mar 032022Pattini d'Argento
In questo post doveva trovare spazio un film grazioso, simpatico, con spazio all'interno per le scoperte d'inizio XX secolo. Ma è ambientato in Russia, anche se il dittatore era diverso, quindi ho deciso di oscurarlo.
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ott 162021
Le Ragazze del Centralino – Serie TV Netflix
Se si accetta l'iniziale ritmo da telenovela, con bambini rapiti, amori traditi, delinquenti ritrovati, si alza il sipario e si scopre immediatamente una serie molto molto curata dal punto di vista storico e sociologico, con personaggi ben delineati, attrici/attori validi e una estrema attenzione all'ambiente: persino il trucco e le acconciature delle "ragazze" cambiano col passare del tempo. Una ricostruzione perfetta della Spagna, dagli anni '20 maschilisti e retrogradi, alla lieta quanto breve parentesi della Repubblica Spagnola che si conclude con la terribile guerra civile e la successiva spietata repressione dei conservatori.
Ma andiamo con ordine.

Le Ragazze sono quattro operatrici telefoniche, il primo lavoro che fu aperto alle donne: Lidia, Carlota, Angeles, Marga. A loro si aggiunge la supervisore, Sara/Oscar. Il lavoro è ambito da tutte per poter diventare indipendenti, anche se a quell'epoca non potevano certo abitare da sole, ma in una rispettabile pensione per signorine. Vengono da ambienti diversi e con motivazioni diverse, ma le accomuna la convinzione di stare facendo il primo passo verso un mondo più aperto nei confronti delle donne, che permetterà lavori più importanti e decisionali.

Intanto però devono confrontarsi con la dura realtà di tutti i giorni, in cui la loro parola vale meno di quella di un uomo, e i ricatti sono frequenti e continui. La Legge NON è giustizia: un uomo può uccidere la moglie perchè lo tradisce, una donna non può ribellarsi né trovare aiuto contro un marito violento che la picchia. I diritti umani non esistono: si finisce in prigione senza processo e in clinica psichiatrica senza consenso. Non sono solo le donne ad essere esposte a questi abusi, ma anche le minoranze di genere, gli/le omosessuali, i poveri, gli indifesi. Partite da una realtà retrograda, dopo anni e anni di lotta si ritroveranno purtroppo in un paese respinto indietro di almeno cent'anni, completamente isolato dal resto del mondo, in cui i diritti della popolazione non esistono più. Negli anni '20 si poteva anche ridere e scherzare, sebbene il cinema fosse visto come un luogo “peccaminoso”; nella fine anni '30 esiste solo la propaganda del regime, chi si oppone finisce in carcere, anche se innocente o ammalato.

La serie segue lo svolgersi degli eventi con particolare attenzione ai fatti storici, ecco quindi che il mondo delle ragazze evolve, non rimane congelato in una asfittica commedia. Al contrario, man mano che le stagioni proseguono si fa strada una forte drammaticità.

Il finale può sembrare eccessivamente forte per una serie, ma io l'ho trovato estremamente simbolico. Partite in modo giocoso, le ragazze si troveranno ad affrontare le asperità della vita, prive di protezione, ma terranno fede ai propri ideali, fino al momento cruciale in cui non si può più scegliere. Come indicano anche i titoli di coda, è una rappresentazione di ciò che moltissime donne hanno dovuto subire per permettere a noi, nel XXI secolo, di poter fare scelte di vita che ci sembrano scontate: andare al cinema, vestirci come vogliamo, abitare da sole o convivere, avere bambini pur essendo single, andare all'Università, VOTARE.
Non è stata una passeggiata.
Consiglio questa serie a tutte le donne, per ricordare cosa c'era, la raccomando in particolare a giovani e giovanissime, che non sanno quanto sia costato poter indossare un paio di jeans.



