Il blog di Rosella Rapa

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Il Diritto di Addormentarsi

ott 292018

Eravamo rimaste solo donne. Si parlava di figli: tanti pochi, nascite facili, altre difficili…

Io ero rimasta incinta a 35 anni, e venne un aborto spontaneo. In quello stanzone che sembrava preso da un vecchio film bellico  (dove almeno c’erano delle tende per isolare il proprio letto da sguardi indiscreti) chiacchieravo con altre signore della mia età, che, dopo qualche ora di lacrime, ritornavano alla vita e già pensavano al futuro: ritenti, non ritenti, questa non è prima volta, certo che fa male…
Arrivò una giovanissima signora, circa 20 anni. Al V mese l’ecografia aveva mostrato il suo bambino con una terribile malformazione: cranio e cervello spaccati in due, vita assolutamente impossibile. I medici non consigliarono, DECISERO l'aborto, da farsi senza attendere troppo, perché più si aspettava, più la madre era in pericolo.

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In quel chiacchiericcio di tanti anni dopo, la più anziana (senza figli) intervenne:
- Avrebbero potuto aspettare fino alla nascita naturale, per dare ancora qualche mese di vita a quella povera creatura! –
Io mi morsi la lingua per non scatenare una discussione, e intanto pensai: “Questa donna è pazza! E a quella povera creatura della madre non ci pensa? Piangeva in continuazione, si faceva delle colpe, non riusciva a parlare al marito… ma tu vorresti infliggere simili torture per ottenere COSA??? Quel bambino forse era già morto!"

A 37 anni finalmente arrivò la figlia tanto desiderata e voluta. Aveva talmente tanta fretta di venire al mondo, che a 7 mesi mi fu strappata via di corsa, per Eclampsia Grave. Per fortuna ero già in ospedale, o non ce l’avremmo fatta. Questa nascita fu un miracolo. Perché la bambina stava bene, non aveva alcun problema, era solo minuscola. In quel momento pensai: guarda quanti bambini vengono salvati, ce ne sono anche di più piccoli!

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Già, piccoli. Si era sotto Natale, e buttarono fuori tutti i bambini dalle incubatrici, per mandare medici e infermieri in vacanza. Così, cercai una Baby Sitter specializzata in immaturi, che salvò mia figlia dalla denutrizione, e me dall'esaurimento nervoso.
In TV mostrarono un salvataggio più che miracoloso: una bimba di quattro mesi appena. La baby sitter non condivise il mio entusiasmo.
- In certi casi sarebbe meglio lasciar fare alla Natura, anziché riempirli di sondini e dare false speranze ai genitori. Questi bambini saranno probabilmente ciechi, o sordi, o muti, o incapaci di muoversi, o chissà che altro, finché non moriranno in modo atroce. E’ solo accanimento terapeutico, ma il chirurgo guadagna posizioni. E Soldi. –
Mio Dio! Altro che miracolo. E ben pochi lo sanno. Povere creaturine trattate come esperimenti di laboratorio.

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Qualche anno dopo portai la mia figliola, vispa e saltellante, in un parco giochi su in montagna, vicino all’argine di un fiume. Mentre lei andava in altalena, io notai una giovane mamma seduta su una panchina con negli occhi tutta la disperazione di questo mondo. Accanto a lei, su un passeggino speciale, un bambino di circa 5 o 6 anni, fermato con legami ai polsi, alle braccia, alle gambe, alle caviglie e perfino sulla fronte. Immobile.

Quale brutta malattia aveva quel poverino che fissava il vuoto con degli splendidi occhi celesti? Certo era mortale, ma quando? Si poteva definire “figlio” un piccolo senza coscienza di sé? Si poteva definire “persona" un esserino che non avrebbe mai potuto sentire le carezza e il respiro della mamma, poggiato i piedi nudi sull'erba, dato un bacio?

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Queste patologie si riconoscono a volte prima della nascita, a volte no. A volte dopo pochi mesi, a volte dopo un paio d'anni. Cosa fare? Un pensiero mi turba: non sarebbe meglio lasciare ai neonati una vita di pochi giorni, ma che sia VITA, come quella di tutti gli altri bambini? Perché soffrire per forza? Sono anime innocenti: chi più di loro merita la felicità eterna?
Volevo sedermi vicino a quella mamma, ma ero ancora troppo giovane, giovane e timida. Oggi, vent’anni dopo, lo farei, anche solo per parlare un po’. Oggi come allora, credo in certi casi sia giusto rispettare le leggi della Natura, leggi di Dio, e lasciare a questi bambini, nati e non nati.

IL DIRITTO DI ADDORMENTARSI

Rosella Rapa

 

 

 

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