Sulle stagioni, i disastri, la natura...
giu 242022
Molte piante negli ultimi anni hanno raggiunto la fioritura a fine inverno. Si è parlato infatti di primavere anticipate. La natura è sempre più imprevedibile. Gli agricoltori rischiano molto a livello economico perché anche in caso di gelate tardive tutto va alla malora. Si pensi alla fioritura anticipata della frutta come ciliegie, susine, mele e pesche. Si consideri soltanto a come in alcuni anni è fiorita prima la mimosa. Recentemente si sono registrati notevoli sbalzi termici. Si pensi negli ultimi anni anche alle grandinate e ai danni del maltempo, sempre poco prevedibili. Un tempo non esistevano più le mezze stagioni secondo un noto luogo comune. Adesso non esistono quasi più le stagioni, forse a causa dell’inquinamento e del surriscaldamento del pianeta. La natura sembra impazzita. L’agricoltura può risentirne in caso di fioriture anticipate o tardive. Basta ricordarsi di quanto può compromettere la produzione di olio la fioritura anticipata dell’ulivo. Guardiamo i vigneti. Ma queste sono solo piccole beffe della natura nei confronti dell’uomo. Pensate all’invasione di cavallette in Africa, che ha costretto a fare la fame a 20 milioni di persone.
Nel nostro piccolo in Italia abbiamo avuto la diffusione esponenziale delle nutrie, che erano utilizzate per la pellicceria. Alcune fuggirono dagli allevamenti e altre vennero liberate in modo incosciente. Ma tutto ciò non ha compromesso niente fortunatamente. La situazione almeno per ora è sotto controllo. Pensate al riscaldamento climatico in Antartide, che ha causato lo scioglimento dei ghiacciai. Pensate più recentemente all’enorme invasione di topi in Australia. Pensate ad un fenomeno come quello dello spiaggiamento delle balene.
La natura può essere molto crudele. Può essere matrigna come pensavano Leopardi e Voltaire (dopo il terremoto di Lisbona). Altri pensatori hanno considerato positivamente la natura come San Francesco nel “Cantico delle creature ” e come Spinoza con il suo “Deus sive natura”. C’è chi vede nella natura una nemica e chi l’immagine di Dio. In definitiva la natura può far male all’uomo con cataclismi e siccità, ma anche l’uomo con l’industrializzazione ha fatto molto male alla natura. Dalla rivoluzione industriale a oggi l’uomo ha rovinato il pianeta. Probabilmente oggi siamo alla fine dell’Antropocene. Pensate solo all’inquinamento. Osservate solo tutta la plastica che c’è nel mare. L’umanità deve prendere provvedimenti tempestivi. Bisogna pensare anche a un futuro remoto. L’uomo contemporaneo vuole dominare e manipolare a suo piacimento la natura. Vuole solo servirsene senza rispettare fauna e flora.
Ma non rispettando l’ecosistema, non rispetta nemmeno sé stesso. Non possiamo uccidere la balena perché viviamo per ora nel suo ventre. Per ora non c’è stata nessuna intercessione divina che ha fatto in modo che la balena ci vomitasse su una serena spiaggia, come Giona. Ricordando Moby Dick di Melville non bisogna comportarsi come Capitan Achab perché non si salva, mentre si salva invece Ismaele. Dobbiamo accettare il lato terribile della natura. Dobbiamo rispettare la natura perché è il nostro habitat naturale. È al momento il solo mondo di cui disponiamo, ma gli interessi di alcuni potenti e di alcune nazioni ricche sembrano avere il sopravvento su tutto e su tutti. Il futuro del pianeta è lo stesso futuro dell’umanità. Jonas non a caso parla di etica della responsabilità, di pensare anche alla vita di coloro che verranno, di avere uno sguardo lungimirante ed a lungo termine. Staremo a vedere. Per dirla alla Popper “il futuro è ancora aperto”.