OGGI
mag 282021
I cinquecento milioni della Bégum (1879)

In questo stranissimo romanzo, che risente di una forte connotazione politica, il mondo delle Indie Nere viene rovesciato. Le Indie Nere erano la ricchezza carbonifera dell'Inghilterra, che sfruttava Scozia, Galles e Irlanda. La Francia non disponeva di tale bacino, ma era in competizione con la Germania su regioni di confine, Alsazia e Lorena, ricche di prezioso combustibile fossile. Sempre in guerra.
Verne, in questo caso molto nazionalista, ci propone due città alternative, l'utopia e la distopia dei suoi tempi. La città ideale e luminosa è naturalmente France-Ville, mentre la scura, dittatoriale, militaresca Stahlstadt è tedesca. Le città vengono create con scopi opposti da due scienziati futuristi, che si ritrovano ad essere gli unici, lontani eredi della Bègum, una ricchissima principessa orientale.
Con idee completamente opposte, i due neo-milionari creano quindi due città, ciascuna proiettata verso il futuro, ma con due tendenze che sono l'una l'opposto dell'altra.

France Ville è progettata in maniera razionale e gradevole, tante villette con alberi e fiori; è governata democraticamente, segue tutte le regole igieniche allora conosciute, e anche qualcuna di più. Quel che non riuscivo a capire era l'idea di mettere la cucina al primo piano e le camere da letto al piano terra, ma anche questa è fantascienza, come lo è il suo governo, repubblicano naturalmente, e il suo concetto di mutuo aiuto, per cui le capacità di ognuno sono messe al servizio della comunità, ma non si scorda la meritocrazia. Un po' socialista direi.

L'oscura Stahlstadt al contrario è circocentrica, e il padrone assoluto (il kaiser) vive in una possente torre da cui può dominare tutto; intorno a lui si ergono le buie, alte abitazioni dei dipendenti più importanti (ingegneri, chimici, inventori). Seguono le industrie per la lavorazione del cabone e dell'acciaio, poi altre abitazioni sempre più basse e misere, fino ad arrivare nei lati più esterni, dove s'infilano nel sottosuolo le terrificanti miniere, necessarie per le industrie che forgiano armi. La descrizione della città di Stahlstadt, della sua organizzazione, e della sua produzione industriale sono quanto di peggio si possa immaginare; Verne aveva una più che brillante inventiva, ma qui descrive l'orrore dell'industrializzazione selvaggia e dello sfruttamento dei poveri, ben conosciuti ai suoi tempi.
Le due città sono fin dall'inizio in competizione, ma l'aggressività è tutta dalla parte del teocratico fondatore di Stahlstadt, che vuole distruggere la rivale. Per scoprire come, il solito giovane eroe, un Alsaziano, si fa assumere dal nemico come ingegnere, ma … si fa passare per Svizzero, e parte dal basso, come minatore. Perchè mai?

L'Alsazia è la regione che ha come capoluogo Strasburgo, città che sorge sul Reno nel lato che ora è Francese. Oggigiorno la città ha dei quartieri e dei sobborghi anche nel lato Tedesco, ma fin dal Medio Evo è stata una regione martoriata, dove i nomi dei paesi sono un misto di francese antico e tedesco altrettanto antico, si beve birra come aperitivo e vino bianco durante un pasto a base di salsicce e crauti. Deliziosa a vedersi, con casette che sembrano quelle delle Fiabe, e tremenda nella memoria, con croci in mezzo ai campi di orzo e fieno che ricordano i soldati caduti e mai tornati a casa, sepolti sotto i “Papaveri Rossi”. (vedi sotto le date)
Il giovane infiltrato non può dichiararsi Alsaziano, perchè verrebbe immediatamente sospettato di poter essere filo-francese; sceglie quindi la nazionalità Svizzera, perchè vi si parla un dialetto simile all'Alsaziano e in questo modo non ha problemi per l'accento. Inoltre un Alsaziano non avrebbe avuto necessità di spostarsi per lavorare nelle miniere, invece... ma guarda: c'è stata un'epoca in cui gli Svizzeri emigravano in cerca di lavoro.
Il progressivo avanzamento verso i “quartieri alti” del nostro giovane eroe offre all'autore l'opportunità di descrivere la lugubre città di Stahlstadt, cerchio dopo cerchio, simili ai gironi infernali. L'evocazione è talmente vivida che critica e pubblico sono sempre stati concordi nel ritenerla la parte più riuscita del romanzo, mentre la delicata France-Ville viene considerata più statica ed improbabile. Un riflesso di queste opinioni lo si vede nella illustrazioni: ho trovato parecchie immagini di Stahlstadt, ma quasi nulla di France-Ville. Facendo anch'io la nazionalista, ho pensato di proporvi qualche antica fotografia della mia Torino, che rispecchia gli stessi aspetti urbanistici di France-Ville.

