Il Blog di Davide Morelli

Pensieri di un pontederese (Sozzifanti mon amour)

Con un occhio rivolto agli anni '90 e con un occhio rivolto al presente...

set 012022

 

 

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In questo articolo non tratterò di letteratura, ben sapendo che la letteratura può essere maestra di vita, ma è vero anche il contrario. Perciò ora parlerò della vita di ieri e quella di oggi. 

Succede che talvolta mi volgo indietro e penso agli anni '90 quando ero ventenne. Cerco di individuare analogie e differenze con i tempi d'oggi. A volte mi sembra di essere stato catapultato nel 2022 direttamente dagli anni '90, però so bene che è solo un'impressione fugace, transitoria. Ritengo comunque che più di una svolta epocale, di una rottura improvvisa si possa parlare di continuazione di alcuni fenomeni agli albori, appena in atto negli anni '90. Allora erano di moda le discoteche. C'erano anche dei giovani che assumevano ecstasy e poi andavano fuori strada, ammazzandosi. Era l'inizio delle stragi del sabato sera. Oggi le discoteche sono in crisi, sono meno frequentate, ma la cultura dello sballo esiste tuttora nel mondo giovanile. Allora le prospettive erano più rosee per i giovani. Il lavoro si trovava, anche se la mia generazione X avrebbe dovuto fare i conti in seguito con la crisi economica del 2001 dopo l'11 settembre e con la crisi del 2008 dei mutui subprime americani. Ma oggi la situazione è molto peggiorata. C'è stata la pandemia, c'è la guerra in Ucraina. La vita è molto rincarata. C'è il problema delle bollette. Cosa fare? Mettere una tassa sugli extraprofitti? Fare ancora debito pubblico? Mettere un tetto al prezzo del gas? Investire in altre forme di energia? Nel frattempo migliaia e migliaia di posti di lavoro sono a rischio. Molte aziende e attività commerciali sono con l'acqua alla gola. La cosiddetta generazione Z è stata definita anche generazione 280 euro: chi non è disoccupato tra i giovani è spesso sottopagato o comunque sottoccupato. Tra generazioni covano rancori e incomprensioni. Per i più anziani i giovani non hanno voglia di lavorare e sono schizzinosi. Per i giovani gli anziani sono boomer, persone privilegiate che hanno sfruttato il boom economico e hanno votato politici, che hanno a loro volta creato un grande debito pubblico. Intanto le coscienze degli italiani vengono obnubilate e assopite con le armi di distrazioni di massa della televisione generalista e del gossip sempre più futile. Nel frattempo gli italiani si sono disaffezionati alla politica. Molto probabilmente alle prossime elezioni sceglieranno le false promesse irrealizzabili del centrodestra alla litigiosità e alla frammentazione del centrosinistra, che ha come maggior colpa la sua mancanza di capacità comunicativa. Ma forse è meglio non angustiarsi troppo. Probabilmente la politica nazionale non è più decisiva per le sorti del Paese. Probabilmente tutto si decide altrove (in ambito internazionale). Per quanto mi riguarda ho paura dell'aumento dello spread, di speculazioni economiche contro l'Italia. A mio modesto avviso non bisogna scegliere alle elezioni i migliori ma i meno peggio, cioè coloro che tutto sommato sembrano un poco più coscienziosi, responsabili, affidabili. Bisogna andare alle urne, procedendo per esclusione. E chi non è di sinistra si ricordi di votarla "turandosi il naso", come ebbe a dire a suo tempo Indro Montanelli. Mi fa paura che la potenziale futura premier, ovvero Giorgia Meloni, pubblichi online il filmato di uno stupro, non considerando la privacy della vittima, che poi tra l'altro è stata riconosciuta. Mi sembra, ma non so se sbaglio che tutto venga considerato lecito in nome della propaganda. Il problema del centrodestra non è tutto quello che promette, ma se malauguratamente quelle promesse le realizzerà, dimostrandosi a quel punto una coalizione sciagurata. Però gli italiani molto probabilmente voteranno di pancia. Il loro sarà un voto emotivo, dimenticandosi anche chi realmente ha fatto cadere il governo Draghi per personalismi e/o per andare alle elezioni anticipate, infischiandosene delle sorti del Paese. Gli italiani cercano di non pensarci, anzi distolgono completamente il pensiero e intanto hanno il culto dell'apparire. L'imperativo è quello di essere presentabili, in perfetta forma fisica, piacenti e appariscenti. È un obbligo (im)morale imposto dalla società di massa, dalla civiltà dell'immagine.

