto leggendo due libri che mi hanno illuminato su quanto accaduto. Il primo è La storia di Roberto Calvi di Gianfranco Piazzesi e Sandro Bonsanti (Longanesi 1984) e il secondo si intitola Poteri forti di Ferruccio Pinotti (Feltrinelli, 2017). Sono stati utili entrambi e in particolare la biografia di Calvi, che mi ha aiutato a conoscere il personaggio e i fatti che tanto da bambino mi avevano impressionato. Molto preziosi sono stati anche gli articoli su internet, i ritagli di giornale che ho recuperato e tutto quello che sono riuscito a ritrovare.![undefined](/ilblogdiannalattanzi/content/public/upload/leonardguaci_0_o.jpg)
Una parte della trama si fonda sul rapimento della sorella del protagonista. Ha un senso preciso questa scelta?
Onestamente no. Il rapimento è il pretesto che permette al protagonista d'indagare e di entrare in uno scenario di situazioni poco chiare e piuttosto torbide. Nessun riferimento a episodi autobiografici o di vita personale. Un'altra scelta ben ponderata è stata quella di rimanere sopra le parti. Ho voluto narrare senza esprimere la mia opinione, anche perché sarebbe stata insensata e priva di fondamento. Forse, mai si avrà una soluzione definitiva della vicenda.
Leonard Guaci nasce a Valona nel 1967. Inizia la sua attività letteraria con numerosi scritti sui giornali albanesi. Nel 1990 si trasferisce a Roma e avvia la collaborazione con i periodici "Lo Stato" e "Il Borghese" e con il TG1. Con Panciera Rossa vince il Premio internazionale di letteratura "Antonio Sebastiani". Per Besa ha già pubblicato I grandi occhi del mare nel 2017.