Il Blog di Davide Morelli

Pensieri di un pontederese (Sozzifanti mon amour)

Due parole sul futuro e sul futuribile...

ago 162022

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"È chiaro che il pensiero dà fastidio
anche se chi pensa è muto come un pesce,
anzi un pesce
e come pesce è difficile da bloccare
perché lo protegge il mare;
com'è profondo il mare.
Certo, chi comanda
non è disposto a fare distinzioni poetiche.
Il pensiero come l'oceano
non lo puoi bloccare,
non lo puoi recintare.
Così stanno bruciando il mare.
Così stanno uccidendo il mare.
Così stanno umiliando il mare.
Così stanno piegando il mare"
("Com'è profondo il mare" di Lucio Dalla)

 

 


"Se negli anni Sessanta l’obiettivo era andare sulla Luna – afferma Steve A. Garan, scienziato leader nel campo della ricerca sull’invecchiamento – oggi la sfida è riuscire a vivere il più a lungo possibile. Ci riusciremo, perché cinque milioni di persone qui nella Silicon Valley, in un raggio di dieci miglia, stanno lavorando per questo".
Alla Silicon Valley ci vogliono immortali (noi tutti o forse più probabilmente soltanto un'esigua minoranza che avrà i soldi necessari?). Ma ci vogliono anche tranquilli, sereni, pacifici e pacificati. Gli psicofarmaci non bastano più perché nessun psicofarmaco può ridurre o eliminare il desiderio o la libertà/il coraggio di pensare. Ci sono però le droghe sintetiche, le droghe pesanti che aiutano il potere a ridurre l'elaborazione del pensiero, ma non a ucciderlo. È sempre più diffusa la cultura dello sballo, dell'autodistruzione. Che dire poi del fatto accertato che finite le scuole sono pochissimi i lettori forti, che leggono più di dieci libri in un anno? C'è tempo per tante cose, ma per leggere mai. Perfino la giovane filosofa Ilaria Gaspari ha combattuto per anni contro l'idea che la filosofia fosse inutile, fosse "aria fritta". Lo ha ammesso lei stessa pubblicamente, candidamente. Il group thinking può arrivare a influenzare anche le persone più autonome. Si vedano a proposito i celebri esperimenti dello psicologo Salomon Asch. Musk vuole impiantare i microchip nel cervello. La scusa ufficiale è quella di combattere le malattie neurologiche, il pretesto ufficioso è quello di avere una migliore interfaccia tra fisico e digitale, tra reale e virtuale. Potremmo ordinare una pizza col solo pensiero. Io mi chiedo se ci sia davvero bisogno di questa comodità apparente che finirebbe in concreto per essere invasiva, anzi totalmente pervasiva perché finiranno per essere controllati tutti i nostri pensieri. Il capitalismo di sorveglianza attuale è solo una fase di transizione. Per ora siamo tutti schedati, videosorvegliati, identificati e controllati. Un tempo la psichiatria era una modalità di controllo psicosociale. La repressione finì in Italia nel 1978 con la legge Basaglia grazie a un movimento come Psichiatria democratica. Ci furono a ogni modo illustri personalità che levarono la loro voce contro la chiusura dei manicomi, come lo scrittore Mario Tobino. Basta leggere "Gli ultimi giorni di Magliano" per capire il dibattito acceso e le polemiche di quell'epoca.

 

