Il Calamaio Bianco

Tra le righe dell'Albania

Gloria Steinem, la scrittrice femminista dell' "Autostima"

mar 232019

Autostima e cultura sono collegati tra loro? Il contesto sociale in cui viviamo, potrebbe avere una certa influenza-rilevanza sulla stima che abbiamo di noi stessi? Secondo Gloria Steinem sì. La giornalista e attivista americana, nel suo libro Autostima. Un viaggio alla riscoperta della nostra forza interiore, insegna in maniera decisamente illuminante, quanto possa essere imputabile l'ambiente che ci circonda, in merito ad una eventuale scarsa stima di noi stessi.undefined

Gloria Steinem da sempre si batte per i diritti delle donne: la parità dei sessi è per lei un obiettivo da raggiungere, combattendo in prima linea, senza mai mollare. Ha fondato la rivista femminista Ms. Magazine ed è riconosciuta come una delle rappresentanti più famose del femminismo degli anni Sessanta e Settanta. Molti gli argomenti trattati nel suo settimanale, tutti rilevanti e di spessore: la giornalista affronta lo scottante tema dell'aborto, dell'infibulazione, una tematica drammaticamente attuale e quello dello sfruttamento del corpo femminile. Questi e molti altri sono stati i soggetti al centro degli articoli pubblicati a partire dal 1972 su Ms. Magazine. L'impegno della Steinem non si limita a questo: si estende, infatti, anche a favore delle comunità afro-americane e delle associazioni pacifiste contro le guerre, a testimonianza del fatto che il movimento femminista è sempre andato a sostegno delle cause dei più deboli, contro ogni ingiustizia.

In Autostima, le ricerche e gli studi della Steinem, vanno ancora oltre: l'attivista, infatti, decide di scavare in profondità, sia nella psiche, che nell'animo umano, ma non solo. La scrittrice indaga sul sistema sociale in cui l'essere umano è collocato, causa principale della distruzione della stima di se stesso.

Autostima non è un libro solo per le donne: è uno scritto per tutti, tanto da costare alla Steinem l'accusa di aver abbandonato le sue battaglie. Analizzando oggettivamente e senza pregiudizi il testo, ci si rende conto che le accuse mosse all'autrice sono infondate e che i suoi principi sono ancora ben saldi. Nell'opera, la scrittrice, ripercorre le varie fasi della vita dell'essere umano, analizzando tutti i rapporti che nel frattempo instaura ed esaminando il contesto socio-ambientale in cui si colloca. Tutto quello che compone la persona sia a livello oggettivo, che astratto (sentimenti ed emozioni), viene puntigliosamente scomposto, anatomizzato e studiato. Nel contesto creato dalla ricerca e dallo studio, nascono le famose "parabole moderne": storie di vita reale e vissuta, racconti di amici e conoscenti, in cui il fulcro è sempre e solo l'autostima. Le narrazioni danno la possibilità al lettore di entrare in empatia e immedesimarsi con chi narra la propria esperienza, dando vita a diversi spunti di riflessione.

Naturalmente Gloria Steinem non si limita a criticare la collettività e quella che è la sua influenza negativa, ma cerca di proporre valide soluzioni. Una su tutte è la consapevolezza di chi siamo, quindi la presa di coscienza del sé.

"Autostima ha due difetti, entrambi fatali per la riuscita del libro. In primo luogo, dipinge l’individuo come un essere perennemente suscettibile di miglioramento, grazie a una concezione romantica che è stata puntualmente contraddetta dalla storia. In secondo luogo tratta l’autostima come un diritto naturale, che può essere garantito solo a patto di trasformare il modo di allevare e di educare i bambini, superando allo stesso tempo il patriarcato, il sistema castale delle razze, il monoteismo e la gerarchia in quanto principali forme di organizzazione della società umana; in altri termini, trasformando radicalmente tutta la civiltà occidentale".