Infine, quale città avrà la meglio? Ovviamente quella Francese, ma non per meriti suoi, piuttosto per demeriti dell'avversario. In questo Verne fu profetico, non altrettanto lo fu nell'ipotizzare una veloce fine della guerra.
Questo romanzo, a differenza di molti altri, NON è un libro per ragazzi. E' per adulti, adulti in grado di recepirne le complessità filosofiche, storiche e politiche. Forse per questo non ha avuto molto successo all'estero, perchè molti riferimenti non si possono comprendere se non si conosce un minimo di storia. Io lo lessi da ragazzina, poi da adulta, e poi di nuovo, dopo il viaggio in Alsazia e alcune ricerche. Non c'è nulla da ridere in questa vicenda, ma tanto tanto da riflettere. E poiché l'autore è uno dei Grandi la lettura è assolutamente da consigliare.
Rosella Rapa

Vale la pena di ricordare le traversie dell'Alsazia, che hanno ispirato la competizione tra la due città del romanzo. La Storia, purtroppo, seguì troppe volte la follia omicida del dittatore di turno.
XVII secolo:
Guerra dei Trent'anni, coinvolge anche cattolici e protestanti: termina con la Pace di Westfalia, nel 1648, che assegna la regione alla Francia, ma i Feudatari Tedeschi rifitutano di riconoscerne l'autorità. Si deve aspettare il 1681 quando Luigi XIV soppresse i Feudi e rese definitiva l'unione alla Francia di tutta l'Alsazia, compresa Strasburgo.
XIX secolo
Guerra franco-prussiana: termina col trattato di Francoforte nel 1871, che asssegna Alsazia e Lorena alla Germania. La Francia parte Imperiale e termina Repubblicana.
XX secolo
1919 al termine della Grande Guerra fu restituita alla Francia con il Trattato di Versailles
1940 viene invasa dalla Germania e annessa al Reich
1947 è riassegnata alla Francia al termine della guerra, che imposta una imponente “francesizzazione“ della zona, che rende il francese la lingua più parlata nella regione, con il progressivo abbandono di tedesco e alsaziano.
Ricordo anche il famosissimo Dottor Albert Schweitzer, medico e filantropo, musicista e musicologo, teologo, filosofo, biblista, premio Nobel per la Pace 1952, nato a Kaysersberg in Alsazia nel 1875, quindi Tedesco e morto a Lambaréné in Africa nel 1965, quindi Francese, dopo aver cambiato nazionalità più volte rimanendo sempre missionario in Africa.
mag 192021J.V. - Le Indie Nere (1877)

In Scozia la prima colazione consiste di 3 o 4 portate; prima il Porridge bollente, poi il piatto principale, con uova, bacon, salsiccia, fagioli, funghetti, pomodori e Haggis. Poi frutta, e per finire tè bollente con toast o scones , burro e marmellata. Sì, ma... cos'è l'Haggis? Sono dei dischi tagliati da un rotolo, di colore e consistenza diversa, ma con una cosa in comune: parlando con estrema delicatezza, fanno vomitare. Sono rimasta per anni nel dubbio atroce di cosa diavolo fosse questo Haggis, finchè Jules me lo ha spiegato: interiora tritate e sangue di pecora, infilate in un budello e bollite. Commenta anche che "il piatto è molto apprezzato dagli scozzesi, non altrettanto dagli stranieri". Provare per credere.
Il pranzo, importantissimo, a base di Haggis e altre prelibatezze scozzesi (preparato dalla eccellente signora Ford) è l'epicentro di questo romanzo: perchè il marito, Simon Ford minatore che si rifiuta categoricamente di tornare a vivere in superficie, invita l'Ing. James Starr, proprietario ed ex direttore della miniera, a visionare un nuovo tunnel con un nuovo filone carbonifero. Procedendo nell'esplorazione, i due, guidati dal figlio di Simon, Henry, troveranno non solo un giacimento capace di far rinascere la Miniera, ma anche un Grande Lago all'interno di una caverna immensa, in cui porteranno non solo le attività estrattive, ma la città intera, con graziose abitazioni e sale divertimenti. Anche la Chiesa.