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Oggi le nostre camicie di forza sono informatiche, virtuali. Per ora stanno controllando solo il nostro comportamento. Non hanno ancora inibito totalmente la nostra libertà e capacità di pensiero. Per ora le macchine stanno sostituendo gli uomini sul lavoro e sempre più persone lavorano da casa. Gli algoritmi governano la nostra vita online: algoritmi di cui non conosciamo niente o ben poco perché le multinazionali ci tengono all'oscuro della loro logica. Oggi addirittura vogliono scoprire tutti gli "algoritmi" del cervello umano per poi riprodurli con le reti neurali. Siamo sempre più asociali e questo al potere fa molto comodo: è esattamente così che ci vogliono. Se andiamo in una metropoli i grandi assembramenti di persone non fanno socializzare nessuno; il fatto è che siamo sempre più disgregati psichicamente, interiormente. Però siamo ancora agli albori. Forse se prendessimo realmente provvedimenti saremmo ancora in tempo a fermare tutto. Comunque bisognerebbe essere in tanti ed essere organizzati: quindi realisticamente parlando ciò non è assolutamente fattibile. Qualcuno dovrebbe avere una visione, vivere per essa e riuscire a coinvolgere molte altre persone: è possibile in teoria, in pratica è quasi irrealizzabile. Ma forse il processo è irreversibile. E poi chi ha la forza di ribellarsi? Chi è che si prende la responsabilità di opporsi? Chi è che non ha paura di ribellarsi? E poi ribellarsi sarebbe illegale e porterebbe a degli spargimenti di sangue. Prima di tutto però gradualmente ci hanno tolto la capacita di sognare, di essere intraprendenti. Nessuno vuole perdere la propria comfort zone. Anche chi ha poco non vuole perdere quel poco, che rispetto ai cittadini del secondo e del terzo mondo è molto. Quindi siamo punto e a capo. Lasciamo perciò che facciano ogni tipo di esperimento psicosociale sulla nostra pelle e nella nostra mente. I potenti vivono con discrezione e al contempo sfrontatezza. Sanno che nessuno li può fermare concretamente. Prestiamo perciò il fianco al potere. In fondo qualche anno fa Fukuyama teorizzava la fine della storia e questo non è avvenuto. Quindi non disperiamo. Ricordiamoci che lo scrittore e ingegnere Roberto Vacca pubblicò "Il medioevo prossimo venturo" e fu un bestseller del 1971. Vacca era catastrofico, apocalittico. Invece questo grande uomo di scienza non ci indovinò. Era stato fortunatamente per noi troppo pessimista. La regressione umana tanto temuta da lui non si è verificata. Non sempre gli studi dei futurologi, le distopie e le ucronie sono attendibili.

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"Il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da noi tutti. Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani. E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dai nostri timori. Dipende da come vediamo il mondo e da come valutiamo le possibilità del futuro che sono aperte."
(Karl Popper)

 

 

 

Gli scrittori di fantascienza hanno aguzzino le loro menti per proiettarsi nel futuro. Gli epistemologi hanno indagato la natura della conoscenza umana e i limiti di ogni metodologia scientifica. Alcuni scienziati si sono avventurati nell'ambito della teologia come de Chardin e Polkinghorne. A conti fatti però l'innovazione tecnologica più determinante nelle nostre vite per ora è la rivoluzione digitale; comunque siamo solo agli inizi. Ma è breve il passo tra telecomandare ed essere telecomandati. Saremo liberi di vivere nel metaverso, un universo parallelo virtuale. Ma saremo veramente liberi? Siamo ancora sicuri che il transumano, il postumano abbiano veramente qualcosa di umano? Non è che la tecnologia ci porterà all'antiumano? Per ora abbiamo solo un antiumanesimo diffuso. Sappiamo che è difficile rintracciare, definire, identificare l'essenza umana, ma mi chiedo io quale filosofia dell'uomo c'è dietro a tutto questo progetto? Più siamo pacifici, rincoglioniti, teledipendenti, internettiani più quelli della Silicon Valley sono felici, aumentano a dismisura ricchezza, potere, controllo. Vogliono diventare padroni dell'umanità intera. Quante persone sono dipendenti da televisione e Internet? Non c'è una stima precisa e gli esperti se ne guardano bene. Già oggi è molto difficile, impegnativo, quasi improponibile essere esseri pensanti. Ci sono troppe limitazioni e troppe inibizioni. Molte cose attaccano il libero pensiero. E se domani il pensiero non fosse più libero che razza di pensiero sarebbe? Sarebbe un pensiero eterodiretto. Ogni pensiero sarebbe vivisezionato e censurato. Cantava Gaber in tempi non sospetti: e pensare che c'era il pensiero! Hanno iniziato col controllare la nostra libertà d'azione, hanno proseguito impedendo di fatto la nostra libertà di cambiare il sistema, in futuro vogliono dominare il pensiero umano. Ma in futuro sarà un élite umana a controllare il pensiero della massa oppure tutto sarà delegato alle macchine? Ancora non lo sappiamo. Non c'è un angolo del mondo che non abbiano invaso, ma prima di tutto loro occupano la nostra mente, progettano con le loro tecnologia nuovi modi di essere e ci rendono sempre più dipendenti dalle loro invenzioni. In futuro solo una casta di scienziati e tecnologi dominerà il resto dell'umanità. Resta una speranza esile, incerta: sperare che il cervello umano non sia totalmente conoscibile, che la mente umana riservi sorprese e riesca a preservare zone inesplorate e auspichiamo inaccessibili agli scienziati. Forse come sostiene il filosofo della scienza Matthias Eckoldt non si può capire totalmente il cervello con il cervello. Trovare un equilibrio per noi poveri anonimi cittadini è difficile. In definitiva i condizionamenti dei mass media già oggi finiscono per essere un'efficace tecnica di controllo mentale, addirittura di manipolazione mentale, anche se apparentemente blanda ma persistente, martellante, ripetitiva e sempre presente. Una volta il poeta Lorenzo Mullon mi ha chiesto: "Davide, a quale Matrix giochiamo?".