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Decisamente audace la proposta della Steinem: rivoluzionare uno schema predefinito di pensiero. Tale rivoluzione richiede l'abbandono delle vecchie abitudini e soprattutto l'accettazione del nuovo, bandendo ogni tipo di diffidenza. Ogni individuo deve poter fare affidamento su una buona dose di coraggio, che gli permetta di avvicinarsi ad una nuova modalità di vita e di realtà. Un coraggio necessario, che gli consenta di avere rispetto per ogni essere vivente e per l’ambiente che lo ospita. In questa fase del percorso è importante che la persona impari a fidarsi e ad affidarsi all'altro, vedendolo sempre come compagno di condivisione e mai come nemico. É inevitabile richiedere un cambiamento della visione generale maschile: la donna deve essere vista come completamento dell'uomo e viceversa e non come sostegno del genere maschile. Ogni forma di subordinazione femminile deve essere bandita. Qui tornano prepotentemente tutti i principi in cui la Steinem crede e per cui ha sempre lottato. Una grande volontà è necessaria per ribaltare un sistema sbagliato, basato sulla competitività che schiaccia la forza caratteriale, facendo emergere ogni debolezza. Alla fine di questo lungo tunnel da percorrere con tutte le forze, c'è la libertà: un obiettivo per cui vale la pena combattere con ogni mezzo. 

Ricordo del padre di Sibilla Aleramo

mar 192019

Una breve lirica che Sibilla Aleramo dedica al ricordo di suo padre. Nonostante il rapporto conflittuale con la figura paterna, in queste rimembranze, Sibilla disegna il papà in maniera dolce e delicata.undefined

Sempre che un giardino m’accolga

io ti riveggo, Padre, fra aiuole,

lievi le mani su corolle e foglie,

vivo riveggo carezzare tralci,

allevi rose e labili campanule,

silenzioso ti smemorano i giacinti,

stai fra colori e caldi aromi, Padre,

solitario trovando, ivi soltanto,

pago e perfetto senso all’esser tuo.

Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf

mar 172019

La ricerca è l'argomento cardine di Una stanza tutta per sé, il saggio che nasce dalla magistrale penna di Virginia Woolf, pubblicato nel 1929, che raccoglie e accoglie quanto detto durante le due conferenze tenute dalla scrittrice presso la Arts Society di Newnham e la Odata di Girton nell’ottobre del 1928. Non è stato semplice nemmeno per la Woolf, in quel momento storico e sociale, disquisire su donne e letteratura. Un argomento scottante, che ha dato vita a profonde e lunghe riflessioni sulla tematica che lega il genere femminile alla propria capacità creativa. Virginia Woolf ipotizza di rivivere una giornata di quotidiana normalità di una scrittrice moderna: naturalmente la storia di per sé, è solo un mezzo per poter consegnare al lettore un'analisi della condizione della donna artista della sua epoca.undefined

È importante un'analisi oggettiva di Una stanza tutta per sé, che permetta di poter comprendere nella sua interezza il senso dell'opera, senza l'ossessiva ricerca di un significato che vada al di là del libro, a cui la stessa Woolf ha voluto attribuire un unico e importante senso. La scrittrice britannica ha dato vita ad una lettura scorrevole, senza pretese e priva di parole accusatorie. L'unico e ben riuscito intento della Woolf è quello di catalizzare l'attenzione del lettore su una donna impossibilitata a dedicarsi a quello che la propria vena artistica le propone e le impone. La causa di tale mancanza è data dall'impossibilità di poter avere in casa uno spazio tutto per sé e tantomeno l'indipendenza economica che le possa permettere di dedicarsi alla scrittura o alla lettura.
Nessuna polemica quindi da parte della Woolf, nessuna guerra aperta al genere maschile, nessun indice puntato, solo un semplice se pur profondo pensiero: la donna è imprigionata nel suo ruolo sociale e il suo dedicarsi all'arte non rientra nei meccanismi dei suoi doveri. La donna deve occuparsi della casa, delle incombenze date dal marito e dai figli e tutto quello che riguarda l'intelletto e la sua capacità creativa, diventa difficilmente conciliabile con il ruolo in cui la collettività l'ha in qualche modo relegata.

