apr 232021Jules Verne
Viaggio al Centro della Terra (1864 – 1867)

In "Viaggio al Centro della Terra", titolo famoso, la fantasia si mescola con la scienza reale.

Invenzioni grandiose portano a conoscere un mondo quasi realmente esistito, non nel sotterraneo, ma letteralmente indietro nel tempo. Gigantesche piante luminose, rettili paurosi, mari sommersi, spiagge, canaloni di rocce, enormi cimiteri di fossili preistorici, forse addirittura forme umane, o umanoidi: sembra di percorrere le ere geologiche passo passo, all'indietro, sempre accompagnati da animali considerati estinti da millenni. Finchè le lampade li aiutano si tratta di una esplorazione senza precedenti, con spunti di riflessione sulla vita “moderna” dei tempi. Il membro più giovane della spedizione, Axel, mentre si addormenta, "ascolta il silenzio" delle profondità, e cerca di farlo suo, ripensando alla sua camera in Germania, sempre turbata dai passaggi di tramvai, carrozze, strilloni, lampionai, ubriachi e spazzini.
Ma chi è tanto folle da tentare una impresa così temeraria con pochi elementi a supporto, mentre la comunità scientifica lo deride? Il solito scienziato un po' pazzo, Il professor Lidenbrock che si porta dietro il nipote Axel, niente affatto entusiasta, e una guida Islandese, Hans. Non sono del tutto soli: infatti lo scienziato possiede il diario di di un esploratore che già tentò l'esperimento decine e decine di anni prima, ma fallì.

Per raggiungere il mitico Centro della Terra si servono di un espediente alquanto pericoloso: discendere attraverso lo Sneffels, un vulcano Islandese spento (almeno così credono per loro fortuna, oggi ci si penserebbe un attimo dopo la bella prestazione dello Fagradalsfjall, inattivo da 800 anni) Il modo di uscire non sarà una loro scelta: spinti da acqua e lava sbucheranno all'esterno di un altro vulcano, per loro fortuna poco attivo, come si rivelerà il nostro Stromboli. Bellissima idea, scientificamente folle, ma capace di dare un finale emozionante.

Questo viaggio non segue alla lettera le ultimissime scoperte dell'epoca riguardo alla struttura interna del nostro pianeta; è piuttosto un pretesto per mostrare in maniera originale altri tipi di scoperte, spesso rimaste impresse nella roccia. Allo stesso tempo costruisce una vicenda avventurosa, addentrandosi nell'Impossibile: animali feroci, cadute, scomparse; si resta senza fiato più di una volta, sperando che gli eroi della storia riescano a tornare in superficie, finalmente a casa, e, per uno di loro, dalla fidanzata in attesa.
Per tutti questi aspetti è senz'altro uno dei libri più adatti per essere proposto a ragazzi/e in grado di cogliere lo spirito avventuroso senza preoccuparsi della veridicità dei singoli particolari.
Non ci sono Signorine nel Viaggio: non ci si può arrabbiare (anche se io da ragazzina non riuscivo a farmene una ragione...) , era il XIX secolo. Funghi giganti e dinosauri sì, donne nel sottosuolo, con abiti a strascico... no!


apr 192021Jules Verne (1828 – 1905)
Introduzione
Certo, non poteva mancare: il Mitico, Ineguagliabile, Isuperabile, Irraggiungibile Grande Maestro della FantaScienza: Jules Verne.

Pensare di proporre i suoi libri uno per uno sarebbe una impresa titanica: sono più di cento tra romanzi e racconti, senza contare i saggi divulgativi, il teatro, gli articoli per i giornali e una enciclopedia personale. E' considerato l'autore straniero più tradotto e più letto in Italia, ma...
Mentre alcuni titoli vengono proposti fino allo sfinimento, altri sono quasi totalmente ignorati. Io sono stata fortunata: negli anni '970, in occasione del centenario della prima pubblicazione, negli Oscar Mondadori furono riprodotti i "Viaggi Straordinari" con le copertine e le illustrazioni degli originali, e una traduzione più moderna. Oggi c'è un po' più di vivacità nel mercato: l'on-line, l'usato, le biblioteche, gli abbinamenti a riviste in edicola... e bisogna imparare a navigare, cosa che a Jules Verne sarebbe piaciuta molto.

A differenza di altri autori del fantastico, dedicati a lasciar correre la fantasia a briglia sciolta, Verne cercava di attuare un'opera di divulgazione scientifica attraverso romanzi accattivanti, esplorando ogni branca delle nuove conoscenze: paleontologia, fisica, ingegneria, botanica, geografia. E' un alfiere del positivismo, convinto che tutte le novità della scienza avrebbero portato gli uomini a condurre una vita migliore. E' anche un grande romanziere, capace di affascinare non solo raccontando e inventando meraviglie, ma anche costruendo trame avvincenti e personaggi indimenticabili, che non sono attori cui è imposto di recitare una parte funzionale alla vicenda, sono persone con caratteri ben definiti: gli bastano pochi tratti di penna per delineare sentimenti, ricordi, desideri, aspettative.

