Il blog di Rosella Rapa

Tourismi letterari

P.F.S. - Le Meraviglie del 2000

lug 272020

Le Meraviglie del 2000


Autore Emilio Salgari
Stesura 1903
Prima Pubblicazione 1909

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Abbandoniamo per un poco le distopie, molto frequenti nella Fantascienza, per trovare qualcuno che ci dimostra fiducia nel futuro e riesce ad immaginare delle vere "Meraviglie", alcune delle quali si sono anche avverate. Altre sono un po' traballanti, altre ancora restano (im)perfette, ma la fantasia dello scrittore viaggia sfrenata, senza avere nulla da invidiare alle sue famosissime avventure tra i Corsari dei Sette Mari e oltre. Sì, sto parlando di lui, del re dei romanzi d'avventura italiani: del mio concittadino Emilio Salgari, capace di affascinare le menti di giovani e adulti per ormai quasi due secoli. Romanzi che 50-60 anni fa si ritenevano ormai destinati ai ragazzi (solo maschi) , ma i tempi sono nuovamente cambiati, ed ora tornano libri per tutti.

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In questo anomalo romanzo Salgari si cimenta con la Fantascienza, proiettandosi un secolo avanti: motivo per cui 20 anni fa il libro fu ristampato, e in edizioni lusso. In realtà l'inizio del secolo XX fu festeggiato forse ancor più del XXI (il nuovo millennio). Nel 1900 erano molte le aspettative di un futuro migliore, arrivando da un secolo di grandi invenzioni e scoperte scientifiche, tanto che se ne sognavano altre ancora più fenomenali. In più c'erano fermenti politici e sociali, i sogni di una civiltà più equa, più razionale, senza ignoranza diffusa. Tutto questo lo ritroviamo nel romanzo di Salgari, che non ci parla solo di grandi invenzioni, con la fantasia che gli è solita. Il genere umano è stato sgravato da ogni lavoro faticoso, e ciascuno può dedicarsi a ciò che preferisce. E' sparito il carbone, con i suoi fumi, le sue miniere, il suoi pericoli. Il mondo sembra perfetto, ma …

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Procediamo con ordine.
Nel 1903, il solito scienziato un po' pazzo trova un metodo per superare le barriere del tempo, ibernandosi e facendosi poi riportare in vita da un suo discendente. Lo accompagna, in questo viaggio un po' folle, un giovane amico milionario tormentato dallo “spleen” (esaurimento nervoso, depressione). Tutto va bene, e due esploratori del futuro iniziano il loro viaggio nel 2003, con un pro-pro-nipote dello scienziato.
Si parte a bordo di una nave volante : non un aerostato o un dirigibile (troppo pericoloso per l' infiammabilità dell' idrogeno) una sorta di piattaforma con ali battenti, mosse dall'elettricità. L'elettricità governa il mondo, silenziosa e pulita. Ha però un effetto strano: spinge le persone ad andare in fretta, sempre più in fretta … e come si adatteranno i nuovi-vecchi venuti? Non lo dirò.

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Non si possono enumerare tutte le fantasiose creazioni del grande Salgari. Piuttosto, possiamo entrare nel dibattito secondo cui lo scrittore non tenne conto di tutto il fermento scientifico che sorse tra il XIX e il XX secolo, con invenzioni che mettevano le basi per un futuro molto più realistico. E perchè mai avrebbe dovuto farlo, signori letterati? Che senso avrebbe la Fanta-Scienza, se si limitasse ad essere una copia sbiadita della realtà eventuale, entro cui far muovere personaggi stereotipati? La Fantasia deve poter correre a briglia sciolta, coi motori al massimo, sognando il mondo che si vorrebbe, ma non è, e non sarà mai. Un mondo in cui si proiettano speranze e delusioni, sogni romantici e “meraviglie” senza fine. Salgari, senza dubbio nazionalista, antimperialista, antirazzista, anticolonialista ci propone un futuro senza conflitti, badando a non dimenticare i popoli che non si sarebbero mai arresi a quella che noi oggi chiamiamo globalizzazione. E' vero, descrive gli Inuit con i preconcetti del suo tempo, tuttavia mentre gli eroi del romanzo visitano un loro villaggio, si odono delle grida strazianti, tanto che i due “antichi” vorrebbero subito correre ad aiutare il malcapitato gemente; il nipote però li ferma: è un rito di sepoltura, e non si deve intervenire, per non offendere la cultura locale.
Ebbene, Emilio Salgari lo afferma nel 1903.

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Torino stava rialzandosi dopo la depressione causata dalla perdita del titolo di Regia Capitale, a prezzo, purtroppo, di strade sempre più caotiche, ciminiere che vomitavano fuoco, locomotive sbuffanti e rumorose, prototipi di automobile esalanti benzina. Salgari sognava mari puliti e lussureggianti vegetazioni, animali allo stato brado e popolazioni ardimentose. Riesce a darci anche questi scorci, fra le “Meraviglie del 2000”. E' un bene, per lui, che non possa vedere come abbiamo ridotto il nostro pianeta.

 

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