Partendo da questa semplice riflessione, Virginia Woolf crea un capolavoro, in cui ripercorre la condizione dell'artista donna attraverso la storia, evidenziando tutte le lotte e le dure battaglie e tutte quelle difficoltà, con cui la "l'intellettuale femmina" ha sempre dovuto confrontarsi.

Attraverso Una stanza tutta per sé, l'autrice vuole, però, anche esprimere il suo pensiero su quella che è la strada da percorrere per una reale e tangibile emancipazione femminile: raggiungere l'indipendenza economica e culturale. La donna deve poter arrivare ad un'autonomia economica e in ogni caso essere comunque sempre libera di poter esprimere la propria vena artistica, perché tutto si può togliere ad un essere umano, tranne il libero pensiero:

"Potete bloccare tutte le librerie se volete ma non c’è un cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente”

Virginia Woolf oggi è ricordata come una tra le più audaci scrittrici classiche, che ha contribuito a cambiare il ruolo delle donna nella società. Lei stessa non ha avuto una vita semplice: Adeline Virginia Stephen, è questo il suo vero nome, nasce da uno storico e critico e da una modella. La sua famiglia gode di una serenità affettiva ed economica, ma già da piccola Virginia e sua sorella vengono discriminate, in quanto viene loro proibito di frequentare l'istituto scolastico, a differenza dei fratelli. Le due ragazze ricevono l'istruzione dai genitori e si creano una personale cultura, razziando tutti i libri della biblioteca paterna. Improvvisamente una serie di lutti colpisce la ragazza e la sua famiglia: la morte della madre prima, quella di Stella una sorellastra dopo, feriscono profondamente la futura scrittrice a tal punto da avere le primi crisi a livello psichico. Le brutte vicende purtroppo non finiscono qui: la giovane donna subisce abusi sessuali da parte del fratellastro George, che indeboliscono ulteriormente la sua già scarsa stabilità mentale. Questi orribili traumi non le impediscono di diventare comunque una donna socievole e di dedicarsi all'arte letteraria.undefined

Scrive diverse opere la Woolf, ma solo in Una stanza tutta per sé emerge davvero la sua vena di scrittrice femminista, che culmina con l'auspicio da parte dell'autrice di creare un'associazione pacifista di sole donne. Quando la Woolf muore suicida nel 1941, ancora non può essere definita famosa: una grande riscoperta delle sue letture si deve alla visione del movimento femminista degli anni Settanta. Virginia Woolf, inconsapevolmente, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, consegnava riflessioni sull'universo femminile, valide ancora oggi, a quasi ottant'anni dalla sua morte.

In piedi Signori davanti a una Donna di William Shakespeare

mar 162019

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Per tutte le violenze consumate su di lei
per tutte le umiliazioni che ha subito
per il suo corpo che avete sfruttato
per la sua intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
per la libertà che le avete negato
per la bocca che le avete tappato
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo
in piedi, Signori, davanti a una Donna.

E non bastasse questo
inchinatevi ogni volta
che vi guarda l’anima
perché Lei la sa vedere
perché Lei sa farla cantare.

In piedi, Signori,
ogni volta che vi accarezza una mano
ogni volta che vi asciuga le lacrime
come foste i suoi figli
e quando vi aspetta
anche se Lei vorrebbe correre.

In piedi, sempre in piedi, miei Signori
quando entra nella stanza
e suona l’amore
e quando vi nasconde il dolore
e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano
per aiutarla
quando Lei crolla
sotto il peso del mondo.
Non ha bisogno
della vostra compassione.
Ha bisogno che voi
vi sediate in terra vicino a Lei
e che aspettiate
che il cuore calmi il battito,
che la paura scompaia,
che tutto il mondo riprenda a girare
tranquillo
e sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi sù
in modo da avvicinarvi al cielo
in quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove, Signori,
non la strapperete mai.

