Il blog di Rosella Rapa

Tourismi letterari

Pillole di Fantascienza - DRACULA !!

dic 172019

DRACULA, l’ultimo dei Vampiri (di Bram Stoker)

Questa poi! Il Vampiro, il re del Gothic-Horror, il sanguinario mostro-pipistrello, in mezzo alla (poco) scientifica Fantascienza? Ebbene si tratta di un libro STRAORDINARIO. Dracula (1897) è considerato l’ultimo dei Romanzi Gotici, ed anche un capolavoro della Letteratura Britannica in cui Stoker (1847-1912) teorizzò la FINE di tutti i Vampiri... ma allora, chi li fece nascere?

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Nel 1818, in una stagione piovosa, Mary Shelley, suo marito Percy Bysshe Shelley, Lord Byron, e un quarto componente del gruppo, decisero di intraprendere una gara letteraria per scrivere una storia sul soprannaturale. Vinse Mary, con il suo Frankestein. Ma chi era il quarto? Me lo sono domandata per anni. Era il dott. John William Polidori, che scrisse in quell'occasione Il Vampiro, destinato ad una fortuna insuperabile per tutto il XIX secolo, ma soppiantato, proprio sul finire (1897) dal Dracula di Bram Stoker. Infatti fu Dracula, che per tutto il XX secolo divenne sinonimo di vampiro, sebbene molte opere siamo assai più simili al testo di Polidori, che non a quello di Stoker.

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Come fu possibile un tale capovolgimento di fronte?

Polidori scrisse un opera che attingeva a molte leggende locali, Inglesi per lo più, trasformando un mostro campagnolo in un raffinato gentleman (Lord Ruthven) , dotato un fascino oscuro e perverso, ma intrigante, degno di frequentare la buona società londinese, ed i libri che allora venivano letti. Stoker abbinò invece il Vampiro al famoso Vlad l’Impalatore, e ne trasferì le origini in Transilvania, terra di confine tra Romania, Moldavia, Ungheria e Bucovina. Oggi i confini dei paesi sono cambiati, ma il castello del mostro esiste ancora. Io l’ho visto con i miei occhi, da lontano, perchè salirvi è impossibile: troppo pericolose strada e ruderi. Tornando a Stoker, proprio in quegli anni muoveva i suoi primi passi una novità che avrebbe conquistato il mondo: il CINEMA! Quasi immediatamente si impadronì del romanzo, e Dracula divenne sinonimo di Vampiro, di qualsiasi genere. Le pellicole in cui è citato, comparendo anche per poco, sono più di 150: e il povero Polidori venne dimenticato. Fino a ieri: pubblicato nel 1819 il suo racconto ha compiuto 200 anni, e gli editori festeggiano. Oggi è quasi dimenticato anche Stoker, nonostante i proseguimenti più o meno validi dei suoi lavori. Eppure Dracula è un libro ricco di scoperte sorprendenti.

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Fantasy, Fantascienza, Mistery e Avventura sembrano rincorrersi come i personaggi. A chi spetterà la vittoria? Alla SCIENZA. Già.

Come struttura, il romanzo di Bram Stoker si presenta subito atipico. Rammenta, in parte, il vecchio romanzo epistolare, ma ha una caratteristica profondamente diversa: non è costituito da lettere che che si susseguono, bensì da diari. Diari assai particolari, che ci mostrano caratteristiche innovative: due fidanzati, per comunicare, usano la stenografia, complicata da segni noti solamente a loro due. Un medico registra i suoi diari su di un fonografo, la protagonista, Wilhelmina (Mina), ascolta e batte a macchina. A queste narrazioni sono mescolati gli scritti di un cronista, il diario di bordo del capitano della “nave fantasma”, annunci ritagliati dai giornali, e lettere mai lette dalla destinataria. Ferrovie, autovetture, navi a vapore, telegrafo, biciclette, tramvay, completano uno scenario “moderno” in cui un vampiro è considerato ridicola superstizione: finché Mina non batterà a macchina il diario del suo fidanzato, fornendo ad un anziano professore la chiave dei misteri per loro assurdi e inspiegabili in cui si sono imbattuti.

La prima parte del romanzo è senz’altro Gotica: l’arrivo del giovane avvocato Johnatan al castello del conte Dracula è preannunciato da segni di terrore, contadini che si fanno il segno della croce, oscure leggende, ululati di lupi e voli di pipistrelli. Una volta Entrato, Johnatan si accorge di essere prigioniero in un luogo mostruoso.
Tutto questo, nei più minuti particolari, viene annotato nel suo diario, che si interseca con il diario di Mina. Ecco quindi che la narrazione scorre sempre in prima persona pur raccontandoci fatti che avvengono a centinaia, migliaia di Km di distanza.
Una giovane amica di Mina, Lucy, deve scegliere tra i suoi innamorati, ma il suo comportamento presenta numerose stranezze. Sonnambulismo, incubi, accompagnati da ululati di lupi e morti misteriose. Quando al porto arriva una nave con il solo capitano, legato alla barra del timone, è dal suo diario di bordo che apprendiamo i fatti orrendi di una spaventosa traversata.
Le condizioni di Lucy peggiorano. La parte preponderante della narrazione passa quindi al dottor Sewart, e al suo fonografo. Non riuscendo però a comprendere la crescente anemia della sua paziente, chiama in aiuto il suo vecchio maestro, il Professore Olandese Van Helsing.

