Il Blog di Davide Morelli

Pensieri di un pontederese (Sozzifanti mon amour)

Due parole su Marinetti, la maturità e la vecchiaia...

lug 172022

 

 

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“Quando avremo quarant’anni altri uomini e più validi di noi ci gettino pure nel cestino come manoscritti inutili” (Filippo Tommaso Marinetti)


Molto probabilmente Marinetti, fondatore del futurismo, quando scrisse questa frase voleva solo provocare. Oppure forse ci credeva davvero. Oppure era un modo per opporsi al passatismo e alla tradizione. Cosa è che ha dettato queste parole? Il calcolo oppure l'incoscienza giovanile? O forse entrambi in una miscela esplosiva? Per rendere più popolare il suo movimento d’avanguardia scrisse molti manifesti dissacranti. Per far parlare di sé e del proprio movimento non disdegnò polemiche al vetriolo e vere e proprie risse. Propose il culto della macchina e della velocità, la teoria delle parole in libertà, “l’immaginazione senza fili”. Si scagliò contro i professori passatisti e la tradizione, invitò ad “uccidere il chiaro di luna”. I futuristi come scrisse Boccioni inseguirono “l’estasi del moderno e il delirio innovatore della loro epoca”. Ecco il motivo per cui volevano distruggere i musei e le biblioteche e odiavano chi imitava e ammirava il passato. In letteratura furono veramente degli innovatori tramite la distruzione della sintassi, l’abolizione degli avverbi e degli aggettivi, la distruzione dell’io. Politicamente - nonostante il loro antiparlamentarismo - lo furono un po’ meno, dato che furono nazionalisti e considerarono la guerra “sola igiene del mondo”: furono fascisti della prima ora. Per la maggioranza dei letterati della loro epoca furono visti come esaltati, ignoranti, militaristi e violenti, creatori di stramberie e goliardismi. A distanza di decenni dalla loro comparsa va senz’altro riconosciuto che il futurismo - nonostante mille difetti - ebbe il merito di essere il primo vero movimento di avanguardia. Marinetti scrisse forse questa frase per scagliarsi contro l’immobilismo sociale e culturale, in cui versava l’Italia di allora. Però nella nostra epoca sembra che molti imprenditori e dirigenti di azienda abbiano messo in pratica la provocazione di Marinetti. Il giovanilismo imperante induce al prepensionamento e al licenziamento di chi abbia superato gli anta. Non solo, ma una volta licenziato da un’azienda un cinquantenne ha molte più difficoltà di reinserirsi a livello lavorativo perché le aziende gli preferiscono persone più giovani. Un tempo si considerava la vecchiaia come possibile fonte di saggezza. Oggi perfino la maturità è vista come un periodo di declino inarrestabile. Erroneamente molti selezionatori del personale ritengono che chi ha superato gli anta non è provvisto di capacità di apprendimento. Molto probabilmente quando prendono sbrigativamente le loro decisioni non tengono conto della ponderatezza di chi ha più di quaranta anni. Eppure la stessa vecchiaia non è una stagione della vita, in cui si debba per forza consegnarci al silenzio. Per quel che mi riguarda penso di sfruttare al meglio le mie facoltà intellettuali oggi rispetto a quando avevo 20 anni. Mi ritengo anche più equilibrato interiormente.

 

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A 20 anni volevo tutto e mi accontentavo solo con molto. Oggi voglio poco e mi accontento di pochissimo. A 20 anni si può vivere delle crisi interiori spaventose. A 50 ormai sono un'esistenzialista positivo: nell'antichità c'era chi vedeva Dio come "pensiero di pensiero", io oggi vedo il trascendente come il filosofo Abbagnano, ovvero come "possibilità di possibilità", come scelta di scelta; la sola possibilità di poter scegliere, anche senza fare niente di speciale, nella vita, mi infonde speranza e ottimismo. Andare al bar piuttosto che rimanere a casa mi inebria di libertà. Oggi ho una consapevolezza esistenziale che prima non avevo. Forse non so niente di più o di nuovo, ma quello che sapevo un tempo viene confermato, rafforzato, corroborato da letture e riflessioni odierne. Mi basta stare bene di salute e tirare a campare. Non chiedo l'impossibile. Questo già mi basta. Per quanto riguarda la sessualità con il Cialis e il Viagra le persone anziane hanno risolto molti problemi. Non vivono più i drammi descritti da Brancati ne "Il bell'Antonio" e non esiste più il gallismo e la concezione dell'onore di un tempo. Inoltre sono molti gli anziani attivi intellettualmente, che leggono libri e periodici. Non dimentichiamoci che la morte colse Moliere mentre stava recitando. Più recentemente non dimentichiamoci dell’attività intellettuale di Norberto Bobbio, Carlo Bo, Karl Popper, Mario Luzi, quando erano ormai ottuagenari. Solo la malattia mentale e la morte prematura annichiliscono la mente e l’intelletto. Non dimentichiamoci infine che l'invecchiamento cerebrale inizia da ventenni, ma che abbiamo a disposizione miliardi di neuroni ed esiste anche la neuroplasticità.

 

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