Il ricordo di Simone de Beauvoire
apr 142019Il 14 Aprile di trentatré anni fa, ci lasciava Simone de Beauvoire, la scrittrice dell'Esistenzialismo, la cui impronta indelebile ha segnato la storia della letteratura novecentesca. Simone si lega per passione letteraria e per sentimento a una delle figure più influenti del periodo, il filosofo Paul Sartre, con cui fonda la rivista Les Temps Modernes che riprende i principi del Comunismo e dell'Esistenzialismo. Sartre è per la scrittrice la sua perfetta metà:
"Io ero intelligente, ma lui era un genio, Sartre rispondeva esattamente ai desideri dei miei quindici anni: era il doppio in cui ritrovavo, portate all’incandescenza, tutte le mie manie. Con lui avrei potuto dividere tutto"
Un amore vero, puro, che prevede anche un contratto d'affitto della casa che dividono, con la clausola importante e ben precisa " dell'infedeltà percepita come un dovere reciproco, una sorta di assicurazione contro le menzogne, i sotterfugi e le ipocrisie del matrimonio borghese" (Laura Laurenzi, Amore e furori). Simone resta accanto al filosofo e drammaturgo sino alla sua morte (15 Aprile 1980).
"Di me sono state create due immagini. Per alcuni sono una pazza, un'eccentrica, ho abitudini dissolute: una comunista raccontava, nel '45, che a Rouen da giovane mi aveva vista ballare nuda su delle botti. Ho praticato con assiduità tutti i vizi, la mia vita è un continuo carnevale. Altri pensano che con i tacchi bassi e i capelli tirati somiglio ad una patronessa, ad un'istitutrice (nel senso peggiorativo che la destra dà a questa parola), ad un caposquadra dei boyscout. Passo la mia esistenza fra i libri o a tavolino, tutto cervello. Nulla impedisce di conciliare i due ritratti, ma l'essenziale per tutti è presentarmi come un'anormale. Il fatto è che sono una scrittrice: una donna scrittrice non è una donna di casa che scrive, ma qualcuno la cui intera esistenza è condizionata dallo scrivere. È una vita che ne vale un'altra: che ha i suoi motivi, il suo ordine, i suoi fini che si possono giudicare stravaganti solo se di essa non si capisce niente."
Con questa descrizione perfetta che fa di sé, la de Beauvoire sottolinea come si sia avuta una visione errata del suo essere donna, scrittrice e femminista. Una donna sicuramente stravagante, ma molto sensibile e dotata di grande perspicacia. Simone de Beauvoire, oggi è ricordata come una grande scrittrice e portavoce del movimento femminista, anche se non se non ha mai amato "rinchiudersi" nei meccanismi del movimento in senso stretto. Le sue parole spiegano chiaramente il suo pensiero.
"Non ho mai nutrito l'illusione di trasformare la condizione femminile, essa dipende dall'avvenire del lavoro nel mondo e non cambierà seriamente che a prezzo di uno sconvolgimento della produzione. Per questo ho evitato di chiudermi nel cosiddetto "femminismo".