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A questo punto, impercettibilmente, il tipo di narrazione cambia.

Siamo a Londra, città moderna, con mezzi pubblici, treni, gente evoluta, che non crede più a leggende e superstizioni come fantasmi o vampiri. Van Helsing fatica non poco per spiegare che ci sono realtà ancora non comprese perfettamente dalla SCIENZA, definite PARA-NORMALI. Il vampirismo è una di queste, ma i giovani NON riescono ad accettarlo razionalmente. Mina, battendo a macchina tutti i diari fornisce a Van Helsing: la chiave. Dracula è a Londra, città indifesa contro di lui, perché nessuno crede alla sua esistenza. Siamo nel 1897, si guarda alla Luna (Verne), a Marte (Wells), alle numerose scoperte tecnologiche: elettricità, magnetismo, radiazioni.

Eppure, per combattere il Vampiro servono i metodi tradizionali: aglio, crocefissi, ostie consacrate… ma per salvare Lucy occorrono TRASFUSIONI! Questa è medicina innovativa: trasfusioni ai primordi, da vena a vena, quando gruppi sanguigni e fattori RH erano ancora da scoprire. Che rischio!

Ora bisogna salvare la città, e l'umanità intera. Fughe, rincorse, piani organizzati, tutto viene predisposto con cura per combattere il nemico non più Occulto: per chi ama spaventarsi, restano colpi di scena a ripetizione, per chi si diverte, è una lettura appassionante, che trascina pagina dopo pagina.
Un finale emozionante che si conclude con la vittoria della Scienza e della Ragione, contro Superstizione e antichi retaggi d'odio. Nelle intenzioni di Stoker, Dracula è VERAMENTE l’ultimo dei vampiri, e la Terra è liberata per sempre dal suo malvagio potere.

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La Fantascienza, in Dracula, va cercata nelle pieghe del romanzo, e nell'atteggiamento dei protagonisti, particolare delle due ragazze.
Mina è una donna moderna, la donna che di lì a poco potrà affrontare il nuovo secolo in tutta la sua forza: indipendente, disinvolta, sicura di sé, conosce le tecnologie più all'avanguardia del momento, sa prendersi cura di se stessa, delle amiche, e del marito malato. Il lavoro non la spaventa: pensa di continuare a lavorare anche dopo il matrimonio, almeno finché il marito non avrà qualche vantaggio nella sua carriera. Una donna del Futuro.
Lucy, al contrario, è la tipica ragazza ottocentesca: dolce, di carattere arrendevole, bisognosa di protezione, in cerca di un uomo per la vita, ma capace di attirarne molti accanto a se. Rappresenta il Passato.
Dracula perseguita Lucy, ma è attratto da Mina. Tuttavia non apprezza le sue doti intellettuali, ma il suo fascino femminile. La vuole tutta per sé, nel suo antico castello, come una regina: vuole trascinarla nel passato più remoto, strapparla al presente e al futuro. Mina, però ha amici sinceri, anche se non cerca di farli innamorare tutti.
Il personaggio di Mina è una rarità nel panorama della Fantascienza ottocentesca, riservata quasi esclusivamente a inventori più o meno pazzi, viaggiatori in luoghi remoti o inesistenti, sognatori solitari.

Ma cosa ne sarà di Dracula? Più di altri romanzi (che pure esistono) lo dirà un nuovo, fantascientifico prodotto: il cinema.

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Sin dai suoi esordi, infatti, il cinema fu irresistibilmente attratto dal protagonista del romanzo di Bram Stoker; purtroppo nessuna delle pellicole comparse in più di un secolo rende giustizia al romanzo che aveva teorizzato la scomparsa di tutti i vampiri, con le armi (stranamente unite) della Scienza e della Religione, da usarsi contro antiche superstizioni, maledizioni, terrori atavici. Dracula divenne invece il vampiro per eccellenza, il simbolo del terrore, il più grande protagonista dei film “noir”, il padre di nuove, numerose saghe, che imperversano ancora oggi, con film, serial TV e anche libri. Uno peggio dell'altro. Fa eccezione il film “Dracula, di Bram Stoker” del 1992, con un cast e un regista davvero eccezionali. Qualche differenza rispetto al libro, come sempre, ma ottime interpretazioni. In più, Mina è l'unica donna che partecipa alla “Lega degli uomini straordinari”; il suo personaggio viene notevolmente stravolto, ma la grinta rimane la stessa.

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Come per tante altre opere, e altri autori, il Tempo non è stato corretto con Bram Stoker: mentre la sua “creatura” diventava una star, il creatore finiva nell'ombra, almeno fuori dalla Britannia; il peggio resta nel fatto di essere stato incompreso, travisato, trasformato. Leggere il SUO Dracula è un’esperienza che non dovrebbe mancare a chi ama cercare nella letteratura quei libri che si possono considerare “pietre miliari” nel corso della storia, libri che, indipendentemente dal valore letterario in senso stretto, segnano un’epoca, una svolta. Soprattutto, rendiamo giustizia all’autore, ingiustamente strapazzato e bistrattato come pochi altri.

 

 

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