Purtroppo, con il progredire del XIX secolo, l'approccio positivista entra in crisi. Mentre molte delle intuizioni di Verne (e di altri scrittori di FantaScienza) si trasformano in realtà, l'Uomo perde la fiducia in se stesso e nella capacità di costruire la Pace. Il secolo XX sarà uno dei più cruenti della Storia intera, nonostante l'elettricità in casa con tutti i suoi derivati: i telefoni, l' illuminazione, le automobili, i fonografi, il cinema, gli aerei e... le armi.
Questo sarà quindi l'ultimo capitolo dell'intuizione Verniana, ma il suo nome resterà per sempre unito ai Viaggi Straordinari e alle ancor più straordinarie potenzialità dell'intelletto umano. Restando in questo gruppo di romanzi che ho scelto come esordio, scenderemo nelle profondità terrestri e marine, scoprendo mondi inesplorati, tesori favolosi e forme di vita semi-sconosciute.
A Presto con:
Viaggio al Centro della Terra : 1864 - 1867
Ventimila Leghe sotto i Mari : 1869 - 1870
Le Indie Nere : 1877
I cinquecento milioni della Bégum : 1879
Rosella
apr 052021Il Pittore
Dipingerò con la mia tavolozza
Le nere torri che corrono verso il cielo
Quando il sole indora le cime degli alberi
Ed arrossa le nuvole scomposte
Dipingerò la verde quiete dei prati
Ed il bianco candore della neve
La limpidezza di una fonte che sgorga dalla roccia
Amore, in un cuore solitario.
Dipingerò i mille palpiti dei fiori
Gemme nel sogno di un bambino
Ma non posso dipingere il loro profumo
Né il soave mormorio della cascata
O il calore di un raggio di sole
E la frescura inebriante della brezza mattutina.
Posso soltanto provare a ricordare
E dirti che io c'ero
Per ammirare il miracolo divino
Del nuovo giorno che nasce.
Rosella

mar 292021Sogno
" Lassù, fuori dal tempo,
laggiù, nascosta al mondo,
scorre una vita, che durerà
finchè un poeta un canto sognerà. "
Rosella

feb 252021I Figli di Hùrin
Autori
- John Ronald Reuel Tolkien
- Christopher Tolkien
Prima pubblicazione 2007

2007: un libro postumo, che ci riporta indietro nel tempo, dal grandissimo J.R.R. Tolkien, con le tragiche storie di una famiglia che pochi conoscono, e in particolare con le vicende del guerriero Tùrin Turambar, protagonista quasi solitario di un romanzo nuovo.Questo inedito nasce da un paziente lavoro del figlio Christopher, che ha raccolto tutti i frammenti riguardanti Hùrin e la sua stirpe, e li ha ricuciti per creare una storia congruente e leggibile, tralasciando ciò che non si poteva inserire. Le opere che riguardano “I Tempi Antichi” in cui si narra come fu creato il Mondo, e poi la Terra di Mezzo, sono Il Silmarillion, I Racconti Perduti, La Storia della Terra di mezzo, e altri.
Oltre alle vicende di Tùrin, sono raccontate quelle tragiche della sorella Niènor e della madre Morwen Eledhwen. Si intrecceranno, ma i protagonisti non potranno riconoscersi.