 

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Tutti in palestra quindi. Già negli anni '90 c'era chi ne faceva un'ossessione e magari prendeva dei betabloccanti. Tutti dal dentista poi, a spendere soldi per i denti di porcellana, proprio come quella conduttrice di una trasmissione pomeridiana o come quell'opinionista di un reality show. Tutti dal chirurgo plastico, anche se poi ne risente l'espressività del viso e naturalmente a costo di apparire tutti uguali. Tutti o quasi, rifatti o ritoccati, con l'eterno dilemma della scelta tra botulino e lifting. Oggi per accettarsi bisogna essere accettati socialmente. L'io corporeo ha una parte preponderante. Se gli altri non ti apprezzano esteticamente non puoi essere felice. C'è bisogno dell'approvazione degli altri, c'è bisogno del consenso riguardo al tuo aspetto fisico. Questi sono i (falsi) problemi degli italiani. Le grane quotidiane, come il fatto che spesso i soldi finiscono alla terza settimana del mese, diventano più accettabili se si è piacenti esteticamente, se si è considerati dei begli omuncoli o delle belle donnine. C'è una grande pressione mediatica e sociale, che impone certi canoni estetici e la messa al bando di certi difetti fisici. Non è forse un campanello d'allarme oppure la cartina di tornasole il fatto che la Meloni abbia inserito tra le devianze l'obesità e l'anoressia, salvo poi fare un passo indietro (forse perché aveva paura di un danno d'immagine, di una crisi reputazionale più di altro?)? Già negli anni '90 si iniziava a parlare di anoressia e bulimia. C'era chi dava la colpa all'eccesso d'importanza dell'aspetto fisico in questa società. Dopo si sarebbe scoperto che le cause di questi disturbi alimentari erano multifattoriali, talvolta familiari, talvolta associati ai tratti di personalità dei soggetti. Ma il dibattito a riguardo è tuttora aperto. Aveva forse ragione il filosofo Emanuele Severino quando negli anni '90 sosteneva che era iniziata l'epoca dei Sileni "rovesciati", in cui tutti erano belli fuori e vuoti dentro? Già negli anni '90 era iniziata l'epoca del "vivere sano" e soprattutto del culto dell'immagine. Oggi l'aspetto fisico è fondamentale per trovarsi il o la partner. Più che l'anima gemella molti cercano un bel corpo. L'importante è l'involucro più di quello che ci sta dentro. I contenuti mi sembrano talvolta secondari. A ogni modo la prima scrematura la fanno in base all'estetica. Se non superi quello scoglio iniziale sei out. Le donne sono più emancipate ma anche molto più esigenti. Anni fa sognavano il principe azzurro, ma si accontentavano anche di un rospo gentile e premuroso, simpatico e alla mano. Oggi l'uomo lo pretendono palestrato, alto, bello, superdotato sessualmente, con una bella casa, con una bella macchina, con un bel lavoro, a costo di rimanere sole. Così gli uomini si imbottiscono di Viagra e Cialis, acquistano a rate macchine costose che poi non sanno come pagare, fanno mutui per acquistare belle case, vanno tutti i giorni in palestra, acquistano scarpe coi tacchi, raccontano bugie sul loro lavoro e i loro guadagni, etc etc. Anche gli uomini hanno aspettative sempre più alte. Gli uomini non sono da meno. Importante è apparire, anche magari bluffare. Tanto poi cosa importa dell'esame di realtà? La società occidentale tramite la moda e i mass media propone certi modelli estetici quotidianamente, ma ritengo che a tutto ciò si siano aggiunti trent'anni di berlusconismo, che hanno peggiorato l'andazzo generale. Lo so che è una caratteristica attribuita agli anziani dire "mala tempora currunt" ed essere lodatori del tempo passato. Lo so che ogni generazione crede ciecamente nei suoi miti, nelle sue mode, nelle sue icone. Certo a livello di diritti civili in questi anni sono stati fatti dei passi avanti. Prima c'era molta più omofobia e negli anni '90 non si poteva parlare di fluidità di genere; nessuno poteva mettere in dubbio l'identità di genere: lo dimostrano tutti i rifiuti editoriali al capolavoro "L'arte della gioia" di Goliarda Sapienza. Lo so che c'è il rischio di passare per persone retrograde, datate, antiquate (per quanto io non sia affatto moralista né bigotto) a ricordare con nostalgia  quei tempi (forse enfatizzandoli e migliorandoli nella memoria), ma negli anni '90 comunque mi ricordo che c'erano allora amori che nascevano sugli scalini di una chiesa, complici una chitarra scordata e senza plettro, e alcuni conquistarono le ragazze solo perché conoscevano a memoria le canzoni dei cantautori. Negli anni '90 mi ricordo di amori nati dopo che taluni declamavano nell'alcova della loro stanza in affitto di studenti fuori sede con una luce soffusa le loro poesie acerbe o quelle di poeti già famosi. Negli anni '90 mi ricordo di amori nati in discoteca, facendo quattro salti in pista, che erano stati studiati allo specchio della propria camera per tutta la settimana. Era più facile allora ed è più difficile oggi oppure viceversa? Oggi se non sei piacente esteticamente sei out! Dipende dai punti di vista. Negli anni '90 conoscevo personalmente allora giovani che credevano nei contenuti, nella profondità d'animo, nella poesia. E oggi tra la gioventù si trovano isole (in)felici (dato che è tutto da dimostrare e da accertare che la poesia renda felici)? Sicuramente esistono; io spero e credo in quei giovani che amano la poesia, anche perché ognuno è libero di credere e sperare in coloro che lo rappresentano meglio e in coloro che pensa siano un futuro migliore, ammesso e non concesso che esista un futuro tra debito pubblico alle stelle, ingovernabilità del Paese, instabilità politica in Italia e poi nel mondo tra inquinamento e sovrappopolazione.

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