Il blog di Rosella Rapa

Tourismi letterari

Storia del Fantasy - Conclusioni

set 242019

Conclusione

Sono giunta al termine della mia storia, ed ora, che questa bella (spero) cavalcata tra i secoli si conclude, è d’obbligo farci una domanda: cosa è Fantasy, e cosa non lo è? Il surreale, il mistico, le storie di streghe e demoni malvagi, cos’hanno, per non essere definiti Fantasy?
Ebbene, Il Fantasy è un mondo a parte. Un mondo in cui ogni assurdità diventa ragionevole, ovvia, scontata. Nessuno si stupisce per l’apparizione di un Drago, o di un folletto: siamo in un mondo Fantasy. Sarò più chiara con qualche esempio.

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Il XIX secolo: Il Declino

Il secolo del positivismo, della nuova industria, delle miniere di carbone e di grandiose scoperte scientifiche, non è un buon momento per l'immaginario a 360 gradi, soprattutto non è un momento in cui gli adulti prendano le "fantasie" in seria considerazione. Cose per bambini, fanciulle, ragazzi. Idee perniciose che vanno estirpate una volta cresciuti, per passare alla realtà concreta. L'immaginario sopravvive, naturalmente, ma non avremo più quelle grandiose creazioni con personaggi mitici: il fantastico viene confinato nella "stanza dei bambini", e il Fantasy vero e proprio ci si strova stretto.

Le favole, non sono Fantasy: sono racconti moralistici, in cui gli animali interpretano particolari tipi d’esseri umani. Nel mio dialetto, favola, “fola”, vuol dire essenzialmente bugia, stupidaggine, invenzione campata per aria. Oppure donna pazza.
Le fiabe popolari, come quelle raccolte dai Fratelli Grimm, potrebbero essere Fantasy, se non fosse per l’inizio “c’era una volta” e la classica fine “vissero tutti felici e contenti”. Questo le colloca al di fuori della realtà, mette paletti precisi tra il Reale e il Fantastico.
Le fiabe di Hans Crhistian Andersen, invece, sue personali creazioni, sono Fantasy: soprattutto la Sirenetta, o la Regina delle Nevi, ne hanno tutte le caratteristiche.

Peter Pan, è un Fantasy: sia nelle storie originali, sia nella versione, forse la più conosciuta, che ne diede Walt Disney, fino al recente Hook, e alla filmografia moderna. Non esiste distacco tra realtà e sogno, tutto collima alla perfezione.
Alice nel Paese delle Meraviglie potrebbe essere un eccellente Fantasy, ma la bambina si sveglia: ha sognato. La realtà l’aspetta, appena fuori della sua camera.

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In tempi più recenti, e proprio in Italia, il paese negletto, “Il Visconte dimezzato”, e il Cavaliere Inesistente”, di Italo Calvino, sono Fantasy: non lo è il “Barone rampante”, e nessuna delle sue altre opere. Surreali, sì, ma non Fantasy.

 

Il XX secolo: La Rinascita

L’impatto della opera di Tolkien, in Italia, fu enorme: Il Fantasy tornò ad essere un genere di prima grandezza, i suoi autori arrivarono fino alle nostre librerie.

Dall’America arrivò anche un impressionante contenitore di libri, giochi di ruolo, personaggi, scacchiere, e gadget. In tanto proliferare si distinsero due trilogie, "Le Cronache" (I Draghi del crepuscolo d'autunno, I Draghi della notte d'inverno, I Draghi dell'alba di primavera) e "Le Leggende" (Il destino dei Gemelli, La guerra dei Gemelli, La sfida dei Gemelli). Soprattutto nella seconda trilogia, l’approfondimento psicologico dei personaggi è portato a livelli d’alta letteratura, mentre nella prima si presentano tutti i elementi di un vero romanzo fantasy, dal Drago al Folletto, con elementi caratteriali di simpatica ironia; ma soprattutto, viene creato un “mondo a parte”, con i suoi continenti, le mappe, le città persone diverse che abitano luoghi diversi.
Molto più semplice, il ciclo di Shannara, che, almeno all’inizio, si distingueva per la buona scrittura e l’originalità dei temi.

E c'erano tanti altri, tantissimi: con nuove storie, nuove idee, nuovo fervore d’immagini.
Non è mia intenzione riportare qui un elenco di scrittori, più o meno famosi, che diedero impulso al Fantasy, portandolo a superare i best sellers, seguendo la via tracciata da Tolkien in maniera NON pedissequa, ma nuova, frizzante, fantasiosa.

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Disegno di Rosella colorato da Becky


Non solo: pittori, disegnatori, creatori di fumetti, cartoni animati, tornarono finalmente a proporre agli adulti ciò che per troppi anni era stato relegato nelle stanze dei bambini.
Così deve essere il Fantasy: ogni autore, ogni storia, deve regalarci un mondo nuovo, inverosimile, eppur credibile, compiuto al suo interno, vivo, immaginario, eppure reale, non appena entriamo tra le pagine e lo facciamo nostro.

Fu davvero un momento “Fantastico” .

 

Il XXI secolo: l’Arte è scomparsa?

Che la fine del “periodo d’oro” si stesse avvicinando, lo compresi già negli ultimi anni del secolo scorso: saghe troppo lunghe, (sette libri sono una paranoia, non sono distrazione!) esagerato riciclo dei personaggi Arturiani, storie scritte da persone diverse in tempi diversi, e tutto per continuare un’idea originale all’inizio, ma spesso trascinata fino alla consunzione.

Io non accetto da un Fantasy, tutto, purché sia fantastico, o fantasioso. Dopo aver scagliato per la terza o quarta volta, un libro contro la parete, decisi di chiudere con la pseudo - letteratura moderna, e con il fantasi (con la f minuscola, e senza y) in particolare. Quando poi arrivarono i romanzi storici, che si proponevano di reinterpretare il passato cancellando il fantastico, per presentare una verità più assurda d’ogni possibile invenzione… ecco, pensai, abbiamo toccato il fondo.

Chiusi il capitolo, e ne aprii un altro: la ricerca delle fonti. Quelle che vi ho proposto, sin qui, partendo dall’inizio del tempi, e non dalla fine, come invece toccò a me. La mia ricerca, vi assicuro, è tutt’altro che finita: alcuni libri si trovano solo in Inglese, altri, solo in Inghilterra! Altri in biblioteche molto serie.

Eppure oggi escono molti film, e molti libri nuovi …
Ebbene, il fatto che PRIMA si guardi il film, poi si vadano a cercare i libri, non è un buon segno. Soprattutto se si vanno a ripescare le Cronache di Narnia: eccellenti, ma… scritte da un amico di Tolkien, pubblicate negli anni ’50, e rivolte ai ragazzi. Quasi tutto il Fantasy moderno è rivolto a ragazzi, o ragazzini. Nulla di male, ho letto buone cose, ma siamo tornati al XIX secolo, al declino, alla stanza dei ragazzi.

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E’ giunto il momento di salutarci, Gentili Lettori. Mi auguro che la mia Storia vi sia piaciuta, ed abbia destato qualche nuovo interesse.
Arrivederci a presto, con nuovi articoli, e nuovi temi.


Addio, Storia del Fantasy!

Gwendydd (Rosella Rapa)

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