Strade Violente
apr 022019Strade Violente
Quando ero giovane, molto molto giovane, le automobili in circolazione erano ancora poche. Torino, con i suoi viali alberati che attraversano la città da un capo all’altro, incrociandosi ad angolo retto, era il paradiso degli automobilisti. Si sfrecciava agli 80 all’ora, si inchiodava ai semafori, si scattava alla luce verde. I pedoni dovevano fare attenzione: mai attraversare fuori dalle strisce, le precedenze e gli stop erano sacri. Ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare, ma questo è il passato. L’epoca in cui affrontai per la prima volta la tangenziale da sola la trovai ... deserta. Quattro strisce di asfalto in mezzo a campi verdi e bruni.
Tutto magnifico? Non proprio. Tanti incidenti, mai gravi. Si compilavano i fogli per l'assicurazione, si chiamava il carro attrezzi (se serviva) e via con una stretta di mano. Carabinieri? E perché? Non servivano.
Le targhe, quadrate, avevano la prime due cifre che indicavano la provincia. Per andare all’estero bisognava affiancare un adesivo ben visibile che indicasse il paese di provenienza: "I” = Italia. Ma non era necessario per riconoscersi: appena si cambiava regione, incrociando un'auto della propria città era tutto uno sventolio da finestrini aperti "ciao", "ciao", “ciao, andiamo al mare”. "Anche noi". "In Liguria?” "No, in Toscana". "Buon Viaggio". "Anche a voi".
Non è una favola.
Quando si andava all’estero, trovare la targa Torino era come trovare un parente: “dove siete diretti, a Nord?, noi a Est, ogni anno un viaggio diverso. I prezzi, eh, i prezzi… la lira è messa male molto male, ma questo non ci ferma vero? Noi andiamo in campeggio, è molto economico e si sta all’aria aperta. Ma che bella idea, in hotel ogni tanto trovi certe cose... Arrivederci allora, Buon Viaggio, Arrivederci.”
Un’età dell’oro, in cui i giovani al volante erano angioletti, e di anziani non ce n’erano, perché ai tempi loro la macchina non esisteva? Certo che no. Non esistono età dell'oro. Si viveva tra cortei politicizzati, uccisioni di magistrati, giornalisti, poliziotti, cittadini qualunque e uomini politici. Furono chiamati “gli anni di piombo", il piombo delle pallottole. Eppure, resisteva tra la milioni di persone la buona educazione, il rispetto delle regole e la pazienza. Almeno in auto, si andava tranquilli.
Oggi io non vedo più nulla di tutto questo.
Sei fermo al semaforo, e quando parti arriva un indiavolato che ti supera rischiando un frontale con quello sull’altra carreggiata, e per di più strombazza. Alla rotonda rallenti, e meno male, perché passa uno squinternato che tira dritto come se la rotonda non esistesse. Se stai sul bordo ti vengono addosso, se ti metti in centro ti vengono addosso; sembra che i freni non esistano più. Insulti, parolacce, prepotenze. Anche io non mi tolgo fuori dal coro, perché (purtroppo) più di una volta ho dovuto inveire contro deficienti che si erano messi di traverso sulla strada e discutevano con un linguaggio irripetibile senza lasciar passare gli altri. Si erano scontrati: per due fanalini rotti, otto macchine in coda!
Non sto facendo una chiacchierata da bar: mi sono documentata.
Nel 2017 in Italia sono stati registrati:
174.933 gli incidenti stradali con lesioni a persone,
246.750 feriti.
3.378 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) tra cui
600 pedoni
735 motociclisti
Sono registrati come cause principali degli incidenti: la guida distratta (ascoltare musica a tutto volume, con o senza auricolare, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (circa la metà dei casi); le violazioni al Codice della Strada, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l’uso di telefono cellulare alla guida. Tra le altre cause più rilevanti: distanza di sicurezza non rispettata, manovra irregolare, comportamento scorretto del pedone o del ciclista.
L’automobilista che viaggia tutti i giorni per lavoro, è testimone di ogni genere di infrazione; anche guidando con cautela rischia di essere travolto da chi viaggia pensando che la strada sia soltanto sua; se c’è una coda si procede a passo d’uomo tra pazzi che si infilano da destra e da sinistra continuando a fare lo zig zag per ottenere solo gli insulti dei vicini. Personalmente, trovo che il comportamento più pericoloso di tutti sia quello dell’emulo di Niki Lauda che sorpassa a sinistra per poi tagliarti la strada e uscire a destra dalla tangenziale.
Nel 2015 le vittime per attacchi terroristici nell’UE hanno raggiunto quota 150, dato più alto mai registrato fino ad oggi.
Sulle strade 3.378 vittime, solo in Italia. Una strage, una guerra. Una vergogna.
Rosella Rapa
per gentile concessione di AMSES Associazione Missionaria Solidarietà e Sviluppo (onlus), Isole Capo Verde