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Siamo veramente sicuri che questa sia la realtà effettiva? Disintossicarsi totalmente significa rinunciare totalmente al mondo, autoescludersi, essere fuori dal mondo. Per essere liberi per ora bisogna perciò essere anche connessi, ma bisogna utilizzare con prudenza e saggezza le nuove forme di comunicazione, le nuove tecnologie. Bisogna essere dentro e fuori allo stesso tempo per salvare l'indipendenza, il pensiero e questo atteggiamento ondivago fa male alla nostra salute mentale. Così viene da chiedersi: dobbiamo sacrificare il nostro benessere interiore per la libertà o viceversa? È quasi impossibile avere entrambe le cose. Inoltre se gli uomini diverranno immortali dovranno colonizzare altri pianeti. La sola Terra non potrà contenere tutti, a meno che non si controllino le nascite. E se saremo tutti telecomandati allora chi potrà fare ulteriormente progredire l'umanità? Solo i figli e i nipoti degli attuali esperti di tecnologia potranno migliorare l'umanità? Sarà quindi una nuova casta? Gli altri saranno tutti assoggettati e schiavizzati? Gibson era stato troppo ottimista col suo Neuromante. In futuro anche la giustizia e la medicina saranno predittive. Nessuno potrà delinquere probabilmente, come nel film Minority report.

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Forse arriveremo a quei livelli. Forse gli uomini saranno esseri totalmente prevedibili per il potere. Raggiunto l'obiettivo dell'immortalità la ricerca scientifica riguarderà solo quisquilie, solo minuscole migliorie. Il futuro è il presente, si usa dire. Non sappiamo ciò che è futuristico, ancora più precisamente futuribile, Tutti i grandi progetti a lungo termine però saranno inutili se non avverrà nel futuro immediato la decarbonizzazione energetica e industriale, se non inquineremo molto meno, se non salvaguarderemo il pianeta. Mi chiedo io se qualche potente non abbia mai dei dubbi a riguardo. Lo psichiatra Paolo Crepet ha sostenuto che una parte importante dell'intelligenza umana è costituita dalla capacità di coltivare dei dubbi. La cosa che mi stupisce di questi potenti è che non hanno dubbi o almeno non li manifestano pubblicamente. Speriamo che il futuro non sia già deciso dai signori di Cupertino in California.  Di sicuro più andiamo avanti e più ci accorgiamo che non esistono le cosiddette frontiere della scienza, che la scienza è senza frontiere e che è un illuso chi cerca di porre a essa dei limiti etici.

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