Il secondo sesso di Simone de Beauvoir, storia di donne e di libere scelte

mar 042019

Il secondo sesso è un saggio scritto nel 1949 da Simone de Beauvoir, una delle più grandi figure intellettuali del Novecento. Scrittrice, filosofa, attivista femminista, ma non solo. La scrittrice oggi viene purtroppo ricordata solo come femminista: quello che molti non sanno è che Simone de Beauvoir ha lasciato in eredità ai posteri una produzione letteraria notevole, fatta di romanzi, saggi filosofici, testi teatrali e una quantità innumerevole di saggi brevi. La sua è stata un'esistenza piena: ha frequentato prestigiose personalità, è stata acclamata, amata e odiata e si è distinta anche nella vita privata, con svariate relazioni sentimentali, anche omosessuali, che hanno fatto di lei una donna libera e scandalosamente famosa. Quello che oggi, più di ogni cosa, viene ricordato e stimato come bene prezioso, è il suo pensiero. La Beauvoir ha sempre abbracciato la corrente esistenzialista: il punto cardine di tale pensiero fa perno sull'esistenza, quella fatta di vicende improrogabili, alle quali nessun veto può essere posto, che si pone davanti all'essenza, a tutto quello che può essere modificato attraverso il libero arbitrio.undefined

Quello che concerne l'esistenza, secondo la filosofa, può essere affrontato con due modalità: o attraverso l'accettazione, oppure attraverso la trascendenza, che si rifà alla volontà di poter progettare e di poter modificare. Solo così si può affermare, che la nostra esistenza sia conseguenza del nostro modo di porci di fronte a quello che ci viene dato una sola volta ed è valido per tutte. È questo il principio che si ritrova alla base de Il secondo sesso, saggio decisamente rivoluzionario, tanto da essere inserito nell'Indice dei libri proibiti dal Tribunale del Sant'Uffizio. undefined

Ne Il secondo sesso Simone de Beauvoir analizza la condizione della donna, partendo dal presupposto che quello femminile sia il secondo sesso, rispetto al primo, quello maschile. Il primo sesso corrisponde al Soggetto, il secondo non è che l'Altro rispetto al primo.

“Il dramma della donna consiste nel conflitto tra la rivendicazione fondamentale di ogni soggetto che si pone sempre come essenziale e le esigenze di una situazione che fa di lei un inessenziale.”

Per interi secoli si è pensato che la condizione di inferiorità della donna fosse dovuta a situazioni predestinate di natura biologica, psicanalitica o addirittura economica. Elementi legati all'esistenza, quindi, fatti imposti dalla vita, contro i quali nulla può essere fatto. Simone de Beauvoir risponde a questa radicata convinzione con delle parole, ormai famose, che si ritrovano spesso sotto forma di citazione                                                                       

                          "Donne non si nasce, lo si diventa"

Con il suo verbo, la scrittrice sottolinea come non esista, contrariamente a quanto fatto credere dalla psicanalisi, un destino comune a tutte le donne. Non esiste il "comune femminino", marchiato dal fatto di essere femmine. In qualche modo, la donna ha scelto la seconda posizione, ha scelto la sua subordinazione. Come è potuto accadere? Questo la filosofa non lo sa spiegare.

Oggi il pensiero della Beauvoir, può risultare banale: sappiamo che le donne non sono sottomesse per scelta. Quella che però è l'importanza delle idee della scrittrice, tremendamente attuali, sta nell'aver saputo fermamente spostare l'attenzione dagli elementi delle uguaglianze a quelli delle differenze. Si supera il concetto di sesso biologico e di quello di genere e per la prima volta nella storia, si guarda l'essenza della donna.