Con l'eccezione del Silmarillion, che, pur se strutturato in racconti, è un libro completo (sempre per opera di Christopher) le altre opere sono incompiute, frammentarie, con le storie spezzettate lungo intricati meandri. La vicenda a tinte fosche di Hùrin è frutto di una perfida vendetta: Morgoth, (il Grande Nemico, l'Oscuro Signore, esistente dai tempi della creazione della Terra di Mezzo) pur se sconfitto, scagliò una tremenda maledizione contro Húrin e tutta la sua dicendenza, le cui conseguenze avrebbero segnato tutta la vita di Túrin: a causa di questa maledizio
ne, nulla di ciò che avrebbe intrapreso si sarebbe volto verso il bene; anzi, sarebbe diventato solo fonte di male, sciagura e disperazione per lui e tutti i suoi cari.
Con questa storia si abbandonano le auliche atmosfere del Silmarillion precipitando sulla Terra e, sebbene lo stile del narrato sia quello inconfondibile del Grande Maestro, la trama viene costruita con elementi che la rendono più moderna, più vicina a noi.
Tủrin è testardo, orgoglioso, irascibile, violento, spinto alle sue azioni spericolate da brama di gloria e sete di vendetta. Su di lui pende la maledizione, certo, ma essa non sembra determinante. Il proprio destino, Tủrin lo sceglie da solo, respingendo i consigli di chi è più saggio e più anziano di lui, per seguire soltanto ciò che la sua arroganza gli detta. Ed è questo il motivo che porterà alla rovina tutti coloro che tentano, invano, di essergli amici. Trascinatore di folle, non sa far altro che condurle alla morte, dopo averle ammaliate; nemmeno l’età, o le brutte esperienze mutano il suo modo di pensare. Eroe senza paura, ma certamente non senza macchia.
Personalmente, non lo vedo come “Eroe Tragico”. Tủrin non lotta contro la sua sorte, la subisce senza neppure conoscerla, la accompagna, la modella da sé. E’ lui, a conti fatti, l’artefice delle proprie sventure. Qui emerge forse un pizzico di Tolkien figlio: Tùrin è un UOMO, con i pregi e i difetti di ogni comune mortale, una persona come noi, anche se combatte contro mostri e draghi. Non è comunque un uomo malvagio, nel suo essere combattivo e tenace, irriducibile e strenuo lottatore contro ogni avversità. Non è forse questo il destino d’ogni essere umano? Combattere ogni giorno. Ecco perché, più che un eroe epico, o un eroe tragico, Tủrin mi ricorda proprio noi contemporanei, carichi di difetti, costretti a lottare per vivere, con ambizioni di gloria (= carriera, denaro, potere) che, se perseguite a testa bassa, ignorando tutto e tutti, portano a perdere ogni affetto.

Turin ha due sorelle: Lalait (riso) che muore ancora bambina, e Nienor (lutto) che avrà una vita breve e travagliata, colpita, lei sì, dalla maledizione di Morgoth senza aver fatto nulla di male. È una figura eterea e lunare, che attraversa la sua esistenza senza accorgersene, senza essere presente a sé stessa. Al contrario, la madre Morwen è una donna combattiva e tenace, con grande coraggio, che affronta le avversità senza cedere alla disperazione.
Lo spazio destinato alle due donne, e la figura di Nienor, sono succinti e poco credibili. Tolkien non sa penetrare l'universo femminile, non sa nemmeno ascoltarlo, perciò le sue rappresentazioni delle donne, quando ci sono, sono sempre poco definite, un po' finte. Del resto è un uomo di formazione ottocentesca, e il suo atteggiamento, che a noi può sembrare discutibile, è condiviso da molti scrittori della stessa epoca. Certo, nel corso della sua vita, vide mutare molte cose, vide le donne agire e combattere per conquistare i propri spazi, ma il sentimento intimo non è sempre facile da cambiare, ed è possibile che non abbia mai compreso l'innovazione. In tutte le sue opere è fortissimo invece il richiamo alle due tremende guerre mondiali: guerre di uomini, contro il Drago dell'Odio.

Apparentemente breve, il romanzo è molto complesso, con tanti riferimenti alle opere principali. E' corredato da una serie di prefazioni, appendici e commenti, principalmente opera di Tolkien figlio, che riportano il racconto tra i suoi confini originari, e ne spiegano la genesi. Tuttavia, per quante osservazioni e riflessioni si vogliano fare, nell' opera c'è una simbologia intensa che percorre questa vicenda così fortemente drammatica, in cui nulla va come deve andare. Ma questo è Tolkien. Nulla è così come sembra, nulla è inutile, nemmeno una maledizione. Il racconto si inserisce al suo posto tra le Antiche Storie della Terra di Mezzo, monito e ricordo per chi saprà ascoltare.
Rosella Rapa

Sir John Ronald Reuel Tolkien (1892–1973), fu uno scrittore, filologo, e linguista britannico. Importante studioso della lingua anglosassone (proto-inglese), è l'autore di celebri opere riconosciute come pietre miliari del genere high fantasy. Scoppiata la guerra, nel 1915 si arruolò volontario, venne mandato in trincea sul fronte occidentale dove partecipò anche alla Battaglia della Somme. Presso il New College di Oxford fu insegnante di inglese antico dal 1925 al 1945, poi di lingua e letteratura inglese dal 1945 al 1959. Contribuì alla creazione del New Oxford English Dictionary. Nel 1972 fu insignito dalla regina Elisabetta dell'onorificenza di Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico.

Christopher John Reuel Tolkien (1924–2020) è stato uno scrittore britannico, famoso soprattutto per essere il curatore di molte delle opere postume di suo padre, tra cui 'I Figli di Hùrin'. Contribuì alla stesura de 'Il Signore degli Anelli', di cui disegnò le mappe originali, firmandosi C.J.R.T. Durante la Seconda guerra mondiale servì come pilota nella Royal Air Force. In seguito, seguì le orme di suo padre anche nel lavoro, diventando insegnante di lingua inglese al New College di Oxford, dal 1964 al 1975.