Per darvi un'idea delle dimensioni, in Scozia i laghi (Loch) sono tutti a forma di ellisse allungata. Quelli piccoli hanno le dimensioni del nostro Lago Maggiore, più il lago di Como, più il Lago di Garda messi assieme. Quelli Grandi sono da tre a dieci volte questa dimensione. La città, Coal City, che sorge sulle rive del Lago Sotterraneo, con i minatori che non devono calarsi nei pozzi, diventa talmente ampia, bella e funzionale da attirare turisti in visita (vedi copertina!). La luce è portata dall'elettricità; tutto è perfetto, anche il clima.
La vita procede quindi seguendo nuovissime tecniche di estrazione intervallate da divertimenti sociali, finchè il giovane Henry non si imbatte in una strana creatura: Nell. Si tratta di una ragazzina di circa 16 anni che pare cieca e muta: in realtà ha trascorso la sua breve vita sempre all'interno della grotta, senza luce, e con la sola compagnia di una civetta e di un personaggio ancora più strano, che odia tutti i nuovi abitanti della miniera.

Nell viene accolta con affetto dalla famiglia Ford e dall'ing. Star, che si prende a cuore il benessere della fanciulla e la sua evoluzione da piccola selvaggia (ma di buon cuore) a ragazzina educata ed inserita nel “viver civile” . Ci troviamo di fronte ad una delle rarissime figure femminili dei romanzi di Verne, che la descrive con molta dolcezza e profondità di sentimento, portando il romanzo dalla fantascienza verso una storia d'amore e d'odio, che coinvolgerà tutti i protagonisti. Magnifica la scena in cui Nell vedrà per la prima volta il sole.
In questa seconda parte del romanzo Verne si dimostra scrittore completo, non un semplice inventore di bizzarrie.
Innanzitutto va ricordato che questo titolo, “Le Indie Nere” è il nome che i Britannici davano alle loro miniere di carbone, nel periodo in cui questo combustibile era prezioso più dell’oro, vale a dire durante il corso di tutta la prima rivoluzione industriale. Il romanzo inizia con un interrogativo quanto mai attuale: quando si esaurirà?

Nel romanzo si vuol dare una risposta a questo interrogativo con una ipotesi idealizzata del futuro, una miniera inesauribile in una situazione senza pericoli e senza tragedie, anzi foriera di felicità. Jules abbraccia in pieno l’entusiasmo positivistico convinto che la scienza e il progresso siano, se ben usate, i mezzi per rendere migliore la vita dell’uomo. Tuttavia, le mirabili descrizioni dei paesaggi scozzesi (che io adoro) , gli accenni alla storia, i riferimenti a sir Walter Scott e ai suoi romanzi, le passeggiate in Edimburgo, ci portano a pensare che Jules preferisca di gran lunga vivere nel “suo” tempo e nel “suo” mondo, all’aria aperta.
A dispetto della trama variegata, dei protagonisti mirabilmente descritti, delle immagini del sottosuolo così vive che paiono parlare al lettore, pensieri profondamente filosofici pervadono l'opera, nei suoi quadri di di presente e futuro. Eppure, un romanzo così pieno e completo, oggi è quasi dimenticato.

mag 092021
J.V. 20.000 Leghe sotto i Mari (1869 - 1870)