Simone de Beauvoir decanta l'essenzialità della trascendenza nella vita delle donne, affermando così che nulla è scontato, che nulla vive in eterno, che nessun principio è immutabile, anche per il femminino. Negli anni a venire, grazie alla sua politica filosofica, il pensiero che richiama al principio di natura, quel principio per cui le cose così sono e non possono essere modificate, andrà lentamente scemando. Trascendere i fatti dell'esistenza, significa non piegarsi, reclamare la propria libertà e partecipare ai cambiamenti del mondo.undefined

"La donna non è una realtà fissa, ma un divenire". Così spiega la Beauvoir, la necessità che il femminino abbracci la trascendenza, proprio come hanno sempre potuto fare gli uomini. Se la donna vuole emanciparsi deve abbandonare l'immobilità: solo questo importante passo può permettere la riconciliazione con l'uomo, altrimenti impossibile.

“L’oppresso non può realizzare la sua libertà di uomo se non nella rivolta, giacché la peculiarità della situazione contro la quale si ribella consiste proprio nell’impossibilità di ogni sviluppo positivo; la sua trascendenza si supera all’infinito solo nella lotta sociale e politica.”

Simone de Beauvoir ci insegna che tutto è modificabile, che tutto si può cambiare o quanto meno tentare di cambiare: stare a guardare non aiuta, anzi blocca il flusso della normale esistenza.

Doris Lessing e l'incanto della sopravvissuta

feb 262019

"Una cantrice delle esperienze femminili, che con scetticismo, fuoco e potere visionario ha osservato una civiltà divisa".

Così l'Accademia di Svezia definisce Doris Lessing e con questa motivazione le assegna il premio Nobel per la letteratura nel 2007. È la trentaquattresima donna a vedersi assegnato l'autorevole premio e l'undicesima a riceverlo per la letteratura. Una donna che parla di donne Doris Lessing, la scrittrice britannica che nasce in Persia nel 1919 da un ufficiale dell'esercito britannico, che sposa la madre di Doris e si trasferisce in Iran per lavorare in banca. Doris trascorre l'infanzia nella Rhodesia meridionale, l'attuale Zimbawe, dove nel frattempo i genitori si trasferiscono per dedicarsi con scarso successo alla coltivazione di un campo di mais. L'istruzione scolastica che la ragazzina riceve, prima in un istituto cattolico e poi in una scuola femminile, la delude. È questo il motivo per cui decide di proseguire come autodidatta. Nel 1932 iniziano ad esserci i primi dissidi con sua madre: nasce quel logorato e logorante rapporto con la figura materna, che spesso si ritrova nei suoi romanzi. Nel 1933 l'insofferenza la spinge a trovare un posto come bambinaia e a trasferirsi a Salsbury. Grazie alla cultura e all'amore per i libri che Doris trova nella casa dove fa la sua prima esperienza lavorativa, inizia a svilupparsi in lei l'interesse per le questioni sociali e politiche e prende immediata e dura posizione contro le segregazioni e le discriminazioni razziali. In quello stesso periodo inizia quello che Doris Lessing definisce:

"Un ardente desiderio erotico, che aveva preso il posto delle passioni romantiche dell'infanzia"

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Doris cresce e insieme alle sue prime esperienze sessuali riscopre il suo corpo, con cui non avrà mai un buon rapporto: questo aspetto controverso della sua esistenza, spesso si ritrova nei suoi scritti. La Lessing ama descrivere con dovizia di particolari lo sviluppo fisico dei personaggi che animano i suoi romanzi, cercando di donare loro quella spontaneità che nella vita le mancherà sempre. Dopo un'esperienza matrimoniale fallimentare che la porta nel 1943 ad abbandonare marito e due figli, scoppia in Doris il fervore politico che la avvicina al partito comunista di cui diventa tesserata.

"...nel mio caso fu perché per la prima volta nella mia vita incontrai un gruppo di persone (e non individui isolati) che leggevano di tutto, non pensavano che leggere fosse una cosa straordinaria, e per le quali alcune mie riflessioni sulla questione indigena, che a stento avevo osato esprimere ad alta voce, erano semplici luoghi comuni. Diventai comunista a causa dello spirito dei tempi. A causa dello Zeitgeist..."

