Il blog di Rosella Rapa

Tourismi letterari

P.F.S - JV05 - I 500 Milioni della Bègum.

mag 282021


I cinquecento milioni della Bégum (1879)

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In questo stranissimo romanzo, che risente di una forte connotazione politica, il mondo delle Indie Nere viene rovesciato. Le Indie Nere erano la ricchezza carbonifera dell'Inghilterra, che sfruttava Scozia, Galles e Irlanda. La Francia non disponeva di tale bacino, ma era in competizione con la Germania su regioni di confine, Alsazia e Lorena, ricche di prezioso combustibile fossile. Sempre in guerra.
Verne, in questo caso molto nazionalista, ci propone due città alternative, l'utopia e la distopia dei suoi tempi. La città ideale e luminosa è naturalmente France-Ville, mentre la scura, dittatoriale, militaresca Stahlstadt è tedesca. Le città vengono create con scopi opposti da due scienziati futuristi, che si ritrovano ad essere gli unici, lontani eredi della Bègum, una ricchissima principessa orientale.
Con idee completamente opposte, i due neo-milionari creano quindi due città, ciascuna proiettata verso il futuro, ma con due tendenze che sono l'una l'opposto dell'altra.

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France Ville è progettata in maniera razionale e gradevole, tante villette con alberi e fiori; è governata democraticamente, segue tutte le regole igieniche allora conosciute, e anche qualcuna di più. Quel che non riuscivo a capire era l'idea di mettere la cucina al primo piano e le camere da letto al piano terra, ma anche questa è fantascienza, come lo è il suo governo, repubblicano naturalmente, e il suo concetto di mutuo aiuto, per cui le capacità di ognuno sono messe al servizio della comunità, ma non si scorda la meritocrazia. Un po' socialista direi.

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L'oscura Stahlstadt al contrario è circocentrica, e il padrone assoluto (il kaiser) vive in una possente torre da cui può dominare tutto; intorno a lui si ergono le buie, alte abitazioni dei dipendenti più importanti (ingegneri, chimici, inventori). Seguono le industrie per la lavorazione del cabone e dell'acciaio, poi altre abitazioni sempre più basse e misere, fino ad arrivare nei lati più esterni, dove s'infilano nel sottosuolo le terrificanti miniere, necessarie per le industrie che forgiano armi. La descrizione della città di Stahlstadt, della sua organizzazione, e della sua produzione industriale sono quanto di peggio si possa immaginare; Verne aveva una più che brillante inventiva, ma qui descrive l'orrore dell'industrializzazione selvaggia e dello sfruttamento dei poveri, ben conosciuti ai suoi tempi.
Le due città sono fin dall'inizio in competizione, ma l'aggressività è tutta dalla parte del teocratico fondatore di Stahlstadt, che vuole distruggere la rivale. Per scoprire come, il solito giovane eroe, un Alsaziano, si fa assumere dal nemico come ingegnere, ma … si fa passare per Svizzero, e parte dal basso, come minatore. Perchè mai?

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L'Alsazia è la regione che ha come capoluogo Strasburgo, città che sorge sul Reno nel lato che ora è Francese. Oggigiorno la città ha dei quartieri e dei sobborghi anche nel lato Tedesco, ma fin dal Medio Evo è stata una regione martoriata, dove i nomi dei paesi sono un misto di francese antico e tedesco altrettanto antico, si beve birra come aperitivo e vino bianco durante un pasto a base di salsicce e crauti. Deliziosa a vedersi, con casette che sembrano quelle delle Fiabe, e tremenda nella memoria, con croci in mezzo ai campi di orzo e fieno che ricordano i soldati caduti e mai tornati a casa, sepolti sotto i “Papaveri Rossi”. (vedi sotto le date)

Il giovane infiltrato non può dichiararsi Alsaziano, perchè verrebbe immediatamente sospettato di poter essere filo-francese; sceglie quindi la nazionalità Svizzera, perchè vi si parla un dialetto simile all'Alsaziano e in questo modo non ha problemi per l'accento. Inoltre un Alsaziano non avrebbe avuto necessità di spostarsi per lavorare nelle miniere, invece... ma guarda: c'è stata un'epoca in cui gli Svizzeri emigravano in cerca di lavoro.

Il progressivo avanzamento verso i “quartieri alti” del nostro giovane eroe offre all'autore l'opportunità di descrivere la lugubre città di Stahlstadt, cerchio dopo cerchio, simili ai gironi infernali. L'evocazione è talmente vivida che critica e pubblico sono sempre stati concordi nel ritenerla la parte più riuscita del romanzo, mentre la delicata France-Ville viene considerata più statica ed improbabile. Un riflesso di queste opinioni lo si vede nella illustrazioni: ho trovato parecchie immagini di Stahlstadt, ma quasi nulla di France-Ville. Facendo anch'io la nazionalista, ho pensato di proporvi qualche antica fotografia della mia Torino, che rispecchia gli stessi aspetti urbanistici di France-Ville.

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Infine, quale città avrà la meglio? Ovviamente quella Francese, ma non per meriti suoi, piuttosto per demeriti dell'avversario. In questo Verne fu profetico, non altrettanto lo fu nell'ipotizzare una veloce fine della guerra.

Questo romanzo, a differenza di molti altri, NON è un libro per ragazzi. E' per adulti, adulti in grado di recepirne le complessità filosofiche, storiche e politiche. Forse per questo non ha avuto molto successo all'estero, perchè molti riferimenti non si possono comprendere se non si conosce un minimo di storia. Io lo lessi da ragazzina, poi da adulta, e poi di nuovo, dopo il viaggio in Alsazia e alcune ricerche. Non c'è nulla da ridere in questa vicenda, ma tanto tanto da riflettere. E poiché l'autore è uno dei Grandi la lettura è assolutamente da consigliare.

Rosella Rapa

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Vale la pena di ricordare le traversie dell'Alsazia, che hanno ispirato la competizione tra la due città del romanzo. La Storia, purtroppo, seguì troppe volte la follia omicida del dittatore di turno.

XVII secolo:
Guerra dei Trent'anni, coinvolge anche cattolici e protestanti: termina con la Pace di Westfalia, nel 1648, che assegna la regione alla Francia, ma i Feudatari Tedeschi rifitutano di riconoscerne l'autorità. Si deve aspettare il 1681 quando Luigi XIV soppresse i Feudi e rese definitiva l'unione alla Francia di tutta l'Alsazia, compresa Strasburgo.

XIX secolo
Guerra franco-prussiana: termina col trattato di Francoforte nel 1871, che asssegna Alsazia e Lorena alla Germania. La Francia parte Imperiale e termina Repubblicana.

XX secolo
1919 al termine della Grande Guerra fu restituita alla Francia con il Trattato di Versailles
1940 viene invasa dalla Germania e annessa al Reich
1947 è riassegnata alla Francia al termine della guerra, che imposta una imponente “francesizzazione“ della zona, che rende il francese la lingua più parlata nella regione, con il progressivo abbandono di tedesco e alsaziano.

Ricordo anche il famosissimo Dottor Albert Schweitzer, medico e filantropo, musicista e musicologo, teologo, filosofo, biblista, premio Nobel per la Pace 1952, nato a Kaysersberg in Alsazia nel 1875, quindi Tedesco e morto a Lambaréné in Africa nel 1965, quindi Francese, dopo aver cambiato nazionalità più volte rimanendo sempre missionario in Africa.

 

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