Questo è probabilmente il più famoso tra i romanzi ambientati nelle profondità, anche se siamo sotto le acque, e non sotto la terra. Ho letto questo libro da bambina, e non sapevo cosa fossero le leghe. Cercando sull'enciclopedia (Wikipedia era allora più fantascientifica dei marziani) trovo “leghe=plurale di lega”. E va bene, ma “lega=materiale costituito da due o più metalli” non mi aiutava molto. Quel “sotto i mari” poi, mi faceva pensare a una profondità, e nel romanzo non si arrivava nella Fossa delle Marianne. Un po' più grandicella, riuscii a capire che si trattava di una distanza, e finalmente ho scoperto che equivale a circa 5,5 km. Quella nautica s'intende, usata ancora oggi. Però Wikipedia, oggi, mi dice di considerare le miglia francesi, che equivalgono a circa 3,3 km.
Sarebbe tanto più facile usare il sistema metrico decimale, ma anche la FantaScienza ha i suoi limiti, quindi si può immaginare che un sottomarino sia in grado di contenere e svariati lussuosi appartamenti e persino un organo, ma non che il mondo riesca ad usare delle unità di misura uguali in ogni paese.

Il romanzo è uno tra i più brillanti per inventiva e ricerca tecnica, con particolari futuribili che tuttavia partono da scoperte scientifiche che ai tempi erano recentissime, e ben studiate. 
Mi aveva impressionata la possibilità di camminare sott'acqua con tute sigillate ermeticamente e due sacche di ossigeno sulle spalle, mentre all'epoca i palombari avevano delle tute simili a quelle dei primi astronauti, e respiravano attraverso un lungo tubo che arrivava fino alla nave di appoggio. Era pericolosissimo; il metodo ideato dal Capitano Nemo, invece, era sicuro e agile.
Nemo è un oscuro signore del Mare, che considera il sottomarino la sua casa, volendo sfuggire al mondo esterno. Gli ospiti-prigioneri sono il professor Arronax, studioso di biologia marina e di tutto ciò che suscita il suo interesse, il suo cameriere Conseil (Consiglio) dotato ovviamente di sano buonsenso, e il marinaio cacciatore di balene Ned Lamb. Due francesi e un Canadese: nazionalità che non irritano Nemo, come si capirà durante il viaggio. In effetti la sua prima intenzione era quella di lasciarli affogare, ma, non essendo suoi nemici, li salva, costringendoli però a restare a bordo. del sottomarino. Questo dà lo spunto al professor Arronax per riportare nel suo diario le meraviglie sottomarine, che vanno da una perla gigante ad una piovra ancora più gigante, che riesce, sia pure per poco, ad imprigionare il sottomarino con i suoi tentacoli.
Se nel viaggio al Cento della Terra Verne descriveva animali e piante di ere geologiche passante, qui illustra tutte le novità del suo tempo su flora e fauna marina, ed ipotizza quelle degli abissi. Non mancano tante altre invenzioni per poter gestire la vita in uno spazio chiuso e sempre in movimento. Ma, tra le tante meraviglie, io avevo trovato incredibile che potesse trarre dal mare cibo e tessuti, condizione necessaria per la vita. Oggi si stanno cercando queste possibilità, ma siamo ancora molto indietro, rispetto al Capitano Nemo.

In “20.000 leghe sotto i mari” si palesa molto evidente l'idea di Verne riguardo al corretto approccio alla scienza, e alle dinamiche interne ad una società “civile” o “avanzata”.
I protagonisti dei romanzi di Verne sono scienziati, ingegneri, giovani desiderosi di apprendere, camerieri fedeli, uomini solidi non corruttibili. Non si crea personaggi in bilico tra tra legge e furfanteria, non accetta gli Indiana Jones, Allan Quartermain, o Sandokan. Il suo fine non è l'avventura di per sé stessa, ma la scoperta scientifica. Quando si incontrano persone che vogliono farsi le proprie regole, sono dei fuori-legge, pericolosi per le persone per bene. In questo romanzo il suo pensiero è rivelato dal rapporto tra il professor Arronax e il Capitano Nemo. Lo scienziato ammira l'inventore, ma lo teme, perchè non è convinto del suo giudizio sulla società “civile”. Come finirà il contrasto, che permea tutte le pagine della narrazione, non si può anticipare.
Anche in altri libri si ritrova questo “modus vivendi” che rispecchia l'idea che Jules Verne ha della scienza: ottima e accettabile se messa al servizio di tutti, per migliorare la vita anche dei più deboli; negativa e pericolosa quando è nelle mani di persone malvagie, ambiziose, egoiste. Come dargli torto?