La sua carriera di scrittrice ha però inizio qualche anno più tardi, dopo una seconda esperienza matrimoniale altrettanto tragica a cui segue il suo trasferimento a Londra nel 1949, accompagnata da suo figlio Peter, nato da questa seconda unione. Iniziano a vedere la luce le opere di quella che sarà una delle più grandi scrittrici del '900: Doris Lessing sarà precursore di tematiche che diventeranno di importanza sociale molto tempo dopo, come per esempio la donna vista in relazione alla società, alla famiglia e alla politica e l'ingiustizia del sistema politico dei bianchi nei confronti degli africani. La prima parte della sua produzione letteraria è incentrata principalmente sulla segregazione razziale in Rhodesia. Tra le opere di questo periodo spicca Il taccuino d'oro del 1962, un'opera a testimonianza della vita intellettuale dell'Inghilterra di metà Novecento.

Negli anni Settanta l'attenzione della Lessing si sposta sulla condizione sociale e mentale delle donne che vivono in una società ormai definita avanzata. Opera di spicco di questo periodo è Memorie di una sopravvissuta, il libro definito dalla stessa Lessing "un'autobiografia immaginaria".

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In Memorie di una sopravvissuta, la protagonista Emily, una ragazzina piuttosto scontrosa e difficile, viene affidata insieme al suo cagnolino Hugo alla protagonista, voce narrante. La città in cui è ambientata la storia non è mai nominata, ma è palesemente Londra: un posto che attraversa un momento decisamente difficile, sferzato da atti di violenza pura da parte di bande di giovani delinquenti. È in questa atmosfera che nasce e si sviluppa il rapporto tra la donna e la ragazza. Apparentemente una storia semplice, ma ben incastonata in un contesto complesso che profuma di fantascienza. Emily sembra quasi una presenza fiabesca, arrivata dal nulla e a sottolineare la sua natura incantata ci pensa la stanza onirica presente oltre una delle pareti della casa: una stanza magica, dove la ragazzina assiste ad alcuni avvenimenti. Anche Hugo ha più le sembianze di un essere soprannaturale che di un animale e la donna quasi magica che compare alla fine, condisce di fantastico il racconto. La narrazione però va ben oltre la fantasia e se analizzata al di là della trama e in base alle tematiche trattate, ci si rende meglio conto del suo risvolto realistico e politico.

  • il rapporto tra Emily e Gerarld il capo di una delle due bande di giovinastri, sta a sottolineare come ormai la donna, anche in una situazione comune, riesca a ritagliarsi il ruolo di compagna del capo e non un ruolo marginale
  • la descrizione di una società in totale decadenza, sembra qualcosa di astratto, ma in realtà non è altro che la raffigurazione della società degli anni '70
  • il rapporto tra la protagonista ed Emily, pur nascendo e crescendo in una ambientazione incantata, è caratterizzato da elementi molto concreti, che sottolineano i cambiamenti e le evoluzioni femminili

"Forse avrei fatto meglio a iniziare tentando una cronaca esauriente dell''indefinibile'. Ma tanto è impossibile prescinderne, perché è un tema che si impone comunque alla scrittura. Forse è davvero il tema segreto che attraversa tutta la storia e la letteratura, come un testo scritto con l'inchiostro simpatico che a un tratto salta fuori, nero su bianco, offuscando i vecchi caratteri che conoscevamo bene, mentre la nostra vita, pubblica o privata, prende una piega inattesa mostrandoci qualcosa di inimmaginabile"

Con questa profonda riflessione, l'autrice spiega come l'uso della fantascienza o fantasia come meglio dir si voglia, ha lo scopo di essere una sorta di "occhio magico", che trasforma la realtà, permettendo di narrarla nel profondo, scavando così nella psicologia dei personaggi che hanno animato l'epoca di cui si parla.

Numerose sono le raccolte di racconti pubblicati negli anni e la scrittrice è stata spesso oggetto di interesse di un pubblico internazionale, grazie alle traduzioni delle sue opere a livello mondiale. Riceve svariati riconoscimenti tra cui una laurea ad Honorem dall'Università di Harvard. Doris Lessing muore nel 2013.

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